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Cross EUR USD: presente e (poco) futuro
Dal maggio 2014 il dollaro USA ha cominciato a rafforzarsi contro la maggior parte delle valute più importanti fra cui l’euro. Diverse le ragioni che hanno determinato l’inversione dell’ultimo trend rialzista del cambio EURUSD iniziato a fine luglio 2012
Le ragioni del crollo di EURUSD
1. POLITICHE
La ripresa economica USA aveva (e ha ancora) bisogno di un importante partner commerciale qual è l’Europa fuori dalla stagnazione/recessione e il primo e più semplice aiuto indiretto che potevano dare gli USA era la cessazione della loro politica di deprezzamento della loro valuta in atto dal luglio 2012cioè da quando Draghi dichiarò che avrebbe fatto tutto quello che sarebbe stato necessario per aumentare l’inflazione e dare stabilità al sistema bancario.
2. FONDAMENTALI
Ci si riferisce alle politiche monetarie di FED/BCE e alla forza/debolezza delle due economie.
Gli USA terminano il loro quantitative easing nell’ottobre 2014 e l’Europa ne avvia uno il 6/3/2015 dopo averlo annunciato a gennaio: il risultato è un effetto sinergico di rafforzamento del dollaro e indebolimento dell’euro. I tassi di interesse europei restano e resteranno a lungo al minimo storico dello 0,05% mentre negli USA grazie al forte calo della disoccupazione e alla crescita di produttività e GDP si inizia a prospettare il primo aumento dei tassi (l’ultimo risale al 2006).
3. SPECULATIVE
Alla grande speculazione internazionale – in primis gli hedge fund e le trading room delle mega-società finanziare (una per tutti: Goldman Sachs) che dispongono di canali informativi esclusivi (insider) – non bastano le politiche monetarie e le divergenze economiche per essere dei semplici ribassisti: aumentano continuamente, rapidamente e massivamente le loro posizioni ribassiste fino quasi ad uguagliare il record di circa 210 mila net short del giugno 2012 (martedì scorso erano 198 mila circa) anche sulle aspettative di una rinnovata instabilità dell’Eurozona per il caso Grecia e soprattutto perchè nessun ostacolo ha creato impedimenti al crollo (e viste le dimensioni del mercato l’unico ostacolo poteva essere solo la FED governata formalmente dalla super-segretaria Yellen)
Marzo 2015: il crollo è finito?
Mercoledì 18/315 alle h. 19.00 viene rilasciato il report conclusivo del FOMC e alle 19.30 la Yellen (FED) legge il documento esplicativo delle decisioni prese. E’ un vero e proprio cigno nero: tutto l’ottimismo a proposito della crescita economica USA mostrato nella riunione di dicembre svanisce perchè ora si dice che la ripresa economica USA è più debole del previsto, il target inflazione a fine anno si allontana di molto dal 2%, la proiezione dei fed funds rate sempre a fine anno si dimezza e si evidenzia pure il primo impatto negativo della forza del dollaro sull’export e sull’inflazione. Con le prossime trimestrali dovremmo poi avere ulteriore conferma della penalizzazione degli utili delle multinazionali quotate a Wall Street.
Con questo FOMC la grande speculazione cessa di accumulare posizioni ribassiste mentre altri speculatori, quelli con posizioni aperte di recente, prendono rapidamente profitto determinando un primo pullback significativo.
Dal minimo di 1,0463 del 13/3 si passa a 1,06 appena prima del FOMC (e chi aveva l’insider dalla sua parte aveva già preso profitto…). Appena terminata la conferenza stampa della Yellen il cambio viene spinto in area 1,10; il giorno dopo la grande speculazione si rimette a vendere sui rialzi per calmierare il pullback. Da venerdì 19/3 la speculazione di serie B trova ancora spazio per chiudere i ribassi ma la resistenza posta fra 1,10 e 1,11 non consente (almeno per ora) di estendere il pullback. D’altra parte in pochissimi giorni il cambio è risalito di 550 tick regalando un altro scoppio di volatilità.
Scenari
La grande speculazione non ha mai trovato ostacoli nel forzare il movimento ribassista del cambio. Il recente FOMC è il primo vero ostacolo che fa il paio col clima ‘rilassato’ che permea i negoziati fra troika e Grecia. Utile ricordare quanti sforzi fecero gli USA al termine della seconda guerra per inglobare la Grecia nel patto atlantico e quindi nella NATO in modo da “proteggerla” da qualsiasi influenza sovietica. La Grecia oggi non vale tanto per il suo PIL o per la sua storia o per le sue bellezze naturali, vale solo ed esclusivamente per sua posizione strategica (commerciale e militare) nel Mediterraneo (per cui scordiamoci l’uscita della Grecia dall’UE; i rottweiler delle finanze tedesche abbaiano sempre ma è solo coreografia). In pratica:
1. BREVE PERIODO (prossimi 60 gg)
consolidamento e quindi lateralizzazione nella fascia 1,11/1,07 con possibile estensione a 1,14/1,055; questo periodo sarà caratterizzato da una sostanziale parsimonia di nuove posizioni ribassiste in attesa di ricostruire una nuova previsione sulla data del primo aumento dei tassi di interesse in funzione dei dati economici, del mercato del lavoro e dell’inflazione; se il rallentamento economico venisse confermato dai prossimi dati il cambio potrebbe risalire fino a 1,14
2. MEDIO PERIODO (6 mesi)
col petrolio a prezzi da saldo e con consumi interni ancora al palo non dovrebbero esserci le condizioni per un aumento dei tassi nemmeno a settembre e il cambio potrebbe portarsi fino all’area di 1,17; invece con GDP e occupazione in crescita e magari anche col greggio vicino ai 60$/barile allora l’aumento dei tassi a settembre/ottobre diventerebbe molto probabile e il cambio riprenderebbe a scendere; ma il famoso target della “parità” (cioè 1 dollaro = 1 euro —> 1,0) potrebbe anche non essere più raggiungibile entro dicembre
3. LUNGO PERIODO
la famigerata parità o anche più sotto è sicuramente una bella storia da raccontare perchè fa audience; peccato che i super-studi finanziari dei super-analisti delle anzidette mega-società finanziarie/bancarie fanno fatica a vedere gli ostacoli che si possono trovare sul cammino discendente del cambio e ascendente del dollaro; guardare il grafico per credere: dal massimo del 2008 l’andamento del cambio è contrassegnato da fasi ribassiste/rialziste poderose (swing) determinate da eventi fondamentali e di politica monetaria. Ad ogni fase ribassista è SEMPRE seguito un mercato toro da INVERSIONE. Domanda: quale potrebbe essere allora il bottom da cui partirà l’inversione? ovvio che nessuno fra i comuni speculatori mortali lo ignora e anche fra gli insider veleggia sicuramente qualche dubbio. Tuttavia prima di porsi questa domanda ci si dovrebbe in realtà chiedere quale sarà il mix di condizioni che determinerà questo bottom storico. Io metterei in primis la ripresa economica europea e principalmente a seguire: economia/inflazione USA al palo, export USA sempre più penalizzato, dopo il primo aumento dei tassi USA nebbia totale per il secondo aumento, azionario/obbligazionario europeo che continua ad essere comprato coi dollari.
Conclusioni (per ora)
Tutto questo per dire che – salvo chi crea oggi il futuro – nessun altro può conoscere il futuro e siamo veramente in tanti a non conoscere il futuro.
Quindi previsioni e scenari sono solo esercizi probabilistici basati sulla possibilità che certi eventi si verifichino (condizione binaria 1/0) e in che modo si verificheranno.
E poi, questi grandi analisti che vaticinano la parità (1,0) o meno della parità (da 0,99 in giù), perchè non raccontano anche per quanto tempo il cambio si fermerà su quel minimo e quale/come sarà il trend successivo?
Ripeto: il futuro non lo conosce nessuno. Ovviamente chi è esposto per qualsiasi ragione sul cambio deve sempre e comunque pensare/sapere come proteggersi dai movimenti per lui sfavorevoli.
grazie per tutto quello che hai scritto
spero che tu sia d’accordo sul fatto che l’analisi dei grafici, qualunque sistema si usi, non è una scienza esatta e nel migliore dei casi ha solo validità statistica
per ora si prende atto che le posizioni nette ribassiste diminuiscono (si resta in attesa dei dati del COT) e che non è assolutamente da escludere che il bottom annuale è già servito, al momento attribuisco una probabilità del 60%
in sintesi la mia view complessiva la trovi qui http://www.investimentiprotetti.it/webinar-26-marzo/
Quadro razionale come sempre 🙂
Segnalo anche questo supporto (test perfetto sullo spot, tagliato e recuperato sul future):
Ottimo grafico! Nessuno conosce il futuro ma quello che è successo era scritto molto chiaramente sul grafico. Come, se vogliamo essere ligi all’ analisi tecnica, l’ obiettivo della rottura di quell’ enorme triangolo sarebbe area 0,85. Come al solito l’ analisi giapponese (bearish engulfing settimanale sul max a 1,40) ha anticipato l’ analisi occidentale (triangolo rettangolo…a differenza tua io lo vedo rettangolo con angolo a retto in basso e perciò evidentemente ribassista + rottura entro i 2/3 della figura e perciò confermata). Il marcato è ribassista fino a prova, grafica, contraria. Ti dirò di più; come detto l’ oro sta covando qualcosa di molto grosso e non mi stupirei se il movimento coincidesse con un ritorno prima verso la parità e poi sotto del cambio.