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ALERT: analisi flussi finanziari sui mercati (maggio)

Scritto il alle 09:59 da Danilo DT

Aggiornamento sul movimento del denaro sui mercati finanziari analizzando il mercato degli ETF (Exchange Traded Fund).

La grande ondata di flussi finanziari in uscita dai paesi emergenti si può dire interrotta. Già il mese scorso avevamo notato che i forti flussi in vendita erano diminuiti vistosamente (e contemporaneamente prendevamo in considerazione l’ipotesi di tornare proprio sugli Emerging Markets, con risultati assolutamente ottimi).
Questo mese (con il consultivo di Maggio 2014) notiamo che sono aumentati i flussi in ingresso sui mercati asiatici. Invece è assolutamente mostruoso l’afflusso di capitali in Eurozona. I dati lo testimoniano.
Bene anche l’America Latina.
Ma per meglio spiegare il tutto vi presento i dati che avevo pubblicato in QUESTO POST e li confronto con quelli attuali:

Flussi Finanziari APRILE 2014

Flussi finanziari MAGGIO 2014

In ambito settoriale, denaro sugli industriali e sulle utilities, come sull’immobiliare, energetici e tecnologici MA…flussi in uscita dalle banche. Ecco la slide di Maggio 2014 (quella di aprile la potete vedere in questo post).

Settori azionari e flussi finanziari

Asset Class e flussi finanziari

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Danilo DT

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16 commenti Commenta
ddb
Scritto il 12 Giugno 2014 at 10:22

Scusa Danilo,
non riesco ad apprezzare appieno i gruppi,
due domande:

cosa sono i “% of funds Market cap”? (colonna a dx)
e mm che unità di misura è?

infine questo post è molto gradito 😉
grazie
ddb

john_ludd
Scritto il 12 Giugno 2014 at 11:14

DT, l’analisi dei flussi e la rotazione del portafoglio in base ai risultati è la strategia tipica di un’ampia categoria di hedge funds che dispone di strumenti software sofisticata che permette la movimentazione in automatico in tempi strettissimi per tentare di “battere” i concorrenti… eppure i fondi hedge hanno in media performance tragiche, fanno peggio di indici passivi a prova di idiota e in più caricano commissioni folli. Interessante vero ? Anche più dei flussi.

gilles27
Scritto il 12 Giugno 2014 at 11:24

john_ludd@finanza,

….caro JOHN_LUDD la tua analisi non fa una grinza!
…ma permettimi di aggiungere che fintanto che ci sono “coglioni” che sottoscrivono tali prodotti…
…però sai poi possono sempre dire “ho sottoscritto un fundo hedge, sai taglio minimo 500.000,00 euro…” sai che figurone fai con gli amici! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

john_ludd
Scritto il 12 Giugno 2014 at 11:52

gilles27@finanza,

Il problema è a monte. Molti dei super ricchi sono degli emeriti idioti che nella vita non hanno mai fatto un cazzo e non capiscono un cazzo perché in fin dei conti non gli serve essere furbi. I soldi li hanno ereditati, le loro fabbriche sono gestite da gente cazzutissima, hanno a soldo eserciti di legali, qualche senatore e compagnia bella, si fanno gestire i denari da gente che a volte ci azzecca e a volte no. Se le cose però vanno davvero a schifo arriva Pantalone e gli salva le chiappe. Comoda la vita del mega miliardario. Ovviamente ha ragione Catalano, meglio esser ricchi, giovani, in salute e con una minchia di ghisa che disoccupati e depressi. 😯

ob1KnoB
Scritto il 12 Giugno 2014 at 12:02

in salute e con una minchia di ghisa è un ossimoro…

kry
Scritto il 12 Giugno 2014 at 12:16

john_ludd@finanza,

ob1KnoB@finanzaonline,

Questo saggio si prefigge di fornire la prova schiacciante che durante il decennio in cui i banchieri centrali hanno ragliato sulla “deflazione”, in realtà c’è stata inflazione. Si prefigge anche di fornire prove sulla complicità delle statistiche governative: utilizzare l’inflazione che non si vede (vale a dire “imputata”) per diluire e oscurare l’inflazione che si vede (cioè i costi delle utenze).
La precedente citazione da CSN News potrebbe essere intesa come se negli ultimi dodici mesi l’inflazione fosse stata ben contenuta — nel mondo dell’energia. Mentre i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale hanno ruggito verso l’alto, la debolezza di prodotti basati sul greggio — olio combustibile e benzina — ha compensato quasi del tutto gli aumenti. Sembrerebbe quasi che non ci sia niente da vedere qui. Solo più “rumore” da lasciare ai calcoli degli esperti nell’Eccles Building.
Non esattamente. Avere una certa prospettiva storica è sempre un buon punto di partenza. Altrimenti si potrebbe finire come la FED, la quale cerca futilmente di valutare la vasta effusione del rumore a breve termine proveniente da un’economia post-industriale da $17 bilioni. Infatti i dati “in entrata” sono così pieni di stime, imputazioni, squilibri stagionali e successive revisioni, da essere quasi privi di significato. http://www.rischiocalcolato.it/2014/06/allinterno-del-mito-della-lowflation-una-disquisizione-sullinflazione-vista-e-non-vista.html ed ancora E il calo dei prezzi dei beni commerciabili non ha nemmeno cominciato a controbilanciare l’aumento invisibile dei costi medici, dell’istruzione e di altri servizi.
Il politburo monetario ha veramente raggiunto un punto di disperazione. Pur di far rimanere in gioco i grandi player di Wall Street, mantiene i tassi del mercato monetario a zero e si sforza di mantenere intatti i carry trade nel mondo degli affari. Ma 7 anni di ZIRP sono stati talmente inutili che richiedono l’invenzione di una gigantesca menzogna — il mito dell’assurda “lowflation” — per mantenere attiva la stampante monetaria nel seminterrato dell’Eccles Building. è LUNGHISSIMO con tanti grafici buona lettura.

john_ludd
Scritto il 12 Giugno 2014 at 12:40

ob1KnoB@finanzaonline,

no, è perché sono un sessista e identifico ricco con maschio. Ci sono anche le multi miliardarie femmine, in tal caso…

ob1KnoB
Scritto il 12 Giugno 2014 at 13:39

john_ludd@finanza:
ob1KnoB@finanzaonline,

no, è perché sono un sessista e identifico ricco con maschio. Ci sono anche le multi miliardarie femmine, in tal caso…

ti prego di ghisa no!

john_ludd
Scritto il 12 Giugno 2014 at 15:00

kry@finanza,

ekko come (s)ragione il tipico (ana)lista di borsa:

1) il brent sale
2) quindi l’economia tira
3) allora è bullish, buy equities !
4) la borsa sale… il mercato anticipa sempre… allora l’economia tira
5) l’economia tira… allora compro petrolio
6) GO TO 1 e ripeti il ciclo sino alla prossima esplosione

kry
Scritto il 12 Giugno 2014 at 15:27

john_ludd@finanza,

E allora diamo del materiale all’ANAlista da studiare. http://ugobardi.blogspot.it/2014/06/la-connessione-fra-prezzi-del-petrolio.html

ob1KnoB
Scritto il 12 Giugno 2014 at 15:49

Misson UNaccomplished!!!!!!!

john_ludd
Scritto il 12 Giugno 2014 at 16:21

kry@finanza,

qualcuno si è preso la briga di tradurre gli articoli della Tverberg un’analista indipendente che studia il settore da lungo tempo e che è oggi tra le voci più importanti del pianeta sul tema. Non ho mai pubblicato link al suo sito perché gli articoli sono lunghi e in inglese ma ora che qualcuno si è preso la briga di tradurli in italiano chiunque sia un minimo curioso dovrebbe leggerli. Tempo fa Danilo mi aveva chiesto se ero interessato a scrivere qualcosa. Non serve, ci sono abbondanti informazioni sul sito di Bardi in italiano, questo citato da Kry è essenziale. Buona lettura. Per i dati sulla produzione petrolifera questo è il sito di riferimento (piuttosto tecnico più vicino al mondo degli addetti ai lavori che no ma c’è tutto):

http://peakoilbarrel.com/

    Scritto il 13 Giugno 2014 at 00:20

    La gente non ha tempo e voglia di buttarsi a caccia. Un tuo scritto, anche diviso in più puntate, sarebbe sicuramente gradito da tutti.

john_ludd
Scritto il 12 Giugno 2014 at 16:39

kry@finanza,

naturalmente Kry ! il regime è una viscida forma di stagflazione. Comprimendo le paghe si comprimono molte voci del paniere dell’inflazione sapientemente costruito. Le voci di tutto ciò che è in monopolio e/o di ciò che non si può fare a meno di acquistare, dal gas per riscaldamento alla sanità aumenta. Per questo nell’inconsapevolezza generale, la corsa verso il nostro paese non è per l’acquisto di aziende di stato decotte di cui non frega un cazzo a nessuno, ma verso la privatizzazione di servizi essenziali, scuola, sanità e pensioni (private al posto di pubbliche). Per questo l’accordo di libero scambio consegnerebbe l’Europa agli auanagana proprio mentre gli zombie di oltre oceano stanno morendo. Hanno ucciso tutte le vittime, qui ce ne sono ancora tante e allora via così, tra fabbrica cacciavite per la Germania (che almeno non distrugge le aziende che compra, si limita a pagare poco) e vittime per i vampiri della finanza muore un paese senza dignità.

idleproc
Scritto il 13 Giugno 2014 at 21:39

john_ludd@finanza,

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