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Giù le mani dai blog di finanza ed economia (quelli buoni però)
Mi è successo di ricevere dai lettori del blog (che ringrazio per le belle parole, un sostegno morale sempre importante) alcune critiche costruttive sul mio operato di blogger. E molto spesso mi è successo anche di leggere sulla carta stampata il parere di diversi politici ed economisti che si sono schierati CONTRO il diffondersi della cultura finanziaria tramite la blogosfera.
Infatti, molto spesso i blogger sono considerati voci “incompetenti”, di parte, fortemente interessate a tendenze che vanno poi a rispecchiare le proprie scelte di investimento. Insomma, i blogger considerati come voce poco competente in ambito economico finanziario.
Sono ormai 6 anni che navigo in rete con blog di matrice finanziaria. E sono molti più anni che sono un operatore dei mercati (banalizzo) e credo che, in un modo o nell’altro, sono riuscito col tempo a ritagliarmi un piccolo spazio nel mondo della finanza INDIPENDENTE in Italia.
Ma alla fine, è proprio vero che i blog di economia e finanza siano così pericolosi e negativi?
L’amico Anonimocds, che si sente poco ma che ci segue giornalmente (e che scambia quotidianamente col sottoscritto decine di pareri)mi ha segnalato questo articolo che vi propongo. La firma è quanto mai autorevole. Tale Paul Krugman. Qualcuno di voi lo ha già sentito nominare?
Ryan Avent, che scrive di economia sull’«Economist», mi ha intervistato via mail sul ruolo della blogosfera nel dibattito economico, per il numero natalizio della prestigiosa rivista britannica. Non so quali dei nostri scambi verranno pubblicati, ma avendo dovuto far mente locale sulla questione ho deciso di pubblicare qui alcune delle mie riflessioni.
Il problema, o forse semplicemente la questione, è se questa ascesa degli «econoblog» non rischi di svilire la qualità della discussione, di creare una situazione per cui il primo che si sveglia può intervenire nel dibattito economico, mentre ai bei vecchi tempi per dire la propria bisognava prima pubblicare sulle riviste di settore, e dunque passare sotto il vaglio degli esperti che visionano il saggio prima di dare il via libera alla pubblicazione.
La mia opinione è che il sistema non ha mai funzionato in questo modo, almeno non da quando svolgo la professione di economista. E se si pensa a come funzionava normalmente il dibattito economico prima, si vedono i blog sotto una luce diversa, più lusinghiera.
Tanto per cominciare, gli studi e le ricerche sulla politica economica non sono mai stati imperniati sulle riviste specializzate, come ci piace immaginare. Gran parte della discussione avveniva sempre attraverso documenti di lavoro della Federal Reserve e del Fondo monetario internazionale, e perfino attraverso rapporti degli uffici studi delle banche d’affari. L’ascesa e declino della politica della Fed incentrata sugli aggregati monetari, ad esempio, fu un dibattito che non si svolse sulle pagine del Journal of Political Economy e del Quarterly Journal of Economics.
Anche per le ricerche di genere più accademico le riviste di settore hanno cessato di essere uno strumento di comunicazione molto tempo fa, di sicuro da oltre vent’anni. I nuovi studi venivano illustrati con seminari e diffusi sotto forma di documenti di lavoro del National Bureau of Economic Research, ben prima che qualcosa comparisse su una rivista. Interi filoni di letteratura scientifica potevano fiorire, svilupparsi e passare di moda prima che anche un solo articolo uscisse su una rivista (è successo a me con le zone obbiettivo alla fine degli anni 80: il mio documento di lavoro originario, del 1988, aveva già generato una nutrita letteratura derivata nel momento in cui fu effettivamente pubblicato). Le riviste svolgono da tempo la funzione di lapidi funerarie, certificazioni utili per i comitati che devono decidere a chi assegnare la cattedra universitaria, più che forum in cui si discutono e confrontano le idee.
I blog, da un certo punto di vista, hanno reso più aperto questo processo. Vent’anni fa era possibile, e anche normale, mettere in circolazione uno studio e suscitare un dibattito ampio su di esso senza dover passare attraverso il vaglio delle riviste, ma per riuscirci bisognava far parte di certi ambienti, e sostanzialmente bisognava essersi laureati in un’università prestigiosa, far parte di quel gioco. Ora non importa da dove vieni, puoi riuscire comunque a farti sentire: una sorta di cerchio magico in cui non è facile penetrare esiste ancora, ma ha contorni meno formali e l’incarico che rivesti o l’università che hai frequentato non hanno più lo stesso peso di un tempo.
Dal momento che esiste una sorta di principio di conservazione, il fatto che sia più facile per persone dotate di credenziali meno illustri far sentire la propria voce significa che le persone che quelle credenziali le possiedono non hanno, come prima, la garanzia di essere trattate con i guanti. E quindi sì, abbiamo visto nomi famosi finire sotto il fuoco delle critiche – critiche giustificate – mentre dei signor nessuno diventavano protagonisti. Tutto questo è un bene! È sempre accaduto che degli economisti famosi dicessero delle castronerie: ora devono renderne conto.
E questo processo ha anche dimostrato come stanno realmente le cose. Se certi economisti famosi sembrano mostrarsi intellettualmente nudi, non è perché hanno deciso di cambiare abito, ma perché per altre persone è diventato più facile di un tempo dire la loro.
Come potete vedere, ritengo che l’econoblogosfera sia un fenomeno positivo. Per gli economisti ora è diventato più difficile mettere a tacere gli altri mostrando le stellette (anche se qualcuno ci prova ancora), ma questo è un bene. (SOURCE)
Ovvio, le parole di Paul R. Krugman sono una chiara tesimonianza del fatto che i blog di finanza ormai fanno parte del mondo dell’informazione. Ma come sempre non bisogna fare di tutta erba un fascio e NON tutti i blog sono effettivamente “prodotti di qualità”. Saranno il mercato ed i lettori a giudicare.
Nel mio piccolo, sto cercando di mettercela tutta per poter portare nella casa degli italiani e NON solo (visto che ormai sono in molti a collegarsi nel mondo, guiardate il mappamondo qui a fianco) un po’ di verità e di finanza indipendente.
Sta a voi decidere chi seguire, come e SE sostenere queste via d’informazione alternativa che cercano, nel mio caso, sempre la massima indipendenza, anche se, ovvio, se cercate la verità assoluta… ho dei bellissimi blog da consigliarvi…con gli auguri della casa…
Ribadisco, il vostro sostegno per questa iniziativa è fondamentale per la prosecuzione di questo progetto. Lascio a voi giudicare.
PS: VISTO CHE HO GIA’ RICEVUTO DIVERSE EMAIL, CI TENGO A PRECISARE CHE IL SOTTOSCRITTO NON PARTECIPERA’ AL BLOGECONOMYDAY.
Stay Tuned!
DT
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Di una cosa c’è bisogno, specie in Italia: una maggiore diffusione della cultura finanziaria. Quindi ben vengano i blog, gli scambi di idee e pareri tra “addetti ai lavori” e anche non. Poi per il resto io seguo sempre questa massima ” ascoltare l’opinione altrui e decidere con la propria testa”.
Seguo saltuariamente questo blog. Pertanto se posso dare la mia opinione, ritengo che sia di qualità. Però, se posso darvi un consiglio, non mi andrei ad impelagare sulla tematica della verità, perché la Verità è un concetto astratto. E lo spiego con un esempio NON astratto.
Minzolini e Mentana dirigono i TG che raccontano ogni sera più o meno gli stessi “fatti”, ma con priorità, rilevanza e montaggi completamente differenti. Se chiedete ad entrambi, vi dicono di raccontare la verità… E forse hanno ragione, nella misura in cui si aggiunge che si tratta per entrambi della LORO verità…
L’indipendenza invece è un’altra cosa. Se anche Minzolini fosse più indipendente, racconterebbe i fatti in modo diverso da Mentana, che è un po’ più indipendente dalla politica.
Non so se il mio punto è chiaro.
E una “guerra” in cui solo la propaganda di lor signori della “finanza globale” ed “economisti” a seguito ha diritto di verità e di divulgazione. Anche negli US molte testate Web sono state soggette a questo tipo di attacco. Anche ZH. Un buon motivo per continuare cercando da punti di vista diversi di ragionare. E pure di guadagnare… In economia la neutralità non esiste, anche nella scelta dei fatti rilevanti da considerare. Mentana sta dalla sua parte, credo che noi stiamo dalla parte di una stessa scelta etica comune indipendentemente dai nostri rispettivi punti di vista ed interessi. Abbiamo diritto alla nostra Verità di libera espressione del nostro pensiero.
oddio, di puttanate in rete se ne legge tante, la pluralità d’informazione va saputa utlizzare. La verità è che bisogna capirci qualcosa (nel nostro caso di economia e finanza) per sapere se quello che si legge è di qualità o no.
Come al solito pasti gratis non ci sono, cmq meglio tante voci che poche, figlie del conflitto d’interessi.
Concludo ricordando che chi, come il blog intermarketandmore, fa informazione di qualità deve essere premiato dal mercato: chi quotiddianamente legge questo blog deve versare un contributo PERIODICO: io tutti i primi del mese lo faccio.
Chi usufruisce del lavoro altrui deve pagare.
Se devo essere sincero non troppo…
E io per questo ti ammiro e ti ringrazio… 🙂 La gente non capisce la mole di lavoro che comporta questo blog e cosa significa cercare sempre di dare “il meglio”. In Italia purtroppo la mentalità è del tipo “assorbo a sbaffo e chi si è visto si è visto”.
Vabbè….che ci volete fare… fate voi…
PS: VISTO CHE HO GIA’ RICEVUTO DIVERSE EMAIL, CI TENGO A PRECISARE CHE IL SOTTOSCRITTO NON PARTECIPERA’ AL BLOGECONOMYDAY.
Dream Theater: PS: VISTO CHE HO GIA’ RICEVUTO DIVERSE EMAIL, CI TENGO A PRECISARE CHE IL SOTTOSCRITTO NON PARTECIPERA’ AL BLOGECONOMYDAY.
bisogna accontentarsi del gremlin (sic) 😥
assurda vero DT???
***Bank of Italy: More than €80bln was moved out of Italy in Aug + Sept by Italians concerned about the growing risk of a gvt insolvency**
Sicuramente grazie a questo blog ho avuto modo di accrescere enormemente la mia cultura finanziaria oltre ad avere lo stimolo… per scrivere qualcosa che spero sia utile (e un ricambio a quanto ho imparato).
Dream Theater:
In Italia purtroppo la mentalità èdel tipo “assorbo a sbaffo e chi si è visto si è visto”.
Su questo non sono completamente d’accordo. In italia ci sono già diverse riviste che vivono esclusivamente sul finanziamento dei lettori (senza alcuna pubblicità per intenderci),e grazie a questo sono particolarmente e veramente indipendenti, specie quando devono affrontare argomenti… che vanno contro grossi interessi (hanno anche un grosso pool di avvocati dietro…).
DT solo tu conosci le statistiche e puoi sapere se è il caso che inizi a riservare una parte di post/articoli (specie quelli che possano essere utili per capire come posizionarsi sul mercato… oppure comprendere un argomento economico complesso) solo a chi contribuisce in qualche maniera. Ciò non toglie che potresti poi mettere una parte degli stessi in maniera libera… magari con qualche giorno di ritardo… in maniera da far capire l’importanza dei contenuti e permettere l’accrescimento della cultura finanziaria… aspetto non trascurabile in questo Paese, specie in questi frangenti… e visti i prossimi sviluppi.
Il rovescio della medaglia è che, per riuscirci, dovresti scrivere meno post, aumentandone la qualità (che non vuol dire che quella attuale sia non ottima… anzi!) e pubblicandoli (specie quelli orientativi) con una cadenza piuttosto regolare.
Ovviamente è una proposta…
anzi…
potresti fare un post dal titolo “Come migliorare o peggiorare Intermarket&more” in cui ognuno di noi potrebbe dire la sua critica o proposta costruttiva… secondo me uscirebbero molti aspetti interessanti.
Poi mettere in pratica qualche idea e vedere la reazione… e comportarsi di conseguenza.
Più democratico di così 😉
Venduto a chi? Ci tengo alla mia indipendenza… ho sempre fatto parte di un gruppo a sé (sarà per questo che non mi considero normale!)
Avendo voi, essi una competenza finanziaria nettamente superiore alla mia, se l’Italia cominciasse una doppia circolazione monetaria con la seconda garantita a base aurea es. Btp di nuova emissione a base aurea potrebbe scompaginargli il gioco? Scusate per l’eventuale fesseria.
Chissà se quanto ipotizzi… possa in parte realizzarsi veramente… ma non subito, immediatamente. Solo dopo la tempesta… di cui adesso vediamo solo l’alzarsi delle foglie dovuto a qualche iniziale folata di vento.
Ovvero la circolazione monetaria con garanzia aurea: ci vorrebbe però la volontà di numerosi stati e soprattutto potenze economiche. Incominci a intravedere qualcosa nella tua immaginazione? 😉
lampo,
“Incominci a intravedere qualcosa nella tua immaginazione?”
…da un pò… il problema è sul quando. 🙄
(fuori tema) Good night ameriKa! Ride bene chi ride ultimo,speriamo non oggi a me domani a te.
Ho sentito che ti ha fatto fare una maglietta rosa con su scritto “STAFF” in fuxia-
E’ vero? 😯
Venduto! Post prossimo venturo!
HAHAHHAA… No! intendevo venduto come “proposta accettata”!
L’avevo capito… ma ho voluto cogliere l’occasione per il bisogno di sdrammatizzare… specie in giornate come queste…
D’altronde… la vita continua comunque… (per fortuna!)
La news non mi coglie non sorpreso… più che il default fa paura al risparmiatore la patrimoniale, in questo momento…
Anche se al risparmiatore… dovrebbero fare più paura le banche… ma diciamolo solo sottovoce… specie per quelle che devono portare a bilancio la svalutazione dei nostri titoli di stato… e la perdita di valore azionario in corso…
Ulteriori aumenti di capitale in vista… oppure rimanere in attesa di essere comprate dall’estero… per nascondere il crack?
Sono già presenti in minoranza nei consigli di amministrazione. Mi sembra che per superare il 10% del capitale deve esserci il benestare di Bankitalia.
okkio al prelievo forzoso dai conti correnti verso il 16 novembre quando scadono le tasse e iva e i conti correnti sono + pieni (li mortacci lora)
Dream Theater: La gente non capisce la mole di lavoro che comporta questo blog e cosa significa cercare sempre di dare “il meglio”. In Italia purtroppo la mentalità è del tipo “assorbo a sbaffo e chi si è visto si è visto”.
Vabbè….che ci volete fare… fate voi…
Colgo l’occasione per ricordare a chi “assorbe a sbafo”, dato che non se ne parla spesso: lo stesso discorso vale per chi usa software free o open source, che “nasconde” un grande lavoro e sta in piedi grazie al lavoro gratuito di tanti programmatori e alle donazioni di chi lo utilizza. 😉
daccordo che dare un qualcosa ci stà !ma non venitemi a dire che la gente dovrebbe investire su consiglio dei bloggher ? xchè sarebbe un puttanaio incredibile !
sì DT nemmeno a me mi stupisce, io parlo della quantità–
€80bln in 2 mesi nn son pochi…
io trovo che il tuo blog sia molto interessante, e pure le altre persone che postano articoli , han sempre scritto cose interessnti.
purtroppo quando si parla di serietà, si ha difficoltà anche ad inquadrare la carta stampa ….è tutta di qualità????
come la carta stampa può essere di più o meno buona qualità, lo stesso vale per i blog.
vorrei accennare, di cui non conosco ancora molto poichè me ne hanno parlato ieri è il movimento ows (ocupy wall street) che sta prendendo piede in tutto il mondo e in tutte le città, e si basa sulla rete come media di diffusione.
potrebbe esser un interessante spunto per dare un colpo di grazia alla classe dirigente che ha paura di facebook e twitter e della velocità con cui si possono trasmettere informazioni non filtrate.
comprendendo l’importanza della reta nel futuro pure alfano e berlusconi hanno creato il loro profilo facebook, OVIAMENTE NON GESTITO DA LORO MA DA PERSONE PAGATE PER FARLO IN MODO STRATEGICO.
la maggior parte dei contatti che li seguono sono persone fasulle che spendono parole di ringraziamento per l’operato del premier.
giusto ieri sera alfano raccontava a porta a porta che anche lui è presente in facebook….
ora, se non grazie alla rete e alla libertà di pensiero e parola, come mai avremmo potuto leggere gli articoli scritti da dream da gremlin e di tutti gli altri?
forse dobbiamo iniziare a capire che anche la politica può essere fatta in rete e che la rete può essere usata in modo più strategico per fare politica.
beppe grillo ci ha provato. credo abbia funzionato abbastanza…..ma solo per mandare “aff*******lo” i politici e per organizare i V day manifestazioni popolari di dissenso.
il movimento ocupy, credo che nasca dalla necessità di una economia più sana e meno corrotta, meno guidata dall’avitidità generata dalle stesse banche!
ma vi sembra giusto che esista uno srtumento il CSD che scommette sul default di un paese?
certo è lecito tutto, ma un tale strumento è un arma a doppio taglio ovvero può inginocchiare un paese.
un simile strumento dovrebbe essere vietato dall’etica dell’economia, essendo strumento che può arrecare danno in tempi molto stretti.
oggi lavoro permettendo provo a leggermi un po di ocupy, che so è presente anche a milano!
buona giornata a tutti!
c’è tanto bisogno di informazione vera e libera soprattutto in italia