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Mario Monti e La Grande Guerra

Scritto il alle 15:40 da paolo41

GUEST POST: per farla breve…dove andremo a finire?

Con l’avvenuto consenso da parte della corte costituzionale tedesca al prestito alla Spagna, quest’ultima si aggiunge alla lista dei paesi che perdono la propria sovranità, ponendosi sotto il controllo dell’EU, eufemismo per non dire sotto il controllo della Germania.

Credo che si possa affermare che non è il primo e non sarà neppure l’ultimo, a parte il fatto che , in precedenza, per un verso o per l’altro, l’EU aveva già condizionato le leggi costituzionali dei vari paesi facendo ivi inserire clausole che limitavano l’ammontare dei debiti sovrani e il raggiungimento del pareggio di bilancio, condizione che, per esempio, l’UK, la Francia e la Repubblica Ceca si sono ben guardate da accettare.

Altrettanto paradossale è il fatto che nel prestito di € 100 Mld elargito alla Spagna, una significativa parte degli apporti viene dato dalla stessa Spagna e da altri paesi, come l’Italia, che, in questo momento, avrebbero ben altre necessità che non quello di partecipare al prestito.
Una parentesi positiva potrebbe essere che la corte tedesca ha indicato che la somma concessa possa essere utilizzata non solo per “rifornire” le banche, ma anche per altri scopi come, per esempio, quello di acquistare titoli in emissione o sul secondario.
Tutto ciò premesso e nella speranza che venga presa, a livello europeo, qualche decisione, senza sempre rimandare i problemi di riunione in riunione,( quando dei capi di governo, quando dell’Ecofin, etc), è indispensabile agire per nostro conto con la massima determinazione per ridurre o eliminare le nostre carenze; è ormai dimostrato e lapalissiano che non esiste una unità di intenti a livello europeo, continuano a prevalere gli interessi e gli egoismi nazionali, per altro giustificati da culture e comportamenti storici, difficilmente sradicabili dal Dna dei singoli paesi. Quindi dobbiamo avere sempre più coraggio a guardarci in casa e intervenire, anche con cattiveria, dove si riscontri che ci sono cittadini, imprese, istituzioni che remano contro il paese,volendo mantenere quei privilegi che, invece, la situazione nazionale non ci permette più di sostenere.

Il recente caso Sicilia è emblematico, ma sappiamo tutti benissimo che non è il solo: da qualsiasi parte la Corte dei Conti metta mano, emergono assurdità gestionali che vanno al di là della incomprensibilità. Leggevo oggi fra le righe di un quotidiano che la presidente della regione Umbria, tale Catiuscia Marini, chiamata in causa per le “eccessive” richieste di danni per le nevicate di quest’ultimo inverno, inoltrate all’EU, non è stata in grado di dare esaurienti risposte …. perchè si trova in Cina per un viaggio istituzionale!!!!! A parte che qualcuno, in sua vece, ha affermato che servono per rifare il manto stradale di 3000 Km di strade (sic!), la domanda più spontanea è, come direbbe Di Pietro, che c’azzecca la presidente Catiuscia con la Cina?? Gita di piacere camuffata da esigenze …quali??? (non sarebbe meglio che tali iniziative, tanto per mettere in ordine le cose, avessero il benestare di Passera e della Farnesina????) Peraltro preciso che tutte le richieste delle regioni per i danni provocati dalle abbondanti nevicate sono state convogliate alla Protezione Civile, che da buon passacarte, ne ha fatto di tutta l’erba un fascio, senza alcuna analisi critica o valore aggiunto e, comunque, dovuta selezione, inviandole pari pari all’EU. Viene spontaneo chiedersi se anche nell’attuale Protezione Civile non ci sia spazio per tagliare parassiti e passacarte????

Con l’esperienza di ex-dirigente industriale per quasi 30 anni e oltre dieci anni di consulenza aziendale, provo ad esprimere qualche mio parere, dettato ovviamente dalla pratica e da quello che, comunemente, viene chiamato” buon senso”, che, purtroppo, mi accorgo che sempre più comincia a scarseggiare.

Ormai la “guerra” dichiarata da Monti, vista in termini di bilancio, si configura su due fronti:

a) l’aumento dell’avanzo primario (riduzione delle spese e miglioramento delle entrate)

b) e riduzione degli interessi annui che, ormai, mangiano tutto quello che è stato messo nelle manovre (mi esprimo al plurale, perché la spending review è praticamente una seconda manovra).

L’ammontare degli interessi è talmente elevato che, più o meno apertamente, si parla sempre più di un’altra manovra aggiuntiva e di una patrimoniale sui grossi patrimoni (anche perché non si può fare affidamento sul fondo salva-spread, visti i precedenti tempi decisionali europei). L’Italia è sostanzialmente un paese ricco, che ha saputo risparmiare e accumulare ricchezza nei decenni trascorsi, ma non si può continuare a spremerlo come un limone con altre iniziative effimere che non creano nessun valore aggiunto. In altre parole si può anche chiedere ulteriori sacrifici ai patrimoni e ai redditi più alti, purchè le risorse che ne derivano siano allocate per creare lavoro e sviluppo e non per ridurre il debito.
Il Paese, nella sua maggioranza, di nuove tasse che non producano valore aggiunto, non vuole più sentirne parlare. Continua a sostenere, in un certo senso, Monti perché ha una dannata paura che tornino sulla scena tutta quella pletora di politici della seconda repubblica, capaci solo di litigare fra loro e sarebbe il tonfo finale.

Una , se non la principale causa di questa crisi, oltre alle nefandezze create dal sistema finanziario essenzialmente anglosassone, è legata al processo di globalizzazione che ha trasferito il lavoro e il valore aggiunto legato implicitamente al lavoro, nei paesi meno sviluppati e a basso costo per unità prodotta. Parecchie multinazionali occidentali, in una logica di mero profitto,e con il tacito accordo e potremmo anche dire con il menefreghismo e la miopia dei loro governi, hanno ridotto il numero di operai, impiegati, tecnici, managers sia del manifatturiero che dei servizi localizzandone la relativa attività in altri paesi. Sono posti di lavoro, nella stragrande maggioranza dei casi che non torneranno più indietro, sono persi, e influenzeranno, quindi, perdite sempre più consistenti del Pil. In tale processo di trasferimento, abbiamo assistito spesso a vere forme di schiavismo, con retribuzioni da fame e diritti dei lavoratori inesistenti e calpestati. La situazione attuale sembra indicare qualche indice di miglioramento, magari nei paesi dove la pressione sociale comincia ad avere voce, ma c’è ancora molta strada da percorrere prima di raggiungere un livello di minima accettabilità e comunque confrontabile con quella del mondo occidentale.

E’ eclatante quanto avvenuto, proprio in questi giorni, alla fabbrica Maruti-Suzuki in India, uno dei costruttori leader del paese: a fronte di una vertenza sindacale (pensate che un operaio guadagna circa €100 al mese), le maestranze hanno messo a fuoco e fiamme la fabbrica, esasperati al punto da preferir autodistruggere il misero posto di lavoro.
Purtroppo la necessaria ricerca di competitività sta penalizzando in senso opposto retribuzioni e diritti acquisiti nel mondo del lavoro dei paesi occidentali e anche questo fattore incide sulla potenzialità di consumo dei lavoratori; vengono ridotti stipendi e ore di lavoro, aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali e, comunque, anche su quest’ultimi si sta operando per ridurne ammontare e durata.

In secondo luogo, alcuni paesi, come l’Italia, che avevano un tessuto industriale di prim’ordine, sono stati trainati da una classe politica incompetente, miope e arrogante nel baratro dell’euro, solo per una questione di “status”, portando le nostre industrie a competere alla pari, senza possibilità di gestire in autonomia la propria valuta, con economie decisamente più forti come la Germania; oggi come oggi un ritorno al marco da parte di quest’ultima vedrebbe una rivalutazione del marco verso l’euro tra il 25 e il 30%. Visto in senso opposto la Germania ha un enorme vantaggio competitivo nei confronti delle aziende italiane. L’effetto di tale decisione è nota a tutti: aziende che hanno dovuto cedere l’attività, altre che hanno chiuso definitivamente, altre si sono trasferite o si stanno trasferendo in altri paesi e, non dimentichiamoci che si portano dietro, spesso e volentieri, anche l’indotto. Nei paesi dove si trasferiscono sono agevolati negli investimenti, nelle varie tassazioni e ritrovano quel credito finanziario che nel sistema bancario italiano si sta facendo ogni giorno più difficile.
Senza dimenticare quei settori che per necessità sono legate al territorio, come l’agricoltura in senso generale e il turismo, il primo fortemente penalizzato sia da importazioni di prodotti a prezzi strozzati sia da anacronistiche leggi EU (tutte a vantaggio dei paesi dell’Europa centrale), il secondo dalla concorrenza di paesi che, a parità di valuta e di costo della vita, si possono permettere prezzi decisamente più competitivi (occorre comunque ammettere sul turismo anche tante nostre responsabilità che sarebbe troppo lungo qui discutere).

Tornando a bomba, mentre speriamo che il programma di “spending review” vada oltre le più rosee aspettative, come affrontiamo il problema degli interessi che si sta gonfiando ogni giorno che passa???? Diciamo anche che il tentativo di convincere il cittadino italiano a comprare i Btp Italia è miseramente fallito; agli italiani le cose vanno imposte, altrimenti preferiscono sempre svicolare, sentirsi indipendenti e un po’ menefreghisti e passivi nel riguardo della crisi nazionale. Si ripropone la obbligatorietà di comprare Btp pluriennali in concomitanza della dichiarazione dei redditi, per una certa percentuale (es. 10%) del reddito a partire da un certo livello del reddito ( es: € 18000). Tasso lordo 4% , riscattabili comunque, per chi lo desidera, dopo 5 anni; programma, naturalmente pluriennale. Chi guadagna € 50000 all’anno riceve (naturalmente pagando nel F40) al momento della dichiarazione Btp per € 3200 pari a (50000-18000)x10%. Ovvio che l’intervento non deve limitarsi ai privati, ma deve trovare una formula anche per le aziende e relative società di comodo, istituzioni finanziarie, cooperative, etc. Una proposta più dettagliata l’avevamo già postata con Gainhunter alcuni mesi fa. L’obiettivo è quello di togliere il più possibile il debito dal mercato ed evitare la speculazione che avviene ad ogni rinnovo o asta, dato che il nostro debito è troppo liquido sui mercati.

Dal lato del miglioramento dell’avanzo primario è indispensabile aumentare il Pil da una parte e ridurre gli sprechi dall’altra, come farebbe un buon manager che venga chiamato a rimettere in piedi un’azienda in difficoltà. Dato che il contesto economico non permette ulteriori aumenti dei prezzi del prodotto (che sono già stati toccati dall’aumento dell’IVA) e la fascia di cittadini a redditi più bassi ha difficoltà a sostenere i consumi, le alternative si identificano in una minore tassazione per i redditi più bassi e nell’aumento dei posti di lavoro produttivo, che generi, cioè, valore aggiunto.

In secondo luogo occorre evitare l’emorragia delle aziende che chiudono o si trasferiscano all’estero; fra i tanti casi, aberrante è il caso di aziende che sono costrette a chiudere perché sono in credito con gli enti statali o regionali o comunali e non riscuotono per di più credito dalle banche. Se non altro dovrebbero compensare i crediti con altri esborsi come Iva e altre imposte.
Leggevo alcuni giorni fa i risultati di un sondaggio effettuato presso gli imprenditori circa i fattori più importanti che bloccavano il rilancio dell’economia e ai primi posti figuravano l’eccesso di burocrazia, l’elevato carico fiscale in assoluto aggiunto alla dispersione delle varie imposte, l’elevato costo del lavoro in proporzione al netto che percepisce il dipendente, la mancanza di adeguate infrastrutture. Quindi per rilanciare l’economia “occorre investire” per creare le premesse che l’imprenditore investa a sua volta. Sono arciconvinto che se Monti prendesse due significative iniziative verso un rilancio dell’industria, magari inizialmente nelle zone a più alta disoccupazione, i mercati reagirebbero positivamente. Il pareggio di bilancio promesso per il 2013 non deve essere un tabù (Hollande docet), la ripresa economica è un “must”.

Ormai è noto a tutti che ci sono tanti e tali sprechi nella gestione dello Stato a tutti i livelli che non si può più accettare il tentativo di difendersi dicendo che mancano i soldi per fare quanto sopra descritto. I quotidiani, le riviste settimanali, le trasmissioni radio e televisive e il mondo dei blog non fanno altro che riportare quelle che possiamo definire le nefandezze della corruzione politica introdottasi nella gestione di tutti gli apparati dello Stato. La domanda da porsi è la seguente: c’è la voglia di intervenire o c’è la “convenienza” a lasciar fare??? Personalmente sono convinto che prevalga la seconda risposta e mi sono dato anche un motivo logico: la presenza dei partiti politici che hanno le mani in pasta in ogni dove e difendono aspramente i privilegi acquisiti, fregandosene altamente della realtà della crisi, salvo poi apparire nei Tg e nelle trasmissioni televisive con dichiarazioni retoriche che lasciano il tempo che trovano. Il popolo è stanco di diatribe e parole, ha bisogno di fatti, ma l’attuale governo, anacronistico in un paese che si dichiara democratico, ha solo due alternative, o si decide a prendere decisioni drastiche fregandosene dei partiti, consapevole che avrà il supporto della cittadinanza o si candida per le prossime elezioni (non so con quale maggioranza); fare il Cincinnato, in un momento come questo, è contro il buon senso è significherebbe rilanciare il paese nel caos dopo tutti i sacrifici che i cittadini hanno fatto finora e che, credo, siano ancora disponibili a fare.
O vogliamo lasciare che si ripetano casi come quello della gestione della Sicilia, lasciare il patrimonio immobiliare dello Stato in balia del vento, continuare ad avere una Rai dominata dai partiti anziché privatizzarla o ridurla ad un unico canale informativo ed educativo ma apolitico (con il canone TV e non Rai pagato con la bolletta della luce), tanto per citare alcuni casi apparsi all’onore della cronaca in quest’ultima settimana????

E alla presidente Catiuscia Marini mi permetterei di suggerire se è possibile verificare, dopo naturalmente il suo viaggio istituzionale in Cina, quanti sono i cittadini dell’Umbria che non hanno pagato l’IMU e se tutti gli immobili della sua regione sono regolarmente accatastati. Probabilmente con i soldi che recupera potrebbe asfaltare una buona parte dei 3000 km coperti, nell’ultimo inverno, dalla neve.

Paolo41

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24 commenti Commenta
zanella51
Scritto il 24 Luglio 2012 at 16:11

intanto complimenti per l’articolo e per la schiettezza.
Purtroppo queste cose le sento dire da anni e da molti, ma niente si muove.
Credo che l’ignavia degli italiani (che io chiamo ITALIOTI) alla fine prevvarrà su qualsiasi forma di vero cambiamento.
E’ vero che partiti e SINDACATI ci hanno portato in questa situazione, ma è altrettanto vero che ,senza l’avvallo della maggior parte dei cittadini, ciò non sarebbe potuto acadere.
Abbiamo quindi il baratro di fronte a noi e NESSUNO sarà in grado di fermare la caduta all’interno, nemmeno la richezza accumulata, frutto di colossale evasione.
E’ necessario un UOMO FORTE???? non lo so, ma dall’interno difficilmente sarà possibile un radicale cambiamento

manonegra82
Scritto il 24 Luglio 2012 at 16:56

Sarebbe bello, che gli Italiani, come i due nella foto che li ritrae in quel meraviglioso film capolavoro, raggiungano il momento più alto della loro esistenza nel momento più tragico e più brutto….; Gassman e Sordi, eroi inconsapevoli non diranno ai krukki dov’è ponte di barche , finendo volontariamente fucilati. Noi altri questo rischio non lo corriamo… almeno questo… ma siamo cmqe nel baratro, civile, morale, sociale, economico….

idleproc
Scritto il 24 Luglio 2012 at 17:52

Il punto è che si spara dalla parte sbagliata. Si devono far fallire le banche globalizzate insieme alla spazzatura che hanno in pancia. Si salvano solo i correntisti.

andrea.mensa
Scritto il 24 Luglio 2012 at 18:03

caro Paolo41
ci sono due cose che non digerisco troppo nel tuo bellissimo articolo.
la prima, è che manca una presa di coscienza del passato recente.
abbiamo passato 20 anni a folleggiare sul ponte sullo stretto, a far finta di nulla con un debito mostruoso e additare al pubblico ludibrio il “partito delle tasse” quando un Prodi qualsiasi cercava solo di recuperare un minimo di avanzo primario che immediatamente il Berllusconi, l’anno successivo si occupava di dilapidare. quante occasioni abbiamo mancato di cominciare, con i vantaggi di una situazione favorevole, ad intaccare il famoso debito ? chi lo ha votato il Berlusconi, si è reso o no conto del danno che ha arrecato al paese ?
Dico questo perchè prima di pensare alle soluzioni, forse vale la pena di vedere anche gli errori commessi, della serie “chi ignora il passato è destinato a riviverlo”.
secondo punto.
i mercati. Ma lo sai CHI sono i mercati ? Lo sai che i mercati sono anche tutta quella pletora di persone, il tuo vicino compreso, che avendo più ricchezza di quanto gli occorra per vivere, e vivere anche il resto della propria vita, li “investe” nei mercati finanziari direttamente o tramite gestori, a volte nazionali , ma sovente stranieri, dopo aver esportato i propri capitali ?
bene io ho già detto come farei a far pagare anche a loro, e non solo ai cristi a 1200€/mese questa crisi, …… certo c’è chi si scandalizza al pensiero di requisire una parte di ricchezza, ma se non si fa così., se non si passa da una redistribuzione delle risorse, inutile parlare di produttività e produzione …. MANCA CHI COMPERA! proviamo a mettercelo in testa !

lampo
Scritto il 24 Luglio 2012 at 18:16

Ormai la “guerra” dichiarata da Monti, vista in termini di bilancio, si configura su due fronti:
a) l’aumento dell’avanzo primario (riduzione delle spese e miglioramento delle entrate)
b) e riduzione degli interessi annui che, ormai, mangiano tutto quello che è stato messo nelle manovre (mi esprimo al plurale, perché la spending review è praticamente una seconda manovra).

In merito a:

punto a) mi pare evidente che l’avanzo primario non riesce ancora a coprire la quota di interessi che paghiamo sul debito pubblico: non mi spiegherei altrimenti la continua pubblicazione di record del nostro debito pubblico negli ultimi mesi (oltre all’aumento delle stime di rapporto deficit/PIL nel prossimo futuro da organismi internazionali come l’FMI), che non fa che aumentare la speculazione, ogni volta che tali dati vengono riportati nei report delle banche d’affari.
Quindi, in soldoni, non serve a niente l’aumento dell’avanzo primario se non tagliamo contemporaneamente il debito pubblico (ricordo che siamo al terzo posto mondiale come ammontare e L’UNICO ripeto UNICO PAESE tra i primi tre che non ha una banca centrale per stampare moneta e soccorrere le emissioni nuove!
Per tale motivo, quanto sta avvenendo sul mercato a livello di interessi pagati sulle nuove emissioni, lo considero ancora molto ottimistico, rispetto a quello che potrebbe avvenire!

punto b) si collega a quanto dicevo sul punto precedente. Solo che in Italia abbiamo il record mondiale a livello di tassazione. La “spending review” (che non è ancora definitiva, visto che ricordo si tratta di un decreto legge da convertire in legge entro 60 giorni… ed in questo periodo può succedere di tutto come cambiamento del contenuto, oltre alla potenziale mancata conversione in caso di elezioni anticipate e quindi conseguente nullità del decreto stesso), che chiamerei più appropriatamente una “piccola ed incerta revisione della spesa pubblica”, incide in maniera molto marginale sulla spesa pubblica (ce ne sarebbe da intervenire… ma non posso parlare per motivi professionali).
Il problema è che umanamente parlando non c’è più trippa per gatti e questo livello di tassazione non può durare molto a lungo pena l’applicazione pratica di quanto ipotizzava un certo Laffer con la sua curva:
http://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_Laffer
Curva spiegata e archiviata nel giro di 5 minuti dal nostro ex-professore di economia quando insegnava (parlo dell’attuale Presidente del Consiglio) perché la riteneva, allo stesso modo del premio nobel Stiglitz, “una teoria scarabocchiata su un foglio di carta”, per cui non meritevole di interesse e veridicità nella sua applicazione. Ovviamente ognuno è libero della propria opinione.

A breve avremo modo di scoprire sulla nostra pelle chi aveva ragione tra i vari economisti.

Temo per la risposta! 🙄

In conclusione sul pagamento di una parte delle retribuzioni con buoni del tesoro o comunque titoli di stato (e perché no, aggiungo io, anche obbligazioni emesse da aziende, banche, enti, ecc. e via dicendo per aiutarle a ricapitalizzare o ad aumentare la competitività sul mercato o magari fare acquisizioni all’estero, visto che la nostra borsa non è la sola a prezzi scontati) è già successo negli anni ’70 e non trovo motivi per cui non possa succedere oggi, specie per le pensioni d’oro o per gli stipendi dei “manager” del settore pubblico, parlamentari e Presidenza del Consiglio compresa, senza togliere tale opportunità anche al Quirinale.
D’altronde sarebbe una bella dimostrazione della volontà di interesse al futuro delle prossime generazioni?
La mia preoccupazione è che non si faccia, perché non c’è tale interesse, visto che abbiamo un Parlamento molto “anziano” per non usare altri termini. 🙄

P.S.
Ovviamente complimenti per il post.

luigiza
Scritto il 24 Luglio 2012 at 18:20

è ormai dimostrato e lapalissiano che non esiste una unità di intenti a livello europeo, continuano a prevalere gli interessi e gli egoismi nazionali….

Non sarebbe stato preferibile scrivere: continuano a prevalere visioni diverse visto che subito dopo si legge, giustamente, per altro giustificati da culture e comportamenti storici, difficilmente sradicabili dal Dna dei singoli paesi.

Perchè io mi rifiuto di credere che si sia cosi stupidi da non capire che o si rema tutti nella stessa direzione oppure si finirà per dividerci e decretare la morte della unione ed area euro così come la conosciamo.

Se così fosse voglio almeno sperare che un nucleo più ristretto me riprenda immediatamente l’eredità e trasformi il sogno in realtà effettiva ed efficiente.

paolo41
Scritto il 24 Luglio 2012 at 19:07

andrea.mensa@finanza,

nella lettura del passato posso essere d’accordo con te; ho avuto occasione di conoscere, per rgioni di lavoro, sia Prodi, quando era all’IRI, sia Berlusconi e come non ricavai impressioni positive allora di ambedue, altrettanto sono rimasto deluso delle loro prestazioni politiche.
Ma è importante guardare al futuro ed è importante che personaggi di tale taglia non calchino più il palco del governo.
Le mie considerazioni vertono proprio sul fatto che fra le varie figure politiche attuali non se ne vede una che abbia la leadership necessaria per affrontare i problemi del paese; Monti potrebbe avere il carisma, ma deve uscire allo scoperto, deve lasciare il suo aplomb dottorale e vestire la “tuta”, come scrissi in un mio precedente commento. Finora ha dimostrato che è più incline a tagliare che non a pensare allo sviluppo e deve avere il coraggio di contrastare le pretese e i ritardi decisionali dell’EU. Faccio un esempio: se non viene introdotto il fondo salva-spread con immediatezza, l’Italia si rifiuta di dare ulteriori contributi alle varie sovvenzioni distribuite ai paesi europei in difficoltà (con i soldi che abbiamo già sborsato, ci si pagava l’ultima manovra senza tassare i cittadini e comprimere i consumi) . Se non è questo il momento di mettere gli attributi sul tavolo, sarà sempre più difficile farlo in futuro.
Se, invece, è lì, in attesa di essere sostituito dai vecchi marpioni, sta facendo perdere tempo e denaro e allora tanto va che torni a fare il professore (con l’ulteriore guadagno di essere stato nominato senatore a a vita).

filipposense1
Scritto il 24 Luglio 2012 at 19:23

Queste considerazioni sono URLATE ogni mattina da Oscar Giannino su Radio 24. Secondo me non ci può essere una soluzione “soft”. Come abbiamo potuto constatare la risposta della politica è sempre la stessa: una su tutte la difesa dell’indifendibile perpetrata negli ultimi giorni dal presidente della regione Sicilia Lombardo. Ho, mio malgrado, capito che si continua a difendere l’indifendibile a colpi di politichese, cioè a fare quello che ci ha portato ad avere i problemi che tutti sappiamo. Nessuno ci farà uscire da queste sabbie mobili; solo NOI potremo riprenderci la nostra sovranità, se ne avremo la volontà e soprattutto se riusciremo a darci delle priorità. Per chi non lo sapesse siamo in campagna elettorale: ma per eleggere chi? per farci comandare da chi? per sistemare quali famiglie?
Se l’Italia cambierà dovrà prima cambiare la maniera di governare l’Italia, non solo le facce dei politici che la rappresentano.
In bocca al lupo a tutti gli ITALIANI come me!

filipposense1
Scritto il 24 Luglio 2012 at 19:26

Dimenticavo: Davvero COMPLIMENTONI per il post!!

giobbe8871
Scritto il 24 Luglio 2012 at 20:09

andrea.mensa@finanza,

e bravo Andrea,

Lo sai che i mercati sono anche tutta quella pletora di persone, il tuo vicino compreso, che avendo più ricchezza di quanto gli occorra per vivere, e vivere anche il resto della propria vita, li “investe” nei mercati finanziari direttamente o tramite gestori, a volte nazionali , ma sovente stranieri, dopo aver esportato i propri capitali ?

li “investe” nei mercati finanziari direttamente o tramite gestori, a volte nazionali , ma sovente stranieri, dopo aver esportato i propri capitali

li “investe” nei mercati finanziari direttamente o tramite gestori, a volte nazionali , ma sovente stranieri, dopo aver esportato i propri capitali

LI PORTA IN ASIA , IN CINA, IN INDONESIA, VIETNAM E POI VA DAL MEDICO ITALIANO DELLA MUTUA, E POI ? :mrgreen: :mrgreen: 😈

gaolin
Scritto il 25 Luglio 2012 at 06:58

In questo bel post colmo di saggezza, il nostro paolo 41 ha elencato alcuni dei tanti problemi del nostro paese e relative possibili soluzioni.
La domanda dove andremo a finire resta però un po’ in sospeso.
Prevedere l’esatto futuro non è prerogativa di nessuno ma rispondendo:
Male,
a questa domanda non si sbaglia di certo.
Di questo ci si rende ben conto girando il mondo, per lavoro s’intende.
L’Italia ha attualmente un deficit di competitività nell’economia globalizzata talmente elevato, che ne sta letteralmente massacrando il sistema produttivo manifatturiero. La velocità poi di questo processo sta incrementando al punto che andando avanti così ne resterà ben poco, se non accadrà A BREVE qualcosa di dirompente.
Ho la sensazione che i così detti mercati se ne siano ben accorti e quanto prima anche i nostri governanti vorranno rendersi conto di ciò meglio sarà.
Viceversa, più continueranno a non voler capire che l’EURO sta strangolando questo paese, peggio sarà.
Pessimismo? No, realismo, purtroppo.

kry
Scritto il 25 Luglio 2012 at 08:13

gaolin@finanza,

Che l’EURO o questo tipo di euro sta strangolando questo paese?

gaolin
Scritto il 25 Luglio 2012 at 09:35

kry@finanza,

Cerco di chiarire il concetto.
Il valore attuale dell’EURO, rispetto a quello dello USD a cui tutti nel nostro mondo fanno riferimento, fa sì che i costi di produzione del sistema manifatturiero italiano sono troppo elevati.
Si perdono così, nella competizione economica internazionale, quote o interi settori di mercato a favore di quelle economie che hanno un cambio più favorevole per il loro sistema produttivo.
Nell’unione monetaria europea ci stanno economie troppo diverse che non possono convivere in armonia se non hanno la possibilità di aggiustare la propria competitivita modificando le parità monetarie.
A meno che i governanti, con politiche economiche lungimiranti, non adottino provvedimenti tendenti a migliorare la competitività del paese. In Italia, dall’avvento dell’EURO si è fatto l’esatto contrario e oggi se ne pagano le conseguenze.
La competitivà però è un concetto in realtà molto poco conosciuto, specie fra i politici italiani. Tutti un po’ ne parlano ma come si realizza questi non ne hanno proprio idea.
Allo stato attuale, restando nella moneta unica, l’Italia non ha più la possibilità di riguadagnare la competitività perduta. Anche perchè gli altri paesi si danno molto da fare per migliorare la loro, specie quelli che sono già molto più competitivi di noi.

kry
Scritto il 25 Luglio 2012 at 10:22

gaolin@finanza,

Grazie,purtroppo sappiamo che dalla politica non arriveranno risposte e l’ultimo esempio l’abbiamo avuto dalla non reazione al farci scippare 1 miliardo € di parmalat dopo l’esperienza negativa delle quote latte. In italia ci vorrebbe un CHAVEZ capace di difendere quello che abbiamo senza farcelo scippare,altro che pensare alla crescita che da più di 10 anni è cresciuta di pari passo con il debito:quindi una non crescita o crescita drogata.

paolo41
Scritto il 25 Luglio 2012 at 11:17

gaolin@finanza,

..al solito, grazie per il contributo…

schwefelwolf
Scritto il 25 Luglio 2012 at 11:30

gaolin@finanza,

E’ un piacere poter constatare che non tutti vivono nel mondo dell’utopia. Grazie, Gaolin, per le tue “boccate” di realismo.

Vorrei aggiungere che – a fronte di una drastica perdita di competitività (causa euro, ma anche causa aberrazioni strutturali italiane: vessazioni burocratiche generalizzate, tassazione del lavoro e del reddito d’impresa – e conseguente delocalizzazione delle attività piú sane – giurisprudenza civile etc.) – si continua a confermare l’eclatante incapacità/impossibilità di ridurre l’immane costo/peso della “pubblica amministrazione” (intesa come aggregato di clientelismo, assistenzialismo, parassitismo etc.). La cosiddetta “spending review” non ne è che l’ennesima conferma: un risibile ritocco (peraltro primariamente a carico dei soliti enti locali), senza quasi neanche sfiorare la montagna di sprechi accumulati dalla “politica” negli ultimi 50-60 anni. Con tanti saluti da Lombardo & (i suoi tantissimi) amici.

Visto che non si riesce piú a produrre, che non si riesce però neanche a tagliare e che – anzi – il costo dello Stato italiano continua ad aumentare mi sembra di capire che tutte le speranze dell’area mediterranea si “sintetizzino” in una serie di utopiche promesse (“ridurremo il debito”, “rilanceremo l’economia”) affiancate dalla perentoria richiesta – indirizzata all’area “nord” (Germania in primis) – di accettare finalmente i propri “doveri di solidarietà”, rilevando – di conseguenza – il piacere di coprire i debiti dei poveri greci, portoghesi, spagnoli e italiani.

Domanda: se anche i tedeschi (olandesi, filandesi, austriaci) dovessero decidere di farlo (e quindi di accettare un ESM senza limiti di finanziamento, una BCE “convertita” in FED, Eurobond e via di seguito) quanto tempo passerebbe prima che anche loro arrivino al collasso?
O c’è qualcuno che pensa che il Nord Europa sia in grado di mantenere a tempo indeterminato l’area Med? O – peggio – c’è qualcuno che ancora si illude di poter “ristrutturare” Grecia, Portogallo, Spagna e Italia meridionale in modo da poterle veramente integrare in Europa?

Basta uscire due minuti dall’Italia e andare a vedere come si muove (in termini di competizione economica) il resto del mondo per capire che l’Italia – cosí come la conosciamo – è morta. Cosí come è morta l'”Europa” di Bruxelles.

Resta solo da vedere cosa rinascerà (e quando) dalle ceneri…

paolo41
Scritto il 25 Luglio 2012 at 12:03

schwefelwolf@finanza,

ti ringrazio per l’intervento; come mi sembra di aver più o meno chiaramento evidenziato non credo anch’io in una soluzione di “solidarietà” europea e, come dice Gaolin, sono sempre stato dell’idea che occorra ritornare il prima possibile alla nostra valuta.
Però leggo nel tuo commento una certa disillusione che si possa ancora fare qualcosa di positivo, anzi che forse ci sia qualche possibilità se …ci separiamo dalla parte meridionale del paese.
Può darsi, ognuno ha le sue idee e potrei anche condividerle, se non che per una decisione del genere occorre un politico ancora più forte di quello che, personalmente, nelle mie aspirazioni vorrei fosse l’attuale capo del governo Monti.
Siamo sinceri, non ce ne sono in giro; ecco perchè dobbiamo sperare ( e ribadisco è l’ultima speranza che abbiamo) che sia lui stesso, con cattiveria, a coagulare una forza politica che sia in grado di tracciare le guidelines per un minimo di ripresa.

schwefelwolf
Scritto il 25 Luglio 2012 at 15:53

paolo41,

Ti ringrazio a mia volta per il riscontro. In effetti sono convinto che – ammesso e non concesso che qualcosa possa salvarsi – questo sia (con mille punti interrogativi) il Nord-Italia: per tessuto imprenditoriale, risorse umane, culturali e cosí via. Presupposto, ovviamente, uno sganciamento dall’insostenibile ipoteca Sud-Italia.
Condivido peraltro l’idea che questo “sganciamento” non possa essere frutto di un progetto politico (il fallimento della Lega docet). Nessuno sembra volerlo e nessuno avrebbe la forza di attuarlo. Nel caso sarà quindi frutto di un’inarrestabile evoluzione spontanea di eventi traumatici (come nella crisi della Jugoslavia).

Nella situazione di oggi nulla è escludibile.

(Nota: ricordo, peraltro, un intervento del senatore [PD] La Torre a La7, un paio di settimane fa, nel quale lui disse – parlando dell’approvazione del meccanismo ESM da parte della Germania e degli altri Paesi del nord – che da questa decisione sarebbe dipenso anche il “mantenimento dell’unità d’Italia”. Un’osservazione che mi aveva dato molto da riflettere, soprattutto sentendola dalle labbra di un politico meridionale.)

ottofranz
Scritto il 25 Luglio 2012 at 16:54

leggerò con calma tutti i commenti. Sono un po’ di corsa e non vorrei dire qualcosa che è già stato detto. Nel caso coinciderebbero le visioni.

La mia impressione è che ci abbia ucciso la velocità . Mi spiego meglio

Gli eccessi di tutti i tipi, economici, politici, finanziari , hanno prodotto il risultato automatico di avere immesso in un sistema tutto sommato equilibrato, dei disequilibri ,come quello della globalizzazione, in un lasso di tempo troppo stretto.

Forse con un processo osmotico il sistema avrebbe retto.

Qui hanno aperto ,per ingordigia, le chiuse delle dighe ed ora faticano a girare la manovella che le dovrebbe bloccare.

Anzi per la verità ancora non hanno capito che dovrebbero farlo.

La quiete arriverà quando le quantità d’acqua dei due bacini saranno pari, ed allora avremo un periodo di acque calme , che però a differenza di quanto possa essere inteso dal linguaggio metaforico, non corrisponderà ad un momento positivo, ma ad una stasi dei mercati molto pericolsa e negativa.

Ma, paradossalmente, a mio avviso ,proprio in quel momento, la domanda ferma, farà sparire dal mercato gli eccessi di offerta , riequilibrando i meccanismi e permettendo la ripartenza .

Occorrerà capire se in quel momento le Nazioni troveranno al loro interno le risorse necessarie.

Io credo di si .

Complimenti a Paolo 41 , come al solito mi ritrovo completamente nelle sue analisi . Quel che mi preoccupa è che tutto sommato qui non ci sono geni (Credo 😀 ) , ma semplicemente persone sensate che applicano il concetto del Buon Padre di Famiglia caro anche al nostro codice.

La domanda è:-” Ma che noi non si abbiano buoni Pari di famiglia al Governo?”

A completamento dei ragionamenti segnalo questo bel Blog conosciuto grazie a Luigiza

http://vocidallagermania.blogspot.it/

schwefelwolf
Scritto il 25 Luglio 2012 at 18:45

ottofranz,

A proposito di “Voci dalla Germania”…

Conosco (da qualche settimana) quel blog e devo dire che è veramente straordinario: non so come faccia il gestore del blog, ma riesce a riprorre buone/ottime traduzioni integrali di articoli finanziari, anche testi relativamente complessi dal punto di vista tematico e terminologico. Io – che ho lavorato per anni come traduttore italiano-tedesco – non posso che esprimergli grande riconoscimento: sia per la qualità del lavoro che per la generosità espressa da un tale impegno (gratuito). Hut ab!

lexmumble
Scritto il 25 Luglio 2012 at 21:35

schwefelwolf@finanza,

Concordo con Lei che per salvare almeno parte dell’Italia la soluzione sia o la divisione dellla nazione o il commissariamento serio del sud (evitando magari le varie famiglie Bossi e magari Formigoni, solo perche indagate si intenda). Per il resto vorrei farLe notare che la maggior parte degli emigranti sono del sud, e non tutti hanno gli occhi foderati di prosciutto, magari qualcuno tra i tanti nota le differenze.
Questo Le garantisco che non cambia la situazione ormai radicata, che non è tale solo al sud ( chissa come mai?).
Evidentemente esistono congiunture potenti, magari storiche, che insistono nella realta anche se ad essi non viene dato valore, e che comunque dettano legge.

schwefelwolf
Scritto il 26 Luglio 2012 at 01:08

lexmumble@finanza,

Concordo, ovviamente, sulla nullità dell’opzione Bossi & Formigoni: rientrano, purtroppo, nel tradizionale, ridicolo teatrino della politica italiana. Come per tutti gli altri protagonisti di questi ultimi 50 anni (direi: dopo de Gasperi nessuno escluso) stiamo parlando di gente di modestissimo livello: intellettivo, culturale, morale.

Che il nord(-Italia) – dopo 50 anni di immigrazione, di meridionalizzazione e di malcostume – non sia piú quello del 1950 è altrettanto vero: basta guardare, appunto, la Lega (che, guarda caso, si è messa finanziariamente e “comportamentalmente” nelle mani di meridionali).

Sono e resto quindi molto pessimista anche per questa parte d’Italia. Parlavo solo di eventualità: non escludibili, ma neanche probabili.

cesarito
Scritto il 26 Luglio 2012 at 01:13

PATRIMONIALE IN ARRIVO:
voci ben informate di Palazzo Chigi ci dicono che tra fine agosto e i primi di settembre arriverà una patrimoniale (fin qui nulla di nuovo) che – udite udite – toccherà nuovamente la casa, andando a colpire chi, tra patrimonio mobiliare ed immobiliare, abbia superato la soglia dei 250.000 euro.
Non si sa la percentuale, Amato applicò il 0,6%.. sarebbe un disastro, il triplo dell’IMU..!
Vi immaginate i pensionati con casa propria che già oggi non arrivano alla fine del mese? Tutti per strada!

pecunia
Scritto il 26 Luglio 2012 at 12:21

cesarito@finanza,

caro cesarito, vorrei far presente che “noi” una patrimoniale l’abbiamo già pagata. E non si tratta solo dell’IMU che sta facendo man bassa fra i molti italiani che credono nel mattone.
Si tratta anche della nuova tassa sui Titoli, applicata già dal 2011.

non ho mai aperto conti all’estero, ma se ci imporrannno nuove tasse saranno avvantaggiati proprio quelli che hanno fatto i furbi, lasciando gli onesti con l’amaro in bocca.
❓ ❓ ❓

PS: un ringraziamento all’autore di questo interessante articolo e relativi commenti.

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