Il micidiale dumping valutario della CINA

Scritto il alle 14:15 da Danilo DT

Un altro splendido articolo dell’amico Gaolin che ci spiega alcune importanti verità sul dumping valutario e sul commercio internazionale. Buona lettura!

DT

Il micidiale dumping valutario della CINA

Visto che è nella natura dei blog il potersi esprimere con termini diciamo più forti di quelli usati dagli articolisti dei media allineati ne approfitto, sperando di rendere meglio l’idea di cosa sta succedendo nel mondo dell’industria manifatturiera globalizzata che ormai abbraccia tutto, dalle produzioni di cianfrusaglie, di solito poco utili, ai prodotti di più alto contenuto tecnologico, simbolo dello stato di avanzamento del progresso di un paese.

Fra i discorsi che spesso capitava di sentire fino non molto tempo fa, ovvero prima del 2008, anno dello scoppio virulento dell’attuale crisi economica dei paesi occidentali così detti avanzati, ve ne era uno molto comune sulla bocca di tanti economisti, ovvero di quelli che usano illustrare a posteriori i fenomeni che accadono, tentando di fornire dotte esplicazioni degli stessi e magari dispensare utili , secondo loro, raccomandazioni su cosa è bene fare o meno.

Uno di questi era che la Cina costituiva una grossa opportunità per l’occidente sviluppato, purché quest’ultimo puntasse decisamente sulle tecnologie innovative, sulla qualità dei prodotti, sul miglioramento dei processi produttivi, sulla creatività. Ciò facendo l’occidente avrebbe continuato a mantenere nei propri paesi il know-how, la supremazia tecnologica, insomma a mantenere la propria leadership economica e culturale sugli altri. Si dava per scontato che le produzioni semplici dovessero passare dai paesi più a quelli meno sviluppati tecnologicamente e che a questo ruolo subalterno questi ultimi non potessero sottrarsi mai.

Sulle ali di questa euforia, che a sentire costoro sembrava prodiga di benefici per tutti, si è dato avvio alla delocalizzazione dell’industria manifatturiera da occidente verso oriente di produzioni via via più complesse e sofisticate.

Per anni sono stati evidenziati i vantaggi a beneficio delle popolazioni dell’occidente avanzato, che poteva disporre di beni a basso costo e che in pratica sembrava dare maggior valore ai salari dei popoli lì residenti.

Un fenomeno che ormai credo chiunque in occidente cominci a percepirne i tragici effetti, in termini di depauperamento di ricchezza vera, ovvero della progressiva e inesorabile sparizione e smantellamento del proprio apparato produttivo manifatturiero, costruito in decenni di impegno da parte di lavoratori e imprenditori appassionati, un tempo orgoglio di molte nazioni, fra cui in prima fila l’Italia.

L’obiettivo del post non è comunque quello di descrivere o analizzare aspetti del fenomeno delocalizzazione, quanto di denunciare l’assoluta dissennatezza dei governanti occidentali che supinamente accettano che un paese non qualsiasi, ma popolato da oltre 1.300.000.000 abitanti, manipoli quotidianamente il valore della propria moneta, mantenendola di fatto ancorata a quello dello USD a un tasso di cambio che definire assurdo è dire poco, essendo completamente scollegato dal reale potere d’acquisto che questa ha nel paese. Si parla della CINA ovviamente.

A questo proposito per dirla in breve e senza troppo sottilizzare, si può affermare che il salario netto di un operaio cinese, categoria ormai molto diffusa in quel paese, che è pari a 150-250 EUR, a seconda delle aree più o meno sviluppate delle province costiere della Cina vale, rispetto a quello dei paesi occidentali avanzati, circa 5 volte in potere d’acquisto, riferendoci ai beni e servizi primari.

Facendo qualche semplice calco letto risulta essere molto di più della sola scodella di riso quotidiano, che ancora qualcuno pensa sia quanto di cui si deve accontentare un lavoratore cinese. Questo atteggiamento occidentale di considerare la Cina un paese ancora arretrato e povero è un gravissimo errore.

Il bello è che i governanti cinesi poco fanno per sfatare questa credenza fuori della Cina. Sul tema dicono una cosa vera, cioè che in Cina vi sono ancora zone molto arretrate, dove in verità le condizioni di vita sono veramente miserevoli . Con ciò giustificano il fatto che la CINA non può correre il rischio di rallentare il proprio sviluppo economico, come certamente accadrebbe se aumentasse decisamente il valore della propria moneta rispetto alle altre. La crescita del loro export potrebbe di molto calare e sicuramente gli enormi profitti degli esportatori cinesi si contrarrebbero notevolmente. Insomma, vista dai cinesi una catastrofe.

Comunque, che i governanti cinesi vogliano perseguire politiche economiche e commerciali  in grado di garantire uno sviluppo dell’economia cinese a doppia cifra annuale può essere comprensibile. Molto meno comprensibile invece è che i governanti occidentali la accettino supinamente, senza minimamente comprendere che queste porteranno alla completa rovina dell’ economia reale occidentale, se non si inverte in breve e in qualche modo la rotta.

Probabilmente qualcuno, magari confortato/suffragato da dati che provengono da altri paesi e anche alcuni dall’Italia, non la vede così tragica ma posso assicurare che in tutti i comparti industriali coinvolti nella competizione globale di ogni nazione, tedeschi compresi per intenderci, la preoccupazione è molta. Le aziende/industrie che stanno meglio confidano che questa situazione muti, prima di essere anche loro stroncate dall’invadenza cinese, che sta tuttora procedendo inesorabile, giorno dopo giorno, settore dopo settore.

Probabilmente vi sarà ancora qualche acerrimo autolesionista che dirà che anche l’Italia, a suo tempo, si contraddistinse per praticare politiche di svalutazione competitiva della propria lira per potere, anche attraverso l’export, sviluppare la propria economia. Ciò è senz’altro vero ma la dimensione era di tutt’altro livello. Le svalutazioni mantenevano un costo della vita di qualche 20-40% inferiore a quello tedesco ma non 5 volte inferiore come è il caso attuale della Cina.

In questa enorme differenza sta il micidiale dumping valutario della CINA, fondamentale punto di forza della sua economia.

Tanto per far riflettere ancora di più i lettori, aggiungo che il dumping valutario, elevato alla 5^ potenza, non è il solo punto di forza attuale della Cina. Ce ne sono ben altri quali:

1- Governo del paese secondo principi economici liberisti, anche se non tutti ovviamente apportano solo del bene, portata avanti da una dirigenza illuminata, capace e determinata, con chiara visione degli obiettivi da raggiungere.

2- Spirito e capacità imprenditoriali diffusissime in Cina ad ogni livello.

3- Dedizione al lavoro dei cinesi come dalle nostre parti molti decenni fa.

4- Lacci e laccioli da parte della pubblica amministrazione ridotti ai minimi termini.

5- Enormi disponibilità finanziarie rivolte al sostegno dello sviluppo economico, grazie all’elevatissimo tasso di risparmio dei, per noi, “poveri” cinesi.

6- Possibilità di programmare e realizzare colossali progetti di opere pubbliche, con tempi di realizzazione inconcepibili dalle nostre parti.

7- Sono in tanti, oltre 1.300.000.000 di individui orgogliosi dei loro successi e tutti convinti di diventare nel futuro prossimo la nazione numero 1  al mondo.

In questa situazione chi può dar loro torto?

Noi occidentali invece ci stiamo accorgendo, ancora lentamente purtroppo,  di essere sempre più totalmente asserviti agli interessi dei poteri forti, ovvero a quelli della grande oligarchia finanziaria e della finanza speculativa che, come se non bastasse quanto sopra, stanno danno un sostanziale contributo all’invadenza cinese in ogni settore economico.

I politici occidentali invece cosa fanno? Voglio essere buono, non riescono ancora a capire nel loro complesso cosa sta succedendo per cui, oltre a discutere per tentare di schiarirsi le idee, non fanno praticamente nulla, che è la peggior cosa in questo momento.

Gaolin

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DT

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15 commenti Commenta
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 14:37

Come sempre Ottimo Gaolin. 😀

paolo41
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 14:39

Gaolin,

aggiungi, tanto per essere ancora più espliciti, che la EU, dominata dalla Germania, non ha alcuna intenzione di alzare dazi e tariffe sui prodotti cinesi, perchè penalizzerebbe le esportazioni delle aziende tedesche in Cina; aggiungi che, anche se con un intervento limitato, dichiarano che stanno intervenendo a sostegno dei debiti dei paesi europei “periferici”, aggiungi che una gran parte dei profitti delle multinazionali americane derivano dalle delocalizzazioni in Cina, etc e che tali profitti, per legge (SIC!!!!!) non vengono tassati dalle autorità americane e, quindi, reinvestiti all’estero…. e potremmo continuare…

bergasim
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 15:30

Buongiorno, una piccolissima domanda, ma se la cina non riuscirà a controllare il suo tasso di inflazione ( il petrolio e le commodoties non possono salire all’infinito e non provocare danni) cosa potrebbe succedere alla sua valuta?
Se gli usa non riescono a far rivalutare iol remibi con le buone potrebbero riuscirvi, con un pò di sana inflazione esportata nel paese del dragone. 🙄

E poi se l’economia americana ed europea entrassero nuovamente in una fase recessiva o di crescita molto bassa, i cinesi a chi esporterebbero?
Se si verica l’ipotesi di cui sopra, i cinesi no potranno far crescere la loro economia in eterno allagando il mercato dei prestiti e costreundo infrastrutture nella speranza che prima o poi vengano utilizzate, o continuando a stoccare merci.
Il tutto senza considerare la bolla immobiliare ( vedasi bolle in : usa,spagna,uk,irlanda già scoppiate, australia e norvegia in divenire).
I paesi occidentali potrebbero tra virgolette permettersi un periodo di austerity, la cina non credo.

nervifrank
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 15:50

bergasim,

Giusto Bergasim, penso che la conseguenza immediata per i Cinesi sarebbero dei problemi sociali molto seri.
Con ovvie ripercussioni economiche.

hironibiki
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 15:55

E’ solo questione di tempo. Come in un gorgo ora stiamo girando a spirale. Ad ogni giro ci avviciniamo all’epicentro e una volta lì verremo risucchiati in un grange crash economico senza precedenti probabilmente mondiale visto che le economie sono tutte collegate.

ottofranz
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 16:46

Purtroppo ho paura che sia già troppo tardi. Specialmente per quanto riguarda noi

Come ho già avuto modo di dire ormai è Storia. Potremo, potremmo, fare qualcosa come Europa , unita , unica e ben diretta e comandata , ma già solo a scriverlo mi vengono i brividi e comunque so che è utopia.

Ormai ci siamo già bruciati una generazione di artigiani e di piccolo commercio che nel giro di poco in ogni caso dovrebbero ricominciare da zero.

Specialmente negli Artigiani , vent’anni chiudono un ciclo. Pensare di ricominciare , con le nuove regole che sono oltre alle capacità imprenditoriali ,anche i capitali occorrenti per fare impresa che si sono decuplicati rispetto a prima , e fra l’altro in assenza di un mercato e di una domanda , è pura follia.

Di concerto la stessa cosa sta succedendo in agricoltura. Quando si chiude una stalla di vacche da latte , non è che dopo tre anni si dice ok riapriamola che adesso si può fare.

Se cominciamo a togliere l’artigianato, il piccolo commercio e l’agricoltura cosa ci resta? Vediamo un po’? Il Turismo, e l’Industria.(Senza il tessile , attenzione)

Saranno sufficienti?
La vedo molto dura. Per noi …

Con oltretutto delle masse completamente impreparate ed abituate al tutto dovuto.

Nuove generazioni di cocainomani rissaiole già senza una ragione, figuriamoci quando saranno utilizzate ad arte.

Scusate lo sfogo, spero sia solo un momentaneo calo degli zuccheri

ottofranz
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 16:54

bergasim,

sicuramente i Cinesi smetteranno anche loro di sorridere perchè dovranno fare i conti, e lo stanno già facendo, con quanto tu hai evidenziato.

Resta il fatto che possono contare su un mercato interno notevolissimo e che il punto 1 ed il punto 6 di Gaolin fanno riferimento al punto 8 che lui non menziona , ma che resta la base di partenza di tutti i punti.

E cioè che comunque, in caso di bisogno, ancora addebitano alla famiglia il colpo alla nuca col quale risolvono i loro problemi più pressanti.

bergasim
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 17:07

si anche in spagna hanno costruito tanto( naturlamente in proporzioni nettamente inferiori), ma se le case riamngono vuote prima o poi i nodi vengono al pettine, non puoi costrurie case e poi laciarle vuote, non puoi costruire immensi centri commerciali e poi lascialrli vuoti,non puoi costruire infrastutture e poi non utlizzarle vedasi aeroporti, non puoi riempire i maggazini di merci, non puoi permetterti che il prezzo delle materie prime decolli ( sopratutto per un’economia come quella cinese che un enorme bisogno di esse ),prima o poi il conto lo devi pagare.

bergasim
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 17:31

baltic dry se ci sei balti un colpo
-4,5% giornaliero, ma questo è un tonfo siamo sotto i 1700 punti, ma tanto il baltic chi se lo c..a? nel frattempo io dottor rame è a livelli record di prezzi

gaolin
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 22:53

paolo41,

Come rilevi bene la Germania in questo momento vive una situazione privilegiata.

Importa beni dalla Cina in grandi quantità, che rivende dappertutto, con enormi margini, attraverso le reti commerciali internazionali di cui è dotata e con i loro marchi apposti, tali da farli sembrare addirittura prodotti MADE in GERMANY, con relativi prezzi.

Esporta i suoi prodotti di elevata qualità e contenuto tecnologico pur con una valuta forte, l’EURO. Di questo si può solo che sono bravi, più bravi di noi italiani che avremmo bisogno di non avere, purtroppo per noi, le regole imposte dai trattati sull’unità monetaria europea.

C’è poco da fare, Italia e Germania non possono convivere con una stessa moneta che implica regole che non siamo in grado di rispettare, purtroppo.

Quanto agli utili, che vengono distribuiti dalle società cinesi, controllate delle multinazionali occidentali, qui è tutto normale invece. Non ci possono essere ulteriori imposte da pagare, in quanto gli utili d’impresa sono già bene tassati in loco, prima di essere distribuiti, con aliquote allineate a quelle più alte in Europa.

gaolin
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 23:19

bergasim,

Nel commento è stata posta l’attenzione su alcune delle principali debolezze del sistema economico cinese
Così com’è strutturato, il sistema economico cinese così com’è è un grosso pericolo per tutti, sia per i paesi occidentali avanzati, che non riescono a sostenerne la ipercompetività, dovuta alle ragioni illustrate nel post, che per la Cina stessa.
L’apparato produttivo cinese, ancora di più di quello degli altri paesi dell’est asiatico (Japan, Korea, Taiwan, …) è esageratamente orientato all’export. Esso ha complessivamente un valore pari a circa il 40% del PIL cinese, un’enormità. Il grosso problema è che i cinesi hanno ancora uno stile di vita sobrio e non sono per nulla dei consumatori di quello che esportano. Insomma per parecchio tempo ancora il 1,3 miliardi di cinesi non potranno sostituirsi agli occidentali, quali consumatori dei beni che producono.
Insomma un bel nodo gordiano.
I cinesi se ne rendono anche conto e AMMETTONO DI ESSERE IN THE SAME BOAT con l’occidente avido consumatore e che questo squilibrio è alla lunga insostenibile. Sanno pure che i loro crediti verso l’occidente non saranno mai esigibili.
Quando però viene fatto presente che basterebbe cambiare l’exchange rate magari con gradualità ma decisamente, esce la preoccupazione che così facendo lo sviluppo della Cina si arresterebbe.
Siccome i cinesi non sono fessi, tutt’altro, sarebbe il caso di essere molto ma molto diffidenti nei loro confronti.
Questo è proprio uno dei casi in cui a pensare male si indovina sicuramente.
Alla fine

gaolin
Scritto il 4 Gennaio 2011 at 23:37

ottofranz,

Condivido quanto ripprtato nei tuoi commenti eccetto uno.
Il punto 8 non è quello che tu menzioni. La Cina è sì un paese poco libero, nella nostra accezione del termine e con un diciamo eccessivo rispetto dell’autorità ma non è un paese di sanguinari.
Se noi pensiamo che i cinesi possano diventare vittime del loro stesso formidabile sviluppo economico siamo sulla strada sbagliata.
Personalmente sono certo che i cinesi se la caveranno in qualche modo ma, prima di un loro declino, noi occidentali saremo ridotti molto ma molto male, andando avanti così.
Per spiegare come se la caveranno però necessita un altro post.

ottofranz
Scritto il 5 Gennaio 2011 at 14:13

gaolin@finanza,
era una forzatura per dire che nella realtà dei fatti hanno un’autorità in grado di esercitare e di far rispettare in tempi brevissimi qualsiasi decisione. 🙂

Scritto il 5 Gennaio 2011 at 15:00

ottofranz,

Hai letto la mia email (completa di commento?) 🙂

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