in caricamento ...

Debito pubblico italiano in eccesso: come ma soprattutto CHI lo pagherà?

Scritto il alle 14:47 da Danilo DT

Si focalizza sempre il problema del debito pubblico come un semplice numero che continua a crescere dimenticando però che il fattore anagrafico e demografico avrà un impatto fondamentale nei prossimi anni.

L’Italia, oltre che essere un paese ormai noto per la sua crisi politica, è anche tristemente celebre per essere uno dei paesi col peggior rapporto tra debito pubblico PIL.
Nell’ultima settimana abbiamo avuto modo di leggere il rapporto dell’Eurostat sul nostro debito pubblico.

Il rapporto fra deficit e Pil italiano è stato pari nel 2012 al 3%: lo comunica l’Eurostat,che rivede al rialzo di 0,1% la stima provvisoria di febbraio (2,9%).
Il debito pubblico italiano nel 2012, in particolare, è stato pari al 127% del Pil.

Cresce anche debito altri paesi Ue – E neppure le notizie che arrivano dall’Europa non sono incoraggianti. Sale nella Ue il debito pubblico dei paesi: nel 2012, sempre secondo Eurostat, il rapporto fra debiti e Pil è salito al 90,6% nell’Eurozona (era all’87,3% nel 2011) e all’85,3% in Ue27 (dal precedente 82,5%).
La Grecia si conferma al primo posto con il 156,9%, seguita dall’Italia con il 127%; vengono poi Portogallo (123,6%), Irlanda (117,6%), Belgio (99,6%). La Francia ha debiti pari al 90,2% del Pil, la Germania all’81,9% e, fuori dall’Euro, il Regno Unito al 90%. (Source) 

Grafico rapporto Debito Pubblico PIL per l’Italia

E in proiezione le cose non vanno certo meglio: ecco il report dell’Ocse che vede un 2014 ancora in peggioramento, con un rapporto debito PIL pari al 134%

(ASCA) – Roma, 2 mag – A fine 2014 il debito pubblico totale in Italia si potrebbe attestare ”attorno al 134% del Pil” e potrebbe ”aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione nel 2014”. Lo prevede l’Ocse nel suo rapporto annuale sull’economia italiana, tenendo conto nella stima ”delle garanzie dell’Italia al Fondo Europeo di Stabilita’ Finanziaria, dell’ammontare del prestito bilaterale alla Grecia e della partecipazione al capitale del Meccanismo Europeo di Stabilita”’, nonche’ includendo ”gli effetti della riduzione dei debiti arretrati”. L’Ocse sottolinea quindi come ”l’indebitamento netto” risulti tuttavia ”peggiore rispetto alle stime del governo” Monti, che nel Def varato in aprile aveva previsto per il 2014 una discesa del debito al 129%. Per poi passare ad un 125,5% nel 2015. Il debito pubblico italiano, recita ancora il rapporto, ”e’ tra i piu’ alti dei Paesi dell’Ocse e da due decenni supera il 100% del Pil. Il suo rinnovo richiedera’ circa 400 miliardi di euro l’anno, nel corso dei prossimi anni”.

400 miliardi di Euro l’Anno! E dove li prendiamo? Insomma… come e chi pagherà il nostro debito?
Ovviamente questi soldi occorre prenderli…dagli italiani in imposte, tasse e indirettametne intagli alla spesa, dismissioni ecc ecc. Intervenire quindi colpendo il pubblico e direttamente il portafoglio degli italiani. Tagliare le tasse? Oggi sembra pura utopia. E lo stesso OCSE lo ricorda.

In Italia «è impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dell’imposizione», ma l’eliminazione delle agevolazioni fiscali senza giustificazioni economiche permetterebbe di aumentare la base imponibile e quindi ritoccare le aliquote marginali «senza impatto sulle entrate», avverte l’Ocse che aggiunge: «Se le priorità sono crescita e occupazione la prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro». A dirlo è stato Padoan, sottolineando che «ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l’Imu». (Source

E quindi…come fare a ripagare questo debito? Sicuramente non sarà facile. Ma nello stesso tempo, mi verrebbe quasi da dire…voglio anche vedere cosa accade se OGGI fossimo costretti dall’Unione Europea ad una ristrutturazione del debito. Non siamo certo la Grecia! Il nostro debito in mani estere è circa pari a 800 miliardi di Euro. Il che significherebbe un drammatico impatto sul portafogli degli investitori internazionali!

A parte queste considerazioni personali, vorrei anche sottolineare un altro aspetto che troppo spesso viene sottovalutato dai media.
E a questo proposito vi riprendo la domanda prima posta: ma come e chi pagherà il debito?
Chi…chi lo pagherà? Certo, gli italiani, ma quali?

Continua la crescita della popolazione, ma non grazie alle nascite. Anche quest’anno i risultati del Rapporto Osservasalute danno conferma delle tendenze emerse negli anni scorsi: si riscontra un tendenziale aumento della popolazione residente in Italia imputabile, sostanzialmente, alla componente migratoria. Le Regioni che non crescono (saldo totale negativo) sono solamente tre: Basilicata (-2,5 per 1.000), Molise (-0,6 per 1.000) e Liguria (-0,1 per 1.000); anche in questa edizione del Rapporto si riscontra un saldo naturale medio (relativo al biennio 2010-2011) che si mantiene pressoche’ costante rispetto al biennio precedente e si attesta su livelli ancora di segno negativo, anche se, per alcune Regioni, e’ prossimo allo 0; invece il saldo migratorio e’ positivo grazie, soprattutto, alla capacita’ attrattiva delle regioni del Centro-Nord. (Source) 

Un problema troppo sottovalutato: il tasso di natalità

Figli per donna in Italia

Come poter pretendere di aumentare le entrate, ripartire in modo massivo, tagliare i costi (INPS) quando si scopre che la popolazione invecchia sempre di più, e nello stesso tempo non ci sono natalità sufficienti a compensare il forte invecchiamento della popolazione?

Non possiamo immaginare che il debito PIL pro capite per la popolazione attiva possa diminuire con questo scenario.

Struttura per età della popolazione

Popolazione per età, sesso, stato civile

Certo, c’è l’immigrazione, e in effetti, un buon modo per misurare quanto velocemente il profilo demografico in Italia sta cambiando è guardare alla crescita della sua popolazione di origine straniera, che rappresenta alla fine la nostra vera e misera crescita complessiva della popolazione. Popolazione straniera in Italia (un numero che esclude le persone di origine straniera che prendono la cittadinanza italiana) che è triplicata dal censimento del 2001 , da 1,3 milioni a 4 milioni. Ciò significa che l’Italia sta importando circa UN MILIONE di stranieri ogni tre o quattro anni per sostituire i suoi nativi che nn ci sono.
Ma quindi sarà anche grazie a loro, al loro lavoro e quindi alle loro tasse che ripagheremo il debito?
Sicuramente in parte si, ma gli immigrati hanno anche una minor istruzione e quindi spesso fanno lavori mal retribuiti, in parte anche in nero.

MORALE: la classe politica ed economica “che conta”, dovrebbe iniziare a fare dei ragionamenti anche tenendo conto di questi dati. Il problema non è solo come si pagherà l’eccesso di debito pubblico (mica bisogna rimborsarlo tutto, ma riportarlo solo a livelli più civili), ma CHI lo pagherà. E andando avanti così, la popolazione attiva che si dovrà caricare il fardello sulle spalle sarà sempre meno numerosa. E il fardello sarà, quindi, sempre più pesante.

STAY TUNED!

DT

Buttate un occhio al nuovo network di

Meteo Economy: tutto quello che gli altri non dicono

| Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su databases professionali e news tratte dalla rete | NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

Tags:   |
22 commenti Commenta
andrea4891
Scritto il 8 Maggio 2013 at 15:08

se le cose continuano così il debito degl’Italiani l’erediteranno i … diversamente bianchi 👿

kry
Scritto il 8 Maggio 2013 at 16:04

Abe,Abe,Abe ci insegna che il debito lo pagherà la banca centrale ( mi direte quale ) e l’inflazione quella che verrà e che i tedeschi pregano non arrivi. Ormai risparmiare è diventato impossibile, i risparmi non sono più remunerati per cui si è indotti a spenderlo e nell’edilizia ora non conviene. Sarà vincente chi oltre alla diversificazione riesce ad anticipare l’inversione dei trand.

ferrariferrari
Scritto il 8 Maggio 2013 at 16:08

Un milione di italiani campa di politica: 27 miliardi annui i costi
Per il funzionamento degli organi Istituzionali si spendono 6,4 miliardi di euro, per le consulenze e il funzionamento degli organi delle società partecipate 4,6 miliardi di euro, per altre spese (auto blu, personale di “fiducia politico”, ecc.) 5,8 miliardi di euro, per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro. Una somma che equivale all‟11,5% del gettito Irpef (comprese le Addizionali locali), pari a 772 euro medi annui per contribuente, e che pesa per l‟1,5% sul PIL.
http://www.italiainformazioni.com/italia-informazioni/41867/un-milione-di-italiani-campa-di-politica-27-miliardi-i-costi

Vincent Vega
Scritto il 8 Maggio 2013 at 16:15

andrea4891@finanzaonline,

pronti a emigrare?

7voice
Scritto il 8 Maggio 2013 at 16:39

ocse ???? DREAM DIMMI DOVE STAVANO QUESTI SCIACALLI NEL 2007 ? SONO SOLO DEI PARASSITI CHE VIVONO COME LE ZECCHE CON IL SANGUE ALTRUI ! BASTA RIPORTARE QUESTI REPORT INUTILI DI GENTE SCHIFOSAMENTE CORROTTA E FALSA ! RIPETO DOVE STAVA L’ OCSE NEL 2007 E COSA DICEVANO DEL CICLO ECONOMICO STA FELPAGLIA ?! FMI ,OCSE,AGENZIE DI RATING,BANCHE CENTRALI ,BISOGNA DARGLI FUOCO A TUTTI QUESTI ORGANISMI SCHIFOSI E LUCROSI A DANNO DELLA POVERA GENTE ! I LORO REPORT SONO COME LO SPARO DA CHE è PASSATA LA FESTA ! IS SHIT.

paolo41
Scritto il 8 Maggio 2013 at 18:06

…scusate la domanda: ma quanto è stato il Pil in valore assoluto nel 2012 (anche Google dà una barca di percentuali ma sembra che abbiano fatica a dare il valore in assoluto)????

anonimocds
Scritto il 9 Maggio 2013 at 00:20

paolo41,

1.565 miliardi EUR.

http://www.istat.it/en/archive/83803

anonimocds
Scritto il 9 Maggio 2013 at 00:26

BELL’ARTICOLO Dream.

uno spunto di riflessione quando – a ragione – dici:

“gli immigrati hanno anche una minor istruzione e quindi spesso fanno lavori mal retribuiti”

In UK o in altri Paesi come la Svizzera, la Svezia, gli Scandinavi in generale, gli USA, il Canada questo non é vero o é vero solo in parte…

….forse che l’Italia non ha quasi piú settori ad alto valore aggiunto dove l’istruzione conta, fa la differenza, aggiunge elevata produttivitá – alzando anche i salari (sia di autoctoni che di immigrati) ?

Siamo un Paese che necessita di 10 anni di cure da cavallo per PROVARE a invertire il corso degli eventi che indicano un declino prima lento ma inesorabile ma ora in accelerazione.
Sará dura…

andrea.mensa
Scritto il 9 Maggio 2013 at 06:21

nelle proiezioni relative alla popolazione, non si tiene conto di un fattore molto importante che ho già denunciato ma pare nessuno intenda tenerne conto….. poi faranno gli stupiti, quando la realtà mostrerà la sua diversità.
Oggi abbiamo due tipi di persone quelli nati nell’anteguerra e quelli nati dopo il WWII.
Prima, soprattutto fuori delle grandi cttà vi erano famiglie che mettevano al mondo anche 10 figli dei quali sopravvivevano nemmeno la metà oltre i 10 anni, ma quelli che passavano tale età erano sani, robusti di costituzione forte. Sono quelli che oggi hanno più di 70 anni e tra essi trovate novantenni ancora in perfetta forma. Selezione naturale. Poi nel dopoguerra arrivò la pennicillina, gli antibiotici, i sulfamidici, e contemporaneamente con l’industrializzazione diminuì la popolazione rurale per concentrarsi nelle città. I problemi della famiglia vennero così scaricati sui nuclei famigliari sempre più isolati che portò ad un calo drastico del numero di figli nati, ma contemporaneamente mantenuti in vita dallle nuove cure. Questo fatto però smise di operare quella selezione naturale che prima lasciava in vita solo i più robusti. Oggi trovate quarantenni con problemi di cuore, di stomaco, di fegato ….. i morti 40enni non si contano grazie anche all’aumentato stress che la vita moderna impone.
Quanti di questi arriveranno a 90 anni non come larve umane ? guardate in che condizioni sono ora i 50-60enni …. hanno già subito interventi di ogni tipo, sono rattoppati da tutte le parti …… come si fà a non tenere conto di questo stato di cose quando si fanno proiezioni sull’aspettativa di vita ?

paolo41
Scritto il 9 Maggio 2013 at 10:32

anonimocds,

…grazie mille….

fabio1
Scritto il 9 Maggio 2013 at 10:49

Scusate, ma quando si parla di denatalità possiamo fare tanti ragionamenti, ma mi sempre stupisce che nessuno consideri il PRINCIPALE MOTIVO: in questi decenni nel mondo occidentale (e, quindi, in Italia) la denatalità è coincisa con un fenomeno (voluto e approvato da gran parte cittadini stessi: l’ABORTO.
Guardiamo un po’ le statistiche e capirete: si tratta di MILIONI di nostri mancati figli, di mancati cittadini…
Guarda a caso, ci sono voluti milioni di immigrati (con tutte le conseguenze del caso, non sempre positive…) per reintegrare il…vuoto lasciato.
“Chi è causa del suo mal, pinga se stesso…”

fabio1
Scritto il 9 Maggio 2013 at 10:50

…pianga

paolo41
Scritto il 9 Maggio 2013 at 12:34

non per fare un novello Keynesiano, ma se investiamo in infrastrutture, ad esempio 50 Mld, aumentiamo il debito ma contemporaneamente aumenta il Pil più o meno della stessa cifra.
Un calcolo semplice (aumentano della stessa cifra denominatore e numeratore) porta il debito su Pil dA 127% A 126%.
Ci sono poi gli effetti indotti, maggiore fatturato per le aziende e più gente che lavora con un ritorno fiscale dai loro redditi e un contributo ai consumi, senza contare la maggiore efficienza (riduzione dei costi) che offro al paese dal miglioramento delle infrastrutture.
Analoga situazione si crea se favorisco gli investimenti privati agevolandoli fiscalmente: anche in questo caso si crea un miglioramento del Pil e, anche se lo Stato prende una minore tassazione, è comunque un valore aggiunto.
Idem se faccio sconti fiscali per l’aumento delle esportazioni, oppure per tutte le nuove assunzioni: sono tutte iniziative che generano reddito e nuove tasse, anche se ridotte, e contribuiscono all’aumento del Pil.
Sono esempi banali che non hanno la pretesa di risolvere il problema, ma l’inerzia e il parlare al vento dei nostri politici non producono nulla se non un aumento dell’angoscia nel paese.
Occorre invece agire e in fretta!!!!
Ai “grillini”, non sto scherzando, darei il compito di attivare una vera “spending review”; credo che siano gli unici che hanno la cattiveria necessaria per portarla avanti e non sarebbero isolati dall’impegno governativo, come sta succedendo.

paolo41
Scritto il 9 Maggio 2013 at 12:49

anonimocds,

mi sono messo a tirare giù due numeri sul consuntivo 2012, penso con una discreta approssimazione:
Pil 1566 Mld
Debito 1989 Mld pari al 127% del Pil
Deficit su Pil 3% pari a 47 Mld
Avanzo primario 2,5% del Pil pari a 39,271 (dato ufficiale)
Spesa per interessi all’incirca 86,271 Mld (avanzo primario +deficit)

Ti torna?

paolo41
Scritto il 9 Maggio 2013 at 12:54

anonimocds,

Spesa per interessi pari al 4,3% del debito…..

bergasim
Scritto il 9 Maggio 2013 at 13:13

andrea.mensa@finanza,

Caro Andrea

Credo che oggi avere dei figli in una società di precari, dove i diritti valgono solo per alcuni, dove in alcuni settori lavorativi avere dei figli=problema, in un paese dove lo stato non tutela più il diritto a formare una famiglia, dove si cerca di smantellare il più possibile dello stato sociale, a tuo avviso oggi chi può avere più di un figlio?
Mi fermo qui perché il discorso è troppo lungo.

schwefelwolf
Scritto il 9 Maggio 2013 at 14:36

Non mi sembra né opportuno, né correto parlare di “importazione” di immigrati.
In genere si importano – per propria autonoma decisione – cose che servono, e che hanno un mercato. E si importano (“ordinano”, “acquistano” all’estero) le quantità che si ritiene di poter rivendere con adeguato utile sul mercato interno. Lasciando la terminologia merceologica, e parlando di individui viventi, è inevitabile – incontrovertibile – constatare che in Italia la percentuale di stranieri regolarmente “importati” (nel senso sopra precisato) è infinitesimale: quanti sono gli ingegneri tedeschi, gli informatici pachistani/indiani, i chimici giapponesi o i fisici russi o i professori francesi”importati”? A spanne direi che la grande maggioranza degli stranieri realmente (anche se non regolarmente) “importati” siano invece badanti slave (russe, ucraine, rumene, moldave), assistenti domestiche (filippine) e braccianti/manovali (rumeni, albanesi). Il resto – cioè sicuramente piú del 50% (quanto di piú?) – NON è stato “importato”, ma è anzi entrato illegalmente in Italia per “contrabbando”, senza alcuna richiesta interna: e non è né in grado di, né disposto a fare un lavoro utile.

Per dirla brutalmente: le (molte) centinaia di migliaia di venditori di tappeti (o di altro) provenienti dal Nord-Africa, e le altrettante centinaia di migliaia di immigrati clandestini provenienti dall’Africa sub-sahariana (i porta-carrelli in agguato davanti ai grandi magazzini o i venditori di DVD “rippati” e di borsette clonate – o, anche loro, di altra “roba”) non sono stati “importati”: sono entrati di nascosto, con la corruzione e/o col ricatto, nel nostro Paese, e solo perché qui possono vivere – a differenza che a casa loro – a spese di uno Stato che li mantiene (con i nostri soldi: cioè con soldi che poi “non ci sono” per tante famiglie italiane). E loro, qui, fanno – a nostre spese – i figli che noi (italiani “autoctoni) non ci possiamo piú permettere.

E’ – se vogliamo – una sorta di suicidio demografico del nostro popolo.
Non a caso è praticamente impossibile trovare (almeno in internet) dati attendibili sulla spesa che lo Stato italiano (“Stato” inteso nella sua globalità: Stato centrale, regioni, province, comuni, enti pubblici etc. compresi). Ognuno di noi può vedere, nel proprio “circondario” immediato, mille spese sostenute – con i nostri soldi – a favore di questi “non-importati”: i bambini che non pagano per la mensa scolastica, i “malati” che si fanno curare gratis al pronto soccorso, le case popolari assegnate “per solidarietà”, i sussidi dati a clandestini “che sono qua e hanno perso il lavoro”. Invece di applicare la legge, e rimandare questi “non-importati” a casa loro, li manteniamo. Con quanti soldi – e di chi? Nessuno sembra darsi la pena di quantificare qualcosa – come avviene, del resto, anche in tutti gli altri infiniti casi di parassitismo/assistenzialismo del “sistema-Italia” (ma questi, almeno, sono “italiani”, anche se nel senso piú spregevole del termine).

Lo stesso Stato che fa pagare l’IMU a pensionati italiani con 600 Euro di pensione, si permette di spendere una quantità IMPRECISATA di soldi per mantenere una quantità IMPRECISATA di stranieri assolutamente improduttivi, in buona parte clandestini. Siamo – a mio avviso – alla follia (per di piú una delle peggiori – cioè una di quelle che nascono da utopie moralistiche e da ciechi fanatismi umanitari).
Pensare di dare a questi individui la cittadinanza “semi-automatica”, per jus soli, mi sembra solo il coronamento di questa follia. L’apoteosi del cupio dissolvi.

lucianom
Scritto il 9 Maggio 2013 at 14:51

So per certo che comuni sulla riviera ligure obbligano le società alle quali hanno dato in appalto dei lavori, ricattandole (tipo operatori ecologici) ad assumere extracomunitari a discapito degli italiani.Questo per eliminare i costi del loro mantenimento.Capisco che sono anche loro esseri umani, ma lo sono anche i disoccupati italiani. :mrgreen:

paolo41
Scritto il 9 Maggio 2013 at 16:39

schwefelwolf@finanza,

aggiungerei che molti di loro gestiscono alla luce del mondo lo spaccio di droghe, venendo spesso in conflitto fra bande, degradando le zone dove hanno scelto di operare.
Quando qualcuno viene preso, passa per i tribunali e il giorno dopo… tornano liberi.

bergasim
Scritto il 9 Maggio 2013 at 16:59

paolo41,

Il pesce puzza dalla testa, ed in parlamento quando tira vento ( e non solo ), si senta un gran puzza di disonesta.
Basta leggere, e dai noi sono vice premier ed ex premier

http://it.finance.yahoo.com/notizie/beni-confiscati-alle-mafie-una-legge-per-sbloccare-i-tribunali-163929823.html

paolo41
Scritto il 9 Maggio 2013 at 21:10

bergasim,

se esiste il problema, è possibile che non ci sia qualcuno con i marroni quadtrati che proponga una revisione di tale legge???? se veramente la legge è sbagliata oppure si dà atto che la magistratura è inefficiente, in un caso o nell’altro se si vuole governare questo paese come Dio comanda, occorre trovare la soluzione adeguata…
Non si può andare avanti con le critiche fini a se stesse, occorre denunciare il problema, se esiste, ed agire di conseguenza.

bergasim
Scritto il 10 Maggio 2013 at 09:39

paolo41,

Ma l’artico lo hai letto? la proposta c’è guarda bene il collegamento che rimanda a tale proposta 😯

I sondaggi di I&M

Come vorresti I&M?

View Results

Loading ... Loading ...