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Paolo Savona ci sorprende con il Bitcoin
Paolo Savona, presidente della Consob, è intervenuto lo scorso 24 Ottobre alla presentazione del libro “Fintech: diritti, concorrenza e regole”, per parlare di digitalizzazione della finanza e soprattutto di criptovalute. Savona, che ha compiuto 83 anni proprio in Ottobre, ha dimostrato di seguire il settore molto da vicino, ed anche se alcune sue considerazioni stridono fortemente con la tecnologia delle criptovalute, ne ha fatte altre estremamente corrette, a dimostrare che all’interno degli organi di vigilanza iniziano a diradarsi le nubi.
Per la cronaca, segnalo che tra gli autori del libro (Zanichelli, 2019) ci sono: Giusella Finocchiaro e Chantal Bomprezzi (Università di Bologna), Valeria Falce e Alberto Gambino (Università europea di Roma); prefazione è di Guido Alpa.
Cosa ha detto Savona
Premesso che il video dell’intervento del Prof. Savona all’auditorium della Consob a Roma nel momento in cui scrivo non è ancora reperibile in rete, tra i media che si sono occupati dell’evento possiamo estrarre alcune delle sue principali considerazioni.
Il libro, ha detto Savona,
è la più esauriente presentazione del problema DLT (blockchain) tra i tanti che ho letto in questo ultimo anno. Forse l’unico che afferma che solo i bitcoin sono impenetrabili agli hacker per un problema economico.
Poi ha proseguito:
Le altre criptocurrency circolano indipendentemente da questa coscienza, senza che nessuna autorità abbia mai avvertito del rischio che corrono i detentori delle stesse.
Questo è un argomento che sollecito da tempo, ma gli enti preposti hanno tempi di reazione molto molto lunghi, soprattutto se raffrontati all’evoluzione tecnologica del settore delle criptovalute. Infine Savona, tra le cose che ha detto, ha aggiunto:
In ogni caso, il tema della loro diffusione viene discusso in modo confuso: se sono moneta, lo Stato deve tenere il monopolio; se non lo sono, occorre regolarli e le autorità di controllo devono avere il potere di intervenire, anche nelle quantità create”.
Successivamente Paolo Savona ha sollevato alcune perplessità sul progetto Libra, la “criptovaluta” promossa da Facebook e sulla necessità di seguire il passo delle innovazioni per tutti gli attori dei mercati finanziari, inclusi i regolatori.
Alcune considerazioni
Innanzi tutto trovo estremamente positivo che un esponente del mondo istituzionale abbia finalmente detto che Bitcoin non è attaccabile dagli Hacker come invece tanti vanno sostenendo (o meglio, come scrivono alcuni media non competenti in materia), e che Savona abbia preso come esempio di criptovaluta “solida” proprio bitcoin.
E’ vero che anche Ethereum ha un numero di “miners” così elevato e diffuso che è difficilmente attaccabile, comunque è un primo riconoscimento alla sicurezza della Blockchain delle criptovalute che ancora nessuno aveva ufficialmente espresso.
In secondo luogo, apprezzo il fatto che il Presidente della Consob abbia esternato i rischi che corrono i detentori delle altre criptovalute, nel senso che possano essere attaccate da malintenzionati con la conseguente loro “svalutazione” o perdita di credibilità del progetto, che comunque si traduce in una perdita di valore e danno per chi le possiede.
Un esempio di questo problema è accaduto ad Ethereum Classic lo scorso gennaio, anche se in quel caso, sentendosi braccato, l’Hacker dopo pochi giorni ha restituito parte del maltolto.
La questione “Monopolio”
C’è infine da riflettere su quanto detto da Paolo Savona sulla questione del monopolio, che dimostra quanto lontani siano ancora i regolatori, dal comprendere il concetto di decentralizzazione.
Le criptovalute come Bitcoin o Ethereum infatti, non hanno una stanza dei bottoni, non sono controllabili. Infatti, oltre ad essere dei “database” distribuiti, sono dei sistemi in cui sono distribuiti non solo i dati, ma anche il software.
Paolo Savona e tante altre persone (anche molto più giovani di lui), purtroppo non hanno mai usato programmi come Torrent o EMule nè altri software di File Sharing, quindi non comprendono le caratteristiche di una rete distribuita, trovando inconcepibile che non sia controllabile.
Nessun monopolio quindi si può imporre su bitcoin, che, come ha scritto il suo creatore, è una moneta, anche se elettronica e decentrata, ma sempre di una moneta si tratta.
Chi parla di Blockchain centralizzate non si rende della contraddizione che hanno queste due parole. Le blockchain centralizzate non sono blockchain, così come le navi non sono aerei. Ed i ciclomotori non sono motoslitte. Sono mezzi di trasporto, ma non sono utilizzabili in modo diverso: le biciclette non galleggiano e le auto non possono volare.
Nemmeno per decreto.
Link Utili
La notizia su Cryptonomist
La notizia su Diritto Mercato Tecnologia:
Fintech tra regolazione e mercato. Cosa ha detto Savona al convegno Consob
La notizia su Startmag
Perché Eba e Ue sbagliano sulle criptovalute. Parola di Savona (Consob)