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WALL STREET: il COT Report ci riporta uno scenario di calma apparente
Anche se la volatilità è aumentata, sul mercato dei derivati sembra che il quadro sia meno traballante di quanto sembra. Analisi intermarket e del solito COT Report del CFTC. [Guest Post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali sono stati caratterizzati da una volatilità ancora molto elevata, indotta soprattutto dalle reazioni, emotive e contrastanti, alla storica decisione della FED di procedere, dopo ben 9 anni, al primo rialzo dei tassi d’interesse Usa .
Lo scenario intermarket ha registrato, come da attese, un nuovo rimbalzo delle quotazioni del dollar index, apprezzatosi dell’1,2 % e l’importante rapporto di cambio euro/dollaro è ritornato nuovamente nei pressi di quota 1,08. La forza della valuta Usa ha compensato, in termini reali, l’equivalente deprezzamento nominale delle quotazioni delle commodities che non accenna proprio a fermarsi, e che ha condotto, in particolare, le quotazioni del crude oil, a sfondare al ribasso anche la quota di 35 dollari al barile. E’ davvero strano dover assistere ad un rialzo dei tassi in presenza di un tracollo delle quotazioni delle commodities, ma forse la FED pensa e si augura che il basso prezzo del greggio possa presto innescare, come nel passato, una crescita sostenuta dell’economia, che potrebbe alimentare nuove tensioni inflazionistiche, da dover prevenire con tempestività. Ipotesi quest’ultima suffragata dagli accadimenti che si registrano sul mercato obbligazionario.
Infatti a differenza di quanto accaduto nel 2008, questa volta il tracollo delle commodities non si accompagna con un conseguente e coerente ribasso dei rendimenti obbligazionari. I rendimenti dei bond decennali Usa, crescono infatti di 6 bps, e tornano a quota 2,19 %. Nell’ultimo anno, peraltro, a fronte di un deprezzamento nominale delle commodities di quasi il 30 % i rendimenti dei bond Usa non hanno registrato alcuna variazione rimanendo pressocchè invariati intorno agli attuali livelli. Scenario, pertanto, contraddittorio e non proprio coerente che alimenta da mesi l’incertezza e la volatilità sui mercati azionari Usa e mondiali. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha infatti espresso anche in quest’ultima settimana, cosi come negli ultimi mesi, tutta l’incertezza e la contraddittorietà del momento, chiudendo un’ottava altamente volatile con un deficit finale dello 0,34 %.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 25.588
Large Traders : + 16.364
Small Traders : + 9.224
A fronte della persistente contraddittorietà dello scenario intermarket, il mercato dei derivati azionari Usa sembra invece voler prefigurare un progressivo e prossimo ritorno ad una situazione più normale e coerente.
Le movimentazioni di quest’ultima ottava, pari a 10.617 contratti, consolidano infatti la sua configurazione prevalente e tipica. In particolare, i Commercial Traders, cedono di nuovo l’intero lotto dei 10.617 contratti long, e proseguono con celerità nel tragitto di ritorno verso la loro abituale posizione di copertura Net Short. I Large Traders, invece, acquistano altri 8.532 contratti long e rafforzano, sempre più convintamente, la loro nuova posizione Net Long. Infine, anche gli Small Traders, che acquistano i residui 2.085 contratti long, sembrano voler definitivamente allontanarsi dalla loro recente ed anomala posizione Net short. Come già accennato, le movimentazioni di quest’ultima settimana, a differenza delle contraddittorie evidenze dello scenario intermarket, sembrano, voler disegnare un futuro prossimo meno volatile e meno incerto di quello vissuto negli ultimi mesi. Ipotesi, a mio avviso plausibile, poiché non credo a crolli ulteriori delle quotazioni delle commodities che provocherebbero davvero gravi tensioni geopolitiche, inoltre penso che nel prossimo anno anche l’importante area economica dell’euro contribuirà in maggior misura alla crescita economica mondiale, compensando l’eventuale ulteriore rallentamento dell’economia cinese ed asiatica in generale.
Un futuro, che si preannuncia pertanto meno volatile e forse meno incerto del recente passato, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, la performance annua del mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, risulta pari al + 17,55 %. Come già accaduto nei precedenti anni, la performance risulta superiore, di 3,25 punti percentuali, rispetto alla performance conseguita dal nostro benchmark nazionale, il Ftse All Share, pari, nel contempo al + 14,3 %. Questa settimana mantengo tuttavia un atteggiamento ancora prudente, riconfermando la mia esposizione long sull’equity italiano, ma per una percentuale limitata al 60 % del mio portafoglio. Chi voglia ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se lo desidera, direttamente il mio sito. Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
FLAT MIB 21000 (tot. dal 04/09/2015 +1400 / +6,5% )