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WALL STREET: ancora negatività dalle posizioni dei traders
La situazione non muta e si nota una persistente condizione di negatività che rimane evidente analizzando il COT Report. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, Wall Street non è riuscita a dare ulteriore corso al recupero delle quotazioni degli indici Usa. Anzi abbiamo assistito ad un nuovo storno, che alimenta gli interrogativi e le incertezze circa gli andamenti futuri dei corsi azionari. L’economia mostra sì qualche segno di rallentamento, ma sostanzialmente la crescita economica ancora tiene. Sappiamo però che i mercati tendono generalmente ad anticipare, e non a seguire, le dinamiche dell’economia reale. Se ciò è vero è del tutto lecito attendersi nei prossimi mesi una frenata dell’economia globale. Già da mesi infatti gli indici azionari asiatici ed europei sono in down-trend, e dopo aver resistito per mesi, da ottobre anche gli indici Usa sembrano cedere ed adeguarsi alla pressochè generalizzata tendenza ribassista. Checchè ne dica Trump, l’economia moderna è ormai un fenomeno interdipendente e globale, e non si può pensare di cavarsela da soli ed a danno degli altri. Se non si addiverrà quindi ad un accordo commerciale con la Cina la situazione economica non potrà che peggiorare con inevitabili riflessi anche sulle imprese Usa, che vedranno contrarre il loro fatturato, i loro utili e le loro quotazioni, come sta, peraltro, già avvenendo.
Anche lo scenario intermarket mostra, già da qualche mese, molte tensioni, incertezze e contraddizioni. In particolare, il dollar index, sostenuto da tassi Usa in rapida risalita, si è notevolmente apprezzato, creando molti problemi ai paesi emergenti, indebitati in valuta Usa. In quest’ultima ottava, però accusa una battuta d’arresto, storna infatti dello 0,45 %, e retrocede a quota 96,47. Le commodities, espresse in dollari Usa, invece, coerentemente, s’apprezzano dell’1,2 %. Solo il petrolio continua nel suo vertiginoso down-trend, questa settimana perde infatti il 6,2 %, e nell’ultimo mese lo storno è ben più ampio, ossia pari al 19 %. Cosa nasconde questo ingente ed improvviso calo del prezzo del greggio ? Ricordo che nel 2015 un analogo crollo dei prezzi del crude oil precedette un improvviso flash crash dei mercati azionari Usa e mondiali. Quindi doveroso tener d’occhio la faccenda.
Sospetti e dubbi che sembrano insinuarsi anche nel mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, arretrano di ben 13 bps e retrocedono a quota 3,06 %. Anche qui vedono un rallentamento dell’economia ? I rendimenti dei bond a 2 anni, cedono anch’essi 12 bps ed arretrano quota 2,81 %. L’inclinazione della yield curve Usa resta comunque positiva, il differenziale ( 10 – 2 ) è oggi pari a 25 bps, ciò ci fà ritenere che probabilmente si rallenterà, ma almeno per i prossimi 12 mesi, non vi sarà una recessione dell’economia Usa. I mercati azionari Usa, come detto, dopo molto mesi, sembrano perder anch’essi forza. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, nell’ultima ottava perde l’ 1,61 % e retrocede a quota 2.736,27. Ma non è ciò quello che ci preoccupa, bensì il fatto che l’S&P 500 sia sotto le quotazioni di 4 mesi fà del 2,61 %, e sopra le quotazioni di 9 mesi solo dello 0,71 %. Dati che disegnano già ora uno scenario non certo esaltante, che potrebbe nei prossimi mesi ulteriormente peggiorare.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 104.280
Large Traders : + 87.648
Small Traders : + 16.632
Si conferma, dunque, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in voga ormai da oltre 11 mesi. In quest’ultima settimana, registriamo variazioni esigue nelle posizioni dei diversi operatori, pari a soli 2.403 contratti. In particolare, questa settimana sono gli Small Traders che cedono l’intero lotto dei 2.403 contratti long, riducendo la loro già esigua posizione Net Long. I Large Traders, contrariamente ai nostri auspici, non riducono la loro esuberante ed eccessiva posizione rialzista, anzi acquistano altri 2.055 contratti long, e consolidano la loro già solida posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, restano quasi a guardare, acquistano infatti solo 348 contratti long, e mantengono, significativamente, un’ingente posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, alquanto esigue, non mutano la situazione del mercato dei mercati azionari Usa, che resta molto precaria ed incerta. In particolare, non si riduce l’eccessiva posizione Net Long dei Large Traders, che appare del tutto ingiustificata ed errata vista la situazione attuale dei mercati.
Il permanere dell’evidente squilibrio, testimoniato d’altro canto dall’ingente posizione di copertura assunta dai Commercial traders, ci fa ritenere che il recupero degli indici Usa, allo stato, si presenti ancora molto difficoltoso e non affatto certo. Non ci attendiamo di certo un imminente crollo degli indici azionari americani, ma potrebbe alimentarsi e proseguire una debolezza oggi ancora latente. Gli indici Usa potrebbero cioè progressivamente uniformarsi all’andamento ribassista assunto, già da mesi, dalla maggior parte degli altri indici azionari mondiali. Ciò m’induce a modificare la mia view di mercato, che da lateral-rialzista diventa lateral-ribassista.
View di mercato, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi, e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito un guadagno del 3,18 %, performance nettamente superiore a quella del nostro Ftse All Share, che registra, nel contempo, una perdita del 14,22 %. Conseguita, pertanto, una sovra-performance ( ALPHA ) del 17,40 %, che conferma tutte le prerogative del mio trading system, che nei passati 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %.
Ciò premesso, questa settimana, coerentemente con quanto sopra esposto, modifico l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 55 al 45 % le mie posizioni long, ed innalzo dal 45 al 55 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione moderatamente ribassista, pari al solo 10 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas