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Intermarket: l'equity non può salire all'infinito
Non c’è nulla da fare, al momento i mercati azionari reggono alla grandi, sostenuti in particolar modo da operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni varie, vedi nel settore dei media e nel settore bancario), oltre che da buone trimestrali che hanno lasciato intendere un rallentamento meno forte del previsto, soprattutto negli USA, grazie anche ad un $ debole che ha dato una bella mano all’economia americana. Ad aprile, i mercati azionari hanno recuperato terreno, raggiungendo in molti casi nuovi traguardi di rilievo. Il Dow Jones Industrial Average è schizzato oltre la soglia dei 13.000 punti per la prima volta nella sua storia. I mercati europei hanno toccato i massimi degli ultimi sei anni e mezzo, e il FTSE 100 ha superato l’importante barriera dei 6500 punti, facendo registrare un record pluriennale. Anche nella Cina continentale, in Indonesia e in Corea del Sud le azioni hanno toccato nuovi massimi.Quindi tutto bene? Tutto splendido? Io ho i miei dubbi. Il mercato continua a sottovalutare i rischi e gli elementi negativi che continuano ad essere più che realistici: inflazione, bolla immobiliare, rischi geopolitici… La volatilità continua ad essere molto bassa, in modo secondo me anomalo, rendendo i mercati azionari all’apparenza poco pericolosi rispetto alla loro media storica. E quindi, con questa volatilità… avanti popolo! Evvai col carry trade!
E quindi ci si indebita ancora in Yen e si compra equity e valute più forti e remunerative. Bonds sempre deboli, anche a causa di uno scenario sui tassi non proprio cristallino negli USA (se arriva l’inflazione voglio vedere come Bernanke riesce a tagliare i tassi…) e abbastanza trasparente per il medio periodo in area euro , con un mercato che sconta abbondantemente il rialzo di 25 centesimi a giugno più un successivo rialzo probabilmente a settembre. Ma la prudenza è d’obbligo, non è tutto oro quello che luccica, è i nodi prima o poi verranno al pettine.
Ma cosa dicono i grafici?
Come dicevo prima la situazione delle borse è ancora positiva. Se vediamo l’indice benchmark a livello mondiale delle borse, ovvero lo S&P 500, è evidente il forte trend che continua ad accompagnare le quotazioni, forte trend che però ha un’angolazione secondo me insostenibile. L’RSI è in piena divergenza (il che vuol dir nulla finchè non abbiamo la rottura del trend sui prezzi), e ci stiamo addirittura avvicinando alla trendline viola. Ripeto, secondo me è una situazione che difficilmente continuerà all’infinito e se devo essere sincero, con questo scenario vedo più rischi che opportunità. Molto meglio impostato il Nasdaq, che è meno tirato come RSI e recentemente ha rotto i massimi relativi precedenti posti a quota 2579.
Come potete vedere, le borse reggono bene e conviene quindi restare long al momento, ma al primo segnale di rottura, io sarei dell’idea di chiudere rapidamente un bel po’ di posizioni. Il rischio è che la correzione arrivi in modo rapido e violento.Come già detto prima i bonds al momento non sono interessanti sia dal punto di vista grafico che per i fondamentali.
Meglio rimanere con titoli aventi duration molto basse (la curva CMS 10y-2yr ha sempre spreads ridicoli).Diamo un occhiata alle commodities.Sul petrolio ho già detto in passato (per la cronaca comunque si sta mantenendo forte….) mentre vorrei portare alla vs. attenzione il grafico del CRB, l’indice che sintetizza le varie materie prime (anche se in modo un po’ disequilibrato). Non vi sembra un testa/spalla rovesciato? In caso di rottura ci sono forti possibilità di crescita dei prezzi, con target in area 347.
Fiuuuu… Ce l’abbiamo fatta a postare questo articolo…