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MEETING BCE: cosa aspettarsi da Mario Draghi?
L’appuntamento di oggi è quantomai fondamentale. Non certo per poter capire le potenzialità di crescita economica dell’Eurozona, ma per poter capire la direzione che prenderanno i mercati, basandosi sull’unico fattore che realmente DOMINA oggi. Ovvero il sentiment.
Lasciamo perdere i fondamentali, quantomeno nel breve periodo. E’ il momento delle banche centrali. Come detto domani la Bce, la prossima settimana la Boj e la FED. Le loro mosse in ambito di politica monetaria, lo abbiamo capito, non sono certo risolutive. Ma il mercato si ciba delle parole di Mario Draghi, Kuroda e Yellen: sia in ambito di iniziative intraprese e sia in merito a promesse che potranno essere più o meno mantenute.
Il mercato si regge sulla fiducia. Ricordatevelo bene.
E’ ovvio che tutti si domandano cosa potrebbe avvenire e ogni casa d’investimento si ingegna nel cercare di capire cosa si inventerà questa volta Super Mario Draghi.
Mi è capitato di leggere ieri sera il report di Salvatore di InvestimentoMigliore. Credo meriti un po’ di attenzione per chiarezza, trasparenza e realismo. Nessuno ha la sfera di cristallo ma mi sembra proprio che il suo punto di vista sia decisamente credibile.
Dietro autorizzazione dell’autore, vi ripropongo i punti salienti del report.
(…) La riunione di Francoforte è carica di attese. E’ sicura una revisione al ribasso dello scenario di crescita economica, oltre ad un’ulteriore frenata del’inflazione. Il tutto giustificherà quindi un aumento dello stimolo monetario. Ma sono due le domande che dobbiamo porci. Cosa aspettarsi? E poi soprattutto, cosa sta già scontando il mercato oggi?
Partiamo da cosa potrebbe arrivare a fare la BCE che poi, in buona parte, è ciò che si aspetta anche il mercato.
1) Un taglio del tasso sui depositi secondo uno schema un po’ particolare che si potrebbe definire multiple-tier. In pratica si tratta di un taglio di 10 bp a marzo, seguito da un ulteriore taglio di 10bp entro l’estate. Ma non escludiamo che la BCE si inventi un meccanismo per evitare che siano scaricati sulle banche tutti gli oneri di queste manovre. Un meccanismo che potrebbe prevedere per i 2/3 delle riserve apportate in BCE un tasso pari allo -0.30%. Per il rimanente 1/3 il costo del deposito salirebbe a -0.55%
2) Modifiche al meccanismo di QE, con un aumento del volume mensile di acquisti di 10 miliardi, un’ulteriore estensione temporale del programma e allentamento del limite di acquisto di titoli con un rendimento superiore al tasso sui depositi. Insomma massima disponibilità indirizzata ad una politica espansiva sotto tutti i punti di vista.
3) Ampliamento del pool di garanzie stanziabili nelle operazioni di rifinanziamento anche alle tranche di cartolarizzazioni di crediti deteriorati (NPL).
4) Disponibilità della BCE ad annunciare nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine LTRO a due anni per smussare eventuali salti di liquidità all’interno del sistema.
Inutile dire che, secondo il nostro punto di vista, queste manovre porteranno la BCE ad un impegno oltremodo importante, senza però ottenere pienamente i risultati sperati.
Inoltre secondo noi, molti particolari dei punti sopra illustrati non saranno accettati dalle frange più conservatrici. C’è quindi il rischio che molte delle attese siano tradite. Infine, visti i rally di queste settimane, è chiaro che il mercato, oggi, sta già scontando molto, vivendo sulla fiducia di quanto farà Mario Draghi.
Quindi “sell on news”? Di certo il rischio di ritrovarci con delle correzioni non è così impossibile.
Che la BCE realizzi tutto questo lo troverei utopico. Il mio post di ieri sul QE Europeo e quello sulle tensioni tedesche, spero abbia dato a tutti la consapevolezza della complessità del momento e sopratutto dell’impossibilità di dare qualcosa per scontato. Oggi quindi la tensione sarà altissima, massima attenzione sopratutto a quanto Mario Draghi racconterà ai mercati sul suo operato e, ovviamente, un occhio di particolare riguardo alla sua proverbiale “Forward Guidance”.
Ed è ovvio che Draghi raffreddera’ gli animi sulla crescita economica, demandando molto ai singoli governi che possono ancor fare molto in ambito di politica fiscale.
E l’economia? Tutto diventa relativo. Se si fa un paragone tra il quadro macro di dicembre 2015 e quello di marzo 2016, ecco cosa ne deriva.
Credo ci sia poco da aggiungere. Il vero problema sarà capire e quantificare lo “scostamento” tra quello che il mercato si attendeva (e scontava) e quanto invece Draghi e il board BCE decideranno, oltre poi, ovviamente, tutto quanto ci verrà promesso tramite la proverbiale forward guidance. Insomma, un futuro fatto di carta e parole.
Un’ultima cosa:
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