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BREXIT: siete pronti per la GRANDE GUERRA FINANZIARIA?
In questi giorni mi sono spesso anche surriscaldato quando ho scritto e parlato del referendum inglese che ha decretato la Brexit. Sono sicuro che secondo molti di voi, appaio come un convinto europeista profondamente infastidito dalla Brexit in quanto vedo l’inizio della fine del “sogno Europeo”.
STOP. Fermi tutti.
Io sono un convinto europeista ma sono anche fortemente convinto che l’Europa Unita DEVE essere rifatta. Per certi versi la Brexit sarebbe un eccellente mezzo per partire con una “rivoluzione dell’unione europea”. Peccato che non sono assolutamente d’accordo col metodo.
Innanzitutto la Brexit ha generato, come atteso, un terremoto sui mercati finanziari, scatenando quell’ ”evento sistemico” di cui ho spesso parlato nei miei post e che ha avuto gli effetti che poi si sono verificati. (ndr: il grande Boris Johnson aveva affermato qualche giorno fa che per GBP la Brexit non è un problema perchè resta una valuta forte. Ed infatti è crollata).
Seconda cosa: sono ESTREMAMENTE infastidito su come è stata condotta la campagna per questa Brexit, con un referendum che non ho difficoltà a chiamarlo “referendum della vergogna” per le falsità che hanno riempito i cervelli degli inglesi che poi, soffocati, hanno votato per l’uscita.
Ma proprio il signor Boris Johnson, il fenomeno che tanto ha spinto per la Brexit assieme all’altro fantoccio Nigel Farage, si sta rimangiando tutto quanto detto qualche settimana fa.
(…) Una vittoria costruita su promesse che i sostenitori della Brexit sanno di non poter mantenere. Una di queste era perfino scritta a caratteri cubitali sui pullman usati nella campagna: i 350 milioni di sterline versati ogni settimana a Bruxelles dovrebbero andare al sistema sanitario nazionale. Peccato che la cifra reale sia di meno di 250 milioni e che il leader dello Ukip Nigel Farage abbia dichiarato venerdì di non poter garantire che questi soldi saranno spesi nella sanità. (…)
Ora venitemi a dire che qualche inglese che ha votato LEAVE magari non ci ripenserebbe…
(…) Un’altra promessa più volte ripetuta era quella di controllare e ridurre l’immigrazione. Nelle parole di Farage, “Rivogliamo i nostri confini, rivogliamo i nostri passaporti, rivogliamo il nostro paese. Chiunque sia d’accordo con noi, voti il 23 giugno, sarà il giorno dell’indipendenza”. Ma a quanto pare chi ha votato per la Brexit aspettandosi la chiusura delle frontiere agli immigrati sarà deluso. Se il Regno Unito vuole continuare a far parte del mercato comune, dovrà accettare le regole della libera circolazione dei lavoratori. I leader della campagna sostengono che tutto quel che chiedevano era in realtà un qualche tipo di controllo su chi entra e sulle quote d’immigrazione.(…)
Che dite? Forse non è esattamente quello che si aspettavano gli inglesi che, con il LEAVE avrebbero sperato in un qualcosa di BEN più invasivo.
(…) E poi ci sono i tempi: i pro-Brexit avevano promesso che se avessero vinto, il Regno Unito avrebbe lasciato l’Unione europea il prima possibile. Ora invece temporeggiano, e appaiono disorientati. Il cancelliere dello scacchiere George Osborne spiega: “Il primo ministro ha dato tempo al paese di decidere che tipo di relazione avere con l’Europa, rinviando la decisione di avviare la procedura dell’Articolo 50 all’autunno, quando sarà in carica un nuovo premier”. (Euronews)
E certo! Si vuole prendere tempo perché i signori che volevano la Brexit, alla fine, non sanno a che Santo votarsi! Ma aspettate che ora viene il bello.
Il referendum Brexit e il Parlamento
Il buon Cameron ha un po’ spiazzato la coppia Farage-Johnson con le sue dimissioni, in quanto “costringe” per certi versi i promotori del referendum, nella fattispecie Boris Johnson a “prendersi le loro responsabilità” ed a candidarsi come premier (e nel suo ultimo discorso, Cameron, tra le righe, lo dice lui stesso). Quindi, a rigor di logica, il nuovo premier dovrebbe essere il vero trionfatore del referendum, ovvero Boris Johnson, si proprio lui, l’uomo delle promesse mancate, il quale dovrà attivare la procedura della Brexit con tutto quello che ne conseguerà soprattutto in negativo (che contrasterà e di molto quanto aveva annunciato) partendo proprio dalla recessione, data ormai per scontata e che non è possibile quantificare sia nella durata che nella portata.
E sarà lo stesso Johnson a doversi gestire le due patate bollenti di cui vi ho già parlato, ovvero Scozia ed Irlanda del Nord.
E poi…c’è una chicca che sanno in pochi.
Domanda: può un referendum attivare IN TOTALE AUTONOMIA la procedura della Brexit?
La risposta è NO, è il Parlamento che, preso atto il risultato del referendum, porta avanti la richiesta. Questo l’ho scoperto andando un po’ più a fondo sulla possibilità che il governo di Edimburgo ha di porre il diritto di veto, in ambito Brexit, appoggiandosi sull’accordo sulla devolution.
Se il parlamento scozzese voterà contro la Brexit…cosa assai probabile, cosa succederà? Signori, è il caos totale!
Ecco perché la Gran Bretagna prende tempo, hanno capito di essere in una situazione di debolezza paurosa (per Londra): e difatti, che fa Bruxelles? Che fa Francoforte? Che cosa dice la Merkel? Parole comuni per i membri dell’EUrozona: UK FUORI SUBITO dall’UE. Non tra due anni, né tra due mesi. FUORI SUBITO!
Insomma: UK è voluta uscire? Viene messa all’angolo e costretta a chiedere aiuto! Lo sapete benissimo, è un paese che vive di terziario e di servizi finanziari, con un tessuto bancario non solidissimo che, con la Brexit, diventerebbe fragilissimo.
L’agenzia di rating Standard & Poor’s a tre giorni dall’esito del referendum che vuole il Regno Unito fuori dalla Ue ha deciso il declassamento dell’indice di rischio finanziario di Londra ad AA con outlook negativo a causa della incertezza determinata dalla Brexit“ (Source)
Oggi S&P ha tagliato il rating alla Gran Bretagna, i CDS sono lievitati ma allo stesso tempo i Gilt inglesi sono volati: Che mai? Ci si aspettano le “mosse della disperazione” della BOE a sostegno del sistema. E state pur certi che se gli inglesi vanno in difficoltà, sarà fin troppo automatico sparare sui promotori Farage e Johnson. Ve la siete cercati, avete riempito di balle gli inglesi e ora ne rispondete voi…
CONCLUSIONE: tutte queste parole per farvi capire una cosa. Signori, amici lettori, vi siete resi conto oppure no PERCHE’ mi sto scaldando così tanto? Perché…ho sempre detto che il grande rischio a cui andavamo incontro era un qualcosa di sistemico che non sarebbe stato gestibile. E la Brexit poteva essere uno di questi.
Ecco fatto. Come mai? Perché la Brexit in realtà ha scatenato NON solo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Signori, questa può diventare una GUERRA MONDIALE. Non si spareranno bombe ma potrebbe essere anche più devastante. E visti i presupposti, non poteva essere altrimenti. UNA GRANDE GUERRA FINANZIARIA.
Ovvio, è un’ipotesi ed un parere personale. Però se ci pensate bene…
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Visto il discorso fatto dal governatore della Banca d’Inghilterra di venerdì sembra tutto sotto controllo, c’è da dire che il crollo della sterlina in parte può essere dovuto anche al fatto che prima del voto c’è stata una sorta di “scommessa” sull’esito del referendum, però il crollo c’è comunque stato.
Magari il deleveraging di cui hai anche parlato poco tempo fa era necessario perchè ci si attendeva eventi di questo tipo, il problema sarà un eventuale volontà di uscita dall’Ue da parte di altri paesi, ma visti gli effetti sulle borse magari ci si pensa due volte.
Fino a ieri c’é stato un lento logoramento, una “guerra finanziaria fredda” dove Paesi forti hanno drenato quelli deboli spolpandoli fino alle ossa.
Adesso la guerra diventa calda.
I mercati stitici e “stabilizzati” sono un male, non un bene.
L’UE senza UK è finita. Nigel Farage stamattina derideva il parlamento europeo”…so che non tutti tra voi ha mai avuto un lavoro vero… vi sieti creati un lavoro!” (del caregaro). Alle spalle del leader el bueo del movimento 5 stelle amigo de monti che aveva bisogno delle cuffiette per la traduzione, con la sua espressione assente incapace minimamente di cogliere il pungente umorismo anglosassone, prendeva appunti o forse giocava ai cruciverba sperando che le telecamere non lo inquadrassero in un momento così storicamente importante in cui lui non riusciva a capire che diamine stava succedendo. LOL
Visto come uno da solo teneva testa ad un intero parlamento ho capito che era il momento di comprare un po’ di sterline.
Ma certo che ci sarà la guerra. Quella vera però.
L’unica cosa che tiene a freno quelli (soliti e notissimi) che vogliono scatenarla è che non è ancora stato eletto il presidente americano.
Da quando si insedierà, chiunque sarà, inizieranno i giochi “veri”.
La situazione economica, finanziaria, sociale e geopolitica è del tutto insostenibile.
Se ne esce solo con una guerra non solo perché notoriamente (se vinta) favorisce la ripresa ma perché – lo dico in maniera eufemistica e restando un po’ sul vago – si è diffusa nel mondo una certa attitudine di “scarsa razionalità”. Indefinita e infantilmente acquiescente da parte dei subalterni, violenta e divoratrice fino all’autodistruttivo nelle élites.
I nodi verranno al pettine entro il 2018 ma probabilmente già nel 2017 vedremo i primi inequivocabili segnali del disastro.
Scripta manent.
PS: quello che fa impressione è il medio piccolo borghese con una qualche istruzione.
Proprio non capisce. Crede che si possa riformare l’Unione Europea.
Ma che senso avrebbe…la Germania che mutualizza i debiti? Lo sapete che non succederà mai altrimenti la Merkel cade e vince AfD, ossia i no euro. E quindi gli euro bond sono semplicemente un’ipotesi di scuola. E quindi niente grandi investimenti pubblici.
Mettere fine allo strapotere della finanza? Si dovrebbe ripensare l’indipendenza delle Banche Centrali, realizzare la separazione delle funzioni bancarie, la banca centrale dovrebbe tornare a essere prestatrice di ultima istanza quindi superando la privatizzazione dell’emissione di moneta di cui si stanno appropriando le banche.
Anzi, il capo economista dell’agenzia dello sviluppo economico francese, Gaël Giraud, sostiene nel suo libro CHE L’UNIONE EUROPEA È UN PROGETTO FINALIZZATO PRECISAMENTE ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’EMISSIONE DELLA MONETA.
Come fai materialmente a ottenere tutte queste cose se sono l’unico pilastro a fondamento del potere DELLE STESSE ÉLITES CHE LE HANNO STABILITE?
Non so, glielo volete chiedere come cortesia?
Ma il borghese medio piccolo non riesce a concepire l’idea di rivoltarsi contro l’autorità.
Questo mi lascia sgomento perché il momento è di una tale gravità, perché con questa “indecisione strutturale” si crede di poter mantenere il proprio presente ma mettendo cinicamente in pericolo l’avvenire dei propri figli…possibile che non ci si renda conto di quello che si DEVE fare tutti insieme e contro quale nemico?
London Stock Exchange +5,46%..
I mercati asiatici crollano del 15%…come dite? Non crollano affatto? Sono addirittura positivi da due giorni?…e come mai…c’era l’esperto che aveva garantito che i lunghi marubazu neri si avvicinavano pericolosamente alle terga dell’ignaro investitore (infatti in giappone si dice “So’ marubazu amari”)…ma sì, crolleranno…devono crollare…o no?…
PS: Il disastro ci sarà, secondo me, ma non è roba che viene fuori dal marubazu o dal testa spalle o dalla serie di Fibonacci. Sono questioni più profonde politiche e sociali non tanto economiche e niente affatto di analisi del grafico.
L’esperto a cui mi riferisco naturalmente NON è Danilo (che infatti non ha mai previsto un -15% sui mercati asiatici).
La traduzione esatta di un pezzo del suo discorso che ha fatto incazzare il parlamento era “So che non tutti fra voi ha avuto un vero lavoro, o lavorato in business, trade o difatti creato un posto di lavoro…” non so se la Rai trasmetterà mai il suo discorso integrale, cmq ha detto che rimarranno aperti a qualsiasi dialogo e che se l’UE vorrà ostacolare qualsiasi trattato sarà peggio per loro. Good night!
Sono sempre stato convinto che non fosse sufficiente unaa sola generazione per costruire l’Europa. Certamente ci sarà un Europa nel futuro , a mio modo di vedere,.Nel frattempo triste a chi tocca. In ogni caso un segnale sembra essere arrivato. Non è l’Europa che non piace, è l’eurocrazia . Ciao Boss.
Se ho capito bene il pallino in mano alla Gran Bretagna gliel’ha dato il trattato di Lisbona, quindi l’UE può -legalmente- solo attendere.
L’assurdo non è tanto nel fatto che il referendum è consultivo, che l’UK prenda tempo, che i politici promettono e non mantengono (è normale ovunque), il vero assurdo è l’equazione “referendum = Uk automaticamente fuori dall’UE” dato per scontato da media e mercati (e anche dall’UE) quando la realtà è che le istituzioni britanniche hanno chiesto un parere ai cittadini, cosa assolutamente lecita e auspicabile.
Se il parlamento inglese alla fine decidesse di non uscire dall’UE sarebbe perfettamente legittimo sia nei confronti dei cittadini (discutibile in relazione a “la maggioranza vince” ma possono far prevalere l’interesse nazionale -evitare la disgregazione dell’UK-) sia nei confronti dell’UE (il referendum è esclusivamente affare britannico in quanto non vincolante per i trattati europei). Quindi i corrispondenti fantocci dell’UE non potrebbero obiettare nulla, è inutile che sbraitano e che pretendono che l’UK “faccia in fretta”, perchè L’UK NON HA ANCORA DECISO DI USCIRE DALL’UE.
In una situazione ideale, in cui gli attori sono persone ragionevoli e rispettose dei cittadini, sia da parte UK sia da parte UE l’atteggiamento dovrebbe essere: ok, i cittadini inglesi sono talmente insoddisfatti che vogliono andarsene, gli scozzesi invece vogliono rimanere; cosa possiamo fare per far sì che gli inglesi cambino spontaneamente idea?
L’altro problema è la caciara che è stata fatta sul Brexit da parte di media, dei mercati e di tutti in generale, e il fatto che la Brexit, così come anche il rialzo dei tassi in USA e altro, possano essere condizionati dall’eccesso di potere della finanza e quindi dalla paura di cosa può succedere sui mercati.
Non è che si esce dall’oggi al domani, devono riscrivere i trattati bilaterali con ognuna delle nazioni europee, non è che possono bloccare le merci causando un danno specie al continente nel momento in cui l’UK importa 10 volte di più di quello che esporta. Quello che stanno vedendo tutti è quanto può essere totalitaria la democrazia in mano ad un parlamento di imbecilli.
l’uscita o meno della Gran Bretagna dall’Europa non doveva essere decisa con un referendum popolare. In origine anche Cameron, se non sbaglio, cavalcò la questione del referendum come un atto di democrazia per rinvigorire la sua popolarità, salvo poi schierarsi sul remain. Per la Gran Bretagna un vecchio detto sintetizza bene la situazione: chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia, ma non sa quel che trova… e la vecchia via non era così male!
a ah ah ,gli inglesi : una banda di alcolizzati !VEDREMO I SUDDITI COSA FARANNO PER LA LORO REGINA INVECCHIATA ! COME SI DICE DALLE PARTI DEL BASSO NAPOLETANO :OTTA A BASCIO N’BRIACON !