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Elezioni MidTerm: come influenzeranno i mercati?
Come potrebbero influenzare le tendenze le elezioni di MidTerm? Quali sono i veri rischi su cui occorre focalizzarsi?
Eccoci arrivati alle tanto temute elezioni di MidTerm. Temute soprattutto dai repubblicani in quanto rappresentano un banco di prova fondamentale per la prosecuzione del programma politico di Donald Trump.
Credo sia superfluo spiegarvi le dinamiche, i giornali ed il web è pieno zeppo di articoli a riguardo. La cosa che però vorrei approfondire è un’altra.
Quali saranno gli effetti di queste elezioni di MidTerm per i mercati finanziari?
Cosa succederà se verrà confermata la spaccatura tra democratici alla Camera e repubblicani al Senato?
Partiamo da un ragionamento.
Trump si è presentato alle urne con un “accordo Verbale” raggiunto con la Cina. Un accordo che suona molto di propaganda politica. Nell’effettivo temo ci sia ancora molta strada da fare, senza poi dimenticare un altro grande problema per Trump (e per noi), ovvero il disavanzo commerciale con l’Unione Europea.
Eccovi le prove che vi spiegano tutto. Ovviamente resta il mio punto di vista ma cerco di portare degli argomenti a supporto di quanto sto dicendo.
Primo grafico, come vedete l’export dell’Unione Europea verso gli USA è salito molto negli ultimi 10 anni, mentre l’export dagli USA verso l’UE invece è sceso. Ma occhio a questo secondo grafico. Molto importante.
Us Trade balance verso i principali paesi o aree globali. Cosa notate? Il peso della Cina, ovviamente, ma l’Unione Europea non è da meno. E secondo voi Trump ce la farà “passare liscia”, soprattutto visto l’export della Germania verso gli USA? Per fortuna a nostro vantaggio c’è sempre un import con numeri importanti che va a compensare ma non in modo paritetico. E questo a Trump non piace.
Morale: il rischio di tensioni commerciali sono destinati a perdurare indipendentemente dal risultato elettorale.
È vero che il mercato azionario fa registrare di solito un buon andamento dopo le elezioni di medio termine, soprattutto quando si crea una spaccatura in seno al governo, segnale che gli investitori tendono a preferire una situazione di stallo e qualche forma di controllo su chi esercita il potere.
Ma se gli opinionisti e i mercati delle previsioni hanno ragione, e le elezioni produrranno una Camera dei Rappresentanti a controllo democratico (anche se di un margine ristretto) e un Senato saldamente in mano repubblicana, i mercati reagiranno favorevolmente anche questa volta? Probabilmente si, ma ci sono tante questioni aperte che si dovranno discutere:
- fiscal cliff,
- nuovo stimolo fiscale alle porte,
- appunto dazi e protezionismo,
- più ovviamente la questione delicata ma di difficile attuazione, ovvero l’Impeachment.
Quindi, per l’investitore, resterà secondo me il focus sui nodi della politica commerciale innanzitutto. E poi ovviamente ci sono le questioni “cicliche” che influenzano il naturale corso dell’economia ed i rapporti con la FED che giustamente vuole mantenere la sua indipendenza. Con una convinzione. Alla fine il sistema, tutto, vuole bassa volatilità e stabilità. Magari bassa crescita ma un rallentamento non traumatico. E il resto lo scopriremo solo vivendo.
STAY TUNED!
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