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Gli invincibili e il QE Factor

Scritto il alle 14:34 da Danilo DT

Sarebbero dovuti crollare, colpiti da ogni sorta di malanno. Avrebbero dovuto cedere alle violente ripecussioni legate alle più grandi tensioni geopolitiche del pianeta. In un mondo normale sarebbero dovuti capitolare come pere cotte. E invece no.
I mercati non hanno ceduto, perché hanno l’additivo X, o se preferite il loro X Factor che tutto ha cambiato, ridisegnando le logiche di mercato.
O forse sarebbe meglio chiamarlo il QE Factor.

Negli ultimi cinque anni ci siamo ritrovati, nell’ordine, coi seguenti eventi che avrebbero potuto (sulla carta) abbattere qualsiasi clima bullish, trasformando il toro in polpette per orsi affamati.

I) Flash Crash
II) Debt Ceiling
III) US Downgrade
IV) Recessione europea
V) Primavera araba
VI) Potenziale rischio uscita della Grecia dalla UE
VII) Incertezza per le elezioni presidenziali americane
VIII) Sequester
IX) Cipro e la sua Crisi Finanziaria
X) Aumento delle tasse in ogni parte del mondo
XI) Minacce di inizio tapering
XII) Rischio guerra civile in Siria e conseguente intervento militare con tensioni geopolitiche di prim’ordine
XIII) Shutdown
XIV) Obamacare e le sue conseguenze a livello economico e politico
XV) Minaccia nucleare iraniana
XVI) Il rischio recessione USA in mancanza del QE Factor

Sono 16 punti ma ce ne sarebbero anche altri. Rileggetevi ed immaginatevi cosa sarebbe potuto capitare ai mercati in “regime ordinario”. Ed invece gli INVINCIBILI dei mercati finanziari, gli iperbullish, incuranti del rischio perché protetti dal QE Factor, hanno continuato la loro folle corsa. Ed ecco il risultato sorprendente degli intrepidi torelli di Wall Street.

Grafico SP500 storico

Caso drammaticamente anomalo? Ebbene…NO!
Prendendo spunto da ValueWalk,  siamo andati a ricalcolare la performance dell’indice SP500 dal 1960 al 2008. Ebbene, con tutte le possibili catastrofi riportate nel grafico, le cose non sono poi nemmeno andate male…

E se poi volete esagerate, provate a farvi due conti della performance, a partire dal gennaio 1960 fino ad ottobre 2013 dell’indice S & P 500: ha regalato una performance del 14.658%.

E se volete divertirvi, fatevi un po’ di prove cliccando QUI. 

Morale: che questo sia veramente THE NEW NORMAL fatico a poterlo ammettere. La storia insegna che il mercato può avere delle reazioni che, nella logica, non possono certo essere previste. Ma queste sono le regole del gioco. E quando interviene il fattore QE, tutto è possibile… Leggete cosa scrive un personaggio che forse conoscerete, un permabearish che ha dovuto ammettere il ruolo assolutamente determinante del QE Factor che “tutto può ” e che ancora può fare molto.

In his Friday (Nov. 15, 2013) commentary, David Rosenberg of Gluskin Sheff gave his take on Yellen’s Senate testimony. According to Rosenberg, Yellen not only pointed towards endless quantitative easing (QE), she also indicated that the Fed will consider lowering the meager 0.25 percent it pays for bank deposits to kick start a more vigorous credit cycle; “the era of free money is alive and well,” he asserted.

The result of Yellen’s nomination, and impending ratification, is that liquidity will remain friendly and will fuel risk appetite for the foreseeable future, implying that investors will be punished for at least another five years of decay, if they are overweight cash underneath Yellen’s mandate.

In essence, Rosenberg summarizes to borrow short and lend long and start going long hard assets since we will come out of the other side with inflation. (Source)

STAY TUNED!

Danilo DT

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4 commenti Commenta
bergasim
Scritto il 19 Novembre 2013 at 16:01

Ora facciamo un giochetto

1 periodo 1929-1932
2 periodo 2000-2003
3 periodo 2007-2009

guardate la differenza tra il rendimento del governativo e l’sp 500.

Scritto il 19 Novembre 2013 at 16:21

Certo, sono d’accortdo, però è difficile fare paragoni del genere quando a drogare tutto c’è il QE factor. Mi vien da dire… “Ti piace vincere facile?”

ihavenodream
Scritto il 19 Novembre 2013 at 16:30

bergasim,

e che significa? e’ naturale che nei periodi in cui il mercato corregge se tu sei fuori dal mercato ci guadagni…il punto è che è impossibile determinare quando il mercato corregge come si evince da questo bell’articolo di Danilo, perchè è impossibile prevedere l’andamento del mercato, come dice Warren Buffett, i rischi di star fuori dall’equity sono sempre molto molto superiori ai rischi di beccare una correzione…infatti quelli che preconizzavano già dall’estate del 2009 una ulteriore correzione si sono beccati “nei denti” un mancato guadagno del 170% in 4 anni!

Scritto il 19 Novembre 2013 at 17:33

Come ho scritto più volte, fino alla fine di questo anno non si vedono correzioni significative all’orizzonte, fermo restando che un pochettino dovranno scendere, giusto per rifiatare. Dal secondo trimestre 2014 si potrebbe assistere ad una violenta correzione. Nel frattempo la droga è più forte della voglia di smettere di drogarsi. America e dax sono talmente tirati che basterà una dichiarazione un pò forte (soltanto una dichiarazione) e potrebbe davvero innescarsi un panico non da poco. La volatilità è troppo bassa, troppo bassa per non dare adito a forti sospetti.

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