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VISA, IPO DEI RECORD: CHI FA L’AFFARE?
Questa notizia mi ha abbastanza incuriosito, insospettito e sorpreso…
E’ senza dubbio l’IPO dell’anno. Un importo da capogiro. Si tratta di una cifra che dovrebbe aggirarsi sui 19 miliardi di $.
Visa è uno di quei marchi storici che quasi incredibilmente non sono mai stati quotati in borsa. Tendi quindi a seguire le orme della concorrente (più piccina) Mastercard di cui avevo parlato in passato, collocata sul mercato nel mese di marzo 2006, con una performance assolutamente stellare: il suo valore in borsa è salito di qualcosa come cinque volte. Al momento sembra che i conti di Visa siano in buona salute. Il fatturato ha avuto un incremento del 76%. Complice ovviamente la mania “spendacciona” del consumatore Mr. Smith e del cambiamento dello stile di spesa del consumatore medio globale, ormai abituato all’utilizzo della moneta elettronica.
Quindi tutto bene? Possiamo considerare Visa come una splendida occasione di investimento. I dubbi sono veramente molti.
Leaders indiscussi del mercato
Visa detiene il 57% del mercato complessivo delle carte di credito, una posizione di leader difficile da mettere in discussione: al secondo posto, ma solo solo il 26% Mastercard, piu’ lontana ancora l’American Express con poco piu’ del 13%.Il controllo resterà comunque in mano al network che controlla la società. Però attenzione: verranno collocate circa 400 milioni di titoli, oltre la metà di quelle in circolazione.
La domanda che mi faccio è la seguente? Come mai un’IPO proprio in questo momento di mercato? Non dimentichiamo che si tratta di un periodo non proprio felicissimo dei mercati finanziari. Gli stessi operatori sono abbastanza incuriositi: tutti vogliono vedere come andrà a finire un’IPO così importante. La vicenda “subprime” e derivati pesa ancora come un macigno sulla dinamica delle borse. Ma se andiamo a vedere a fondo, probabilmente il cosiddetto pool di controllo di Visa ha fiutato il business.
Ma se mollano i consumi?
Ovviamente il collocamento verrà fatto tenendo conto dei multipli ai quali quota oggi MasterCard (che come dicevo si è solo quintuplicata in borsa) con un ulteriore premio , in quanto leader incontrastato del mercato. Tutto oro quello che luccica? Direi di no.
Tempo fa ne ho già parlato e ora lo ribadisco. Il rischio di una recessione in USA (ufficiale) è fortissimo. Ne dovrebbe derivare un forte ridimensionamento dei consumi e un vero e proprio cambiamento di stile di vita di Mr. Smith. Immaginatevi cosa potrebbe significare uno scenario del genere per un business come quello delel carte di credito. E vi dirò di più. Da più parti si prevede che la prossima bolla a scoppiare sarà proprio quella del credito a consumo e delle carte di credito. Negli USA erano ormai tutti abituati a spendere lo stipendio che viene incassato il mese successivo, grazie all’utilizzo della carta di credito. La quale prevede inoltre anche il rimborso rateale.
L’importante era spendere e consumare. Ma se lo scenario dei consumi negli Usa (e non solo) uscirà fortemente ridimensionato da questa crisi, non so come una società che vive su questi elementi possa creare valore. Anzi, non è vero. Crea sicuramente valore a chi la collocherà nei prossimi giorni in borsa.