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TOBIN TAX: cosa è, cosa serve, chi colpisce e soprattutto…sarà efficace?
In questi giorni si parla tanto di Tobin Tax ma in molti non hanno le idee chiarissime su cosa sia realmente e come funziona.
Ecco qui di seguito un paio di domande “classiche” fatte da lettori e operatori del settore.
COSA E’ LA TOBIN TAX?
La Tobin Tax è la tassa sulle transazioni finanziarie ideata nel 1972 dall’economista James Tobin, premio Nobel, in passato professore del premier Mario Monti. L’economista aveva immaginato l’applicazione di un’aliquota tra lo 0,1% e l’1% sulle transazioni in valuta straniera con il triplice l’obiettivo di frenare la speculazione, stabilizzare i mercati e raccogliere nuove risorse utili per obiettivi globali. Si tratta di un’imposta che colpisce ogni singola operazione di acquisto e vendita di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati) trattenendo una piccola percentuale del valore scambiato. A fine settembre la Commissione europea ha presentato una proposta di introduzione della Tobin tax nell’Eurozona a partire dal 2014 indicando che porterebbe alle casse europee circa 55 miliardi di euro l’anno. Secondo l’impostazione originaria, applicando a livello globale un’aliquota dello 0,1% la tassa garantirebbe introiti medi annui di 166 miliardi di dollari.
QUALE SAREBBE LA POSSIBILE ALIQUOTA?
La proposta originaria della Commissione Europea era stata presentata nel settembre 2011 e riguardava l’86% circa delle transazioni fra istituzioni finanziarie (compresi derivati, fondi d’investimenti ed hedge fund), prevedendo due aliquote minime diverse: lo 0,1% per gli scambi di azioni e obbligazioni e lo 0,01% per quelli sui derivati. Gli Stati resterebbero liberi di applicare aliquote superiori.
Per minimizzare i rischi di delocalizzazione, la tassa, sempre secondo la proposta originaria, doveva applicarsi a qualunque transazione riguardante almeno un’istituzione finanziaria di un Paese membro, anche se effettuata fuori dall’Ue. Nella nuova versione, questa condizione riguarderà i Paesi partecipanti alla cooperazione rafforzata invece che tutta l’Ue.
QUAL’E’ LO SCOPO DI QUESTA TASSA
La nuova versione della Tobin Tax servirebbe principalmente a ridurre il volume delle operazioni sul mercato in modo da scoraggiare quelle automaticamente impostate dai sistemi di trading che, meccanicamente, impartiscono ordini di acquisto e di vendita sul mercato, quando determinati titoli raggiungono delle prestabilite soglie di prezzo. I sistemi di trading automatico da un lato vengono da più parti indicati come tra i responsabili delle reazioni durissime dei mercati nei momenti più duri della crisi. Dall’altro colpire la speculazione significa renderla compartecipe agli sforzi finanziari che gli Stati devono affrontare per uscire dalla crisi nata dagli eccessi della finanza.
QUALI SONO LE POSSIBILI CONTROINDICAZIONI?
La difficoltà della sua introduzione è dovuta proprio alla polemica che in questi mesi si è sviluppata attorno all’ipotesi-tassa. In particolare diversi economisti e uomini di mercato sostengono che, con meno operazioni (disincentivate dalla stretta fiscale), il mercato diverrebbe meno liquido e, di conseguenza, i prezzi risulterebbero meno indicativi. Dunque la volatilità dei mercati – ovvero il loro saliscendi – potrebbe addirittura peggiorare.
ESISTE IL RISCHIO DI CREARE DISUGLIANZE SUL MERCATO?
Senza un accordo a livello di G20 (ma anche oltre: Paesi come Svizzera o Singapore, rilevanti dal punto di vista finanziario, non fanno parte del G20) si favorirebbero quelle piazze più vantaggiose dal punto di vista fiscale. Applicarla da soli «è un suicidio», come ha detto il nostro Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Inoltre l’efficacia della tassa cambia a seconda dei criteri verranno scelti per decidere a quale Stato vadano versate le imposte, in caso di transazioni internazionali. E poi non dimentichiamo che, ad oggi, la piazza più importante in Europa, ovvero Londra, è fortemente ostile alla Tobin Tax. Senza una coesione del sistema finanziario, a cosa può servire la Tobin Tax? Forse solo a spostare l’operatività su altre piazze.
CHE DIFFERENZA C’E’ CON LA TASSAZIONE DEL CAPITAL GAIN?
Questa colpisce solo i guadagni, con un’aliquota del 12,5% in caso di partecipazioni inferiori al 2% e del 27% per partecipazioni azionarie superiori; la tassa sulle transazioni invece viene calcolata sul valore del titolo, a prescindere dal fatto che l’operazione abbia generato un guadagno o una perdita.
LA TOBIN TAX PUO’ VINCERE LA SPECULAZIONE?
Non del tutto. Aumenterebbe gli oneri connessi all’operatività diffusa, ma non leverebbe la possibilità di sfruttare le inefficienze del mercato. Sotto la lente ci sono i comportamenti degli hedge fund, i cosiddetti fondi speculativi, prodotti complicati e poco trasparenti come i derivati e comportamenti a rischio come le vendite allo scoperto, che consentono di guadagnare quando il mercato scende.
SAREBBE EFFICACE?
La tassa è molto criticata da chi paventa che finisca con l’incentivare la delocalizzazione delle attività finanziarie, aggravando la “fuga” degli investitori internazionali dall’Eurozona, ma è anche molto popolare politicamente per il suo innegabile contenuto etico e simbolico. La “Tobin Tax” resta comunque una tassa di difficile applicazione, se non a livello globale. Nel caso fosse applicata da un singolo Paese o da pochi Paesi con aliquote differenti, ci sarebbe il serio rischio di alimentare la speculazione, anziché scoraggiarla.
“Una Tobin Tax non è funzionale alla raccolta di nuove risorse per l’Erario e rimangono esenti da qualsiasi tassazione coloro che lucrano ovvero gli speculatori, i day-trader (visto che tassa solo chi va overnight, ndr)”.
Questa l’opinione del segretario generale dell’Associazione degli intermediari italiani mobiliari (Assosim), Gianluigi Gugliotta, in relazione all’ipotesi che la tassa sulle transazioni finanziarie serva a reperire risorse per la legge di stabilità. Gugliotta sottolinea poi che la Tobin Tax sarebbe «distorsiva, inefficace e che non se ne capiscono gli obiettivi». Per questo il segretario generale dell’Assosim ritiene opportuna «l’apertura di un tavolo di lavoro» volto «a individuare gli obiettivi» per realizzare «uno strumento che sia efficace e idoneo».
(* Source)(** Source)
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DT
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se hai visto la TTF di Hollande, noti che colpisce solo chi va overnight sulle azioni con una capitalizzazione “grande” (cac 40), quindi se chiudi in giornata non paghi, se usi derivati non paghi neanche se vai overnight.
Forse lo slogan di Hollande doveva essere colpiamo i risparmiatori (e i fondi), piuttosto che gli speculatori 😆
Vincent Vega:
zed iv@finanzaonline,se hai visto la TTF di Hollande, noti che colpisce solo chi va overnight sulle azioni con una capitalizzazione “grande” (cac 40), quindi se chiudi in giornata non paghi, se usi derivati non paghi neanche se vai overnight.
Forse lo slogan di Hollande doveva essere colpiamo i risparmiatori (e i fondi), piuttosto che gli speculatori
non è un dettaglio da poco…se le cose stanno così è importante che il governo faccia chiarezza
e che c’è da chiarire?
ho provato a spiegarlo a due amici non proprio a digiuno di economia (laurea magistrale) ma non hanno capito una cippa, elogiando il povero Hollande che è stato costretto ad agire così a causa dei poteri forti 🙄
quindi la casalinga di voghera che vuoi che se ne accorga della fregatura?
quel che recepisce è che è un provvedimento contro la speculazione.
Andrà diversamente?
c’è da specificare però che la proposta EU è diversa da quella attuata da Hollande, ma anche lui in origine era partito da questi presupposti e poi ha fatto tutt’altro (sembra che vada di moda tra i politici di tutto il mondo )
approfondimenti sul tema:
http://www.ft.com/intl/cms/s/0/c5a49c1c-1219-11e2-bbfd-00144feabdc0.html
Perfect. Risposta esatta. Un motivo in più questa Tobin Tax resterebbe cmq una cosa non realmente efficace e coerente col suo fine “antispeculativo”.
già, e poi se la grande speculazione venisse minimamente colpita concentrerebbe le transazioni su canali/piazze tobin-esenti
tobin tax è proclama populista come la proposta di riduzione irpef di ieri, e su questa cosa un bel VAFFA al governo ci sta tutto
la riduzione irpef non si compensa con l’aumento iva ma con la restituzione e/o sequestro dei patrimoni costruiti illecitamente a vario titolo da politici imprenditori professionisti faccendieri e cosche
e un po’ di imu alla Chiesa non guasta visto che è uno Stato sovrano all’8 permille con una banca riciclatrice al 100%
QUANDO AL COMANDO DI UN PAESE CI SONO GLI IMBECILLI E IMPOSTORI QUESTO è IL MINIMO CHE POSSA SUCCEDERE !AUMENTA IVA E POI STANZIA 1 MLD PER LA TAV CHE NON SERVE A UN KAZZ ! STO CIUCCIO SE NE ANDASSE VIA DALL’ITALIA CON I SUOI PIEDI ! QUESTO è ANCORA + INVASO DI STO TOBIN CHE DICE CHE SIA STATO SUO PROFESSORE ! KOGLIONI AL COMANDO SIGNORI .MA A DIFFERENZA DEI KOGLIONI CHE SALGONO E SCENDONO ? QUESTI RIMANGONO DEI KOGLIONI CON CERVELLO CON IL VUOTO A PERDERE !
sintesi perfetta
Monti ha pronunciato parole che gridano vendetta, ci ha preso tutti per il … e continuerà
ma perchè si deve passare da un estremo all’altro?
una via di mezzo, un onesto qualsiasi anche senza laurea, non ce l’abbiamo da mettere a capo del governo?
Secondo me era molto meglio Tremonti.
Avevamo i conti in ordine, eravamo a un anno dal pareggio di bilancio e tutto…. senza tasse.
Con questo imbecille i conti sono saltati, del pareggio si parla (forse) nel 2015, la disoccupazione é schizzata, il PIl affonda e dobbiamo pagare pure le tasse.
Se questo non é un imbecille…. ditemi voi!
Alcune considerazioni, desunte da quello che sono riuscito a capire di questa tassa, anche da altre fonti.
In particolare vorrei focalizzarmi sul fatto che la tassa colpisce solo le transazioni in valuta estera.
Per il momento l’accordo si è trovato solo in ambito Ecofin, per giunta con un escamotage per farlo passare, visto che c’erano pochi Paesi membri d’accordo.
Nel momento in cui entrerà in vigore nel 2014 (presunta data), le transazioni quindi al di fuori della moneta unica vengono tassate.
Quindi alcuni potenziali sviluppi (considero l’applicazione della tassa in primis nella zona euro… perché siamo più “bravi” e “virtuosi”… ovviamente in senso ironico):
1) Ci saranno sempre meno operatori professionali in Europa, visto che quelli che effettuano correntemente transazioni in tutto il mondo, saranno incentivati a spostare la loro attività, prima dell’entrata in vigore, al di fuori dell’eurozona;
2) Ci sarà un fuggi fuggi di capitali dall’eurozona prima dell’avvento della tassa, con conseguente grave svalutazione degli asset europei, aggravio della crisi europea (a causa di minori risorse a disposizione delle banche… le stime recenti del FMI sugli attivi e passivi delle banche saranno ridicole a confronto di quello che avverrà a causa della tassa) e crollo dei mercati europei (a causa della svalutazione dei titoli… accentuata a leva dalla dismissione dei derivati… e in questo caso non servirà assolutamente a niente un divieto di short selling come i precedenti, anche perché sarebbe impossibile applicare i controlli con così tante transazioni… e soprattutto a posteriori del danno subito).
3) Le multinazionali saranno molto più attente a fare investimenti diretti nell’eurozona… a causa della minore sicurezza del sistema bancario europeo, causa minore redditività, visto che rispetto al resto del mondo, non godranno di maggiori profitti derivanti dalle transazioni finanziarie )… a meno che aumentino le commissioni… che sarebbe come tagliarsi gli attributi), accentuando in tal modo gli investimenti diretti nei Paesi emergenti, USA e UK (che saranno ben contenti di riceverli per mantenere in piedi la loro finanza normale e speculativa).
4) Mi aspetto una pesante svalutazione dell’euro in prossimità dell’entrata in vigore di tale legge… che apparentemente potrebbe anche andar bene… salvo poi accorgersi che la svalutazione sarebbe dovuta alla sua minore affidabilità come valuta di riserva internazionale (molte banche centrali estere se ne sbarazzerebbero rapidamente)… quindi diventerebbe un ulteriore incentivo disgregativo dell’eurozona (cosa me ne faccio di una valuta… se non l’accetta quasi nessuno negli scambi commerciali?).
5) Ma pensano veramente di recuperare tutti quei soldi (calcolati sulla media delle transazioni passate… che non si verificheranno più)… quando gli effetti collaterali sono di ordine di grandezza notevolmente superiori?
6) E’ il miglior regalo che l’Europa possa fare alle banche d’affari, che sappiamo non sono di origine europea,… quindi non verrebbe intaccato minimamente il sistema speculativo attuale (HFT, derivati, ecc.). Anzi gli investitori sarebbero ancora più incentivati ad utilizzare i derivati, visto che godono di una tassazione nulla o al massimo ridotta ad un decimo rispetto a quella del sottostante (azioni, ecc), agevolando la diffusione delle dark pool anche tra il piccolo investitore (già in essere da parte di diversi operatori).
7) Siamo proprio sicuri che la volatilità diminuirebbe… perché la conseguente diminuzione delle transazioni… potrebbe generare molto più spesso gravi problemi di scambiabilità sul mercato dei titoli, con conseguente aumento degli spread e potenziali ampie fluttuazioni dovute ad eventuale panico correlato (difficile che gli investitori si abituino subito ai nuovi spread… presi dal panico preferiranno vendere subito ad un prezzo minore… pur di realizzare).
8) Voglio vedere come riescono a riprogrammare i trading system e i vari algoritmi sulla base del punto 7, differenziandoli a seconda del mercato in cui operano. Ricordo che i mercati sono interconnessi… quindi il panico su certi titoli…. potrebbe causare un effetto a cascata a livello finanziario globale.
Gli eventi recenti falsamente attribuiti ai “fat fingers” sarebbero all’ordine del giorno.
Conclusione. O si applica dappertutto (speranza infitesimale a livello probabilistico, visti gli interessi del mondo finanziario… e il conseguente crollo del sistema dei derivati in caso di sua applicazione mondiale)… oppure la vedo solo un suicidio per chi la applica.
Ma forse l’intenzione è proprio questa. Che l’Europa si suicidi con le proprie ambizioni virtuose… 🙄
Dimenticavo… pare che siamo i primi ad averla messa in agenda… già nella legge di stabilità.
http://www.altalex.com/index.php?idnot=19441
Ma che bravi e diligenti che siamo
Bravi a obbedire alle solite Francia e Germania.
“E’ stata una decisione non facile, maturata negli ultimi giorni”, ha precisato Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante permanete presso l’Unione. Una mossa suggerita dall’opportunità di calmare gli spiriti nella famiglia europea, ed evitare di fomentare l’irritazione tedesca e francese, decisa contro il parere dei tecnici di via XX settembre che, da tempo, avvertono dei rischi d’una tassa sulle transazioni finanziarie decisa senza un’intesa globale. Questo aveva segnato la linea del governo Berlusconi, contrario a una Tobin a livello europeo.
In effetti siamo stati in dubbio sino all’ultimo. Ritiene necessario pensare alla Ftt come elemento di un percorso d’insieme che coinvolga anche le decisioni sulle regole dell’Unione monetaria e, in quest’ambito, della nuova vigilanza bancaria unica per la Bce. Le perplessità dei tecnici sono quelle dell’ex ministro Tremonti. Shadow banking incentivato, rischio di difficoltà per collocare alla banche i titoli pubblici, possibile slittamento dei costi sui risparmiatori. Un rischio che si potrebbe correre, pensa Monti. Sopratutto se questo garantisce la concordia coi grandi Ue.
http://www.lastampa.it/2012/10/09/economia/si-alla-tobin-tax-anche-dall-italia-07Q8dIGmhVJS8aDkoS10aJ/pagina.html
“Una Tobin Tax non è funzionale alla raccolta di nuove risorse per l’Erario e rimangono esenti da qualsiasi tassazione coloro che lucrano ovvero gli speculatori, i day-trader”.
Questa l’opinione del segretario generale dell’Associazione degli intermediari italiani mobiliari (Assosim), Gianluigi Gugliotta, in relazione all’ipotesi che la tassa sulle transazioni finanziarie
questo commento finale lascia perplessi…perchè non colpirebbe i day trader ? 🙄