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Volatilità: Europa molto meglio degli USA
Confronto tra grafico VIX e VStoxx. I tempi sono cambiati.
I tempi stanno proprio cambiando. Fino a pochi mesi fa, gli USA erano la piazza azionaria assolutamente più performante, più solida, più sicura. E l’area Euro rappresentava invece il rischio: qui da noi si trovava la paure del default degli stati, dell’Eurocrash, della recessione.
E poi…e poi sono arrivati l’OMT e l’ESM. Certo, restano due strumenti al momento inutilizzati, ma dal punto di vista psicologico hanno avuto un’importanza notevole. E nello stesso tempo, negli USA sono finiti i tempi pre-elettorali ed ora i mercati temono il fiscal cliff, lo scoglio fiscale che scade a fine dicembre 2012 e che può valere (se non rinnovato) il 4% del PIL USA.
Morale: anche la percezione del rischio sui mercati azionari cambia e ciò che prima era più pericoloso, oggi lo è molto meno. E invece chi prima aveva una volatilità molto bassa, si ritrova oggi a dover fare i conti con una percezione del rischio molto superiore.
Il grafico che vi presento, con sovrapposti l’andamento del solito VIX (volatilità SP 500) con il grafico del VStoxx, ovvero la volatilità dell’Eurostoxx 50.
Grafico VIX e grafico VStoxx
Il gap che si è venuto a formare credo sia lampante.
L’innovazione finanziaria non conosce limiti. Consideriamo le opzioni, che sono dei prodotti derivati (danno il diritto di comprare o vendere un titolo a un prezzi prefissati entro un certo periodo di tempo). Perché non creare allora un indice che consideri tante opzioni? Dato che il prezzo delle opzioni è tanto più alto quanto maggiore è la probabilità che il prezzo effettivo del titolo si avvicini a quello ‘opzionato’ – cioè a dire quanto più è volatile il prezzo di quel titolo – un indice che sia in presa diretta con i prezzi di tante opzioni è un indice di volatilità del mercato nel suo complesso: l'”indice della paura” è stato chiamato il Vix, perché un mercato volatile fa paura. Il Vix, calcolato e disseminato dal Cboe (Chicago Board of Options Exchange) è un indice che considera le opzioni sulle azioni dell’indice S&P 500, e non è trattato in quanto tale; ma, in una dimostrazione di “derivati del terzo tipo”, dal 2004 sono trattati anche contratti futures sul Vix. Esistono indici di volatilità simili anche per le obbligazioni.
STAY TUNED!
DT