Aumenti di capitale

Scritto il alle 13:03 da gremlin

BANCA CARIGE– Adeguamento patrimoniale per 800 milioni di euro, da realizzarsi in parte con la cessione di asset non core e per la parte residua con un aumento di capitale, da offrire in opzione agli azionisti. L’assemblea ha dato al Cda una delega sull’aumento, da esercitare entro il 31 marzo 2014.
Nota: titolo veramente appetitoso, praticamente una banca al pesto… difficile fare peggio del Monte Paschi ma qui ce la stanno mettendo proprio tutta e continuano a svaligiarla, mi raccomando, comprate sempre fondi azionari con dentro questo titolo se volete perdere i vs soldi

BANCA POPOLARE DI MILANO– Aumento di capitale a pagamento per un importo complessivo massimo di 500 milioni (comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo), da eseguirsi entro il 30 aprile 2014.

Nota: ed ecco un altro gioiello, passato dal coinvolgimento nel crack Ferruzzi alla gestione Ponzellini e dei dipendenti/pensionati-soci; sempre in attesa di trasformarsi in SpA; l’investitore non dovrebbe nemmeno essere sfiorato dall’idea di metterci dei soldi, lo scommettitore invece è giusto che ci faccia un pensierino

BIALETTI- Aumento del capitale sociale, a pagamento e in via scindibile, mediante emissione di azioni ordinarie senza valore nominale, da offrire in opzione a tutti i soci, per massimi 15 milioni di euro, comprensivi dell’eventuale sovrapprezzo. Il termine ultimo proposto per la sottoscrizione è il 31 dicembre 2013.
Nota:”Buongiorno, sono un piccolo investitore schifato dalle banche, ho deciso di comprare un industriale leader nel suo mercato con buone prospettive di sviluppo internazionale, ho deciso quindi di inserire nel mio giardinetto titoli la Bialetti Industrie (giugno 2009)”… et voilà, dovunque ti giri la fregatura è sempre pronta a ringraziarti… e per fortuna che non l’ha comprata nel 2007! Ad ogni modo – per dovere di cronaca – il bilancio consolidato 2012 è nettamente migliore di quello precedente col ritorno all’utile e riduzione dell’indebitamento

ZUCCHI– Aumento di capitale a pagamento, interamente garantito, con emissione di azioni in opzione per 20,5 milioni offerte in ragione di 8 nuove azioni ogni 5 ordinarie o risparmio possedute. Il prezzo di sottoscrizione delle azioni di nuova emissione è pari a 0,072 euro.
Nota:in un Paese politicamente fallito ed economicamente depredato anche la Zucchi SpA simbolo del made in Italy – con marchi leader come Bassetti, Descamps, Zucchi e altri, licenze con Lacoste e altri, migliaia di punti vendita nel mondo eccetera, salvata dal fallimento dall’ex portiere della Juventus G. Buffon (investitore o scommettitore?) ora secondo azionista  (il primo è la famiglia Zucchi) – ha regalato a migliaia di piccoli investitori perdite devastanti. Dall’ultimo bilancio il fatturato risulta in crescita ma il costo della ristrutturazione fa crescere anche la perdita operativa e l’indebitamento.
“Buongiorno, sono un piccolo investitore che vuole sostenere il made in Italy, me la consigliate la Zucchi?”  (no comment, anzi sì: “Carissimo, qui il patriottismo non paga…”)

CONCLUSIONI
Quando le cose vanno male si chiedono soldi, anche al mercato. L’investitore che non ha questi titoli – nè direttamente nè indirettamente tramite fondi o gestioni assicurative – è bravo e fortunato e deve continuare così. Chi ce li ha, amen, ma che almeno non ci metta altri soldi…

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Per maggiori informazioni: compassandmore@yahoo.it 

7 commenti Commenta
Scritto il 23 Agosto 2013 at 13:12

Toh…chi si rivede…di ritorno dall’isola di Pago-Pago? :mrgreen: Welcome back!

draziz
Scritto il 23 Agosto 2013 at 13:21

Ciao Grem, bentornato!
Se ti dicessi che qualche anno fa ho provato a chiedere ad una delle due di cui sopra un finanziamento, mediante leasing, per l’acquisto di un macchinario, per una cifra intorno ai 5.000 Euro e che dopo più di 2 mesi mi sono sentito rispondere che la mia azienda, ben posizionata sul mercato, non era affidabile?
Da lì in poi sono uscite all’onore delle cronache storie che hanno letto in molti sui quotidiani, storie di amministratori che hanno intascato soldi non loro, di acquisti di quadri e beni per le dimore personali e tante altre belle notizie lontane dalle esigenze del mondo produttivo.
Il prestito?
Me l’ha concesso un’altra Banca minore, insieme a tanti altri che ho già onorato, con cui ho comprato macchinari e fattori produttivi.
Mi è sempre rimasto un dubbio: se capivo qualcosa in più di finanza speculativa e di “arraffa arraffa” i soldi me li avrebbero dati?

gremlin
Scritto il 23 Agosto 2013 at 13:21

Dream Theater,

… non vedo l’ora di andare ancora in vacanza… :mrgreen:

gremlin
Scritto il 23 Agosto 2013 at 13:26

draziz@finanza,

purtroppo come te mille altri sul fronte finanziamenti bancari

privati e piccole imprese sono carne da macello in un’Italia depredata dai nuovi barbari della politica e delle lobby

dfumagalli
Scritto il 23 Agosto 2013 at 14:12

Investire in Italia è da pazzi e da fessi.

Gli unici che hanno capito cosa fare, sono gli stranieri che ora vengono, prendono “ex prestigiose” aziende italiane per due euro e poi ne prendono brevetti e marchi e buttano via dipendenti e capannoni.

Ma hey basta mettere in TV due partite di calcio e due tette e tutti sono felici e dimenticano di vivere in un paese con la p minuscola dove vengono usati come calzette.

gremlin
Scritto il 23 Agosto 2013 at 14:26

dfumagalli@finanza,

condivido, ma almeno un terzo degli elettori non la pensa così e un altro terzo non pensa

Scritto il 23 Agosto 2013 at 15:59

gremlin,

e il rimante un terzo?

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