WALL STREET: continua la lateralità, ma senza rischi particolari
Continua la fase contraddittoria per la borsa USA: orsi e tori lottano perennemente ma non ci sono vincitori nè vinti. Ma quella che sembra ad una fase distributiva, rischia di essere l’ennesiam accumulazione. Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]
Cari amici, nella recente ultima ottava, i deludenti dati sulla creazione di posti di lavoro negli Usa, pubblicati venerdì, hanno di fatto segnato l’andamento di tutti i mercati finanziari internazionali, apportando, nel contempo ulteriori incertezze e dubbi sull’evoluzione futura dell’economia, non solo americana, bensì mondiale.
I pessimi dati sul lavoro Usa hanno, infatti, influenzato, a cascata, tutti i settori dello scenario intermarket. In particolare, il mercato valutario, ha reagito immediatamente con una massiccia svalutazione del dollaro Usa, del tutto coerente con la minor forza palesata dall’economia americana. Conseguentemente, i rapporti di cambio EURUSD ed USDYEN sono celermente risaliti, rispettivamente, sino a quota 1,13 e 106. Livelli quest’ultimi, non certamente favorevoli per le già stagnanti economie dell’Europa e del Sol Levante. La pesante svalutazione del dollaro Usa ha, inoltre, rallentato l’up-trend delle commodities che, in quest’ottava, si apprezzano solo di un modesto 0,4 %, in termini reali. Negli ultimi 4 mesi, tuttavia, la rivalutazione delle commodities, è pari ad un ingente + 12 %, e ciò ha costituito, senza dubbio, il fattore di maggior stabilizzazione dei mercati finanziari. I brutti dati del mercato del lavoro Usa, hanno pesantemente impattato anche sul mercato obbligazionario. I tassi sui titoli decennali americani, infatti, sono rapidamente declinati di 14 bps, ritornando a quota 1,71 %. Indicazioni ancor peggiori giungono dai rendimenti del bund decennale della Germania che arretrano di altri 7 bps, raggiungendo il loro minimo storico, all’inverosimile quota dello 0,07 %. Il mercato azionario Usa che, già da qualche settimana, cerca di raggiungere e ritoccare i suoi massimi storici, ha dovuto anch’esso soprassedere agli intenti più bellicosi. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, chiude, infatti, invariata l’ultima ottava, e resta ancora distante dal suo top di 35 bps.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 11.406
Large Traders : + 28.361
Small Traders : – 16.955
S’indebolisce, ma trova ancora conferma la configurazione lateral-ribassista affermatasi nelle ultime 6 settimane. Le movimentazioni di quest’ultima ottava sono state pari a 12.104 contratti. In particolare, gli Small Traders confermano, ed anzi accrescono, la loro diffidenza sull’evoluzione futura delle quotazioni azionarie, cedono infatti, altri 4.106 contratti long e raggiungono il massimo degli ultimi anni della loro posizione Net Short. I Large Traders, da qualche settimana soli nella posizione Net Long, cominciano ad aver anch’essi dei dubbi, cedono infatti 7.998 contratti long e, come già in passato si dimostrano incapaci di trainare da soli l’intero mercato. I Commercial Traders, infine, prendono atto della poco fiducia degli altri operatori, acquistano l’intero lotto dei 12.104 contratti long, e dimezzano la consistenza della loro posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, indeboliscono ma confermano la non proprio usuale configurazione in auge, che ben esprime tutte le contraddizioni del momento. Infatti, l’ingente posizione Net Short degli Small Traders, da valutare correttamente in senso contrarian, dovrebbe far propendere per prospettive più favorevoli. Ciò è però compensato dalla posizione degli altri operatori che vedono, gia da 6 settimane, una prevalenza di posizioni rialziste nelle mani dei Large Traders, che agiscono notoriamente secondo criteri trend-following, e che potrebbero pertanto esprimere un top del movimento rialzista degli ultimi mesi. La contraddizione è, peraltro molto visibile nel rallentato ritmo di crescita degli indici Usa delle ultime 6 settimane, pari ad un modesto + 1,6 %. La lotta tra orsi e tori esprime pertanto al momento un sostanziale equilibrio. In prospettiva però, la mancata partecipazione degli small traders a questa ormai molto lunga e movimentata fase laterale dei mercati azionari Usa, m’induce a pensare che il periodo in corso potrebbe essere una fase di ulteriore accumulazione e non una fase distributiva, come pensano in tanti.
Futuro prossimo che si prospetta, pertanto, ancora molto difficile ed incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua pari al 6,05 %. Performance negativa, influenzata dalle particolari difficoltà vissute dal listino italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 17,14 %. Conseguita, pertanto, in soli 5 mesi, ed in un contesto di mercato particolarmente avverso, una sovra-performance dell’11,09 % che ci dà ulteriori conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. Dopo i ribassi di quest’ultima ottava, la borsa italiana mi sembra ancor più sottovalutata di sette giorni orsono, e con valori inespressi sempre più marcati, di conseguenza riconfermo, per il 100 % del mio portafoglio, la mia esposizione long sulla stessa. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas
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bella domanda !!!……beh credo che se gli small rimarranno ancora ai margini il listino usa continuerà a ” vivacchiare ” ancora intorno agli attuali livelli…….ma non potrà durare per sempre, quindi seguiamo con attenzione le prossime mosse degli operatori sul mercato dei derivati azionari Usa.
Insomma lo S&P500 ha toccato e passato 2111,05: significa che vanno chiusi gli short e si dovrebbe andare long. Ecco.
Ciao Lukas posso farti una domanda? Se come da te rimarcato da tempo gli small traders non vengono trascinati nel generale parco buoi al rialzo che ha permesso in passato ai Commercial Traders di uscire dal mercato, quale evoluzione può trovare il listino americano se non entra nuova liquidità?