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DONALD TRUMP: fatemi un impeachment e vi distruggerò i mercati!
La dichiarazione di Donald Trump a FOX News è una colorita minaccia di altri tempi. Chi mai potrebbe “osare” un tale affronto, un tale delirio di onnipotenza se non l’amico Donald?
Se il Presidente si è lasciato andare a queste dichiarazioni, significa che forse, stavolta, ha il sederino che gli prude e si sente braccato, con un rischio impeachment non così remoto.
Il presidente americano Donald Trump replica a coloro che minacciano l’ipotesi di un impeachment. “Se fossi sottoposto ad impeachment, penso che i mercati crollerebbero – ha spiegato in un’intervista rilasciata a Fox and Friends – Penso che tutti diventerebbero più poveri”. La messa in stato d’accusa per Donald Trump è, secondo esperti giuridici statunitensi, una concreta possibilità anche alla luce delle ammissioni dell’avvocato del tycoon, Michael Cohen che ha confermato di aver pagato il silenzio di due donne durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2016. [Source]
Per essere chiari, è quasi impossibile che un presidente venga incriminato dai procuratori federali, anche nel caso in cui venisse direttamente associato ai reati commessi dai suoi collaboratori. L’unico vero rischio per il presidente resta l’impeachment, ovvero la messa in stato d’accusa da parte del Congresso, per il quale non è necessario che il capo di Stato sia stato condannato.
E dove sta, quindi, il serio rischio di Trump? A novembre. Ci sono le elezioni di midterm ed i democratici potrebbero conquistare la Camera, rendendo la messa in stato d’accusa una minaccia reale per la Casa Bianca. E le ultime rilevazioni sull’utilizzo di fondi per comprare il silenzio di certe persone, completa l’opera.
Come sempre stiamo navigando nella teoria e nel possibilismo, puro giornalismo con la certezza del nulla, visto che ancora non si può capire dove andremo a parare, anche se l’esternazione di Trump ci fa capire che, questa volta, il rischio impeachment sia più concreto del passato. E di sicuro i “nemici” di Trump se trovano uno spiraglio, lo sfrutteranno al massimo.
A questo punto però, noi del mondo degli investimenti, dobbiamo porci la fatidica domanda.
E QUINDI?
E quindi veramente un impeachment avrà un effetto distruttivo sui mercati finanziari?
Fermiamoci un attimo, tiriamo un bel sospiro e ragioniamo con calma.
Prima questione. L’economia è al servizio della politica oppure la politica è al servizio dell’economia?
Una frase banale, ma sintetizza il problema. Se oggi noi pensiamo che la politica sia un qualcosa di diverso dall’essere uno strumento AL SERVIZIO dell’economia, ci sbagliamo di brutto. Ovviametne secondo me. L’economia e quindi i mercati finanziari, sono un grandissimo universo che rispecchia l’andamento dei bilanci di migliaia di aziende, con migliaia di dati macroeconomici che descrivono lo stato di salute del sistema. Quindi pensare che, come dice Trump, la politica sia FORZA TRAINANTE dell’economia è un errore. La politica è invece uno strumento che dovrebbe facilitare ed ottimizzare l’economia (ehm…lasciamo stare l’Italia, please…)
PIL USA: previsioni e…recessioni
Cosa voglio dire con questo grafico? Che la storia è piena di capovolgimento di fronti politici, ma spesso e volentieri il peggioramento del quadro economico non è dato dalla politica, bensì dal ciclo economico, che ha un’importanza ben diversa.
Ad esempio è arcinoto che oggi, gli USA sono a fine ciclo, che i mercati sono tiratissimi e che si teme la fine degli effetti della politica fiscale, oltre l’aumento dei tassi di interesse e il QT della FED.
Devo portarvi qualche altro esempio? Partiamo proprio dalla crisi del 2008. E’ stata colpa di Bush? O forse la crisi subprime è stata la conseguenza di una finanza estrema durata per anni? Guardiamo ora il rovescio della medaglia. La grande ripartenza dei mercati del 2009 è tutto merito di Barack Obama? O forse a seguito del default di Lehman Brothers si sono prese delle decisioni drastiche di sostegno dell’economia (che oggi ci portiamo ancora dietro con la bolla da asset?). E ancora…veniamo ai giorni nostri. Quando dobbiamo ringraziare Trump del rally di borsa del 2017? Un di suo ce l’ha messo, concretizzando l’espansione fiscale, più alcune facilitazioni abbastanza discutibili (Dodd Frank Act). Ma di certo lui è arrivato in un momento in cui il bolide economico americano viaggiava già ad altissima velocità.
Morale: nulla può escludere una volatilità di breve in caso di impeachment, ma se la correzione dovesse venire in modo corposo, non sarebbe dovuta a Trump ma a ben altri fattori.
Anche se mi sono imposto più volte di non dare consigli sugli investimenti, mi sento solo di dire una cosa. Per la parte di asset più volatile dei vostro portafoglio, concentratevi NON su Trump ma su quelle che sono le vostre prospettive di crescita e di prosecuzione di trend, senza mai dimenticare che il mercato è in perenne evoluzione e il mondo del commercio e dell’economia oggi è condizionato da “storie” che solo un decennio fa erano marginali.
E se poi salta Trump, forse, il mercato alla fine beneficerà perché si avranno più certezze e meno tensioni a livello commerciale. Fermo restando che, lo sappiamo benissimo, siamo sempre seduti su un campo minato che, forse senza Trump, diventa meno pericoloso. Ma ciclicamente parlando, non possiamo MAI sottovalutare dove siamo seduti.
Intanto oggi, il famoso “sentiment” economico americano, sta così…
STAY TUNED!
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