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INFLAZIONE: ovvero la TASSA OCCULTA più iniqua
Per molti contribuenti italiani si avvicina il momento della dichiarazione dei redditi. Già il clima è caldo di suo, con le scadenze fiscali la temperatura aumenta ulteriormente.
La solita CGIA di Mestre ha fatto i suoi calcoli dai quali risulta che la pressione fiscale è stata calcolata al 43,1%, una delle più alte nel panorama europeo. Certo, è una media ma rappresenta bene il fatto che almeno la metà di quanto guadagniamo finisce in imposte.
A queste imposte tradizionali dobbiamo però aggiungerne un’altra, che per anni è stata dormiente visto che eravamo in disinflazione ma che oggi è drammaticamente di moda.
E la cosa grave è che la paghiamo tutti ogni giorno, senza averne piena consapevolezza. È ovviamente l’inflazione, che da mesi sta crescendo a vista d’occhio. Essa indebolisce il potere di acquisto di stipendi e pensioni, soprattutto di chi guadagna di meno, perché chi ha già poco, avrà ancora meno a disposizione e quindi la subisce ancora di più.
Quindi è una “tassa” occulta e iniqua e quindi molto pericolosa. Ma non mi sembra che al momento si stia facendo molto per difendere i cittadini. Non ho putroppo dati sull’Italia ma quelli che arrivano dagli USA, con tasso inflazione simile al nostro, possono essere usati come modello.
La nota casa Moody’s ha provato a capire quanto impatta sull’americano medio l’inflazione quasi galoppante che stiamo vedendo. Ecco il risultato.
Si tratta di circa 460 $ di tasse occulte che l’americano mediamente deve “versare” al nuovo erario inflattivo ogni MESE. Immaginate l’impatto che questa cifra può avere sui salali più bassi e l’effetto anche sui consumi e sui risparmi. Possibile che questi aspetti siano ancora sottovalutati dal sistema? Oppure si cerca di ignorarli fino a quando non sarà possibile negare l’evidenza?
STAY TUNED!
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