Baltic Dry Index: crollo a 841

Scritto il alle 09:00 da Danilo DT

Le cause sono il rallentamento del commercio globale, la recessione in Europa e il rischio chiusura per lo stretto di Hormuz

Ricorderete sicuramente il Baltic Index. Ne abbiamo parlato molto in passato. Oggi non possiamo non tornare sull’argomento.

Come alcuni lettori ci hanno fatto notare proprio ieri, il Baltic Index ha ormai raggiunto dei livelli che non possono non essere quantomeno preoccupanti. Ieri era a 841.
E la cosa clamorosa è la velocità con cui è collassato.
Il grafico vi dice tutto.

Il Baltic Dry Index è importante per capire l’andamento dei noli marittimi e, indirettamente, comprendere l’andamento del commercio globale.
La domanda sorge spontanea. A cosa è dovuto il crollo? Non certo agli USA, visto che oltreoceano l’economia sì è quantomeno stabilizzata. La causa è ovviamente la recessione europea. I mercati se ne infischiano in questo momento?
Vero, non possiamo negarlo. Come però non possiamo negare il collasso del Baltic Index, che nel 2008 era arrivato a ben 11500 punti circa.


E la causa principale è appunto, come detto, la recessione europea, senza ovviamente negare le implicazioni legate alle vicende geopolitiche con il rischio chiusura dello stretto di Hormuz, passaggio obbligato per il commercio navale internazionale.

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DT

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21 commenti Commenta
leone51
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 09:07

Ciao Dt (stavolta ho letto chi l’ha scritto l’articolo 😉 ) vorrei chiederti, ma Baltik Index in passato è stato anticipatore, o crollava dopo e scontava dopo la recessione?

Tu cosa pensi che senso abbia un crollo così se le borse continuano a volare?

Buona giornata

Scritto il 25 Gennaio 2012 at 09:30

L’articolo è stato scritto ieri sera e oggi dovrei già dare dei dati ancora peggiorativi. Baltic Index che ora è a 807 punti. Dai massimi del 2008 siamo a -93.16%.
E parliamo di noli marittimi, neanche fosse una start up high tech della bolla internet…

leone51
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 09:31

Dream Theater,

Quindi Dt cosa significa? è un indice anticipatore?

Scritto il 25 Gennaio 2012 at 09:51

leone51@finanza,

Stasera nel video di Trends tornerò sull’argomento.

Scritto il 25 Gennaio 2012 at 09:52

Ci sono due tipi di indici: gli anticipatori e gli anticipamucche… :mrgreen:

paktrade
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 10:07

Dream Theater,

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: Carina!!!
Vecchia ma carina comunque!!

leone51
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 10:14

SI SI th best .
Ok e baltk index qual’è tra i due? 😀

_francesco_
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 10:17

Il BDI e’ il riassunto dei noli nell’area dei carichi secchi. Non include cisterne, containers, Gas etc. quindi non riassume l’intero sistema dei trasporti marittimi.

E’ vero che il BDI sembra anticipare i movimenti dell’ “economia reale”, ma e’ anche un mercato molto sottile. Si deve quindi sempre leggere l’indice nel contesto in cui si muove. Ad esempio il crollo drammatico dell’indice in questo caso e’ ANCHE dovuto alle festivita orientali (PRC, SKorea) che finiscono domani.
Nei prossimi giorni potremmo quindi vedere se i noleggiatori rientreranno in mercato per rimpinguare gli stock o se si tratta veramente di una contrazione sostanziale degli stem. Inoltre ricordiamoci che lo shipping e’ un mercato fisico dove l’offerta di stiva e’ fondamentale per la determinazione dei noli.

Nel carico secco la flotta e’ aumentata in maniera enorme negli ultimi anni e il crollo dei noli potrebbe essere segna di una saturazione del mercato. Non necessariamente del crollo della domanda.

Insomma, il Baltic e’ UN indice, e come tale deve essere interpretato. Un Saluto e complimenti per le analisi.

john_ludd
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 10:23

Il Baltic è un anticipatore ma la correlazione tra il suo valore e la profondità della recessione che potrebbe anticipare non è chiara. Un buco nel valore seguito da ripresa potrebbe non essere un dramma. Se però continua a scendere e/o rimane molto basso per mesi allora i dubbi scendono a zero. Ricordiamo che la grande fabbrica del mondo è la Cina e il prossimo mega crack verrà da dove il mercato non guarda. Un paese che ha il 20% della popolazione non può utilizzare il 55% del cemento, il 50% del ferro, del rame, dello zinco etc… da solo in eterno !!!

john_ludd
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 10:27

_francesco_@finanza,

Eccellente commento. Specie il fatto che le flotte sono aumentate enormemente. Infatti le azioni delle compagnie di noli marittimi sono tra le più speculative per chi vuole giocare alla ripresa sì/no. Il sito americano Mercenary Trader è pieno di questo informazioni perfette x perdere soldi.

Scritto il 25 Gennaio 2012 at 10:44

john_ludd@finanza,

_francesco_@finanza,

Esatto, il Baltic Dry Index non ha più molto significato come leading indicator perchè troppo influenzato da un eccesso di navi cargo in mare utilizzate anche come MAGAZZINI (siamo messi bene eh?) però non possiamo non considerare il fatto che simili rallentamenti nei noli siano dovuti anche ad una frenata nella domanda di merci nell’area asiatica.

john_ludd
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 11:04

Dream Theater,

E’ come dici ed è in Asia che bisogna guardare. Lo stato dell’economia europea e USA viene esaminato e misurato ogni giorno ed è persino complicato districarsi tra le montagne di dati che arrivano. Lo stato dell’economia cinese (lasciamo perdere il termine emergenti…) è molto complesso da comprendere. I dati diretti vengono dal ministero della verità di Pechino, quelli indiretti soffrono di incertezza statistica inevitabile. Eppure tutto dipende da Pechino. Il dato di oggi sull’IFO tedesco in aumento per il terzo mese dice che ORA la Germania NON è in recessione e che anzi le previsioni dei mesi scorsi potrebbero essere riviste al rialzo SE la domanda in Asia continua a essere sostenuta. Il prezzo delle materie prime è mantenuto alto dalla speculazione la quale però ha necessità di dati reali veri. Può non vendere per qualche mese ma poi deve vedere il PIL cinese sopra 8,5% altrimenti sono dolori. E se scendono le materie prime crollano gli utili della finanza USA e UK. E’ il feedback in azione: quanto a lungo possono frenare USA e UE senza determinare una sensibile frenata in Asia ? E nel caso, una frenata in Asia quanta accelerazione imprimerebbe alla crisi economica occidentale ? E così via…

Scritto il 25 Gennaio 2012 at 11:14

FLASH Importante:

l’amico AnonimoCDS mi dice che stamattina ha avuto modo di avere un colloquio con un esperto del settore dei noli li quale ha riferito quanto segue:
“…ti posso assicurare che la discesa del baltic è dovuta esclusivamente ad un eccesso di navi e non ai volumi, che al contrario aumentano e rimangono sostenuti a segnalare una economia reale ancora molto tonica”.

QUEsto epr certi versi andrebbe confermare l’attuale buon momento che continua ad essere tale in Germania e Cina…

_francesco_
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 11:51

Dream Theater,

Confermo, pochi dati per definire la dinamica :

Solo “Dry Cargo” !
Seaborne demand 2011/2010
Steel production +8,3%
Iron Ore Trade +8,4%
Coal Trade -1,1%
Grain Trade +1,3%

Segnali di flessioni per ora marginali in Gennaio 2012.

Flotta Dry 2011/2010 incrementata del 14,0%
Ratio Nuove Costruzioni / Flotta esistente : 32,9% (il dato assolutamente piu’ preoccupante)

Buona giornata

ddb
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 11:55

bisogna anche considerare che
In questi mesi stanno consegnando parecchie navi ordinate nel 2008-09
Nel dry sono considerate solo navi per carichi sfusi (tipo minerali ferro, rame, ecc)
Molte navi sono di armatori greci
Molte navi dovranno (dovrebbero) essere demolite perché vetuste e non più rispondenti alle nuove norme di navigazione internazionali

l.b.chase
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 12:43

Sicuramente devo essere poco sveglio, ma non capisco come possano essere aumentate così tanto le navi se poi non c’è una domanda che ne giustifica l’aumento. Così a occhio mi pare che sarebbe la stessa cosa di una compagnia come la costa che a fronte di una domanda di utenti che può essere soddisfatta con 5 navi (che già ha), ne ordina altre 3 o 5… Nel momento in cui gliele consegneranno e presumibilmente nemmeno tutte insieme nello stesso mese ma in anni differenti è evidente che se continuerà ad avere lo stesso volume di passeggeri, quelle navi saranno sprecate.
Allora dobbiamo pensare che chi ha ordinato le navi in più lo ha fatto per far lavorare i cantieri?
Oppure prima c’era un volume/domanda di traffico e una prospettiva di crescita che richiedeva più navi e adesso invece tutto questo non c’è più?
Perchè la storia dell’armatore cretino che fa costruire più navi di quello che può essere il reale bisogno non mi convince tanto.
E se come dice qualcuno si trattasse soltanto di un ricambio di navi vecchie con quelle nuove, non si capisce cosa continuino a calcolare il numero di navi vecchie se queste ultime sono in demolizione.

_francesco_
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 15:47

l.b.chase@finanzaonline,

Negli anni della bonanza dal momento della firma del contratto alla consegna della nave passavano fino a 4 anni … l’armatore come tutti gli imprenditori fa delle valutazioni, ma senza palla di cristallo… ciao

l.b.chase
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 16:50

_francesco_@finanza,

Quindi stai dicendo che 3 o 4 anni fa c’erano talmente tanti ordini da giustificare un raddoppio della flotta mercantile??? ahahahahaha Altro che sfera di cristallo, qui si tratta di gente che ha fumato roba pesante…
E comunque io non ci credo a questa idiozia che la flotta sia aumentata così tanto da far sembrare crollati gli ordini, sia chiaro!

_francesco_
Scritto il 25 Gennaio 2012 at 17:37

l.b.chase@finanzaonline,

Caspita, chiarissimo!!

Scritto il 25 Gennaio 2012 at 19:09

A BREVE INVIO TRENDS!

andrea.mensa
Scritto il 26 Gennaio 2012 at 19:31

il datro è già vecchio….. oggi siamo a 807…… se qualcuno a bisogno di una nave da trasporto, le danno a prezzi stracciati!!

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