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CRISI: nessun paese OCSE ha avuto una crescita PIL pro capite peggiore dell’Italia

Scritto il alle 15:15 da Danilo DT

Purtroppo l’OCSE mette a nudo e soprattutto mette “nero su bianco” un dato che qui su I&M abbiamo più volte discusso e sottolineato.

Sul fatto che l’Italia sia in crisi credo non ci sia più nulla da dire.
Sul fatto che l’Italia sia in recessione, idem come sopra.
La conseguenza è ovviamente che, in una fase recessiva così forte, la popolazione tende ad impoverirsi.
Certo, un po’ ovunque la crescita economica è scemata e quindi è un momento difficile anche per altri nostri partners.
Peccato che…anche stavolta nessuno sta peggio di noi. E non lo voglio dire per portare inutile pessimismo ai lettori, ma per far capire a tutti la gravità della situazione. La gente deve sapere. E soprattutto deve essere ben conscia che NON C’E’ più tempo da perdere. Occorre intervenire SUBITO!

Crescia PIL Pro capite: nessuno peggio di noi

Questo grafico la dice lunga sullo stato di salute dell’Italia e degli Italiani. Crescita PIL pro capite dal 2000 al 2011 addirittura NEGATIVA!  E soprattutto è un allarme fortissimo per la nostra classe politica che deve fare l’impossibile per recuperare il terreno perso, rimetterci in carreggiata, battendo i pugni a Bruxelles e chiedendo la collaborazione dell’Unione Europea.
Il Fiscal Compact ci ha obbligato ad un’austerity devastante e tutti, oggi, hanno capito che l’austerity FINE A SE STESSA è controproducente per chi la fa e anche per gli altri paesi membri dell’Eurozona.
E gli interventi devono essere massivi, iniziando a concentrarsi sul cuneo fiscale e il costo del lavoro. Ovviamente in Italia, il rapporto costo lavoro/trade è il top tra i paesi OCSE.

NOW IT’S TIME FOR CHANGES.
Prima che sia troppo tardi, sempre se già non lo sia. Ma occorre provarci. Forza Italia!

NDR: leggetevi il report dell’OCSE per intero se volete 

STAY TUNED!

DT

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Meteo Economy: tutto quello che gli altri non dicono

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25 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 6 Maggio 2013 at 19:16

d’accordo ridurre il cuneo fiscale, riducendo il carico per l’azienda e aumentando insieme il reddito del lavoratore (rivedendo la fiscalità generale). Ma non è sufficiente: per creare posti di lavoro occorrono investimenti e noi (noi=paese) dobbiamo investire fregandocene del debito, sul quale dobbiamo agire analiticamente e duramente attraverso una drastica riduzione delle spese improduttive. Direi quasi con cattiveria.
E poi la gente è stanca della burocrazia !!!! ci rendiamo conto che per fare una piccola ristrutturazione in una casa, i costi fra assurde richieste comunali, ingegneri e geometri superano quasi il costo netto del lavoro manuale, per cui spesso si rinuncia all’intervento.
Non ultimo, argomento trattato anche nei giorni precedenti, la situazione è tale che le partite IVA e le piccole imprese sono “costrette” a fare il nero sia sulla manod’opera sia nella fatturazione al cliente (sempre che emettano fattura).
Naturalmente in questi casi il Pil diminuisce e il valore aggiunto per addetto segue a ruota….

gioc
Scritto il 6 Maggio 2013 at 21:03

Battere i pugni a Bruxelles. Ancora!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ma lo si vuole capire che se c’è una nave che ha una falla non basta mettere in azione le pompe per svuotare la nave dell’acqua entrata. Bisogna tappare la falla subito. Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro.Via dall’Euro. Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.Subito.
Prima che ci riducano come una colonia o un Paese dell’ex terzo mondo.

gioc
Scritto il 6 Maggio 2013 at 21:11

A proposito guardate i grafici della figura n. 2 . Visto che chi opera in borsa dice che un grafico spiega meglio di mille ragionamenti. Guardate l’anno in cui comincia a divergere il labour cost competitiveness. Domandina da un milione di Euro. Che è successo nel 2001?????????????????
Vediamo chi è bravo ad indovinare.

Scritto il 6 Maggio 2013 at 21:26

gioc@finanzaonline,

Ancora! E secondo te uscire ora dall’Euro ci risolverebbe tutti i problemi? Interessante leggere che occorre uscire per non diventare un paese del terzo mondo. Secondo te con l’uscita dall’Euro tout court non diventiamo subito un paese del terzo mondo?

gioc
Scritto il 6 Maggio 2013 at 21:54

Non tutti certo . Ma tureremmo la falla. Guarda i grafici che tu stesso hai postato . Tutto comincia dalla fatidica data dell’avvio della moneta unica . Già in precedenza avevamo avuto un precedente con l’ECU . Abbiamo svalutato e ci siamo ripresi per poi insistere nell’errore. La Germania sta facendo dumping salariale in contrasto con gli accordi comunitari e sta facendo fuori tutte le economie più deboli del vecchio continente. E’ l’unico Paese che si sta ingrassando dalla crisi a scapito di quasi tutti gli altri. Eppure anche tu che non pari certo un ingenuo o poco informato non ne trai le dovute conseguenze. A meno di ammettere che Hitler aveva ragione a teorizzare la supremazia della razza teutonica sugli altri popoli. Vai a vedere quello che scrive Oskar Lafontaine, presidente del SPD riportato dal blog voci dall’estero.

Scritto il 6 Maggio 2013 at 22:01

Ma non pensare che tornando alla Lira, uscendo dall’Euro, chiedendo scusa a tutti, si possano tirare indietro le lancette dell’orologio. Rispetto ad allora la situazione è enormemente cambiata: ENORMEMENTE. E questo viene sempre sottovalutato da chi fa questi conti.
Tornare indietro significherebbe default immediato.
Senza poi dimenticare tutti gli effetti collaterali su ricchezza, risparmio, banche ecc ecc.
Ah…dici che con la Lira si incentivano le Esportazioni? Vero! PEccato che l’Italia importa praticamente tutta l’energia e tantissima altra roba…
Uscire dall’Euro ora non si può. E sicuramente occorre un processo lungo e molto complesso.

gioc
Scritto il 6 Maggio 2013 at 22:17

Scusa lo hai scritto tu che non c’è più tempo a disposizione.Quindi ora o mai più.Quanto alla ricchezza lo hai sempre scritto tu che negli ultimi dieci anni il Paese si è fortemente impoverito , ne mi pare che le misure di austerity abbiano sortito un qualche effetto se non quello di deprimere ancor più l’economia ed aumentare il debito. Se la svalutazione fosse diciamo del 30% l’aumento del costo dell’energia , in particolare gas e petrolio potrebbe essere raffreddato da un minor carico fiscale. Ti ricordo che sui prodotti energetici il fisco incide per circa il 70%. Quanto al debito l’Italia ha un bilancio in attivo e ancora un buon apparato industriale,finchè dura, mentre riguardo al valore del risparmio si tratterebbe di comprare italiano. Se poi paghi un telefonino Samsung il 30% in più pazienza.Meglio che finire a fare i camerieri dei Tedeschi. Comunque una discussione di questo tipo non è agevole ne io sono la persona piu indicata a farla. Ma su internet puoi trovare interventi interessantissimi di Economisti , ormai sempre più numerosi tipo Bagnai, Zezza, Brancaccio , Savona , Borghi etc. etc . che a me hanno insegnato tanto . Non si tratta qui di stabilire chi ha ragione , ma cercare di capire qual’è la via d’uscita da una crisi che sta distruggendo l’Italia e credo che presto ogni cittadino dovrà assumersi parte di responsabilità nelle scelte a venire.

Scritto il 6 Maggio 2013 at 22:22

Sono pienamente d’accordo con te. la verità assoluta NON esiste perchè se esistesse sarebbe fin troppo facile scegliere!
I personaggi di cui parli li conosco (quasi) tutti e non posso negarti di essere in disaccordo con loro. Questione di punti di vista, anche perchè se non fosse così…non ci sarebbe discussione e quindi… già solo per questo ti ringrazio per il confronto.
Continuo a ribadire il fatto che, secondo il mio punto di vista, uscire dall’Euro sarebbe molto più drammatico dii quanto si possa immaginare.
pensa solo all’impatto sul nostro debito. Sarebbe default assoluto. Vogliamo fare la fine della Grecia? Ecco fatto… E ti ripeto, gli effetti collaterali che ne derivano sarebbero svariati. Un effetto domino che veramente ci farebbe affondare.
IL discorso è molto complesso e meriterebbe quantomeno un paio di ore di discussioni a voce…
Con la consapevolezza però che alla fine la risposta assoluta…nessuno ce l’avrebbe comunque…

gioc
Scritto il 6 Maggio 2013 at 22:29

Intanto non posso che apprezzare il tono con cui dibatti da persona civile e senza alterigia. Lasciami solo un ultimo piccolo appunto polemico . ” Vogliamo fare la fine della Grecia? ” Appunto. La Grecia sta nell’Euro , non dimenticarlo. In ogni caso trovo il tuo post molto interessante , anche se capirai bene lo interpreto come un ulteriore supporto alle mie opinioni.
Un saluto

Scritto il 6 Maggio 2013 at 22:30

Si. la Grecia sta nell’Euro. Ma se si uscisse…credimi…sarebbe anche peggio! MA ovvio, è un parere personale…
A presto!

idleproc
Scritto il 7 Maggio 2013 at 02:11

Dream Theater,

DT… sai bene che è l’unica strada e cosa ha demolito il nostro sistema produttivo… non sono stai gli intrallazzi, hanno solo contribuito…
…comunque ci terranno nell’euro fino all’esproprio completo…
Il problema quindi non si pone vista la passività della cittadinanza italiana che comunque, come fatto finora, verrebbe indirizzata verso falsi obbiettivi… se poi saranno gli stessi che ci hanno “portati” nell’eurozona a gestire la cosa… No problem, quindi.
Il mondo è grande, nessuno ci ha ordinato di star qui a farci spolpare anche di democrazia, oltre che della proprietà pubblica, privata e della sovranità, la cui perdita progressiva ha determinato la fine dell’Italia e del suo popolo.
Personalmente non mi va di stare in un “non luogo” in cui non ci si possa più riconoscere.

ferrariferrari
Scritto il 7 Maggio 2013 at 09:15

un video interessante
http://www.youtube.com/watch?v=22wgp2rY6D4

ferrariferrari
Scritto il 7 Maggio 2013 at 09:23

Barnard: Strangolati dall’Euro
http://www.youtube.com/watch?v=jcHNQ-eY_Xg

ferrariferrari
Scritto il 7 Maggio 2013 at 09:24

come si esce dall’euro
http://www.youtube.com/watch?v=fhzwE1oNA30

ferrariferrari
Scritto il 7 Maggio 2013 at 09:31

CLAUDIO BORGHI: “Vi spiego come il Giappone rilancia l’economia stampando moneta”
http://www.youtube.com/watch?v=FcPQT-4_uQs

bimbogigi
Scritto il 7 Maggio 2013 at 09:41

Sono in assoluta sintonia con Gioc, essendo anche io un estimatore degli studi di Bagnai, Bellofiore etc. Sul fatto che la Grecia stia meglio nell’€, caro Dream, ci andrei piuttosto cauto. Vai a farti un giro per rendertene conto. Report parlano di più del 20% dei bambini sotto i 5 anni malnutriti. Credo che oltre quello non rimanga altro. Sull’uscita nostra dall’€ (cosa che non avverrà mai perchè saranno i crucchi a segare per primi il ramo su cui siedono), anche io credo che sia stata fatta un’opera di demonizzazione e terrorismo da parte di tutti, media o politici ( corrotti o incompetenti). Il discorso sull’energia e le materie prime importate è troppo banale. A parte che l’Italia importa petrolio che raffina e che il prezzo alla pompa è fatto per il 66% circa da accise (che potrebbero tranquillamente diminuire in presenza di scenari diversi); il nodo è sull’attesa svalutazione. Ho letto cifre assurde, pari al 40 o 50%. Dal mio punto di vista è follia insensata. Concordo con Bagnai quando dice di attendersi una svalutazione di poco più grande della sommatoria dei differenziali d’inflazione, negli anni dell’€, rispetto al paese più forte, ovvero la Germania. Questo è pari a circa il 12,6%. Per cui un’ipotesi di svalutazione sensata potrebbe essere tra il 15 ed il 20%. E questo NON vuole dire default. Poi è chiaro che ognuno ha le proprie idee e trae le proprie considerazioni. Ma negare che la causa dell’attuale crisi dipende dagli squilibrii della bilance commerciali, che sono state accentuate dal cambio fisso, è sciocco. Tutti ad additare il debito pubblico…ma allora perchè irlanda, Spagna, Grecia sono crollate quando il loro debito era enormemente minore al nostro e inferiore alla media UE?!?! Occhio ai Tulipani, che come hai giustamente detto giorni fa, sono i prossimi in fila…
Saluti

lukeof
Scritto il 7 Maggio 2013 at 11:01

Provo a spiegare il problema in termini comprensibilissimi.

L’Euro crea un problema di competitività a CAUSA del fatto che abbiamo una pressione fiscale altissima sulle aziende e sulle persone RISPETTO al resto dell’EU e del mondo.

Ora, facciamo un ipotesi. Mettiamo il caso che la pressione fiscale sia UGUALE in Germania, Francia e Italia.
Il problema di competitività esiste ancora? No, anche perchè la stragrande maggioranza delle esportazioni italiane è in ambito UE. Anzi, avremmo un incremento notevole delle ns. esportazioni e della bilancia commerciale.

Ora, il problema gigante è rappresentato dal fatto che con 100 e passa miliardi di Euro all’anno delegati al pagamento degli interessi sul debito, lo Stato non puo’ “abbassare” la pressione fiscale.

Quindi il problema è il debito e gli interessi che si pagano su esso.

Ora, il vero obiettivo è proprio l’armonizzazione del trattamento fiscale nei paesi europei.

Come ottenerlo? Dicendo ben chiaramente a Bruxelles, e come ULTIMATUM, o si conferisce in toto il debito da parte di tutti i paesi in sede UE e lo si scadenza in durata differente a seconda dell’entità (che so’ la Germania lo paga in 10 anni, noi in 100 anni) oppure non pago un c**** a nessuno e ti distruggo tutta la baracca finanziaria.

Il default, certo. Ma senza alcun bisogno di cambiare moneta.

Perchè il problema piu’ grosso che ti trovi ad affrontare “cambiando moneta” è che sostanzialmente ti si chiude completamente l’interbancario, e poi per quante “lex monetarie” bagnaiste puoi fare, il tuo debito è denominato in Euro e quindi esplode, in quanto la BCE o qualunque paese UE, non ti potrebbe MAI riconoscere il “decremento” del debito sulla base della svalutazione, in sussistenza di un rapporto di cambio.

Quindi alla fine della fiera sei costretto a defaultare comunque, con parecchi elementi peggiorativi, tra cui appunto la chiusura dell’interbancario, che costringerebbe tutte le banche a far capo per la liquidità corrente alla Banca D’Italia, la quale non potrebbe fare altro che stampare a manetta, ergo spirale di inflazione.

Oltretutto non è poi cosi’ peregrina l’idea che di fronte all’insolvenza e in presenza appunto di “rapporto di cambio” e monete differenti, ogni altro paese si munisca di “barriere protezionistiche” nei confronti dell’Italia che sono impensabili e inattuabili in regime di moneta unica. Cio’ danneggerebbe in maniera rilevante anche le ns. esportazioni e il tessuto produttivo.

Lo dico chiaramente, io sono favorevole al default (se non si riesce a unificare la fiscalità, ed in presenza di avanzo primario), ma munirsi di moneta propria è un “harakiri”, ovvero esattamente permettere alle altre nazioni UE di scaricare la responsabilità e i danni derivanti dal default del debito proprio sugli italiani.

bergasim
Scritto il 7 Maggio 2013 at 11:35

lukeof@finanza,

Condivido in parte quello che dice bagnai, ma vorrei capire tu sei un economista per smontare con due parole quello che lui supporta con dati?
Il problema numero uno di bagnai e che non accetta nel suo blog il dialogo

lukeof
Scritto il 7 Maggio 2013 at 11:57

bergasim,

Non c’è nemmeno bisogno di “essere un economista”, basterebbe capire (magari meglio di un economista) come funzionano le banche e di converso l’economia reale, ed in tal senso ho oltre 20 anni di esperienza.

Non è un problema di “dati”, perchè la domanda che ci si dovrebbe porre è sempre la stessa, ovvero “In presenza di tassazione uniforme a livello Europeo, il nostro sistema è competitivo?”
La risposta è “assolutamente si”.
Se è vero che soffriamo in alcuni settori la concorrenza sleale dell’Estremo Oriente, è altresi’ vero che il nostro sistema produttivo (perfino nelle condizioni terrificanti attuali) sta aumentando il livello delle esportazioni.
Quindi il problema della “competitività” è mal posto. Peraltro sarei anche favorevole a una soluzione REALE a livello europeo per supplire al dumping cinese. Compresi dazi (o meglio “standard”).
Anche perchè soluzioni “nazionali”in tal senso farebbero ridere i polli, andrebbero tutti in frontiera pure a comprarsi le radioline.

Non so se tu ricordi, ma ho postato pure qui su I&M una soluzione ben piu’ radicale rispetto a quelle prospettate da Bagnai per la soluzione del problema (e non solo a livello italiano), alias un default pressochè globale con la creazione di una bolla aurea per l’utilizzo delle riserve auree in compensazione e parziale (o totale) rimborso del debito ed a tutt’oggi sono perfettamente convinto che sia l’unica alternativa effettiva al conferimento in sede UE di tutto il debito con relativo riallineamento delle politiche fiscali. L’e-book, in fase di revisione e completamento con tanto di analisi di impatto sia macroeconomica che politica, sarà peraltro pubblicato a breve.

http://lukell.altervista.org/IlFuturononsivende.pdf

bergasim
Scritto il 7 Maggio 2013 at 12:11

lukeof@finanza,

Leggero con attenzione quello che ho trovato nel link sopra,

Ti pongo un quesito :

Ammettendo che ci possa essere una soluzione ( e c’è anche più di una ) a questa crisi finanziaria e sociale che ci attanaglia, a tuo avviso la piovra che stritola l’economia ( non i politici, loro sono solo una parte dei tentacoli ) permetterebbe una soluzione che darebbe giovamento a molti a danno di pochi? forse nei film made in Usa, ma non nella realtà.
Chiamato come volete, bildenberg,massoneria,nuovo ordine,templari o come vi pare ma qualcuno che giostra ( al di spopra di stati e nazioni ) tutto c’è e sicuramente non hanno nessuna intenzione di cedere neanche un cm del loro potere.
Mi fermo qui perché entro in un territorio minato.

lukeof
Scritto il 7 Maggio 2013 at 12:29

bergasim:
lukeof@finanza,

Leggero con attenzione quello che ho trovato nel link sopra,

Ti pongo un quesito :

Ammettendo che ci possa essere una soluzione ( e c’è anche più di una ) a questa crisi finanziaria e sociale che ci attanaglia, a tuo avviso la piovra che stritola l’economia ( non i politici, loro sono solo una parte dei tentacoli ) permetterebbe una soluzione che darebbe giovamento a molti a danno di pochi? forse nei film made in Usa, ma non nella realtà.
Chiamato come volete, bildenberg,massoneria,nuovo ordine,templari o come vi pare ma qualcuno che giostra ( al di spopra di stati e nazioni ) tutto c’è e sicuramente non hanno nessuna intenzione di cedere neanche un cm del loro potere.
Mi fermo qui perché entro in un territorio minato.

E’ verissimo che nessun circolo finanziario o potentato economico e/o politico ha intenzione di cedere un cm.
Ed è proprio per questo che ritengo che usare la “paura” come risorsa sia l’unica cosa che possa far saltare effettivamente gli equilibri in essere.
Una fenomenologia quale descritta nell’e-book NON puo’ essere fermata da nessun potentato economico, è come un onda gigantesca che distruggerebbe l’intero sistema degli asset “fasulli”, in termini chiari è come “svuotare” un gigantesco acquario, tenendo in vita le “balene” (alias gli stati) ed eliminando gli squali.

idleproc
Scritto il 7 Maggio 2013 at 21:21

Bagnai fa un errore “tecnico” sui motivi per i quali hanno scelto la “sinistra”.
E’ vero che sono (erano) strutturati come un’impresa ma tra i retaggi della strategia stalinista esisteva la “parola d’ordine” dell’alleanza con “la parte più avanzata della borghesia”.
Me vien da ride. Il grande capitale finanziario che si è concentrato nella finanza e che fa sovraprofitti virtuali estraendo poi il valore da tutto il corpo sociale con quello che resta degli ex-stati nazionali.
E’ una tecnica più avanzata di quella che utilizzano gli oligopoli per il controllo dei mercati e che non ha nemmeno bisogno di produrre valori reali.
Come questi, hanno la necessità di avere “governi” asserviti e qui sta il punto fondamentale, hanno la necessità di una base sociale molto ampia che insegua falsi obbiettivi e che sia “gestibile” con la propaganda.
La “sinistra” italiota la aveva.
Abbiamo a che fare con gente molto “pratica”, non è importante la “bandiera” o le chiacchiere ideologiche e gli slogan, è l’esecuzione del programma reale che conta.
E’ facile ipotizzare che con la perdita di seguito di massa che sta avendo la “sinistra” attuale possano esserci delle polarizzazioni su altri che possano garantire il “risultato”.
Non avrebbero nessun problema a finanziarli rovesciando le apparenze odierne.
Non è peregrina l’ipotesi che potranno essere anche posizioni di destra finanziaria od oligopolista stile regimi “latino americani”. I popoli non tradiscono mai, sono le classi dirigenti che lo fanno.

idleproc
Scritto il 7 Maggio 2013 at 21:22

PS. La BCE è un’arma. Ma non è la nostra.

ilcuculo
Scritto il 8 Maggio 2013 at 13:01

Io credo che alla base del ragionamento di DT ci sia l’idea che NON CI SONO RAGIONI OGGETTIVE per cui l’Italia non possa recuperare le sue inefficienze , ci sono ragioni politiche, sono le ragioni di una classe politica di ladri e briganti che stanno prevalentemente nel PDL ma che come abbiamo visto recentemente trova ampio supporto in quella che dovrebbe essere la sisnistra italiana che siè rivelata molto “sinistra” se mi permettete il gioco di parole.

La moneta è una misura di valore , cambiare unità di misura non ci farà diventare più alti o piò bassi.

Avere la sovranità monetaria potrebbe aiutare, ma molto dipende dalla classe politica a cui si da questa sovranità, il grosso del debito pubblico in Italia si è fatto quando avevamo la sovranità monetaria e più volte ci siamo trovati in grave difficioltà , solo che a quel tempo il 90% del debito pubblico era in mano italiane e quindi un default sul debito ITaliano non faceva paura all’estero, se non per chi aveva l’Italia come mercato.

Abbiamo un cuneo fiscale che è almeno 10 punti più alto della media europea, riportarci in media su questo punto ci riporterebbe competitivi, per poter fare questo passo ci vuole un’apertura di credito da parte della UE e della BCE, se non ce la danno è perchè comunque non siamo credibili e BELIEVE ME non saremo credibili finchè Berlusconi sarà ancora il politico più influente dell’intero scenario Italiano.

idleproc
Scritto il 8 Maggio 2013 at 20:45

Esistono questioni di fondo che sono più sostanziali dei ladri e briganti nostrani.
Ci vanno forte anche gli anglosassoni e quando le combinano, sono spettacolari, se la sono inventata loro la finanza creativa.
Decisamente hanno più stile, se la fai grossa la devi fare talmente grossa che stentino a crederci.
Le monete fiat non sono “una misura di valore” come potrebbero essere le monete a base aurea.
Infatti, se dovessero cascare le strutture di potere socio economico che le sostengono oppure gli stati, non varrebbero che la carta con le quali sono stampate. Figuriamoci quelle elettroniche che non si possano usare nemmeno per un riciclo ecocompatibile, ecosostenibile o per far carta da parati.
Calore che si sviluppa nella componentistica elettronica e che fa aumentare l’entropia del sistema.
Non sopravvivono mai a chi le ha emesse a differenza di un doblone recuperato sul fondo del mare.
Nella moneta fiat sono incorporati rapporti di forza geopolitici, socio-economici, militari e strategici.
Sono un’arma nelle mani di chi ne controlla l’emissione e la modalità di distribuzione nel “mercato”.
Sicuramente sono anche un mezzo di scambio ma non bisogna dimenticare il resto e la guerra finanziaria globale e quella più particolare in atto nei nostri confronti che ha determinato governi, li determina indipendentemente dal colore.
Non sono “schierato” dietro una bandierina di partito ma scusate la retorica, dietro quella nazionale che dovrebbe difendere gli interessi di tutto il popolo italiano che mi paiono compromessi.
Nulla da dire nei confronti di DT, di cui, senza conoscerlo, ho una stima personale difficile da esprimere in un post, senza parlare poi della sua competenza professionale e del servizio che, come gli altri e prima degli altri, rende alla collettività.
In un mondo di pecore ed ipocriti su questo blog ho letto le cose migliori e imparato…
Esprimo solo un’opinione e un punto di vista che spero sia errato.

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