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Investimenti adeguati (a che?)
La signora Maria, vedova, unico reddito la pensione di reversibilità, ha ventimila da parte in bot scaduti da poco, meno il capital gain. Rendimento netto zero ma lei ha paura della patrimoniale e quindi preferisce i bot. Però l’addetto di banca è un giovane sveglio e attento (legge anche Dream) per cui riesce ad agganciarla.
Consulente: “Ho visto che lei fa solo bot semestrali, però è un peccato non approfittare di questo buon momento dell’economia e delle borse che van sempre su per avere un rendimento migliore”
Maria: “Io non ci capisco niente di borsa e di azioni, e cosa compro? e poi se la borsa scende e perdo tutto?
C. : “Perdere tutto no assolutamente e poi non deve comprare lei le azioni, ci sono i fondi azionari, gestiti da professionisti che investono solo sui titoli con migliori opportunità di crescita. Vede, adesso i paesi più importanti come l’america e la Germania hanno già superato la crisi economica e le loro borse salgono da due anni quasi senza sosta; altri paesi europei come il nostro sono in ritardo ma anche loro stanno uscendo dalla crisi. Secondo me varrebbe la pena investire qualcosa con un fondo azionario europeo finché dura la ripresa economica, sicuramente per un altro annetto almeno e poi magari dopo aver ottenuto un po’ di guadagno si vende il fondo per evitare rischi più grossi. Le dico questo perchè le informazioni che noi abbiamo ci dicono che le borse dovranno raggiungere come minimo i livelli del 2007 entro un anno o due e questa potrebbe essere una buona occasione per approfittarne, naturalmente con prudenza”
M. : “Sì, ma se poi la borsa va giù ugualmente?”
C. : “La borsa sicuramente avrà dei momenti di calo ma siccome siamo in ripresa economica, e infatti fra poco aumenteranno i tassi di interesse perchè l’inflazione sale, questi cali non durano tantissimo e poi vengono recuperati interamente perchè le borse salgono sempre quando l’economia va bene”
M. : “Ma lei mi assicura che se compro questo fondo poi non devo pentirmi?”
C. : “Guardi il fondo che le propongo ce l’ho anch’io, quindi mi fido e lo seguo tutti i giorni, e se ci fosse qualche problema la chiamo subito… io direi di mettere diecimila in questo fondo che investe fino all’80% in azioni quotate in euro e il resto in obbligazioni sicure; cinquemila li mettiamo in btp che scadono fra un anno, tremila in btp che scadono fra due anni e i duemila li mettiamo in un conto deposito vincolato a sei mesi, come se fosse un bot, ma che le dà un rendimento netto quasi dell’unopercento. Cosa ne pensa?”
La chiacchierata prosegue e alla fine la signora Maria firma il questionario di adeguatezza e pure la clausola delle incongruenze e poi segue modulistica varia.
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Ora provate a rispondere alle tre domande che seguono, non è necessario che tutti voi diciottomila lettori quotidiani di questo blog diate tangibile testimonianza in questo post, ma rispondete:
1. La proposta in sè, indirizzata ad un generico investitore disposto ad accettare un livello “medio” di rischio, è da considerarsi:
a. “si poteva proporre anche qualcosa di più rischioso”
b. ottima
c. accettabile
d. un azzardo
2. La proposta personalizzata per la signora Maria è da considerarsi:
a. ottima
b. i diecimila a rischio andavano diversificati
c. la proposta è buona, indipendentemente dalla diversificazione, solo se il consulente segue l’investimento e avvisa prontamente il cliente quando la perdita arriva al 5%
c bis. … arriva al 10%
c ter. … arriva al 20%
c quater. … arriva al 30%
c quinquies. … arriva al 40%
d. troppo rischiosa anche se il consulente vuole mantenere la promessa di intervento
3. Il consulente, che sicuramente ha dato un consiglio nell’interesse precipuo del cliente, ha basato la sua tesi sul fatto che una ripresa economica dopo una profonda crisi è preceduta e per un certo periodo si accompagna sempre ad un forte e prolungato rialzo dell’azionario; questa tesi:
a. in via generale è sempre valida
b. nel contesto attuale è ancora più valida
c. nel contesto attuale non dà garanzie di validità
d. con la crisi del 2007/8 i mercati finanziari non potranno più riflettere lo stato dell’economia reale per chissà quanti anni ancora
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Dell’adeguatezza
Il regolamento Consob (art. 12, comma 1, lett. c reg. n. 17130/2010) dispone che i consulenti indipendenti devono valutare “… sulla base delle informazioni acquisite dai clienti, la adeguatezza delle operazioni raccomandate”. Va da sè che questo è uno dei cardini su cui dovrebbe reggersi la consulenza da qualunque parte provenga, quindi non solo quella indipendente. Il regolamento fornisce anche dei requisiti di adeguatezza (art. 19, comma 1) che restano tuttavia di carattere generale e di nessuna utilità pratica: “…la specifica operazione consigliata soddisfi i seguenti requisiti: a) corrisponda agli obiettivi di investimento del cliente; b) sia di natura tale che il cliente sia finanziariamente in grado di sopportare qualsiasi rischio connesso all’investimento compatibilmente con i suoi obiettivi di investimento; c) sia di natura tale per cui il cliente possieda la necessaria esperienza e conoscenza per comprendere i rischi inerenti all’operazione”.
Adeguatezza sarebbe pertanto una valutazione fortemente soggettiva mancando di precisi riferimenti di concretezza con cui il consulente dovrebbe confrontarsi per decidere se la sua proposta di investimento è “proporzionata” alle peculiarietà del cliente-investitore. Vediamo perchè.
a) In primis la raccomandazione deve essere in linea con l’obiettivo di investimento peccato però che il regolamento non definisca la tipologia degli obiettivi, nè in senso qualitativo, nè quantitativo. Sarebbe ad esempio sufficiente conoscere e registrare la soglia di rendimento richiesta dal cliente e correlarla con un benchmark standard, ad es. rendimento btp/ bund a determinata scadenza o al parametro di rivalutazione del tfr, per definire la rischiosità dell’obiettivo e implicitamente definire gli strumenti di investimento.
b) In merito alla sopportazione di qualsiasi rischio ritengo intellettualmente eticamente deontologicamente disonesto giustificare l’operato di qualsiasi consulente che accetti tale dichiarazione dal proprio cliente: questo requisito non deve proprio sussistere “a prescindere”. Non entro nel merito qui per motivi di spazio, mi limito a osservare che questo requisito fa comodo a molti, clienti esclusi.
c) Il requisito dell’esperienza e conoscenza del cliente in merito ai rischi dell’operazione è semplicemente ridicolo nella superficialità della sua formulazione: innanzitutto non si capisce quale sia il livello sufficiente di conoscenza ed esperienza. Mi limito ad un esempio: il reale rischio emittente sono in pochi a conoscerlo, sicuramente i vertici delle grandi istituzioni finanziarie che godono di flussi informativi riservati ma che non raggiungono la base degli operatori della consulenza. Si pretende forse che sia il cliente a conoscere il rischio delle obbligazioni Lehman, dell’indebitamento Parmalat e dello schema ponzi argentino? Per non parlare dei prodotti “strutturati” dell’ingegneria finanziaria che vincolano la loro cedolarizzazione e/o rivalutazione a parametrazioni ed eventi del tutto aleatori e tecnicamente incomprensibili. Polizze unit e index linked e i famosi “derivati” sottoscritti dai nostri enti locali sono solo la punta dell’iceberg. Quindi anche questo è un requisito che fa comodo a molti e non aiuta il cliente. Un buon consulente che vuol agire almeno nel PRINCIPALE interesse del cliente (art. 12, comma 1, lett. e) non deve proporre strumenti complessi, non trattati nei mercati regolamentati, illiquidi, opachi nella gestione e nei caricamenti dei costi, sottoperformanti rispetto al benchmark dichiarato. Purtroppo prodotti di questo tipo sono largamente consigliati e diffusi, a partire dalle polizze vita.
signora, berni stampa, a chiodo. la mattina si anza e stampa, la sera prima di addormentarsi, stampa. quando sogna, stampa.
dove vuole che vada la borsa? in su?
la libia? buy opportunity!
l’arabia? beh… con la democrazia le cosa vanno meglio
il petrolio a 150? meglio, la gente spenderà di più perchè staranno a casa o useranno i mezzi pubblici e i soldi che risparmiano li utilizzaranno per acquistare iphone. e per di più l’ambinete ne gioverà…
@ gremlin
Secondo me sei stato anche troppo buono nel tuo articolo. A una mia collega recentemente, visto che aveva una cifra simile e che ha chiesto consiglio alla sua banca “di fiducia”… le hanno offerto solo obbligazioni della banca stessa e polizze vita… neanche un deposito vincolato!. Poi se voleva rischiare un bel fondo azionario al 100%. Ma perché con le obbligazioni delle banche (e i bilanci infiocchettati) non si rischia? Con le polizze vita nemmeno? (specie con tutte le commissioni e trasparente gestione che hanno!).
@Mattacchiuz
Infatti va tutto bene…
http://www.businessweek.com/news/2011-03-07/ecb-financing-to-portuguese-banks-increases-a-third-month.html
per l’amico gaolin e per quanti vedono la classe dirigenziale cinese ILLUMINATA, spero che nei prossimi report sulla cina non si parli più di illuminati, ma di altro.
Se scoppia la Cina… è praticamente la fine anche per noi.
L’unica cosa che mi rassicura è che la Cina è guidata, nel bene o nel male, da ingegneri… che sanno molto bene come giocare con le varie variabili che mantengono lo stato sociale ad un livello “controllabile”. Per cui spero che anche loro, in un modo o nell’altro superino questo periodo difficile… soprattutto per il bene nostro
Pensiero condivisibile anche se mi hai fatto venire in mente il LTCM che era gestito, se non ricordo male, da premi Nobel per l’economia …
L’investimento proposto alla signora Maria potrebbe andar bene se lei è disposta e consapevole a rischiare, ma soprattutto il buon gestore la dovrebbe avvertire in tempo per salvare il proprio portafoglio da eventuali perdite senza ingessare la posizione.
Effettivamente caro gremlin, sei stato persin troppo generoso. Una banca tradizionale non solo avrebbe fatto il fondo ma come dice Lampo, con la crisi che c’è di liquidità nel settore bancario, sicuramente avrebbero propinato alla signora dei bondi illiquidi emessi dalla banca stessa…
😕
c’è una differenza evidente tra l’ingegneria e l’economista, anche se premio nobel…
Infatti… nutro più fiducia verso gli ingegneri a causa del loro senso pratico nella risoluzione dei problemi… rispetto a certi premi Nobel dell’economia.. che non è detto che lo possiedano… anzi! 😀
auspico un CODICE DI AUTODISCIPLINA (deontologico) che sancisce l’OBBLIGO di avvertire il cliente in caso di perdita e che definisce l’ENTITA’ DELLA PERDITA MASSIMA al raggiungimento della quale il consulente o promotore deve avvertire telefonicamente per concordare eventuali variazioni di portafoglio, pena l’irrogazione di sanzioni pesanti. Dopo aver convinto la gente ad investire non puoi lasciarla lì a perdere la camicia solo perchè ha firmato l’adeguatezza
lo so lo so che sono troppo generoso,
pensa che i volenterosi che vengono a trovarmi mi portano vettovaglie di vario genere per sostenermi fisicamente e psicologicamente
(tra l’altro tutte ottime)
Storia vera:
ufficio postale di un paese brianzolo 2 sportelli aperti intasati dalla solita burocrazia in cui si districano male pure gli impiegati, sono l’ultimo della fila, alle mie spalle la porta di un piccolo ufficio tutto vetro, dentro un impiegato a registrare bollettini vari.
Un signore sulla sessantina mi chiede permesso ed entra nell’ufficio.
Il postelegrafonico si tramuta in consulente finanziario. La porta rimane aperta, tutti sentono tutto.
Dialogo:
Cliente ( C ) : alla fine del mese a mia madre scade un altro buono postale da xxx mila euro, un’altro è già scaduto 3 mesi fà, cosa c’è in giro di buono ?
Impiegato Postale ( IP ): ho proprio 2 nuovi prodotti che fanno per la mamma, durano 3 o 5 anni, garantiscono il capitale e, ogni anno, pagano anche una cedola in funzione dell’andamento delle principali borse mondiali. Pensi che per il 2010 pagheranno oltre il 3%
C : ma è sicuro che il capitale è garantito ?
IP: assolutamente si. Le poste sono solide sà !
C: però mi sembra che ho letto che c’è qualcuno che dà di più di interesse
IP: ma sig. tizio la nostra ditta è quella che dà più di tutti !
Vi risparmio il finale e non commento.
Buona serata a tutti
Racconto anche la mia e faccio anche il nome della banca: Banca Popolare di Milano.
Una zia di mia moglie(87 anni) mi chiede un consiglio ed io le scrivo su un pezzo di carta sia l’obbligazione (CCT) sia la scadenza ed il codice Isin.Sono stati abbastanza onesti le hanno rifilato un tasso variabile della stessa banca.Quando poi mi sono presentato per chiedere se dovessi venderli mi hanno detto che avrebbero pagato 97 quello che il giorno prima hanno venduto a 100. Alle mie richieste di chiarimenti l’impiegato dell’ufficio titoli prima è diventato rosso e poi come scusante disse che avrebbero reso il 0,15% in più………..
E’ davvero una vergogna come si cerchi di intortare le persone . E’ successo qualcosa di simile anche a me, qualche anno fa, su un pacchetto fondi. alla ubi. Ora ho imparato a fare da me e a non ascoltare i “consigliatori”.
Su Plus 24 Il Sole del sabato , la posta del risparmiatore , se ne leggono di tutti i colori.
Credo che il consulente avrebbe dovuto dire: “con la crisi del 2007/8 i mercati finanziari non potranno più riflettere lo stato dell’economia reale per chissà quanti anni ancora”.
A questo punto la signora Maria avrebbe saputo che stava conversando con Dream o con Gremlin e non avendo competenza specifica e alternative d’investimento, avrebbe dovuto accettare un pacchetto alternativo differenziato di investimento per un livello di rischio da lei considerato accettabile. Fidarsi insomma, della persona giusta.