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Banche e sanzioni: Popolare Milano recidiva

Scritto il alle 12:57 da gremlin

Chi ha un conto presso la banca Popolare di Milano (bipiemme) può considerarsi suo “cliente”? e la Pop Milano considera i suoi correntisti retail alla stregua di “clienti”? La risposta è SI perchè se il correntista paga per avere determinati servizi dalla banca non può altro che essere cliente. Ma se il servizio di consulenza finanziaria (gratuito) è congegnato e fornito col preciso scopo di vendere con modalità fuorilegge prodotti rischiosi (es. conversione automatica di bond in azioni) a risparmiatori che non vogliono rischiare ecco che il concetto di “cliente” comincia ad assumere un significato poco ortodosso e inquietante. Niente di nuovo purtroppo. La delinquenza bancaria agisce con regolarità contro tutte le norme di trasparenza e di garanzia dei soggetti deboli pur sapendo di andare incontro a sanzioni: è evidente allora che queste “sanzioni” non sono tali da scoraggiare pratiche truffaldine.

Prendiamo il caso del “Prestito convertendo Bpm 2009/2013” di cui trovate qui il regolamento.
Ieri CONSOB ha rilasciato il suo ultimo bollettino, è la delibera n. 17776 del 6 maggio in cui si erogano sanzioni pecuniarie per 377 mila euro a tre dirigenti della Popolare Milano per aver messo in pratica una serie di “irregolarità” istituzionali finalizzate all’imbroglio sistematico del risparmiatore a cui si dovevano rifilare obbligazioni abbinate a warrant sulle ordinarie con conversione automatica per un controvalore di circa 700 milioni. E’ facile capire quanto possa essere intimidito il sistema bancario se le sanzioni Consob rappresentano lo 0,54 per mille degli introiti del collocamento e a cui non si aggiunge alcun danno di immagine: al momento non se ne trova notizia nemmeno sul Sole 24 ore.
E il risparmiatore beffato da un trattamento irriguardoso in quanto “cliente-risparmiatore gonzo” si becca pure un danno consistente: la conversione automatica (quindi obbligatoria) gli ha regalato un titolo ordinario che in due anni ha perso il 70% con un trend discendente continuo, da 6 euro siamo ora sui minimi storici a 1,82. Guardate qui:

Per rendersi conto degli illeciti commessi leggete la delibera. In pratica sono state violate le norme che impongono all’intermediario di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza nell’interesse del cliente e quelle riguardanti l’obbligo di valutare che la specifica operazione consigliata risulti adeguata per il cliente, e nell’istruttoria sono emerse pure violazioni alla profilatura della clientela, all’assenza di meccanismi idonei a ricostruire correttamente la relazione tra operatore e cliente e alla mancata considerazione dell’orizzonte temporale di investimento dei clienti. Comunque qualcuno se n’era accorto per tempo.
E’ di pochi giorni fa la notizia che il CdA ha approvato delle modifiche alla restituzione di questo prestito che sono ora al vaglio di Bankitalia: attendiamo di conoscere queste modifiche e soprattutto le modalità di aumento di capitale IMPOSTO da Bankitalia. Pratiche così scorrette sottindendono sempre problemi patrimoniali che guardacaso si acuiscono quando la politica governativa ci affonda le mani.
A queste storie la Pop Milano, in compagnia di altre organizzazioni bancarie con tendenze truffaldine, ci ha fatto il callo. Qualche anno fa il ministero dell’Economia, su richiesta Consob, aveva sanzionato 42 esponenti di alto livello della Pop Milano tra i quali il presidente Roberto Mazzotta, per aver venduto ai risparmiatori obbligazioni senza rating e in parte finite in default. Anche qui le sanzioni sono state ridicole: 450mila euro a fronte di collocamenti miliardari. Stiamo parlando di Cirio, Parmalat, Giacomelli, Italtractor, Lucchini e Giochi Preziosi. Fra il 2004 e il 2005 Consob contestava la mancanza di procedure interne idonee ad assicurare “l’efficiente, ordinata e corretta prestazione del servizio di negoziazione in conto proprio” e rilevava l’effettuazione di “operazioni nei confronti della clientela retail senza aver fornito agli investitori informazioni adeguate” fra cui quelle sui conflitti d’interesse.

MAI FIDARSI DELLA CONSULENZA FINANZIARIA DIPENDENTE
DIFFIDATE DAI PRODOTTI STRUTTURATI E COMPLESSI
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12 commenti Commenta
vichingo
Scritto il 25 Maggio 2011 at 14:28

Quelle tre righe finali sono vangelo. Vorrei sapere quante persone con un profilo di rischio bassissimo, che si accontenta di un rendimento, su base annua del 3-3,20% netto sanno cosa sono i Btp. Intendo dire che in un orizzonte di investimento di 3-4 anni si possono avere quei rendimenti senza arrovellarsi il cervello su prodotti finanziari complicati che promettono faville, ma alla fin fine, la maggior parte di essi rende meno dei Btp che, guardando i cds dell’Italia mi sembrano un investimento sicuro. 😆

gremlin
Scritto il 25 Maggio 2011 at 15:37

vichingo,

con una duration media di due anni e mezzo, btp + bond AAA euromot in valuta arrivi al 4,5% di ritorno annuale (rendimento netto)

evviva i risparmiatori che si accontentano di risparmiare con obbligazioni semplici e ad alto rating 😀

vichingo
Scritto il 25 Maggio 2011 at 17:22

gremlin,

Ho citato solo BTP, perché la storia di tanti bond tripla A è finita male, mentre la garanzia dello stato italiano mi sembra più solida………………………………………questo sempre per tranquillizzare il signor Mario e la signora Maria. 8)

paolo41
Scritto il 25 Maggio 2011 at 18:39

gremlin,

si, ma a questo punto, se non chiedo troppo, fatto 100 il portafoglio obbligazionario, potresti suggerire una ripartizione di obbligazioni per ottenere tale risultato.
Personalmente opero essenzialmente in obbligazioni e PCT e, estrapolando sull’anno, sono al 3,16.
Se hai qualche comunicazione riservata, puoi darmi suggerimenti via e-mail.
Grazie.

gainhunter
Scritto il 26 Maggio 2011 at 07:45

gremlin: vichingo,
con una duration media di due anni e mezzo, btp + bond AAA euromot in valuta arrivi al 4,5% di ritorno annuale (rendimento netto)evviva i risparmiatori che si accontentano di risparmiare con obbligazioni semplici e ad alto rating   

In valuta forte (CHF, NOK), con relativo rischio cambio, oppure in valuta emergente con copertura tramite opzioni/forex?

gremlin
Scritto il 26 Maggio 2011 at 09:07

paolo41,
gainhunter,

per ritorno annuale netto intendo il semplice rapporto fra cedole incassate e capitale investito (ovviamente al netto dei ratei maturati)

le valute di più facile accesso sono try e rand emesse da Bei e KFW; anche aud sarebbe bello ma le triple A non si trovano nei mercati telematici

queste valute sono associate a bond con maggiori rendimenti e cedole più alte

giocando sulle percentuali di portafoglio definisci un ROI che tiene conto del rischio cambio
prima di acquistare valute verificare sempre l’andamento del cross degli ultimi cinque anni e pigliare informazioni sui possibili fattori mover delle valute

ricordo che da febbraio sono quotati su borsaitaly degli ottimi etf valutari a leva x3 per la copertura del rischio cambio e ci sono un altro paio di etf obbligazionari veramente interessanti

paolo41
Scritto il 26 Maggio 2011 at 10:29

gremlin,

grazie per la risposta; comunque avevo fatto un grosso errore…. tolti i PCT il rendimento annuo delle sole cedole obbligazioni è del 4,17 …..

gremlin
Scritto il 26 Maggio 2011 at 10:46

Paolo, ma perchè il pct?

angiglio
Scritto il 26 Maggio 2011 at 12:41

Vi seguo da molto e vi apprezzo; il senso dell’articolo mi trova assolutamente concorde ma ho alcune perplessità sulle ultime tre righe e sui commenti.
A) Non fidarsi dei consulenti dipendenti comporta un invito a fidarsi dei consulenti indipendenti; io, consulente dipendente, consiglierei ai clienti di non fidarsi di nessun consulente senza aver prima indagato e compreso bene: compreso ad esempio se il consulente indipendente non ha “premi” e maggiori guadagni dall’utilizzare un determinato servizio al posto di un altro.
B) BTP: sembra tutto così semplice: un bel BTP con una cedola al 4,5% lordo, magari con scadenza al 2020 (se vado a due anni e mezzo i rendimenti sono parecchio più bassi ed avrei bisogno di un 6% netto sulla parte in valuta) e tutto è risolto. Poi si sposa la figlia, c’è bisogno dei soldi per comprarle l’alloggio e quel BTP (il 2020) invece di quotare 100,80 visto che i tassi sono saliti di 3 punti ve lo ritrovate al 20% in meno.
C) AAA in valuta: per quanto ne so quasi tutti i risparmiatori prendono lo stipendio o la pensione in euro e vanno a fare la spesa in euro; utilizzare obbligazioni in valuta mi sembra quantomeno rischioso. Io conosco solo 12 etf a leva 3 usciti ad inizio marzo, 6 long e 6 short; essendo non particolarmente esperto sono andato a rivedere quali valute coprono e non ho trovato né la lira turca né il rand sudafricano di cui si parla poche righe sopra. E poi siamo sicuri che il costo di questa copertura non riduca i guadagni? E per costo ovviamente non mi riferisco alla commissione.
Io che sono un “dipendente” non comprerei né BTP né obbligazioni in valuta mentre seguo con molta attenzione tutti gli articoli sull’inflazione. Anzi: perché non un qualcosa sull’iperinflazione? Se negli USA ad inizio anni ’80 avevamo tassi al 14% perché non dovrebbero più ripresentarsi? (ed immaginate il nostro btp al 4,5% scadenza 2020… peggio delle cartelle fondiarie di antica memoria)

gremlin
Scritto il 26 Maggio 2011 at 12:53

angiglio@finanza,

A) ben detto, un consulente che prende premi per definizione non è indipendente;
un consulente indipendente è invece un libero professionista che si fa pagare da libero professionista

B) perfetto, meglio non comprare oggi tasso fisso che scade fra 10 anni; è vero l’opposto per l’indicizzato

C) osservazione corretta che lascia spazio a discussioni infinite soprattutto sul controllo del rischio: e allora che ognuno si costruisca il proprio portafoglio come meglio crede e crepi l’avidità e l’esterofilia

paolo41
Scritto il 26 Maggio 2011 at 14:39

gremlin,

…perchè è un momento dove si continua a parlare di aumento dei tassi e quindi preferisco tenere una quota del capitale, anzichè in liquidità, in PCT con scadenza tre mesi….tasso interessante stante la situazione….

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