in caricamento ...
WALL STREET: il mercato è più saggio della politica
Ormai siamo in balia di un tweet e della replica che ne consegue. Ma anche su questo aspetto il mercato inizia ad essere abituato e quindi le reazioni sembrano più ragionate, anche se ormai il percorso di crescita dell’economia sembra chiaro. Meglio stare all’erta. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno ancora un po’ sofferto per le diatribe sulle relazioni commerciali Usa – Cina. Neanche Trump riesce però a buttar giù i mercati, i quali evidentemente sono convinti di riportarlo, con le buone o con le cattive, alla ragione. In realtà, negli ultimi anni i mercati appaiono il soggetto più saggio nell’ambito di un panorama politico internazionale alquanto improbabile e di scarso livello. In un contesto di bassa crescita, come quello che caratterizza l’economia mondiale da oltre un decennio è, infatti, del tutto assurdo frapporre ulteriori impedimenti ed ostacoli. Assurda appariva, fino a qualche mese addietro, la politica della FED in tema di politica monetaria e di tassi d’interesse. Ed assurda appare oggi la politica dei dazi su larga scala che Trump cerca di imporre per tentare di difendere l’industria Usa, e per recuperare una competitività produttiva ormai in gran parte perduta.
Voli pindarici di gente che immagina un mondo irreale, che non esiste. La realtà è ben diversa. E’ in atto infatti un enorme riequilibrio di forze nello scenario economico mondiale, ed i vecchi padroni del vapore ne sono alquanto sconcertati. In Usa e nella vecchia Europa si reagisce alquanto scompostamente, si rivendicano antiquati diritti di sovranità. Ma quale sovranità vuole ad esempio rivendicare un paese come l’Italia, il cui PIL è ormai fermo da oltre un ventennio.? Sbaraccate piuttosto tutti gli impedimenti e gli ostacoli che impediscono alle imprese di produrre e crescere. Sbaraccate i monopoli e tutte le barriere all’ingresso sul mercato ancor oggi esistenti. Ammodernate un’economia pubblica ancora in gran parte improduttiva, e finiamola con queste tangenti da pagare su quasi ogni bando di gara. Ma è mai possibile che passano gli anni, anzi i decenni, cambiano i nomi dei partiti e delle forze politiche, e la corruzione e le tangenti invece restano come prima, anzi come sempre ? Ho forse divagato dall’intento del mio post, e ne chiedo venia, ma non se ne può più di un’ipocrisia ormai imperante e sempre più estesa. Basta simulare buone qualità, buone intenzioni, dichiararsi diversi dagli altri, portare i cappi in parlamento per le tangenti degli altri, eppoi……..……
Meglio tornare ai nostri argomenti abituali. Esaminiamo quindi l’evoluzione dello scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava, è tornato alquanto forte, + 0,68 %, ed è risalito sino a quota 98. Le commodities, hanno anch’esse rimbalzato in maniera del tutto inattesa, + 2 % in termini reali. I mercati, pertanto, non sembrano molto credere alle cattive intenzioni di Trump, altrimenti reagirebbero in maniera ben diversa. Il settore obbligazionario appare invece più pessimista. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, arretrano di altri 8 bps e retrocedono a quota 2,39 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, retrocedono anch’essi di 7 bps e tornano a quota 2,20 %. La pendenza della yield curve, oggi pari a 19 bps, continua però a mantenersi positiva e quindi il mercato, per ora, non sconta un’ipotesi di recessione per l’economia americana. Wall Street, infine, sembra ancora reggere alla grande. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, dopo 2 settimane di passione, quota oggi 2859,53 punti, solo il 3 % sotto i suoi massimi storici.
Ciò premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 30.339
Large Traders : + 31.026
Small Traders : – 687
Non muta, pertanto, la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto al report della scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei diversi operatori sono infatti limitate e pari a soli 3.719 contratti. In particolare, anche in quest’ultima settimana i Commercial Traders, cedono l’intero lotto dei 3.719 contratti long, ed incrementano la consistenza della loro posizione di copertura, Net Short. I Large Traders, invece, acquistano 2.323 contratti long, e consolidano la loro posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano anch’essi 1.396 contratti long, ma restano, seppur di misura, ancora in posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, limitate nella loro entità, sono tuttavia alquanto indicative sulla situazione attuale dei mercati. I mercati, come già accennato, appaiono allo stato molto più saggi dei politici. I potenti Commercial Traders continuano infatti ad aumentare la loro posizione di copertura, ma lo fanno con molta moderazione. Evidentemente ritengono che allo stato non esistono particolari rischi sui mercati. Altrimenti reagirebbero in maniera ben diversa. Gli Small traders inoltre continuano a permanere in posizione Net Short.
Essendo notoriamente degli operatori contrarian, ciò rassicura alquanto gli investitori. Insomma credo che anche questa volta le aspettative dei ribassisti, tornate nuovamente e fragorosamente a manifestarsi nelle ultime due settimane, resteranno deluse. Se non ci si fà fagocitare da analisi di breve periodo, e si allarga il nostro orizzonte interpretativo, si constata, infatti, che negli ultimi 12 mesi il nostro benchmark azionario, l’S&P 500 registra un incremento del 5,4 %. Un incremento moderato, coerente ed in linea con il moderato tasso di crescita dell’economia mondiale. Altro che mercati scollegati dall’economia reale.
Credo che anche per i prossimi 12 mesi la situazione non cambierà. Mi attendo pertanto un’ulteriore moderata crescita dei listini azionari, nell’ordine del 5 -6 % annuo. Confermo quindi la mia moderata view rialzista.
View che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo studio del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/ . In questa prima parte del 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 4,85 %, dovuta alla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, assunta in assenza di informazioni da parte della CFTC, a causa dello shutdown Usa. Nello stesso periodo il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 14,30 %. Conseguita pertanto una sotto-performance del 19,15 %. Un plateale incidente di percorso, per un portafoglio che negli ultimi 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %. Incidente che non fa però venir meno la fiducia nel mio trading system. Anzi, proprio sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter recuperare l’attuale sotto- performance. In coerenza con quanto sopra detto, questa settimana non modifico l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè il 70 % delle mie posizioni long, nonchè il 30 % delle mie posizioni short, ossia una moderata posizione Net Long pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “, può, se vuole,consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
Lukas
A dire il vero, i movimenti a cui Lei si riferisce ( di breve termine e respiro ) non costituiscono l’oggetto della mia riflessione: Nel mio post ho fatto cenno ad una performance non giornaliera, non settimanale, non mensile, bensì annuale…….+5,4 %, e questa mi sembra abbastanza in linea e coerente con l’attuale crescita moderata dell’economia globale. I listini Usa, peraltro, da tempo ormai, non costituiscono e non rappresentano più l’espressione della sola economia Usa, bensì di quella mondiale.
apprendista@finanza,
Strano però che ti preoccupi delle presunte manipolazioni dei mercati Usa…….e non fai nessuna considerazione sulla sistematica e perdurante manipolazione della democrazia italica, la cui economia è ormai da anni soffocata da pratiche corruttive e tangentare.
Guarda che tutto è manipolato informazione, mercati ecc ecc, la verità è che sia tu, io, chiunque altro siamo criceti nella ruota, il punto è quanto ne siamo consapevoli, poiché Svevo considerava l acquisizione, presa di coscienza della malattia come la guarigione da essa io sono guarito, la massa no! altrimenti avremmo una rivoluzione domani mattina, e tu? a proposito hai visto la “ manina“ di nuovo in azione per evitare il disastro?
Tu ignorando la manipolazione in pratica favorisci e ufficializza le azioni dei padroni delle ruote (da criceti), comunque da ora non interverro più scrivi ciò che vuoi non avrai altro fastidio da me
Lukas,
Scusa Lukas ma con mercato saggio tu intendi quello americano (s&p, down, nasdaq) che sistematicamente, a mercati UE chiusi, inverte la caduta con una sempre meravigliosa V, che ormai persino mia nonna vede con sospetto, frutto di arbitraggi di latenza, frammentazione della struttura di mercato grazie all HFT?
tradotto, in quanto concetti lunghi da approfondire in un post, manipolazione continua, sistematica e sistemica