Mar di Elliott e mal di Elliott

Scritto il alle 15:20 da gremlin

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Problemi di intrerpretazione con le Onde di Elliott, conosciute universalmente come Elliott Waves?  Il nostro compagno di ventura Gremlin, che ormai tutti conoscete benissimo, ci illustra la sua view e la sua interpretazione.

Post assolutamente da leggere sia per chi è affezionato alla tematica “Onde Elliott “ e sia per chi vuol farsi un’idea di come funzionano le Elliott Waves.

 

Buona lettura!

 

DT 

 

Mar di Elliott e mal di Elliott

 

Se hai fondamenta costruisci la casa

Se non hai fondamenta puoi costruirla lo stesso ma va giù subito,

Se le fondamenta hai cercato di farle su terreno non adatto prima o poi va giù uguale.

L’analisi elliottiana lo stesso.

 

Premessa

 

Io parto da ipotesi che, se verificate e accettate, portano inevitabilmente ad almeno due scenari alternativi; potrei preferirne uno all’altro e in questo caso dico che “il mio scenario preferito ha maggiori probabilità”, ovviamente probabilità soggettive. Questo per ribadire che l’analisi elliottiana deve essere un approccio probabilistico ai mercati. Gli approcci fideistici, a pensiero/scenario unico, cabalistici e profetici non fanno parte del trading metodologico. L’elliottiano formula scenari, ne attribuisce una preferenza senza dimenticare le alternative, verifica giornalmente le sue ipotesi (IPOTESI e non previsioni, probabilità e non anticipazioni del futuro) e poi modifica, al variare del mercato, le sue ipotesi di scenario. Siamo noi che dovremmo adattarci al mercato e non viceversa. Se il nostro scenario viene smontato dal mercato possiamo trarre tre conclusioni, sempre da verificare se ne siamo capaci:

1. abbiamo applicato regole sbagliate, oppure

2. lo scenario che si riteneva più probabile è stato sostituito da uno degli  scenari alternativi, oppure

3. abbiamo costruito uno scenario senza tener conto del contesto di lunghissimo in cui ci si trova ora, per cui abbiamo sbagliato ancora.

Il punto 1 è tipico di chi si improvvisa elliottiano.

Il punto 2 è la norma, peccato che spesso anche l’analista competente si innamori della sua idea e pur di non modificare lo scenario proposto si ostina a “giustificarlo” con conteggi contorti.

Il punto 3 viene trascurato quasi sempre, lo si nota dal fatto che nessuno chiama le onde per “cognome” (cioè col grado, ad es. cycle, primary, ecc) ma solo per nome (12345 o abc) e questo è motivo sufficiente per confondere trend primari con quelli secondari ed è facile immaginare quali incomprensioni e baruffe comporta.

Questa è la premessa metodologica all’analisi elliottiana, io analizzo su queste fondamenta. Con queste basi si può applicare correttamente la matematica di Fibonacci ai modelli frattali teorizzati da Elliott.

Detto questo do una ripassata al NASDAQ 100.

 nasdaq_lungo_elliott_waves_onde 

 

Ipotesi base

1. 1985-2000 = SuperCycle

2. 2000-2009 = prima correttiva abc del SC

 

Corollario

A. il minimo 2009 potrebbe essere il bottom del SC; questo presuppone che la correzione di tipo secolare è SEMPLICE ovvero realizzatasi con un solo ABC primary (onde blu nel grafico) riconducibile al pattern “flat”

B. il minimo 2009 potrebbe essere SOLO la fine della PRIMA correzione secolare; questo presuppone che la correzione di tipo secolare è COMPLESSA per cui seguirà un secondo “tre” e forse un ulteriore “tre” (il “tre” è un qualsiasi pattern correttivo a tre onde principali come il flat e lo zigzag, oppure è un “triangolo” a 5 onde principali)

 

Tesi

A. Se il minimo 2009 fosse il bottom del SuperCycle, di conseguenza tutto quello che succede dopo questo bottom è INIZIO del nuovo bull secolare e l’upleg partita a marzo è OBBLIGATORIAMENTE una onda 1 (con 5 subonde) di grado Primary (altrimenti che bull secolare sarebbe?).

B. Se il minimo 2009 NON fosse il bottom del SuperCycle, di conseguenza tutto quello che succede dopo questo bottom è INIZIO della seconda fase correttiva secolare e l’upleg partita a marzo è OBBLIGATORIAMENTE una X in abc (altrimenti che correzione complessa sarebbe?).

 

Questione corrente

Come va interpretata l’upleg partita a marzo 2009?

Rimando alla premessa, se non si vuole apparire sciamani si deve rispondere con: “al momento non ci sono evidenze sufficienti per stabilire la direzionalità di lungo periodo, per cui tengo presente entrambi gli scenari: correzione complessa secolare e inizio bull secolare”.

Limitandoci agli ultimi dodici mesi si dovrebbe concordare che tutto quello che è salito da marzo 2009 è in ABC con personalità d’onda tipicamente correttiva.

Ma la caduta dai top 2010 cos’è? è una A primary che segna l’inizio di una nuova fase correttiva di lungo periodo o è la subonda 4 di una onda 1 bull secolare di grado almeno primary (potrebbe essere anche cycle)?

Ripeto: al momento totale incertezza e probabilità 50%, i due scenari sono tecnicamente equivalenti. Se fosse subonda 4 allora è buona l’ipotesi della Tesi A. Se fosse invece un’onda A allora rientriamo nella logica della Tesi B.

 

nasdaq_medio_elliott_waves_onde

 

Conclusione operativa

Che fare ora per le posizioni di medio e lungo periodo?

Mantenere… ma attribuire grande importanza al breakdown di area 1710 o al breakout dei top di gennaio: lo sfondamento confermato di questi due livelli farà aumentare le probabilità di uno scenario rispetto all’altro. Va da sè che questi segnali operativi dovrebbero indurre a chiudere posizioni controtrend o ad aprirne di nuove a favore di trend, short compresi.

Sul breve periodo, un mese circa, adottare invece una strategia neutrale con vendita scoperta contemporanea di put e call molto lontane dal sottostante e con scadenza marzo o anche aprile, non oltre. Sconsiglio i covered warrant per diversi motivi, ma uno su tutti: non si possono vendere allo scoperto.

 

Nota a margine

Malgrado il tecnicismo e una traccia di esoterismo, la teoria elliottiana non disdegna la realtà e invita i suoi analisti ad aiutarsi per i conteggi anche con considerazioni macro (economico, finanziario, monetario, socio-politico) e anche questo spiega  perchè certi elliottiani si innamorano di un solo scenario. Un’ultima considerazione: vige il detto che “10 elliottiani, 10 analisi diverse”… purtroppo spesso è proprio così. C’è però una spiegazione: questa teoria si presenta agli occhi del profano con una “interfaccia amichevole”, tutti sono capaci di vedere movimenti ondulatori sul grafico e credere di poterli identificare coi numeri o con le lettere senza aver mai studiato il testo di Prechter e senza aver mai fatto pratica quotidiana di conteggi assistita da tutor esperto. E’ questa immediatezza di (pseudo)comprensione che crea una falsa sicurezza nell’aspirante analista improvvisato e poco dedito allo studio, il quale si sente poi autorizzato a parlare in nome di Elliott, di solito a sproposito…

 

Gremlin

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