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WALL STREET: non basta una FED accomodante per tranquillizzare gli operatori
La Yellen ed il FOMC decidono (come previsto) di rimandare qualsiasi iniziativa a dicembre. Ma questo stile della FED inizia ad essere deleterio e gli operatori finanziari continuano ad essere tesi. Quindi ancora incertezza sui mercati. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, la decisione della FED, supportata peraltro anche dalla BCE e dalla BOJ, ha posto fine ad ogni ipotesi speculativa circolata di recente, e confermato che l’economia reale è al momento ancora troppo debole per potersi permettere una nuova stretta monetaria ed un nuovo aumento dei tassi.
Il mancato aumento dei tassi ad opera della Fed, ha influenzato inevitabilmente l’intero scenario intermarket. In primo luogo, si registra un coerente indebolimento del dollar index ( – 0,66 % ) che crea nuove pressioni sul mercato dei cambi, soprattutto sul cambio USDYEN che staziona da tempo intorno a quota 100, livello che indurrà la BOJ a nuovi interventi di politica monetaria espansiva. Le commodities, invece, approfittano del calo del dollaro, per rimbalzare dell’1,3 %, rimbalzo che consente di contenere il recente down-trend, e di stabilizzare questo importante mercato, divenuto negli ultimi anni altamente volatile. Gli effetti più evidenti della decisione FED, si registrano tuttavia sul mercato obbligazionario. In quest’ultima ottava, infatti, i rendimenti sui bonds decennali Usa arretrano di 8 bps, e tornano a quota 1,62 %. Onda di risacca, quella sui tassi, che ha travalicato l’Atlantico, ed investito anche i bond europei. Il bund tedesco, infatti perde 8 bps di rendimenti e torna nuovamente a rendimenti negativi ( – 0,08 % ). Ancor peggio gli effetti sul nostro BTP che perde 15 bps, e che torna a quota 1,20 %. Da alcuni mesi la yield curve italica appare, peraltro, sempre meno inclinata e ciò non fa sperare nulla di buono per la nostra già anemica crescita. Il mercato azionario Usa ha invece accolto positivamente la decisione della FED. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, rimbalza infatti dell’1,19 %, e pur non stabilendo nuovi massimi, conferma il trading range laterale degli ultimi mesi.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 57.607
Large Traders : + 61.946
Small Traders : – 4.339
Si riconferma, ed anzi si consolida, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in auge ormai da ben 5 mesi. Nell’ultima settimana si sono registrate, rispetto alla precedente, limitate variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari cioè a soli 7.530 contratti. In particolare, i Large Traders, confortati forse dalla scontata decisione della FED, accrescono le loro aspettative rialziste, ed acquistano l’intero lotto dei 7.530 contratti long, consolidando in tal modo la loro già pingue posizione Net Long. Gli Small Traders, invece, non si lasciano convincere nemmeno dalle accomodanti decisioni della Yellen, cedono infatti 2.924 contratti long, e non invertono la loro inconsueta, ed ormai persistente, posizione Net Short. I Commercial Traders, infine, sembrano al momento molto tranquilli, cedono, infatti, anch’essi 4.606 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione di copertura, Net Short. Come temevamo, la configurazione attuale del mercato dei derivati azionari Usa, non proprio favorevole, non muta nemmeno dopo le decisioni della FED. Evidentemente le preoccupazioni degli operatori non sono ancora finite. E non saprei dargli torto, visto che l’incertezza continuerà, poichè a breve ci saranno le elezioni presidenziali USA dall’esito, a mio avviso, tutt’altro che scontato. Pertanto, anche se la Fed ha concesso almeno altri 3 mesi di politica monetaria accomodante, riducendo di conseguenza i rischi sui mercati, è bene non abbassare completamente la guardia, assumendo un atteggiamento ancora prudente e cauto.
Futuro che si prospetta, pertanto, ancora incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua ridottasi allo 0,26 %. Performance ancora lievemente negativa, influenzata peraltro dalle particolari vicissitudini del listino italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 22,07 %. Conseguita, pertanto, in un contesto di mercato molto avverso, una sovra- performance del 21,81 %, superiore alle nostre attese, che ci fornisce altre probanti conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. Coerentemente con la mia view d’ordine generale, che registra una lieve riduzione del rischio, questa settimana modifico lievemente il posizionamento del mio portafoglio, aumentando dal 70 all’80 % le posizioni long assunte sul mercato italiano, riducendo di conseguenza dal 30 al 20 % l’entità delle mie posizioni short, assumendo in pratica una posizione Net long, pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas