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CHANGE in ACTION: il 2025 sarà veramente rivoluzionario?
L’anno 2025 si prepara a essere un vero e proprio spartiacque per gli investitori internazionali. Con l’insediamento di un nuovo corso politico americano, gli scenari economici e finanziari globali possono essere destinati a subire trasformazioni profonde e non banali. Immaginate un campo da scacchi geopolitico dove ogni mossa può generare conseguenze a catena: dalle politiche fiscali alle tariffe doganali, dall’energia pulita all’immigrazione. Lo scenario che si sta delineando è tutt’altro che statico e richiede una lettura strategica sofisticata.
La prova ce l’abbiamo dal comportamento dei mercati finanziari. Fateci caso, è come se tutto si muovesse “sotto traccia”, in un timido stand by attendista, aspettando dichiarazioni e soprattutto messe a terra delle promesse fatte (il riferimento al POTUS Trump è evidente).
Si cari amici, ne leggete di ogni tipo. E allora mi aggiungo ai tanti con un mio punto di vista.
a) Rivoluzione Fiscale
Il Tax Cuts and Jobs Act del 2017 è la vera cartina tornasole di questo periodo di transizione. Le disposizioni fiscali in scadenza a fine 2025 potrebbero determinare un aumento delle tasse per oltre il 60% dei contribuenti statunitensi. Ma non fatevi spaventare troppo: il Congresso ha già dimostrato di essere abile nel prorogare e adattare le misure esistenti.
L’aspetto più interessante? I potenziali ritocchi al limite delle detrazioni SALT e l’introduzione di agevolazioni temporanee per straordinari e mance. Insomma, il fisco americano si prepara a un restyling che potrebbe sorprendere anche gli esperti del settore. E l’impatto della rivoluzione ma anche della politica fiscale rischia di essere un elemento determinante anche a livello finanziario. Pensate alle conseguenze su liquidità e politica monetaria.
b) Geopolitica e Mercati
Le tariffe commerciali rappresentano un altro fronte caldissimo. L’ipotesi di dazi aggressivi su merci cinesi, canadesi e messicane non è solo una minaccia diplomatica, ma un potenziale tsunami per specifici settori industriali. Le aziende che producono all’estero e dipendono dalle importazioni USA devono prepararsi a un possibile contraccolpo.
L’energia pulita, paradossalmente, potrebbe essere uno dei settori più interessanti. Nonostante le narrative politiche contrastanti, circa l’80% dei fondi dell’Inflation Reduction Act ha già beneficiato gli stati a guida repubblicana. Un segnale che i cambiamenti climatici stanno diventando un tema trasversale, al di là degli schieramenti politici.
c) Immigrazione
Un capitolo spesso sottovalutato è quello dell’immigrazione. Le politiche restrittive potrebbero non essere solo una questione sociale, ma un vero e proprio fattore economico. La riduzione dei flussi migratori potrebbe tradursi in un rallentamento del PIL stimato intorno allo 0,5% nei primi cinque anni.
Per gli investitori più acuti, questo significa ripensare i modelli di crescita e produttività, considerando gli impatti strutturali dell’invecchiamento della popolazione americana. Infatti non dimentichiamo che la politica di Trump potrebbe avere effetti non proprio felicissimi per crescita economica e inflazione. Ma questi sono elementi che oggi sono imponderabili e rappresentano la grande incertezza per tutti.
d) Sanità e Farmaceutica
Il settore sanitario è destinato a vivere una fase di profonda ridefinizione. L’indebolimento dell’Affordable Care Act, la potenziale riduzione dei mandati vaccinali e un processo di approvazione più stringente per i farmaci rappresentano scenari che gli investitori non possono ignorare.
La Chiave: Flessibilità e Visione Strategica
L’elemento comune in questo scenario complesso è l’imprevedibilità. Chi saprà adattarsi rapidamente, leggendo tra le righe delle trasformazioni politiche, avrà un vantaggio competitivo decisivo. Non si tratta di prevedere il futuro, ma di essere pronti a interpretarne le sfumature.
Un approccio che richiede cultura finanziaria, capacità di analisi critica e, perché no, una dose di ironia olimpica di fronte alla complessità dei mercati globali.
Quindi il 2025 non sarà un anno qualunque. Sarà un anno di transizione strategica, dove gli investitori illuminati sapranno cogliere opportunità nascoste dietro apparenti discontinuità politiche. Intanto una considerazione. Mi sembra di percepire comunque rischi ed incertezze all’orizzonte ma il mercato ignora. La volatilità rimane iper compressa e tutto ha toni rosa confetto. Uno scenario che definirei idilliaco ma potenzialmente irreale. Resto in stand by ma attento all’evoluzione degli scenari.