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ALLA RICERCA DI UNA GUIDA
La giornata di ieri era abbastanza temuta ed attesa da tutti. La macroeconomia in questa fase rappresenta un po’ il motore delle attese e delle speranze per il futuro, visto che la “brutta bestia” che tutte le banche centrali stanno combattendo da mesi si chiama TASSO INFLAZIONE. Quindi capite benissimo che l’uscita del CPI rappresentava una cartina tornasole importante sia in ottica di “conferme” che di outlook.
Ma alla fine questi dati cosa hanno comportato? Ben poco. Tutto è rimasto pressoché invariato o quasi.
A gennaio, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati piu’ delle attese. Lo scorso mese, i prezzi sono cresciuti dello 0,5% rispetto a dicembre, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro, contro attese per un rialzo dello 0,4%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, e’ cresciuto dello 0,4%, contro attese per un rialzo dello 0,3%.
Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +6,4%, il dato piu’ basso in 14 mesi, dopo il +6,5% di dicembre, contro attese pero’ per un +6,2%; a giugno, toccato il 9,1%. Il dato “core” e’ cresciuto del 5,6%, dopo il +5,7% di dicembre, contro attese per un +5,5%. [Source]
Alla fine quindi i dati sono usciti un po’ peggiori delle attese anche se confermano il rallentamento del tasso inflazione USA. Questi numeri confermano quella che era la mia personale view, più volte esposta in questo blog. Non possiamo decretare la fine dell’inflazione ed il rischio che il rallentamento della stessa sia meno rapido di quanto il mercato sconti. La conseguenza, ovviamente, è che la FED possa tenere il “pugno duro” per più tempo.
E difatti la stessa FED ha dichiarato nelle ultime ore che l’inflazione resta ancora al di sopra degli obiettivi, per cui la Fed manterrà alti i tassi per un certo periodo di tempo. E il Governatore della Fed di Dallas, Lorie Logan, in serata, ha dichiarato che la Fed deve essere pronta ad aumentare i tassi per un periodo più lungo del previsto.
Dobbiamo essere felici di tutto questo? Assolutamente no, e la volatilità non si è fatta attendere, ma per finire come? Nel nulla di fatto.
La chiusura di Wall Street è avvenuta vicino all’apertura di giornata, confermando assenza di chiaro trend in un mercato che ancora scommette però sulla fine del ciclo di rialzo del costo del denaro, altrimenti dichiarazioni come quelle ascoltate ieri sera dai rappresentanti della Fed, avrebbero avuto l’effetto di far scendere l’azionario e di generare una violenta salita del dollaro che però non c’è stata.
Quindi il mercato non è convinto, aspetta e spera. E probabilmente attende ancora le prossime mosse della FED prima di intraprendere un nuovo trend. Se quindi speravamo che l’inflazione potesse aiutarci ad illuminare la strada, purtroppo dobbiamo disilluderci perché la stessa inflazione al momento non ci regale segnali sufficientemente forti. Attendiamo le prossime mosse.
STAY TUNED!
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