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MACROECONOMIA USA in ripresa. Indice CFNAI aggiornato.
Alla fine occorre ammettere che l’economia USA è proprio come i gatti. Quando ormai sembra decotta, ecco che ti sorprende.
In questo caso parliamo del CFNAI acronimo di Chicago Fed National Activity Index, un indice che mensilmente viene redatto dalla FED di Chicago e riassume in un solo grafico ben 85 indicatori macroeconomici. Quindi un mix che però è sempre molto interessante.
(…) The CFNAI is a weighted average of 85 existing monthly indicators of national economic activity. It is constructed to have an average value of zero and a standard deviation of one. Since economic activity tends toward trend growth rate over time, a positive index reading corresponds to growth above trend and a negative index reading corresponds to growth below trend.
The 85 economic indicators that are included in the CFNAI are drawn from four broad categories of data: production and income; employment, unemployment, and hours; personal consumption and housing; and sales, orders, and inventories. Each of these data series measures some aspect of overall macroeconomic activity. The derived index provides a single, summary measure of a factor common to these national economic data.(…) [ChicagoFED]
E proprio ieri è uscito il nuovo CFNAI, che mi ha sorpreso per la forza.
Migliora l’attività economica americana nel mese di novembre. L’indice Fed Chicago sull’attività nazionale (CFNAI) si è portato a +0,56 punti rispetto ai -0,76 di ottobre (dato rivisto rispetto alla lettura iniziale di -0,71). La media mobile a tre mesi nello stesso periodo si è attestata a -0,25 punti dai -0,35 di settembre. [Source]
Credo che la cosa più lampante sia il grafico aggiornato. Quindi bene la macroeconomia che rimbalza bene. Ora vediamo nell’effettivo come si muoverà il mercato nei prossimi giorni.
CFNAI (double version) aggiornato con il CESI
Ad aiutare gli USA ed il commercio globale interviene addirittura la Cina che, anche per sue necessità, taglia drasticamente i dazi sull’import.
(Teleborsa) – Mossa della Cina che taglia i dazi di importazione su 859 beni con l’obiettivo di sostenere i consumi interni e di calmierare alcuni prezzi. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa nazionale Xinhua. La decisione, che non è legata alle trattative commerciali con gli Usa, viene comunque interpretata come un segnale di apertura.
I cinesi fanno nulla per caso. Qui notiamo la necessità di calmierare i prezzi e contrastare il problema di approvvigionamento di alcune derrate e di alcuni beni. La constatazione però è chiara. Tutti hanno capito (finalmente) che per evitare o rallentare il rischio recessione, occorre coesione e massima limitazione della trade war. Non basta, ovvio, ma è già qualcosa.
STAY TUNED!
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