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Quando mancano le basi alla crescita economica reale

Scritto il alle 12:30 da Danilo DT

Questo grafico è secondo me di un’importanza siderale, anche se forse per alcuni di voi non sarà di facilissima comprensione. Il ragionamento non è però poi così complesso. Si tratta di un grafico a dispersione.

Questa è la logica: un aumento degli investimenti strutturali, porta una correlata diminuzione del tasso di disoccupazione. Viceversa, un basso incremento degli investimenti strutturali (sono la base della crescita economia) comporta alta disoccupazione. Prendendo spunto da uno studio ci John Taylor vi invito a seguire il ragionamento e guardate i grafici.
Ora noi tutti sappiamo che la disoccupazione è al’8.9%

Quindi, secondo voi, con un tasso disoccupazione così elevato, gli investimenti strutturali saranno stati elevati , creando quindi le basi per una solida, convincente e soprattutto reale ripresa economica, oppure no? Ovviamente no… e questo grafico ce lo testimonia…

In realtà c’è un rapporto di correlazione INVERSA evidentissima. Confermato da questo altro grafico.

Portate pazienza, Dream continua a giocare a fare l’economista sfigato, convinto di fare la cosa giusta nel dire cosa pensa realmente, cercando di documentare SEMPRE quanto dice. Poi ovviamente ognuno è libero di pensare ciò che vuole e anzi…tutto può essere un’eccellente base per ragionarci su…anche perchè il mercato oggi teoricamente sconta questo scenario previsionale…

Ai posteri l’ardua sentenza (con la Santa benedizione della FED)…

STAY TUNED!

DT

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6 commenti Commenta
hironibiki
Scritto il 31 Marzo 2011 at 14:02

DT non ho capito..

Scrivi:
“Questa è la logica: un aumento degli investimenti strutturali, porta una correlata diminuzione del tasso di disoccupazione. Viceversa, un basso incremento degli investimenti strutturali (sono la base della crescita economia) comporta alta disoccupazione”.. E fin qui ok, poi però aggiungi..
“Quindi, secondo voi, con un tasso disoccupazione così elevato, gli investimenti strutturali saranno stati elevati ..:”
Non capisco gli aumenti di investimenti aumentano o diminuiscono la disoccupazione? :mrgreen:

gioetf81
Scritto il 31 Marzo 2011 at 14:12

La correlazione ci dice solo che 2 variabili si muovono insieme, ma non ci dice a priori quale sia la variabile dipendente. Per saperlo occorre fare delle verifiche econometriche. Inoltre, variabili come quelle che hai indicato (occupazione e investimenti) presentano un problema detto “esogeneità debole” (lo so che in un blog uno cerca sempre di rendere le cose facili, ma il rischio è di commettere errori nel semplificare troppo la realtà economica e i suoi complessi legami).
Logicamente gli investimenti possono essere influenzati anche dal livello di occupazione in quanto questa influenza il reddito, quindi la domanda interna e, voilà, gli investimenti… Lo stesso problema statistico presentano variabili come reddito e consumi…
Questo per dire che non basta un grafico per sapere se ripartiranno o meno gli investimenti, perché se non conosciamo la relazione econometrica, non possiamo dire quale delle due variabili guida l’altra.
Una considerazione sul poter “dire ciò che si vuole”…
Seguo da qualche mese questo blog e sinceramente mi piace perché è ricchissimo di spunti, informazioni e visioni critiche. Da un blog non si può certamente pretendere il rigore scientifico di un paper universitario. Tuttavia, non è la prima volta che il concetto di correlazione viene utilizzato, a mio avviso, un po’ superficialmente, dando a questo indicatore statistico, per carità fondamentale, un potere (predittivo?) forse pericolosamente elevato.
Se posso permettermi di dare un consiglio da interessato lettore di questo blog, credo che sarebbe utile, quando si parla di correlazione, ribadire sempre (quasi come un mantra Consob compliant) che la correlazione non è sufficiente per individuare una relazione tra variabili.

Scritto il 31 Marzo 2011 at 14:32

@ Hironbiki:
io invece non ho capito se tu hai capito… 😛

@ Gioeft81:
dici bene, occorrerebbe approfondire, e spiegare tutto per benino. Il che comporterebbe due cose: post lunghissimi che poi, ahimè, non verrebbero letti,
Nel post c’è anche il link al blog di Taylor (Quello della Taylor Rule) dove si può tranquillamente approfondire l’argomento.
Poi per carità, ogni vostro parere per me è sempre oro! 🙂

hironibiki
Scritto il 31 Marzo 2011 at 14:46

Dream Theater,
No alzo bandiera bianca :mrgreen:

paolo41
Scritto il 31 Marzo 2011 at 14:59

Dream,
è più che giusto che gli investimenti strutturali, se incrementano la produttività del sistema, favoriscono competitività e occupazione, ma, come sovente avviene, occorre fare dei distinguo.
Peraltro anche Keines suggeriva che nei periodi di recessione era compito dello stato favorire investimenti strutturali; purtroppo ho dubbi che le teorie dell’illustre economista inglese si possano applicare sic stantibus anche ad una società post-industriale come quella che stanno attraversando i paesi avanzati (per distinguerli dai cosidetti emergenti o dai semi-emersi o da quelli che, stando ai numeri, sono emersi del tutto).
Per evitare polemiche, non entro nel merito dei singoli interventi nel nostro paese; sottolineo soltanto che non essendoci sintonia e comune visione fra governo, opposizione, confindustria e sindacati sul da farsi, non ci potrà essere, in queste condizioni un salutare sviluppo degli investimenti.
Assistiamo quasi sempre a dichiarazioni pletoriche e piene di retorica politica a tutti i livelli, nessuno escluso, con l’handicap che è sempre presente la burocrazia del “NO”, di modo che, qualsiasi cosa venga fatta, c’è sempre il pericolo di cadere nelle forche caudine della doppia verifica (preventiva e postuma) di chi è all’opposizione, della magistratura, della corte dei conti, etc.
Siccome è ormai dimostrato che la loro linfa vivendi è il disaccordo perenne, fino a che non saremo capaci di mandarli tutti a casa, destra o sinistra o centro che siano (non ce n’è uno, dico uno, che meriti fiducia), l’Italia sarà sempre la patria del non-fare e arrancheremo come zoombies dietro agli altri paesi.

lampo
Scritto il 31 Marzo 2011 at 15:29

paolo41,

Purtroppo… non mi resta che condividere… anche se intravedo la luce in fondo al tunnel, data da tante nostre piccole e medie imprese… che hanno imparato ad andare avanti ed essere competitive, senza fare affidamento sulla politica e sopportando la nostra burocrazia.
Se sono riuscite ad emergere qui in Italia… affronteranno facilmente la competizione estera e la successiva internazionalizzazione.
A quel punto, forse fra qualche decennio, le “caste” attuali non avranno più interlocutori… quindi perderanno il loro potere… si spera per sempre.

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