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APPLE: il crollo, le conseguenze e le prospettive
Il crollo di Apple a seguito del taglio delle stime su fatturato e ricavi non deve essere sottovalutato.
Apple è una società che non solo rappresenta il benchmark per tutto quanto riguarda la tecnologia e la finanza 2.0, ma è anche una società che ha un peso specifico negli indici, nei benchmark e nei portafogli non indifferente.
Non voglio andare nello specifico, tanto oggi i giornali sono pieni zeppi di considerazioni ed analisi più o meno valide. Intanto mi risulta che lunedi e martedi ci saranno degli incontri tra USA e Cina. Il crollo di Apple ha fatto capire ad entrambi (e soprattutto a Trump) che la questione commerciale miete vittime non solo in Cina ma anche in USA. Lo sosteniamo da mesi: in un’economia così globalizzata è impensabile che non permane un effetto contagio importante. O si trova una quadra, oppure tutto il mondo ci rimette e la fantomatica “recessione” rischia di autoavverarsi.
Quanto voglio però rapidamente illustrare in questo post è un’altra questione. Il crollo di Apple figura quasi come un evento naturale.
Il grafico vi spiega meglio cosa voglio intendere.
Grafico Apple: la mela cade ma poi risorge (fino ad ora)
Prima cosa. Il trend di lungo rimane intaccato. E questo è importante, significa che la correzione di Apple può essere ancora catalogata come un normale rallentamento del trend, una presa di profitto fisiologica e una rimappatura di utili e prospettive.
Seconda cosa: Apple come ho detto, non è nuova a violenti storni.
Tra il 2012 e il 2013 Apple ha perso il 45% passando da $ 101 a $ 45.
Tra il 2015 e il 2016 Apple ha perso il 33% passando da $ 134 a $ 89.
Tra il 2018 e il 2019 Apple ha perso il 39% passando da $ 233 a $ 142.
Terza cosa: ipervenduto evidente. Rimbalzo tecnico in arrivo?
Ovvio, nessuno può certificare che la debacle per Apple sia terminata, e di certo quello che più mi preoccupa è la violenza e la rapidità della correzione, molto più invasiva di quanto visto negli episodi precedenti. Una correzione in 13 settimane, molto più delle 32 o 54 settimane viste in precedenza.
Intanto un occhio di riguardo lo merita la media mobile a 200 rilevazioni, che ha sempre accompagnato il trend. E guarda caso, ora funge da supporto alla violenta correzione. E poi ancora, se proprio non riusciamo a reggere questa media mobile, occhio al livello di $ 134 e poi alla trendline, ultima spiaggia.
Ma confidiamo nella diplomazia e nella politica. E’ veramente la grande speranza per frenare questa Caporetto e rimettere un po’ di ordine, un po’ di certezze e un po’ di fiducia in un mercato che ormai è in modalità total RISK OFF.
STAY TUNED!
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Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
infatti pensare ad Apple ci si limita ai telefonini, Google ai motori di ricerca e alla pubblicità, Amazon alle vendite on line e si dimentica che ormai il business di questi colossi sono molto diversificati.
Ne parlavo qualche settimana fa. Amazon fa il 70% degli utili con il clouding, per esempio
su CNBC è stato commentato che il calo di fatturato si riferiva solo all’area “prodotti” mentre l’area “servizi” presenta un positivo incremento e che la strategia è quella di incrementare quest’ultima area. Addirittura pensano di entrare, tramite acquisizioni, nel settore delle gestioni finanziarie…. D’altra parte anche Amazon sta diversificando con attività collaterali al core businnes …….