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Shadow Banking: il sistema bancario ombra in Cina

Scritto il alle 11:15 da Danilo DT


Si parla tanto di questo benedetto sistema “bancario ombra” denominato shadow banking, ma ancora non ero riuscito a quantificarlo. Ma cos’è il “shadow banking? E chi può dire quanto pesa sul sistma finanziario cinese? Alcuni Calcoli li ha fatti il Financial Times, con un grafico che meglio spiega il fenomeno shadow banking sul territorio cinese.

The shadow banking system is the collection of non-bank financial intermediaries that provide services similar to traditional commercial banks. It is sometimes said to include entities such as hedge funds, money market funds and structured investment vehicles (SIV), but the meaning and scope of shadow banking is disputed in the academic literature. Investment banks as well as commercial banks may conduct much of their business in the shadow banking system (SBS), but most are not generally classed as SBS institutions themselves. At least one financial regulatory expert has said that regulated banking organizations are the largest shadow banks.
The core activities of investment banks are subject to regulation and monitoring by central banks and other government institutions – but it has been common practice for investment banks to conduct many of their transactions in ways that don’t show up on their conventional balance sheet accounting and so are not visible to regulators or unsophisticated investors For example, prior to the financial crisis, investment banks financed mortgages through off-balance sheet securitizations (e.g. asset-backed commercial paper programs) and hedged risk through off-balance sheet credit default swaps. Some experts have said that regulated banking organizations are the largest shadow banks. No major investment banks exist in the United States other than those that are part of the regulated banking system. (In 2008, Morgan Stanley and Goldman Sachs became bank holding companies, Merrill Lynch and Bear Stearns were acquired by bank holding companies, and Lehman Brothers declared bankruptcy.) (Source)

Il gap tra le due linee, che rappresentano i prestiti effettuati in yuan e tutti quelli che sono definiti i “social financing”, ovvero tutti i prestiti complessivamente concessi, compresi quelli del settore non puramente bancario, rappresenta quello che possiamo definire il “shadow banking” cinese.
Quindi il “shadow banking” niente è che la parte “non bancaria” del sistema, che non è controllata dalla PBoC e che quindi può creare danni non indifferenti. E come potete vedere, questo diferenziale continua a dilatarsi e la situazione sta sfuggendo di mano.

STAY TUNED!

DT

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6 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 28 Giugno 2013 at 11:57

le buone notizie non finiscono mai 🙂

ihavenodream
Scritto il 28 Giugno 2013 at 12:12

Lo shadow banking è un’altra invenzione letteraria dei catastrofisti contemporanei…è una cosa creata dagli stati ke limitano in maniera ottusa il libero mercato…se io impongo dei limiti al tasso dei prestiti, automaticamente ci saranno quelli ke non potranno accedere ai prestiti e si creano le condizioni per creare un mercato parallelo…ogni limitazione al libero mercato comporta la nascita di mercati paralleli, scuri o neri ke siano…bisogna evitare di mettere regole pubblike di gestione operativa di società private, questo è il punto, le regole devono riguardare i principi contabili e la trasparenza, l’antitrust e l’antidumping, le relazioni sindacali, non certo come gestire il rischio o le scelte gestionali ke si possono compiere in una singola società…al Max si può fare quel ke scrivevo nel post precedente poco fa: una sorta di sistema assicurativo pubblico…prestiti di ultima istanza pubblici in cambio del rispetto di alcuni parametri ke fanno rientrare o meno le aziende in una categoria “privilegiata” nel senso elevato del termine…

Scritto il 28 Giugno 2013 at 12:37

ihavenodream@finanza,
Ti chiederei di aspettare oggi pomeriggio e di commentare i dati che verranno pubblicati in un post.
Poi per carità , tutto è possibile, ma stando ai FATTI….

idleproc
Scritto il 28 Giugno 2013 at 13:19

ihavenodream@finanza,

Per stare all’interno del tuo ragionamento o il mercato è totalmente libero o non lo è.
Non vedo per qual motivo, se fosse libero, dovrebbe intervenire il pubblico con “assicurazioni” che alla fine sarebbe un rischio di accollarsi le perdite in cambio di qualcosa di non ben definito o taroccato.
Non dovrebbero nemmeno intervenire le banche centrali a salvare la baracca finanziaria.
Se se la vogliono fare e dire da soli, falliscono anche da soli e la percezione del rischio sia per i correntisti che per gli investitori che devono essere lasciati altrettanto liberi e non obbligati a tenere i soldi in banca, sarebbe coerente con la realtà dei fatti.
Sarebbe già crollata tutta la baracca se non fossero intervenute le banche centrali con un meccanismo che comunque socializzerà le perdite.

ihavenodream
Scritto il 28 Giugno 2013 at 13:52

idleproc@finanza,

Per come la vedo io si, le regole ci devono essere perke’ non siamo nella giungla, ma queste forme tipo cc assicurati, limiti ai tassi debitori o tetti vari ed eventuali, cioè controllo di parametri gestionali no, assolutamente….però l’idea di una assicurazione volontaria garantita dal pubblico, sulla base del rispetto di alcuni parametri di riskio, non la vedo così distorcente, almeno x il momento…

idleproc
Scritto il 29 Giugno 2013 at 09:04

ihavenodream@finanza,

Forse intendevi qualcosa di simile:
http://www.federalreserve.gov/newsevents/speech/stein20130419a.htm

Peccato che sia troppo tardi.

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