REALPOLITIK: la POLITICA fa acqua da tutte le parti. Ma la colpa è del POPOLO?
E via. Dopo un weekend di apparente calma, si riaprono le ostilità. Visto che come ostilità i intendono ”mercati finanziari”. Si, perché se non ci fossero loro, il processo della Brexit sarebbe lungo e complesso e quindi con effetti NON solo non immediati ma anche difficili da ponderare correttamente.
L’unica cosa che forse ha “mosso un po’ le acque” è stata la PETIZIONE di cui ho parlato QUI, una petizione che ha raggiunto volumi impressionanti, condizionati sicuramente anche da tanti “falsi” che sicuramente hanno inquinato il dato ufficiale.
Its inquiry is focused on the possibility that some names could be fraudulent –77,000 signatures have already been removed. More than 3.2 million signatures are on the petition, but PM David Cameron has said there will be no second vote.
The UK voted by 52% to 48% to leave the EU in Thursday’s referendum. Helen Jones, who chairs the cross-party petitions committee, said in a statement posted on Twitter that it was taking the allegations “very seriously”.
Ma questo poco importa, il numero raggiunto sarebbe sempre e comunque sufficiente per portare in Parlamento il problema.
Come già detto, il referendum BIS resta un’opzione che comunque difficilmente avrebbe efficacia retroattiva (sempre che la cosa venga accolta) e quindi resta una scialuppa di Eurosalvataggio MOLTO MOLTO remota. Bisognava pensarci prima, cari amici inglesi, SE veramente vi siete pentiti. Lo avete fatto come “voto di protesta”? E’ stato un “voto di pancia”? Perfetto, ora è stato deciso. E Brexit sia. Il problema, in verità è ben un altro e ce lo dice molto bene in un articolo tratto da “Il Sole 24Ore” il Prof. Ricolfi. Il problema è proprio il POPOLO e la concezione che ha della POLITICA. Un articolo critico e anche “di posizione” che racchiude, secondo me, molte verità troppo spesso nascoste nei talk show e sui giornali.
(…) La condizione del popolo, oggi in Europa, è strana e deplorevole. Non tanto perché il popolo è il popolo, e quindi per definizione è il “basso” del sistema sociale, ma perché il suo rapporto con la politica è innaturale e disturbato. In molti paesi europei, verosimilmente in tutti quelli di matrice occidentale, accade un fenomeno inedito: i partiti progressisti affermano di voler rappresentare le istanze del popolo, ma il popolo non li vota, preferendo ad essi i movimenti e partiti cosiddetti populisti, siano essi di destra, di sinistra o incollocabili (come il Movimento Cinque Stelle). E viceversa i ceti medi impiegatizi, gli insegnanti, gli intellettuali, gli artisti, i professionisti, persino molti imprenditori e manager preferiscono votare i partiti progressisti, o quel che resta dei partiti conservatori tradizionali. Insomma un vero quadrilatero amoroso disturbato: la sinistra dice di amare il popolo, ma il popolo non ama più la sinistra. I ceti alti e medi prediligono la sinistra, che però dice (o finge?) di rappresentare i ceti bassi. (…)
Mi verrebbe da dire “stato confusionale profondo decisamente di convenienza”. Ma riuscite a dare torto a queste affermazioni?
(…) La questione interessante a me pare questa: sbagliano i benestanti a guardare a sinistra? E sbaglia il popolo a guardare altrove?
La mia risposta è che, tutto sommato, i benestanti fanno benissimo a prediligere questa sinistra, che è molto attenta alle loro esigenze e molto distratta su quelle di chi sta in basso, quelli che io amo definire “i veri deboli”: incapienti, artigiani, lavoratori autonomi, lavoratori in nero, disoccupati, esclusi dal mercato del lavoro, abitanti delle periferie. Sarei meno sicuro che sia anche vero il reciproco, ossia che facciano bene i ceti bassi a fidarsi dei partiti populisti.
Per certi versi, mi pare che facciano male. I due fronti che si osteggiano in Europa, a me paiono afflitti entrambi da mancanza di visione, e da una formidabile inadeguatezza delle rispettive classi dirigenti. Se il Brexit ha vinto è innanzitutto perché gli uomini (e le donne!) che contano in Europa, non sono stati all’altezza del sogno di Altiero Spinelli. Ma una volta messi da parte Juncker, Hollande, Merkel, Renzi, Cameron, possiamo pensare che a farci sognare siano Marine Le Pen, Farage, Grillo o Salvini? (…)
Pensateci un attimo… Pensateci…
(…) Di per sé, l’idea di un’Europa delle Nazioni, senza la Gran Bretagna ma estesa “dall’Atlantico agli Urali” non è affatto insensata o peregrina, e risale addirittura alla fine degli anni ’50, quando de Gaulle ebbe a formularla per la prima volta. Il guaio è che alla guida della destra in Europa non c’è un de Gaulle, ma solo (per ora) una modesta squadra di agitatori politici, che una volta al potere potrebbero anche farci rimpiangere la sbiadita classe dirigente europea di oggi: insomma l’establishment europeo deve accontentarsi della signora Merkel («l’unico uomo di Stato europeo», copyright Massimo Fini) ma dall’altra parte non è ancora nato un nuovo de Gaulle che sappia prenderne il posto. (…)
Credo che in queste affermazioni ci sia tutta la verità su un problema enorme: l’inconsistenza della POLITICA in Italia ed in Europa. In Italia perché noi stessi possiamo “toccare con mano” l’impalpabilità e l’inconsistenza della nostra politica. E lo stesso possiamo dire a livello europeo. E lasciamo il nostro futuro in mano a questi personaggi che rappresentano, per la maggior parte dei casi, un voto populista di protesta, con progetti che sono tante belle parole ma che poi non sono realizzabili? (Vedi Farage, all’indomani della vittoria del LEAVE in Tv ha già ritrattato parte delle cose dette in passato. Facile fare promesse, difficile metterle in pratica, molto spesso impossibile renderle esecutive).
(…) Se però guardiamo le cose da un altro punto di vista, quello dell’economia e della politica sociale, non sono così sicuro che la fiducia del popolo nei partiti populisti, e soprattutto la sua sfiducia nei partiti progressisti che vorrebbero rappresentarlo, non siano tutto sommato ben riposte. Non sono così sicuro, in altre parole, che sia fondata l’accusa che, sotto sotto, benpensanti e governanti illuminati rivolgono al popolo, ossia di essere cieco e abbindolabile, fino al punto di votare contro i propri interessi. È vero, le campagne populiste hanno puntato il grosso delle loro carte sulla paura per gli immigrati, visti come temibili concorrenti in materia di posti di lavoro e accesso al welfare, ma anche come fonte di disordine e di insicurezza per la loro specializzazione in alcune materie criminali, come il furto, il traffico di droga, lo sfruttamento della prostituzione.
A tutto ciò l’Europa civile e illuminata ha saputo opporre soltanto l’imperativo morale dell’accoglienza, il valore superiore dell’inclusione sociale, e talora anche il disprezzo per chi ha paura, accusato di basarsi su mere percezioni, distorte dalla propaganda e dalla credulità, anziché sulla cruda realtà delle cifre statistiche (vedi le ricorrenti polemiche su criminalità reale e percepita). Non hanno pensato, i dispregiatori del popolo e delle sue paure, che la maggior parte di coloro che di paura non ne hanno (o ne hanno poca, o sanno dominarla con la ragione) vivono in zone protette, o comunque non degradate, delle nostre affluenti società moderne. Soprattutto, non hanno pensato, i rieducatori del popolo rozzo e credulone, di consultarle davvero, le statistiche sulla criminalità e l’immigrazione in Europa (si veda il grafico in pagina). (…)
Touchè. Non commento perchè mi torna difficile, ma continuiamo con la lettura, credo ne valga la pena.
(…) Secondo la ricostruzione della Fondazione David Hume, su 28 paesi europei per cui si hanno dati, il tasso di criminalità relativo degli stranieri è sempre (tranne in Irlanda e in Lettonia) superiore rispetto a quello dei nativi. In media gli stranieri delinquono 4 volte di più, con punte di 12 in Grecia, 7 in Polonia, 6 in Italia, 5 nelle civilissime Svezia, Austria, Olanda.
Che dire? Forse il popolo non fa bene a fidarsi delle forze populiste, che talora alimentano i peggiori sentimenti dell’animo umano. Ma forse il popolo, più che fidarsi dei populisti, non sa a chi altri affidarsi, e votandoli fa una scommessa tanto scettica quanto disperata. Più che credere negli agitatori anti-sistema, il popolo pare diffidare dell’élite illuminata che lo rispetta quando “fa la cosa giusta”, e ne prende commiato quando fa quella sbagliata. (Prof. Ricolfi)
Quindi, forse, continuare a tuonare sulla popolazione come vera colpevole (“chi è causa del suo mal, pianga se stesso”) delle scelte (forse sbagliate) come la Brexit, sarebbe meglio capire PERCHE’ l’elettore si comporta così. E’ veramente ignorante, credulone e limitato o forse è addirittura disperato?
Dopo aver letto molti pareri, sposo la seconda ipotesi e NON voglio colpevolizzare nessuno. Ho scelto questo articolo perchè rappresenta, secondo me, il miglior quadro oggettivo del vero problema. Se a dirigere un’azienda c’è un CdA incapace o inadeguato, che cosa avviene? Un fallimento. Ecco, tutto spiegato.
Anche in merito alla Brexit, gli errori fatti dalla politica inglese sono enormi. E lo stesso Cameron ha gestito in modo pessimo la problematica dell’immigrazione. Il risultato? E’ sotto i nostri occhio, ieri in UK, oggi in Spagna e domani in ogni altro paese europeo. Perché forse su questo l’Europa è veramente unita. Ovunque si guarda, ci si ritrova con il nulla a livello politico. Unica eccezione forse è la tanto odiata GERMANIA. Il motivo? Loro non erano poi così impreparati alla Brexit (ecco cosa significa fare politica, cari amici). Leggete qui. Schaeuble e soci hanno già pronti tutta una serie di accordi “rivisitati” post Brexit. E noi invece?
E pensare a tutte le problematiche di tipo economico, finanziario e politico che ci aspettano nei prossimi anni, mi preoccupa non poco. E credetemi, ancora oggi più che mai, rilancio la mia stima per il capo della BCE Mario Draghi. Criticabilissimo fin che volete. Ma voi, al suo posto, con questa banda di “farfalloni”, che cosa avreste fatto?
Facile criticare sempre… E proprio a questo proposito, devo anche citare un recente report uscito da quella che io amo definire “la Banca Centrale delle banche centrali”, ovvero la BRI. Un report nato proprio a seguito della Brexit e che quindi cerca di raccogliere i cocci e rimontare i pezzi: ma ecco cosa dice in sintesi (il report lo potete scaricare QUI)
La Bri (Banca dei Regolamenti internazionali) ribadisce quanto detto venerdì: si apre un periodo i incertezza e tutti devono collaborare per fare fronte alla volatilità dei mercati e i rischi all’economia globale. (…) Secondo Caruana «gli ultimi anni hanno confermato quanto le banche centrali siano diventata indispensabile». (…) Tuttavia, spiega, «l’onere che è stato addossato alle banche centrali dalla crisi in poi sta generando tensioni crescenti. I mercati e l’opinione pubblica in generale sono diventati sempre più dipendenti dalle banche centrali e hanno riposto sempre maggiori aspettative su quello che esse possono fare. (..) (Source)
Oltre a mettere le mani avanti in merito ad un periodo che si prospetta MOLTO volatile, è evidente un richiamo alla responsabilità per l’altra faccia della medaglia, ovvero la politica, che troppo spesso è stata assente e non ha fatto cosa doveva.
Alla mente mi viene in mente un episodio cinematografico. Protagonista guarda caso Al Capone il quale si rivolge alle istituzioni in questo modo…
Ecco cosa siete, cari politici, siete chiacchiere e distintivo…solo chiacchiere e distintivo…
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per “entrare” in Europa occorreva ed occorrerebbe una maggioranza dei favorevoli almeno del 75% percento; quindi questo referendum è stato l’EMBLEMA di una unione paurosa. Non s’è avuto il coraggio di rendere questa pseudo comunità uno Stato forte che facesse effettivamente il “bene” degli europei.
Altro punto: ben venga il NO a questa europa e NON si dovrebbe combattere una crisi nata dal DEBITO invocando altro DEBITO… significa non aver capito un caxxo di ciò ch’è successo ( Hussman docet, oramai come l’eremita sulla colonna nel deserto ).
nota tecnica : il referendum è CONSULTIVO, no vincolante. Se la “real politik” dicesse che vista l’incertezza del voto e l’effetto sui mercati, la scelta sarà fatta dal parlamento si risale come sull’otto volante.
purtroppo, nonostante i vari e spesso validi commenti ai post di Danilo che cercano di dare spiegazioni più o meno logiche ai vari eventi , è scattato un cigno nero (Brexit) su un sistema che stava in piedi per sbaglio e che continua a ad essere di una fragilità estrema. Arrivare ad imitare la crisi del 29′ ci mancano ormai pochi passi; lo scenario generale è senz’altro differente ma una società economica che cresce ( si fa per dire!!!!) solo sui debiti è destinata a fallire. E’ inutile che il sistema finanziario si sforzi di galleggiare sulle disgrazie dell’economia, quando la strada è in ripida discesa si trascina tutto dietro come nelle alluvioni che ormai caratterizzano il nostro continente.
Non si vede, applicando la più semplice delle logiche, un motivo perché nel breve-medio periodo una ragione perché lo sfaldamento dei mercati debba cessare a meno che non si vada giù a corpo morto, con l’aiuto della speculazione, fino ai limiti di una potenziale inversione a V. Ma è ancora troppo presto !!!!!!!!!!
Report della Bis interessante ma ribadisce cose che ormai.. sono scontate.
In quanto giovane italiana riuscire a decidere chi votare è sempre un problema, la scelta è sempre nei confronti di quello che ci si attende sia “il minore dei mali”.
Non penso verrà indetto un secondo referendum, che poi le agenzie di rating tagliano il rating all’UK ma i tassi dei bond governativi scendono, pensandoci la cosa non quadra. Ci si attende un taglio dei tassi da parte della Boe o ha già pensato a farlo?!
Nell’ordine:
a) il secondo referendum è da escludere
b) la divergenza tra CDS e rendimento GILT significa che la BoE interverrà sui tassi altrimenti non avrebbe senso.
c) per completare l’opera leggetevi questo articolo, che si integra perfettamente con quanto ho scritto sopra
No, caro Danilo.
Senza alcun astio nei tuoi confronti ma con fermezza ti dico che quell’articolo del Fatto che hai linkato dice delle “inesattezze”, per restare sull’eufemistico.
La verità vera è in questo video linkato da Bagnai
SCUSATE SBAGLIATO LINK
È questo
http://goofynomics.blogspot.it/2016/06/brexit-lanalisi-di-blyth.html
nella tarda mattinata è uscito il rumor che BCE in accordo con FED stiano programmando un aiuto di 40 MLD al sistema bancario europeo e italiano in particolare . Sembrerà strano ma in concomitanza al rumor le banche hanno aumentato drasticamente il ribasso con una continua interruzione delle trattative…..
Ma, nella pratica, al popolo cosa interessa della politica? Cosa spinge ad interessarsi delle attivitá di chi governa?
Quello che conta per “i sottoposti” è stare bene, mangiare, avere un tetto sulla testa, una macchina, fare le vacanze e via dicendo…
Tutte cose da tempo compromesse pare a causa dell’uso dell’Euro…
Limite del 3% al deficit, austeritá…tutti ragionamenti buoni per chi uno stipendio, magari lauto, ce l’ha.
Vogliamo scomodare Menenio Agrippa?
Le braccia, il Popolo, la pancia, sempre piena, il Senato…
Cosa dici…la politica, nostrana e delle istituzioni europee, si è mostrata ignorante in storia oppure menefreghista?
Prima o poi la risposta del popolo arriva…
Non basta il sistema di spartizione inventato dai partiti nazionali, no, non basta più…la massa da accontentare è diventata maggiore e lor signori sono sempre troppo distanti e prima o poi la “cadrega” (la sedia, la poltrona) passa sotto le chiappe di qualcun altro…