in caricamento ...
QUESTIONI IRRISOLTE
A tratti sembra di vivere una vera farsa. Tante sono le parole usate da economisti, politici, giornalisti. Vi ricordo qui una serie di parolone di cui avrete sentito parlare:
• Inflazione
• Stagnazione
• Stagflazione
• Deflazione
• Agflazione
• Reflazione
• Recessione
Ogni parola, ovviamente, ha un significato ben preciso. Ma se proprio vogliamo rendere semplice la vita ai lettori, potrei sintetizzare il tutto dicendo che le cose sono abbastanza difficili e complesse…
Io resto comunque dell’idea che i termini più corretti di questa crisi restano recessione e probabilmente stagflazione. Molti cercano ancora di negare, ma ormai in pochi non possono non ammettere tale scenario.E ora che i segnali di una recessione USA appaiono più evidenti, il dibattito economico si sposta su considerazioni riguardanti tre fattori assolutamente chiave:
1 – la portata della crisi
2 – la durata del fenomeno
3 – la natura della ripresa successiva
Secondo i più, grazie a cospicui incentivi monetari e fiscali e al sostegno offerto dalla crescita all’estero, la recessione potrebbe rivelarsi di modesta entità e breve durata. Tuttavia, l’intensificarsi della stretta creditizia, la carenza di offerta dovuta ai rincari dell’energia e degli alimentari e la crescente crisi del nostro vecchio amico Mr. Smith, alias il consumatore americano medio, potrebbero comportare maggiori rischi a breve termine e una ripresa più lenta.
Come sempre la domanda che ci si pone è la seguente: ma quanto servirà la presa di posizione della FED riguardo i tassi di interesse? E poi, quanto serviranno le manovre fiscali promesse da Bush?
Tutto questo potrebbe non bastare. Potrebbero diventare necessari interventi mirati, impegnativi e difficili. Ma la FED e il Governo ha dimostrato un’apertura totale alla disponibilità di salvare nel miglior modo possibile.
Ma qui salta fuori un’altra domanda: fino a dove potranno arrivare gli aiuti governativi e della FED?
Molte cose scritte fino ad ora già le conoscete, ho voluto ripeterle anche per mettere un po’ di ordine nel mio cervello che a volte si trova un po’ in confusione a furia di sentire campane diverse e opinioni discordanti.
Cosa frenerà la ripresa?
Come avrete capito, molte sono le difficoltà a cui dobbiamo ancora andare incontro, anche perché ci sono altre domande a cui dobbiamo rispondere:
1 – Quanto può influire l’intensificarsi della stretta creditizia sulle prospettive di ripresa economica? Probabilmente molto, la tendenza non è assolutamente invertita e quindi i finanziatori continuano a proporre condizioni sempre più rigide, limitando la disponibilità di credito e concedendola solo a chi pienamente meritevole (fuga dal rischio)
2 – Quanto peserà sull’economia la drammatica situazione dei rincari dell’energia e degli alimentari?
3 – Mr Smith continuerà ad essere depresso? Oppure, dopo aver assistito al recente crollo sul fronte della fiducia dei consumatori (che evidenzia il protrarsi dell’atteggiamento cauto adottato dai medesimi) avremo una nuova ripresa?
Come vedete, di carne al fuoco ne ho messa tanta, e soprattutto di domande irrisolte ce ne sono ancora molte. Senza le dovute risposte, non si può pretendere un drastico calo della volatilità dei mercati.
Bisogna saper aspettare. E per il bene dei nostri soldini, molto probabilmente far cadere la preferenza su scelte d’investimento con profilo di basso rischio, potrebbe essere la scelta migliore.