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TOBIN Q: massimo mai raggiunto
Mi piace spesso riprende vecchie analisi che vi ho proposto e ripubblicarle aggiornate, proprio per vedere come si evolve la situazione.
Questa volta torno a parlarvi di un’analisi che, ad essere sincero, vedo poco considerata dai miei “colleghi” e che invece secondo me, merita un po’ di attenzione. Si tratta del TOBIN Q o “q di Tobin”.
TOBIN Q: definizione e significato
La teoria Q di Tobin deriva ovviamente dagli studi del Premio Nobel per l’economia James Tobin.
Cosa rappresenta? Il Tobin Q rappresenta il rapporto fra la somma dei valori di mercato di azioni e obbligazioni di un’impresa e il valore di rimpiazzo (o ricostituzione) degli attivi necessari al funzionamento dell’impresa stessa.
Secondo l’autore, un valore di q>1 indica da un lato la vantaggiosità di effettuare investimenti nell’impresa, dall’altro una potenziale sopravvalutazione rispetto al valore equilibrato q=1. Il contrario accade per valori dell’indice inferiori all’unità. (Source)
L’indice può essere riferito sia a una singola azienda o a un settore economico, aggregando i dati individuali di tutte le imprese (o almeno di una parte significativa) dello stesso comparto, sia all’economia di un intero Paese oppure un indice di borsa, andando a prendere il rapporto fra i valori aggregati di mercato (azioni e obbligazioni) e di libro (dell’attivo) di tutte le imprese quotate in borsa.
Ovvio, il lato complicato è poter avere una corretta valutazione del valore di ricostituzione dell’attivo, soprattutto nella parte delle sue componenti intangibili (marchi, brevetti, reputazione, conoscenze derivanti dalla ricerca e sviluppo, capitale umano dei dipendenti e collaboratori), alcune delle quali non compaiono nei bilanci, ma sembrano assumere, a partire dall’ultima parte del 20° sec., un’importanza sempre maggiore nel posizionamento competitivo dell’impresa e dunque nella valutazione delle sue prospettive future.
Questo indice (Tobin Q) è ottenibile da diverse piattaforme, io l’ho rielaborato e questo è il risultato.
TOBIN Q: the chart
Il fatto che il valore di “q” aumenta da ormai anni, è la conseguenza del fatto che le imprese troveranno conveniente finanziarsi sul mercato dei capitali ed effettuare investimenti; diverso sarebbe se “q” tendesse a scendere, visto che in tal caso le imprese ridurrebbero i propri investimenti.
Ma è altrettanto vero che, confrontato il Tobin Q con l’indice SP500 otteniamo dei messaggi interessanti. Messaggi che ci riportano a livelli record, mai visti decisamente esagerati che fanno anche un po’ paura visto il pregresso del grafico. Ma questa volta sarà veramente diverso? In realtà lo è, perché la cloche è in mano al sistema che sta forzando una situazione “naturale” e tenta di pilotarla dove meglio crede. E come è noto, questo non deve diventare un problema.
STAY TUNED!
Visto che Danilo, riprende questa analisi, mi permetto di segnalare ai colleghi lettori i miei 2 commenti passati ad integrazione dell’argomento….
Per chi fosse interessato basta cliccare l’articolo correlato 5 qui sopra “CONFRONTO: Q di TOBIN e PISTARR INDICATOR” … aperto questo, troverete colà il secondo mio commento all’articolo correlato 1 ovvero: “PISTARR Indicator: indicatore banale… ma non troppo!”
Sono considerazioni meno scientifiche di quelle di Danilo, ma penso che abbiano quella “semplicità empirica” da poter integrare dignitosamente la rigorosa analicità delle esposizioni di Danilo….
Visto che spesso ci si è chiesto quando il Settore Value possa recuperare terreno rispetto al Settore Growth.. queste considerazioni possono assumere anche quella praticità “operativa” visti gli esempi contenuti… esempi che a tutt’oggi sono ancora validissimi
Buona lettura per chi vuole
Un cordiale saluto a tutti
Pistarr