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La fiaba sui tassi FED (e i motivi per cui la Yellen NON li alzerà)
Nel suo discorso davanti al Congresso, Janet Yellen ha ribadito la solita storia che ormai conosciamo a memoria.
La FED ha tutte le intenzioni di alzare i tassi di interesse entro la fine del 2015 se le condizioni economiche continueranno ad essere di crescita sostenuta. Una prima mossa restrittiva che verrebbe generata dopo un lungo periodo di politica ZIRP, ovvero Zero Interest Rate Protocol.
Janet Yellen ha fretta di tornare al quel regime di normalità o se preferite di “normalizzazione” di politica monetaria. Dopo aver creato liquidità (ricordiamolo sempre, non stampando moneta in modo reale ma acquistando titoli di stato emessi dal Governo, un’operazione “carta contro carta”) per i mercati si certa il modo di cominciare quella che potrebbe essere una “exit strategy”.
Ho già illustrato più volte qual è il mio pensiero sui tassi FED. Anche se la Yellen continua ad annunciare possibili rialzi, in realtà anche il mercato ha iniziato a pensarla come il sottoscritto. Tranne colpi di scena particolari, la FED dovrebbe alzare i tassi NON prima del 2016.
Tanto per cominciare riprendetevi le vecchie analisi sui tassi FED ed in paricolare l’Ultima.
Grafico FUTURE tasso FED
Come vedete oggi il mercato NON sconta un primo rialzo dei tassi quest’anno. Ma poi…perché rialzare? Infatti non dimentichiamo che muovere i tassi significa anche cambiare le condizioni di mercato: un dollaro USA più forte (siamo sicuri che faccia comodo all’export USA) tanto per cominciare, un rischio di raffreddamento economico in un’economia che ha una crescita economica molto, troppo legata alla politica monetaria e poi mercati finanziari che potrebbero risentirne. Ma forse la Yellen teme propro moltissimo la reazione dei mercati e allora li sta preparando da tempo. Ma a forza di dire “Al lupo al lupo” il mercato quasi non ci crede più.
TAnto per cominciare per il sottoscritto non esistono le condizioni macroeconomiche. E ve lo illustro con due grafici composti che dicono tutto quanto occorre sapere (secondo me) per poter leggere in modo corretto il quadro di mercato.
Innanzitutto i sussidi di disoccupazione.
US Jobless Claims, tasso FED e disoccupazione
Questa è una considerazione statistica che in molti potrebbero contestarmi ma poco importa. Il grafico sopra riprodotto ci illustra un quadro dei sussidi molto positivo. Siamo infatti al MINIMO delle richieste di sussidi di disoccupazione. Guardate la storia. In passato le banche centrali iniziavano a tagliare i tassi proprio quanto i sussidi di disoccupazione erano ai minimi. E vi dirò di più. Risulta anche che i sussidi, una volta raggiunti questi livelli, ricominciavano a salire accompagnati da…una nuova recessione.
Il quadro attuale è profondamente diverso, anche perchè la FED non sta affatto per tagliare (anche perchè siamo già a ZERO). Poi siamo d’accordo che il quadro economico è molto diverso e la politica monetaria NON convenzionale ha sicuramente drogato i mercati e modificato certi scenari, rendendoli quindi “singolari”, ma se guardiamo la storia non possiamo non prendere atto di questi fatti.
Ma no mi fermo qui.
I tre dati fondamentali
Oggi vi faccio un regalo (ndr: ricordo che le donazioni sono sempre benvenute, soprattutto in questa fase di crisi). QUEsti sono i tre indicatori che io monitoro per cercare di “tastare” il polso alla FED.
a) Livello aumento retribuzioni ( lo dico sempre, i salari sono la chiave fondamentale per leggere in anticipo un aumento dell’inflazione “che conta”. Se notate addirittura le retribuzioni, in verde, sono scese)
b) Previsione PIL USA (l’area di alert è oltre il 2.5% , ora siamo in area 2.30% con trend discendente quindi NON in area di pericolo)
c) Tasso proiezione inflazione 5yr5yr (inflazione prevista tra 5 anni sui 5 anni successivi). Siamo in area 2.36% quindi oltre il 2%. Dovrebbe essere un’area di pericolo ma in realtà siamo BEN al di sotto dalla media storica (area 3%) e sorpatutto siamo in trend discendente
Con questi dati spero di avervi aperto gli occhi un pochino meglio su come stanno le cose. E per certi versi anche la stessa Yellen scricchiola nelle sue dichiarazioni. Quasi lei stessa non crede a quello che dice:
[…] la Fed infatti si aspetta nel corso dei prossimi mesi «un rafforzamento della crescita», il cui rallentamento nei mesi scorsi appare dettato da «fattori transitori» e «un calo del tasso di disoccupazione». Questo nonostante uno scenario internazionale gravato da due pesanti incognite: la difficile situazione della Grecia e le sfide alla stabilità finanziaria e all’«alto debito» della Cina. (Source)
Ecco pronto la scusa: il contest globale, la debolezza economica degli altri, la Cina, la Grecia. In realtà oggi la FED non ha ragione di alzare i tassi e quello che sta facendo la Yellen resta per me un’attività “propedeutica”.
Resto del mio avviso anche se i sondaggi Bloomberg danno un primo rialzo dei tassi a settembre con una percentuale del 76%. Secondo me i tassi negli USA, almeno per quest’anno, non saranno alzati. E se li alzeranno veramente, potrebbe essere un grave errore per la FED.
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IL motivo però è PERCHE? bisogna farlo. Tieni conto che una volta fatto, dici bene, è fondamentale il fatto che restino a ,25% per lungo tempo. Ma per il mercato resterà cmq inaugurata la stagione dei rialzi e anche come proiezioni inizieranno a farsi voci, speculazioni e quant’altro che non saranno positivi per il mercato.
Poi siamo d’accordo 0 o 0.25 sono la stessa cosa… ma la psiologia del mercato,si sa, non è mai così semplice….
Il concetto lo hai esposto molto chiaramente nell’immagine introduttiva:
“Guarda quello che faccio, non quello che dico”.
E’ da parecchio tempo che la politica e la finanza trattano tutti nello stile del peggior imbonitore da fiera: proclami di materializzazione di inesistenti benefici e di taumaturgiche vie da percorrere per l’Eldorado che verrà.
Insistenti sussulti di ottimismo ed esortazioni a guardare sorgere “il sol dell’avvenir…”.
Nella pratica, vessazioni continue nella sfera delle libertà personali e crescente prelievo per finanziare un sistema che non regge più.
Dollaro più forte vorrebbe dire materie prime dal costo più basso, con ripercussioni negative sui bilanci degli emergenti e sul costo dei loro finanziamenti (stipulati in USD).
Gli USA correrebbero il rischio di arroventare la bilancia commerciale per il troppo import, ma finanziariamente manterrebbero il controllo su materie prime e produttori.
Tra l’altro, il fiacco mercato interno USA (confermato mese dopo mese lo stato catatonico in cui il famoso consumatore americano, quello che si impegnava la casa per garantirsi il flusso di dollari da spendere, privato della voglia di fare acquisti da eccessi di debiti di ogni tipo, dall’istruzione all’abitazione) potrebbe non necessitare più di quei beni tipicamente di importazione e troppo cari da mantenere nello stile di vita quotidiano.
Mi pare di cogliere una similitudine tra le elucubrazioni di alcuni malati di mente in USA ed in Europa: lo schiacciamento artificioso delle libertà dei consumi e delle scelte personali, un cosiddetto rigore salvifico e quantomai necessario, prodromici ad un ipotetico futuro di ripresa e di benessere che continuano a restare in fondo al tunnel, si immaginano in lontananza come i miraggi nel deserto, ma non arrivano mai perchè il “gregge” non è capace di produrre abbastanza, ha la tendenza a voler evadere “le giuste tasse imposte”, si ribella e vuole disconoscere il debito contratto suo malgrado, non si conforma “agli insegnamenti” delle menti finanziarie che inondano il mercato di soldi che “il gregge” vede ma non può toccare né utilizzare ma, anzi, è chiamato a dover garantire.
Hai mai sentito che nella sperimentazione di laboratorio le cavie diano il proprio assenso all’eliminazione?
Concorderai anche tu che siamo in acque inesplorate…
Molti risvolti dell’attuale situazione non hanno precdenti.
Pensi che raggiungere la soglia degli 8 miliardi di abitanti su questo pianeta muova a compassione chi detiene la ricchezza ed il potere economico?
Cavie…
Danilo tieni conto anche di una serie di fattori:
a) i consumi prima o poi dovranno ripartire… perché non puoi tenere compressa la spesa per lungo periodo, specialmente per i beni durevoli. Quindi potrebbe essere che ad un certo punto si vedano ripartire di colpo (specialmente se aumenta la fiducia dei consumatori), assieme al credito al consumo, stipendi, ecc. innescando una rapida fluttuazione inflattiva… da confermare poi nei trimestri successivi;
b) per il motivo precedente la FED è pronta ad aumentare i tassi in ogni momento (ed in questo la Yellen è stata molto chiara e trasparente)… probabilmente perché indubbiamente lei ha i mezzi per tastare il polso di quanto dicevo al punto a), prima che escano effettivamente i dati;
c) Formula: maggiore occupazione (anche se indubbiamente è ancora basso il tasso di occupati) + maggiore stipendio + maggiore fiducia nei consumi (leggi minore propensione al risparmio per paura della passata crisi… almeno si spera) = maggiori consumi (e quindi aumento inflazione).
Indubbiamente non vedremo i rialzi dei tassi passati visualizzati nei grafici che hai postato, ma almeno due o tre piccoli rialzi iniziali e rapidi (uno vicino all’altro) indubbiamente sì.
Poi con calma, se tutto andrà bene arriveremo al 2-3% nel giro di molti anni (forse più di un decennio).
Viste le condizioni attuali ho molti dubbi che andremo oltre…
Probabilmente sui tassi USA avverrà qualcosa di simile a quanto avvenuto in Canada dal 2010 in poi:
a) i consumi prima o poi dovranno ripartire… perché non puoi tenere compressa la spesa per lungo periodo, specialmente per i beni durevoli.
1) Lavatrice.
2) Lavastoviglie.
3) Frigorifero.
4) Asciugatrice.
5) Automobile.
Solo il frigirifero rompendosi lo cambi. La lavastoviglie e l’asciugatrice al limite le ripari o ne fai a meno. La lavatrice cerchi di farla riparare come l’automobile che usandola in media generale di meno ha un aspettativa di durata maggiore e noi tra l’altro abbiamo già il parco vetture più obsoleto. Teniamo conto che tali consumi dovessero ripartire non sarebbero comunque in grado d’aumentare il pil come gli anni precedenti essendo i prezzi di tali beni diminuiti o al limite a parità di prezzo sarebbero più efficenti e conseguentemente s’otterrebbe un ritorno economico in minori consumi. Qualsiai innovazione tecnologica è deflattiva e sovraproduttiva per non dire almeno nell’occidente STAGFLATTIVA. Come diceva lo sceicco arabo … mio nonno andava in cammello , mio papà in automobile , io in aereo e mio nipote tornerà al cammello. Mio nonno non aveva l’asciugatrice, la lavastoviglie e l’automobile, la televisione la faceva durare più di 10 anni, non aveva il computer e il cellulare e il dvd e soprattutto QUANDO COMPRAVA PAGAVA IN CONTANTI non esisteva il pensiero di fare DEBITO.
E’ un discorso lungo, difficile da affrontare in un commento. Sinteticamente credo che nei prossimi anni (se non decenni) sarà importante per le famiglie imparare a comprimere la propria spesa mantenendo lo stesso livello di qualità della vita (spesso è possibile… anche in maniera molto facile). Per farlo però bisogna imparare dalle aziende, cioè creare un bilancio familiare per capire quali spese sono:
– superflue (non si sapeva ad esempio neanche di avere ancora in essere quel contratto, come ad esempio un’assicurazione, un’opzione contrattuale aggiuntiva già ricompresa in un altro contratto, un canone di affitto inutile [quanti pagano ancora il canone di affitto in bolletta per l’apparecchio telefonico o il modem adsl?], ecc.);
– comprimibili, ovvero dove si può intervenire ottenendo una spesa inferiore semplicemente chiedendo più preventivi per avere lo stesso servizio (così si favorisce pure la concorrenza);
– di aggiornamento/sostituzione (a volte cambiare un elettrodomestico conviene di più che continuare ad averne uno vecchio che incide in maniera esorbitante in bolletta come consumi (e credimi che per motivi di lavoro ne vedo a centinaia di bollette assurde… che poi chiedono benefici sociali perché hanno difficoltà a pagarle), idem per l’auto che consuma troppo, ecc.;
– tasse inutili (quanti hanno una porzione di proprietà che non usano, su cui continuano a pagare le tasse inutilmente perché per motivi familiari/personali/pigrizia non vogliono vendere o cedere gratuitamente ad un parente/amico/acquirente o onlus);
– eliminabili facilmente: quanti disoccupati e/o in momentanei problemi lavorativi… non si dedicano a nessuna attività… continuando a comprare quasi tutto per mantenere il livello di vita precedente intaccando in maniera rapida i propri risparmi (se sono fortunati di averli…)? Perché non imparare a cucinare, fare piccoli lavoretti di fai da te casalingo, cucire, ecc. ho conosciuto casi anche di persone che lavoravano, spendendo più per la propria attività lavorativa (mantenimento auto, carburante, spese per l’attività in proprio, ecc.) di quanto guadagnavano (di solito capita per persone che vivono in famiglie agiate…)!
…
Basterebbe impostare il budget familiare per un solo anno e monitorarlo… giusto per fare una revisione della propria situazione familiare… per imparare poi a continuare a farlo abitualmente… anche senza necessariamente monitorare le spese/entrate.
Siamo sicuri che poi si vive peggio… oppure si riesce a mantenere lo stesso livello di vita?
Poi non bisogna dimenticare mai che anche in famiglia, come in ogni azienda, bisogna dedicare risorse in ricerca e/o investimenti (ovvero corsi, attività fisica per mantenere un buono stato di salute, studio, viaggi, attività manuale, ecc.) al fine
di potenzialmente migliorare la propria condizione di vita (che non vuol dire solo finanziariamente… anzi!)
Te lo ricordi questo post?
17.05.2011: Bilancio familiare: una risorsa importante per il nostro futuro!
http://intermarketandmore.finanza.com/bilancio-familiare-una-risorsa-importante-per-il-nostro-futuro-2-28354.html
Indovina perché l’avevo intitolato così: una risorsa importante per il nostro futuro!
Buon week-end
” sarà importante per le famiglie imparare a comprimere la propria spesa mantenendo lo stesso livello di qualità della vita ” ### Speriamo che s’impari e che non diventi – di necessità, virtù-. Grazie per la risposta e gli ulteriori stimoli, più tardi mi rileggo il post proposto. Ciao.
Non è un grave errore, anzi, magari venisse fatto a settembre come tutti pensano, così ci togliamo di dosso questa cosa ininfluente. Quel che conta veramente non è passare da 0 a 0,25, ma ovviamente se dovessimo poi salire molto (cosa impossibile).
Il rialzo è già scontato dal mercato, ci fosse a settembre non cambierebbe nulla.