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WALL STREET: debolezza? Si, ma non strutturale.

Scritto il alle 10:11 da Lukas

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Tornano Net Short gli small traders. Così si evince dal COT Report. Ma attenzione, quello che possiamo aspettarci è una debolezza che potrebbe anche portare una correzione del 4-5%. Ma si può parlare di correzione?  [Guest post]

Cari amici, nelle ultime settimane, i mercati finanziari internazionali hanno assunto andamenti non lineari e poco coerenti, evidenziando molte contraddizioni nelle relazioni fra le diverse asset class. Per molti osservatori le ragioni di tale quadro confuso risiedono nel fatto che s’ipotizzano a breve, a fronte di un’economia non proprio in salute, politiche monetarie ben più restrittive del passato, ad opera delle diverse Banche Centrali.

Personalmente non credo molto a tale ipotesi. I banchieri centrali in questi difficili anni post crisi finanziaria si sono, infatti, quasi sempre comportati con accortezza, moderazione e lungimiranza, e non v’è motivo per dubitare che non lo facciano anche nel prossimo futuro.

Ciò detto, lo scenario intermarket presenta comunque oggi molti elementi di contraddizione. In particolare, il dollar index, coerentemente ai voleri della nuova Amministrazione Usa, registra da tempo un’evidente debolezza. Negli ultimi 9 mesi lo storno è pari a circa il 7 %. La debolezza del dollaro non ha comunque favorito un rimbalzo delle quotazioni delle commodities, stornate, invece, anch’esse del 12 % in termini reali. La debolezza del dollaro associata a quella delle commodities costituisce una delle più grandi contraddizioni dell’attuale momento economico, e getta molte ombre sulla reale salute dell’economia mondiale. Nelle ultime settimane, inoltre, a tale già precaria situazione si è aggiunta un’incoerente corsa al rialzo dei tassi d’interesse. In quest’ultima ottava, infatti, i rendimenti dei bond decennali Usa sono cresciuti di altri 8 bps, raggiungendo quota 2,39 %. Ma è sul fronte europeo che il fenomeno è più evidente. Basti pensare che il rendimento del bund tedesco, in due sole settimane, è lievitato da quota 0,26 a quota 0,57 %. Il BTP italiano, comunque, non è da meno, in due sole settimane, i suoi rendimenti, passano infatti da quota 1,91 a quota 2,34 %. Come detto il mercato teme che a breve la BCE ponga fine al suo QE, e che la FED prosegua con il suo programma di rialzo dei tassi. Io non ne sarei così sicuro, ed in ogni caso sarà come sempre l’economia reale a dettare i tempi della politica monetaria. Più composte, invece le reazioni registrate sui mercati azionari. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, registra da tempo un andamento privo di un’apprezzabile direzionalità. Negli ultimi 2 mesi è cresciuto infatti solo dell’1,08 %, e negli ultimi 4 mesi il suo apprezzamento è pari ad un modesto + 2,4 %.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 35.163

Large Traders : + 35.470

Small Traders : – 307

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L’incertezza dello scenario intermarket trova riflessi anche nel mercato dei derivati azionari Usa. Dopo una sola ottava muta infatti nuovamente la configurazione del Cot Report. Registriamo variazioni nelle posizioni dei diversi operatori pari a 8.350 contratti. In particolare, gli Small Traders, cedono 1.083 contratti long, e dopo una sola settimana tornano nuovamente in posizione Net Short. I Commercial Traders, cedono anch’essi 7.267 contratti long, e rinsaldano la loro abituale posizione di copertura Net Short. I Large Traders, invece, si mostrano ancora una volta gli operatori più fiduciosi, acquistano infatti l’intero lotto degli 8.350 contratti long, rimpinguando così la loro dote di contratti rialzisti, e restano da soli in posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, che mutano nuovamente l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa, esprimono, a mio avviso, molto bene l’attuale carenza di chiarezza e di certezze sul futuro non solo dei mercati ma dell’intera economia mondiale. In particolare, il ritorno in posizione net short degli small traders, ci conferma che nel grande pubblico vi è ancora poca fiducia ed ottimismo nel futuro. Il mercato oggi è dominato da un circolo ristretto e chiuso e ciò è testimoniato anche dagli open interest, ossia dal numero dei contratti aperti, da molte settimane, sui minimi degli ultimi anni. Tuttavia, come già evidenziato in miei precedenti post, la sfiducia degli operatori retail non è un male per le prospettive dei mercati azionari. Anzi tutt’altro. La circostanza che, seppur sui massimi storici, non si avverte nessun clima di euforia né tantomeno di esuberanza irrazionale, costituisce infatti una garanzia per la tenuta degli stessi, e ci assicura che gli attuali livelli non costituiscono ancora il top delle quotazioni. A dire il vero negli scorsi mesi, le quotazioni azionarie hanno corso un po’ troppo, e sarebbe auspicabile una loro moderata correzione, che stornerebbe qualche eccesso, e che rappresenterebbe una nuova occasione d’acquisto, e non l’inizio di un’ancora improbabile inversione.

Correzione che manca, peraltro, ormai da oltre un anno, che potrebbe aver luogo nel corso di questa stagione estiva, notoriamente favorevole alle correzioni dell’equity, soprattutto a causa dell’esiguità degli scambi. Futuro prossimo che si prospetta, pertanto, ancora incerto, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio d’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance pari al + 6,96 %. Performance positiva ma nuovamente inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 10,74 %. Una sotto-performance, sperasi temporanea, del 3,78 %, che testimonia che nei primi 6 mesi dell’anno l’effetto momentum ha alquanto latitato sul nostro listino.

Circostanza che non fa comunque venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, riduco leggermente dal 65 al 55 % l’entità dell’esposizione long del mio portafoglio costituito dal 77,5 % di posizioni long e dal 22,5 % di posizioni short .

Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

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