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WALL STREET: basterà la politica monetaria e fiscale?
Il quadro di mercato sembra ormai ribassista. Ormai gli small traders sono gli ultimi ad essere rimasti net long. Basteranno le prese di posizione di banche centrali e governi per far riprendere il mercato? (Guest post)
Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, abbiamo dovuto fare i conti con la terribile pandemia che ha ormai investito tutto il mondo. L’immagine simbolo di quest’ultima ottava, è certamente quella del Papa, che da solo, in una piazza San Pietro deserta, rivolge un’implorazione al nostro buon Dio. Dice che siamo tutti sulla stessa barca, e di non aver comunque paura. Ha proprio ragione, è infatti la paura il maggior pericolo attuale. Paura sulla quale soffiano e sperano, invece, alcuni gruppi di invasati estremisti, relitti della storia. Rammento, al riguardo, che già Platone ed Aristotele ammonivano sul fatto che se cediamo alla paura non abbiamo più difese verso la tirannide. Io non ho alcuna paura e sono certo che l’umanità, in questo terribile frangente, non si farà di nuovo trascinare nelle orribili ed inumane esperienze del secolo scorso. Conferme in tal senso arrivano dalle sagge decisioni immediatamente assunte dalle maggiori Banche Centrali. Ed anche i singoli governi non sono da meno, con l’adozione di politiche fiscali ultra espansive. L’ex presidente della BCE, Mario Draghi, con un’intervista rilasciata al Financial Times si è espresso abbastanza risolutamente su ciò che occorre fare. Le uniche resistenze arrivano dai Paesi del Nord Europa, contrari all’emissione degli eurobond. Ma non saranno certo i nipotini di Hitler ad impedire l’adozione delle misure ora necessarie, ed a trascinare, per la seconda volta in un secolo, l’Europa nel caos e nella tirannide. La Germania, peraltro, è da 75 anni un Paese a sovranità politica limitata, e prima di far parte della zona Euro, è un membro della NATO, ed in quanto tale obbligata al mutuo soccorso nei confronti di tutti gli aderenti. Insomma o con le buone o con le tristi saranno costretti a cedere. Solo qualche macchietta sovranista nostrana, può davvero pensare e sperare che l’Europa venga lasciata allo sbando, ed aperta nuovamente, dopo quasi un secolo di libertà e progresso, alle loro scorribande. Anche qui al Sud costoro alimentano subdolamente sommosse popolari, nella speranza di poter approfittare della situazione. Speranze, a mio avviso, del tutto vane. I meridionali non si lasceranno certamente imbonire dalle loro sirene. Ed in ogni caso il territorio mi appare ben presidiato, e sento spesso sulla mia testa il rombo dei caccia della NATO, che decollano dalle basi di Sigonella e di Napoli. Insomma si rassegnino, a questa tornata della storia, a differenza di un secolo fà, non ci sarà alcun Vittorio Emanuele di Savoia, che gli consegnerà supinamente le chiavi del Palazzo.
Ciò detto, torniamo all’argomento principe del nostro post, ed andiamo ad esaminare cosa ci indica, dopo quest’ultima settimana, lo scenario intermarket. Il dollaro Usa, in quest’ultima ottava, paga inevitabilmente il prezzo delle politiche iper espansive adottate sia dalla FED che dall’amministrazione USA. Cede, infatti, ben il 4,33 % e torna a quota 98,36. Le commodities continuano anch’esse a flettere, – 1,68 % in termini reali. Del tutto inevitabile, con gran parte delle attività produttive ferme. Il settore obbligazionario, invece, è stato messo ampiamente sotto tutela dai pesanti interventi delle autorità monetarie. I rendimenti del bond decennale americano, cedono infatti ben 20 bps, e retrocedono a quota 0,68 %. Il bond Usa a 2 anni, cede invece solo 7 bps, e retrocede a quota 0,25 %. L’inclinazione della yield curve americana si riduce pertanto a 43 bps, ma non inverte, e ciò ci induce a sperare che l’ormai certa recessione sarà temporalmente circoscritta e di entità non devastante. Lo crede forse anche il mercato azionario, che in quest’ultima settimana mette a segno un consistente rialzo. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, rimbalza del 10,26 %, e riduce lo storno delle ultime settimane al – 24,81 %.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 138
Large Traders : – 3.753
Small Traders : + 3.891
Cambia, pertanto, ulteriormente, l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 16.543 contratti. In particolare, come avevamo previsto, i Large Traders, hanno con colpevole ritardo scaricato l’intero lotto dei 16.543 contratti long, ed invertito la loro posizione da Net Long a Net Short. La gran parte dei contratti long, ossia ben 14.410 sono stati acquistati dai potenti Commercial traders, e gli effetti si sono visti anche sul mercato primario. Non invertono però la loro posizione che resta ancora, seppur di misura, Net Short. Gli Small traders infine acquistano i residui 2.133 contratti long, con i quali puntellano la loro ormai solitaria posizione Net long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, ci dicono che il quadro di mercato è in rapida e costante evoluzione. Evoluzione non proprio rassicurante. Dopo molti anni si ripresenta, infatti, ai nostri occhi, l’assetto e la configurazione statisticamente più ribassista del mercato dei derivati azionari Usa. Assetto in cui gli sprovveduti Small traders sono gli unici a detenere una posizione Net Long. Dopo l’improvviso ed inatteso crack iniziale il mercato sembra, dunque, aver preso finalmente piena coscienza della nuova e difficile situazione economica che dovremo, nei prossimi mesi, affrontare. La circostanza che le MANI FORTI non abbiano ancora invertito la loro posizione ci indica che anche loro non credono ad una rapida soluzione dell’emergenza sanitaria. Sulla base di tali considerazioni ritengo molto probabile che il down- trend in corso non si sia affatto esaurito. Non ci si lasci ingannare dal forte rimbalzo di quest’ultima ottava, frutto di molte operazioni di ricopertura. Si guardi invece all’esplosione delle richieste di sussidi di disoccupazione Usa, che in un sola settimana hanno superato di slancio la quota record di 3 milioni. Il proseguimento del down-trend credo assumerà, però, un andamento più lineare e meno scomposto di quello delle ultime settimane, anche grazie alle notevoli misure di politica monetaria e fiscale adottate. In coerenza con quanto sopra detto, anche il mio atteggiamento operativo diverrà meno attendista, e si allineerà coerentemente alle sopracitate indicazioni di mercato, ovvero diventerà più ribassista delle scorse settimane
View ribassista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo inizio, davvero terribile, dell’anno 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 4,86 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 28,57 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 23,71 %, che conferma la bontà del mio approccio operativo. Rammento, al riguardo, con soddisfazione, che nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 145 %. In coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana muto in senso ribassista l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 40 al 25 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 60 al 75 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Short pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS
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Lo rivisto volentieri più di una volta
il video di Danilo Calabresse
https://www.youtube.com/watch?v=8suzKLvwi_Y
https://www.theatlantic.com/health/archive/2020/03/how-will-coronavirus-end/608719/