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Strategic Paper (I)

Scritto il alle 10:30 da Danilo DT

Dopo un periodo di apparente difficoltà per i mercati , legato a situazioni politiche (Germania, USA e Italia tanto per intenderci) possiamo dire che la situazione si stia stabilizzando e che stiamo torniamo sulle coordinate su cui eravamo abituati.
Leitmotiv è sempre quello: crescita bassa e politiche monetarie accomodanti. La parziale chiusura del governo federale statunitense potrebbe comprimere il Pil dello 0,5% nel quarto trimestre e la percezione comune è che ciò, unitamente alla pubblicazione ritardata dei dati sulla crescita dell’attività economica, dovrebbe posporre ulteriormente la riduzione della manovra di allentamento quantitativo.

Nelle prime due settimane di ottobre, le piazze azionarie globali hanno guadagnato l’1,3%, con l’S&P 500 in rialzo dell’1,0%. I Treasury Usa hanno perso quota, principalmente a causa delle tensioni sul segmento creditizio, malgrado l’imminente moderazione della crescita. La somma delle parti però ci illustra nessun sell off e quindi un mercato abbastanza piatto, malgrado tutto.

Le attività dei mercati emergenti hanno trainato il rally, con le azioni in salita del 4,3%, le divise in avanzamento dell’1,2% e il debito pubblico in valuta estera in rialzo dell’1,4%. Le materie prime hanno guadagnato lo 0,8%. L’allontanamento della prospettiva del “tapering” sembra aver messo in ombra i deludenti dati sulla crescita. Quindi è chiaro lo scenario: non si cresce se non in modo artificioso e con la campagna acquisti della FED. E lo stesso discorso vale per gli USA come per il Giappone.

I mercati finanziari dell’Eurozona hanno conseguito ottimi risultati. Le borse azionarie hanno guadagnato il 3,9%, con in testa i mercati periferici e i settori ciclici (Grecia +10,5%, Italia +9,0%, Spagna +6,7%, Eurostoxx Banks +11,4%). Le obbligazioni della periferia dell’area euro si sono mosse al rialzo (i rendimenti dei titoli decennali di Grecia e Portogallo hanno perso 92 e 43 pb rispettivamente). In Europa la crescita oggi sembra malgrado tutto ben più sana che negli USA. Qui la BCE non è così attiva e propositiva, con tutti i pro ed i contro. Il problema maggiore restano le valute. Con un Euro così forte sarà difficile per paesi come l’Italia continuare a crescere.

I listini giapponesi hanno continuato a far segnare una sottoperformance (dopo aver toccato il picco rispetto alle azioni globali lo scorso maggio), e il Topix ha sottoperformato i mercati mondiali dell’1,2%. Lo yen si è mantenuto stabile nei confronti del dollaro Usa, e i dati sulla crescita hanno evidenziato un contesto di fragilità.

Dal punto di vista tattico notiamo la necessità di una correzione. Meglio sarebbe limitare per qualche settimana l’investimento sul mercato azionario. Manteniamo una certa positività sulla prosecuzione della ripresa dell’area Euro dai minimi ciclici fortemente depressi, e riteniamo che continui a prevalere un atteggiamento di eccessivo scetticismo. Quindi, per farla breve, il “popolo” non ci crederà troppo alla ripresa in Eurozona, ma i dati invece dovrebbero alla fine convincere tutti. Quindi meglio sicuramente l’Eurozona rispetto ad altre aree.

Occhio agli annunci FED su eventuali tapering. Il mercato aspetta per certo l’annuncio ma spera che arrivi il più tardi possibile. Infine attenzione alla Cina. Sono tanti i segnali di indebolimento che leggiamo quotidianamente. Crediamo sia ancora necessaria una certa prudenza sulla ripresa degli emergenti.

[Questo paper strategico deriva da report pubblicati giorni fa su Compass]

STAY TUNED!

Danilo DT

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