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WALL STREET: COT REPORT tutto sommato tranquillo

Scritto il alle 15:01 da Lukas


Si conferma il quadro da “correzione politica”, con un COT Report che mette in evidenza ancora gli Small Traders in posizione nettamente short e Commercials che non sentono la necessita di coprirsi da grandi rischi. Quindi si torna a salire. (Guest Post)

Cari amici, nell’ottava appena trascorsa, alquanto interlocutoria, i mercati finanziari hanno preso una pausa di riflessione, dopo diverse settimane irrequiete e nervose. A dire il vero, è da più di un anno che i mercati non hanno una marcata direzionalità. Lo testimonia il nostro benchmark azionario mondiale, l ’S&P 500, che negli ultimi 12 mesi, segna un incremento circoscritto, pari al + 3,86 %. Un trend laterale o lateral – rialzista, intervallato peraltro da repentine discese e da rimbalzi altrettanto rapidi e veloci. Un trend incerto e non definito che esprime tutte le contraddizioni e le ambiguità dell’attuale contesto economico. Manca chiarezza circa l’evoluzione futura dell’economia globale. Basti pensare che solo fino a pochi mesi la FED pensava di alzare ulteriormente i tassi, mentre oggi s’ipotizza apertamente che la stessa proceda ad uno o più tagli degli stessi. E che dire di Trump, un presidente-imprenditore, teoricamente pro-business, che invece di favorire gli scambi ed il libero commercio, impone, invece, dazi e gabelle che ne ostacolano lo sviluppo ? Contraddizioni macroscopiche, che i mercati non possono non evidenziare con andamenti laterali ed incerti.

A mio avviso dopo la grande crisi del 2008, di carattere epocale, il tasso di crescita delle più importanti economie dell’occidente è marcatamente rallentato. E tutte le misure espansive adottate, sia di carattere monetario che fiscale, non sono riuscite a farlo accelerare. La moderata crescita è da considerare pertanto ormai un elemento strutturale delle nostre società. In Asia, invece, il tasso di crescita delle economie resta ancora molto sostenuto. Un divario pericoloso, e difficilmente accettabile per gli occidentali. Divario che, già oggi, produce molte tensioni, come dimostra la vicenda dei dazi Usa contro le merci cinesi. Divario che dev’essere necessariamente ridotto, non con i dazi, bensì con un incremento marcato di produttività delle nostre economie. E ciò vale soprattutto per l’Europa, e per l’Italia in particolar modo, altrimenti il declino sarà inevitabile.

Dal punto di vista operativo, comunque, è meglio non precorrere i tempi, e limitarsi ad analizzare la situazione attuale dallo scenario intermarket. A tal proposito, evidenziamo che nell’ultima ottava il dollar index ha recuperato gran parte di quanto perso nella scorsa ottava. Risalito infatti dell’1,06 % e raggiunto quota 97,57.
Un segnale di stabilità anche per gli altri mercati. Le commodities rimbalzano anch’esse, + 1,94 % in termini reali. Nell’ultimo anno il calo è però pari all’8,33 %, testimone del rallentamento economico in atto nell’economia mondiale. Il mercato obbligazionario, invece, è rimasto pressoché immobile. I rendimenti dei bond decennali americani restano infatti fermi a quota 2,08 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, risultano fermi anch’essi a quota 1,85 %. Non muta pertanto l’inclinazione della yield curve Usa, oggi pari a 23 bps. I mercati azionari appaiono anch’essi stabili e poco mossi. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, lievita dello 0,47 % e raggiunge quota oggi 2886,98 punti, non molto lontano dai suoi massimi storici Ciò premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 11.408
Large Traders : + 18.297
Small Traders : – 6,889

Non muta, pertanto, la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei diversi operatori sono pari a soli 7.317 contratti. In particolare, gli Small Traders acquistano l’intero lotto dei 7.317 contratti long, e dimezzano la loro, anomala ed immotivata, posizione Net Short. Di contro, i Large Traders cedono 3.912 contratti long, e riducono un pò l’entità della loro solitaria posizione Net Long. I potenti Commercial Traders, infine, cedono anch’essi 3.405 contratti long, ed incrementano leggermente la loro abituale posizione Net Short. Le  movimentazioni di quest’ultima ottava, alquanto esigue, riassestano ma non mutano il quadro del mercato dei derivati azionari Usa. Anche qui sembra che si sia in attesa di capire quale sarà l’evoluzione futura dell’economia globale. L’attuale assetto è però un assetto staticamente rialzista, quindi il mercato non s’attende a breve particolari problemi.

Evidentemente gli operatori nutrono fiducia, e credono che gli attuali problemi saranno comunque gestiti e governati. In particolare le MANI FORTI non appaiono preoccupate, lo testimonia l’entità esigua della loro posizione di copertura, di molto inferiore alla media storica. Altra garanzia è data dalla posizione Net Short degli Small Traders. Mai vista, infatti, una marcata correzione dei mercati con gli Small in posizione ribassista.
Di solito essi sono le vittime designate degli storni, ma oggi non possono esserlo. Insomma nessuna sostanziale novità rispetto a 7 giorni orsono. Confermo pertanto la mia view moderatamente rialzista, nei  prossimi 12 mesi mi attendo un S&P 500 in rialzo del 5 – 6 %, e sopra la fatidica quota dei 3.000 punti.

View moderatamente rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo studio del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/ In questi primi mesi del 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 3,14 %, causata dalla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, assunta in assenza di informazioni da parte della CFTC, a causa dello shutdown Usa. Nello stesso periodo il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno dell’ 11,90 %.
Conseguita pertanto una sotto-performance del 15,04 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che negli ultimi 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %. Incidente che non fa, tuttavia, venir meno la fiducia nel mio trading system. Anzi, proprio sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter progressivamente recuperare l’attuale sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana non modifico l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè il 70 % delle mie posizioni long, ed il 30 % delle mie posizioni short, ossia una posizione Net Long moderata, pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “, può, se vuole,consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

Lukas

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