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Ferrovie dello Stato: arriva la privatizzazione (si fa per dire)

Scritto il alle 12:31 da Danilo DT

Gioiamo ed esultiamo, visto che sta per arrivare un’altra privatizzazione. Questa volta oggetto dell’IPO saranno le Ferrovie dello Stato. Dopo il successo del collocamento di Poste Italiane, lo Stato decide di fare il BIS e si prepara ad un nuovo collocamento.
Premessa: non voglio parlare né di dati di bilancio, tantomeno di efficienza del servizio, ma vorrei sottolineare quanto già ricordato con Poste Italiane, visto che le operazioni si somigliano. Si somigliano? Ebbene si, in quanto anche per le Ferrovie dello Stato, la cessione di azioni sarà pari al 40% del capitale sociale.
E quindi…come mai la chiamano privatizzazione quanto la maggioranza resterà in mano pubblica?

Ferrovie dello Stato: la cessione del 40%, secondo il decreto, avverrà “attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del gruppo Ferrovie dello Stato, e a investitori istituzionali italiani e internazionali, e quotazione sul mercato azionario”. Come nel caso di Poste italiane potranno essere previste “forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di quote dell’offerta riservate (tranche dell’offerta riservata e lotti minimi garantiti) e di prezzo (ad esempio, come in precedenti operazioni di privatizzazione, bonus share maggiorata rispetto al pubblico indistinto) o di modalità di finanziamento”. (…) “l’annuncio dell’avvio della privatizzazione di una quota importante di Ferrovie dello Stato è sicuramente un fatto importante che procede nella giusta direzione: garantire servizi dignitosi ed efficienti ai viaggiatori e ai pendolari”. (Source)

Et voilà. Come vedete il paragone è presto fatto. E come ho scritto per Poste Italiane, anche per le Ferrovie dello Stato non è un caso che venga collocato “solo” il 40%. I treni, come la posta, rappresentano un servizio pubblico che quindi ha delle logiche che vanno oltre al semplice ragionamento imprenditoriale. Quindi se si pensa ad una vera razionalizzazione dei costi, ad un miglioramento dell’efficienza, credo che ci sarà da rimanere delusi. Non dimentichiamo inoltre che per anni le Ferrovie dello Stato sono servite come “società di riciclo” di tanti personaggi che dovevano “essere piazzati” dalla casta politica. Per certi versi possiamo avvicinare le FFSS ad Alitalia, anche se a livello di bilancio non sono mai stati raggiunti numeri così catastrofici.

Quindi, in sintesi, la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato rappresentano l’ennesima occasione persa dallo Stato, che continua ad avere un bisogno siderale di fare cassa e di racimolare tutto il racimolabile, senza nemmeno provare ad avviare un progetto “costruttivo” di valore per l’azienda (con successiva quotazione).

Permettetemi solo una nota critica sull’operazione, mettendovi magari in guardia già fin da subito da promesse ipergalattiche che, si sa, non potranno essere mantenute. Ovvio, cari lettori, un’IPO ha sempre una sola grande chiave di lettura che ne stabilisce la convenienza: il prezzo. Dubito però che si mettano a “regalare” le azioni senza condirle con un bel po’ di aspettative.
Vedremo.

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Danilo DT

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