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Il porto sicuro

Scritto il alle 12:05 da Danilo DT

Molto spesso all’interno dei miei post parlo di una situazione di mercato, sempre molto frequente quando le cose, diciamo così, iniziano a non andare troppo bene, ovvero quando la percezione del rischio finanziario aumenta.
Nelle fasi di mercato dove inizia ad esserci una volatilità elevata, gli investitori preferiscono girare i loro risparmi (banalizzo molto per rendere più facilmente l’idea) su stromenti finanziari più sicuri. E quindi si effettua in questa situazione il cosiddetto “fly-to-quality”.

La definizione di “Fly to quality”

Si intende con questo termine (letteralmente “vola verso la qualità“) uno spostamento di denaro, ottenuto vendendo gli assets più rischiosi di portafoglio a favore titoli che danno maggiori garanzie in termini di fondamentali. Ad esempio una conseguenza di un pesante storno del mercato azionario può essere un riposizionamento del portafoglio verso quella sorta di bene-rifugio costituito dai titoli di Stato, che produce un apprezzamento dei corsi obbligazionari (dunque una discesa dei rendimenti). Quindi, in linea di massima, possiamo dire che il denaro viene girato sulle obbligazioni con rati molto elevato, al fine di evitare rischi sull’emittente. Ma il fly to quality non viene svolto solo con controparte il mercato azionario. Il concetto fondamentale è un altro.

Fuga dal rischio

L’obiettivo dell’investitore è fondamentalmente uno. Mettere i soldi in un “porto sicuro” e quindi cercare di evitare la volatilità e la rischiosità dei mercati finanziari. Quindi capite benissimo che la stessa situazione può essere prensente nell’investitore che ha un portafoglio carico di obbligazioni emesse da aziende, magari con rating nemmeno troppo elevato, che temendo dei default oppure un allargamento degli spread sui tassi (quindi una perdita del valore dei titoli stessi) preferisce vendere tali obbligazioni e comprare titoli governativi.

La chiave per i bond è il Rating?

Parlavo prima di rating. E mentre ci siamo diamo anche una definizione ad esso. Possiamo definire il Rating come un “voto” che viene espresso attraverso lettere e numeri, in base al quale viene stabilita la solidità patrimoniale di un’azienda, e grazie ad esso si stabilisce un premio per il rischio da richiedere all’azienda per collocare quel determinato investimento. Scendendo nel rating aumenta il premio per il rischio richiesto, e quindi aumenta il rendimento dell’obbligazione mentre diminuisce la solidità dell’emittente. Quindi in linea di massima possiamo dire che il Rating è uno dei fattori più importanti per definire la rischiosità di un investimento in bond. C’è un però. Le varie vicende Cirio, Argentina & Co ci hanno insegnato che molto spesso i rating sono poco affidabili. E allora qual è l’indice a cui possiamo affidarci per poter valutare la rischiosità di un investimento obbligazionario? Il metodo è lo stesso usato anche per altri settori e altri mercati. E’ l’unico metodo oggettivo che, valutando le oscillazioni dei prezzi, stabilisce la rischiosità di un investimento. Signori, vi ho appena presentato la Volatilità.

 

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