in caricamento ...
PETROLIO con prezzo in forte calo, ma la BENZINA alla pompa come si comporta?
Come mai, con un prezzo del petrolio in discesa, la benzina e il gasolio costano sempre uguale? Ecco qui il perché.
Il prezzo del petrolio continua a scendere. Il Brent Europeo a fatica si aggrappa all’area 40$ al barile mentre il WTI USA i 40$ li ha rotti da un po’ ed ora sta cercando di tenere quota 37$.
Come vi ho spiegato più volte e non più tardi di un paio di giorni fa, un petrolio molto debole è sicuramente ottimo per i paesi importatori, ma rischia di far collassare molti altri paesi produttori.
Lasciamo da parte per un attimo il problema degli emergenti e di quello che è il cosiddetto breakeven point. Vi riporto questo grafico che vi sintetizza la problematica dei produttori, con un grafico che riprende anche la tipologia del tipo di estrazione, così poi ci dedichiamo ad altro.
Parliamo allora dei paesi importatori e quindi, ovviamente, dei benefici che l’Italia potrà avere da questo quadro di mercato. Se la matematica non è un’opinione, anche se ci sono le accise, il petrolio a questi prezzi per forza porterà anche ad un abbassamento del prezzo della benzina e del gasolio.
Ma è veramente così?
Riprendiamo un mio post pubblicato a gennaio e che probabilmente avete già dimenticato, ma merita di essere menzionato e riletto in toto (CLICCANDO QUI).
Eccovi il grafico che vi spiega tutto. Oggi il prezzo della benzina è composto per il 67% del suo totale da imposte ed accise, la rimanente parte è legata al mondo del prodotto greggio e della raffinazione. Insomma, più il prezzo scende e minore sarà l’impatto percentuale sil prezzo del prodotto finale, proprio perché la maggior parte del suo costo è legata a “costi fissi” che non sono legati all’andamento del petrolio. I grafici sono riferiti al prezzo alla pompa ad inizio anno. Le percentuali però sono attualissime anche per i giorni attuali.
Ovviamente il peso delle tasse è assolutamente ai massimi sui mercati e, come da questa infografica del WSJ, non ci batte nessuno (o quasi, forse).
Ma ora andiamo a pescare dati ancora più aggiornati, e ce li fornisce il Codacons e IBTimes:
Con una media di 1,3 euro per un litro di gasolio, l’Italia si piazza al secondo posto della classifica europea dove il diesel costa di più. Peggio di noi solo il Regno Unito con il gasolio a 1,5 euro al litro, mentre il Paese più economico è la Lituania con il diesel a 0,880 euro al litro. Sul fronte della benzina, invece, con circa 1,4 euro al litro, l’Italia occupa la quarta posizione in Europa, dietro Paesi Bassi (1,545 euro/litro), Regno Unito (1,502 euro/litro) e Danimarca (1,499 euro litro). Mentre il prezzo più vantaggioso si trova in Polonia, 0,976 euro al litro.
Il prezzo di benzina e gasolio italiani superano di gran lunga la media UE: 1,232 euro al litro per la benzina e 1,134 euro al litro per il gasolio. In pratica il prezzo della benzina in Italia è di circa il 20% superiore della media UE, mentre il gasolio segna un rincaro di circa il 18%.
Come mai? Ve l’ho detto prima e anzi ve l’ho illustrato.
A pesare maggiormente sul prezzo sono le accise e l’IVA. Secondo alttre fonti, Assopetroli-Assoenergia con Figisc-Anisa, su dati forniti dall’European Commission Oil Bulletin e Mise, le accise italiane pesano per il 68,63% sul prezzo della benzina e per il 64,1% su quello del gasolio.
Anche in questo caso la differenza con la media europea è netta: per la benzina si pagano 22,8 centesimi di euro per litro in più di accise rispetto alla media europea e 22 centesimi di euro al litro in più per il gasolio. Il seguente grafico è più eloquente di qualsiasi spiegazione: ad un prezzo netto di 0,466 euro per litro, si aggiungono in Italia per la benzina.
Non vi sto ad elencare le assurde accise che ancora oggi sono a carico del consumatore alla pompa della benzina, se volete rinfrescarvi la memoria potete cliccare QUI, ma tanto è chiaro che tutto fa brodo per tassare i cittadini, anche se il Vajont è ormai, ad esempio, un lontano ricordo, oppure la Guerra di Abissinia è già finita da un pezzo.
Quindi, per assurdo, se il petrolio venisse “regalato”, il costo degli idrocarburi alla pompa resterebbe sempre importante per il consumatore.
Viva l’Italia.
Riproduzione riservata
STAY TUNED!
(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Segui @intermarketblog
(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!). E se lo sostieni con una donazione, di certo non mi offendo…
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email (intermarketandmore@gmail.com). NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
Questo straordinario particolare periodo dovrebbe servire all’ITALIA per fare investimenti alternativi in produzione d’energia elettrica.
Come mezzo di trasporto alcuni paesi produttori avranno ancora i dromedari e cammelli … noi nemmeno quelli.
Ciao Danilo , mi permetto di segnalare
http://www.rischiocalcolato.it/2015/12/petrolio-greggio-e-suoi-derivati.html
trovandolo interessante.
Ciao Danilo , complimenti per il bel UTILE post.
Quelli pratici sono quelli che più mi piacciono.
A proposito di numeri mi permetto di fare un esempio pratico a ritroso di quanto da te illustrato.
Per far scendere il gasolio da 1,3 a 1,25 ossia €0,05 ( 5 centesimi ) che corrispondono a circa il 4% del prezzo dovremmo trovarci contemporaneamente il petrolio e il dollaro in ribasso di circa il 12% avvenimento più unico che raro da cui si evince da quanto da te scritto
Quindi, per assurdo, se il petrolio venisse “regalato”, il costo degli idrocarburi alla pompa resterebbe sempre importante per il consumatore.
Grazie e ciao.