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MAMMA, mi si sono ristretti i profitti!!!

Scritto il alle 09:10 da Danilo DT

crollo-profitti-corporate-usa-2016

Viviamo in un’era dove subiamo addirittura un “eccesso” di informazioni. Provate a notare: quando arriva una correzione, quando c’è un movimento strano, basta andare su un motore di ricerca e magicamente si trovano migliaia di ipotesi, alcune difendibili, alcune strampalate. Il fatto però di avere fin troppe informazioni, crea invece ancora più confusione. Infatti non troverete MAI una perfetta univocità nelle cose che leggete. In altri termini, non sarà MAI per tutti BUY…oppure SELL. Anche perché se così fosse, allora il consiglio che ne deriva sarebbe persin troppo facile, ovvero FARE IL CONTRARIO.
Ma lasciamo perdere questi ragionamenti “leggeri”.

Parliamo di borse ed in particolare dell’unico mercato che può veramente condizionare TUTTE le borse globali, ovvero Wall Street.
Politica monetaria, coincidenze planetarie, attività metereologi che, tutto può influenzare il sentiment ma SOLO una cosa muove veramente il mercato: i PROFITTI. Tutto il resto, permettetemi, è aria fritta che condiziona il breve ma che NON fa la differenza.
Eccovi a questo punto quella che io considero “LA NOTIZIA”, quella da prendere e stampare e da tenere sulla scrivania come promemoria.

WASHINGTON (MarketWatch)  — Corporate profits sank 3.2% in 2015 to mark the first decline since the Great Recession, adding another weight on a slow-growing U.S. economy. American companies have been squeezed by falling exports, cheaper imports and continued caution on the part of savings-minded consumers. Firms have also incurred higher labor costs. Adjusted pretax profits sank 7.8% in the fourth quarter, the Commerce Department said Friday. Profit figures are adjusted for depreciation and the value of inventories. (…) The drop in annual profits last year is the first since 2008, when the U.S. was in the middle of the worst downturn since the 1930s. Energy companies have been hit particularly hard by a slump in oil prices while manufacturers have been battered by a stronger dollar that makes it harder to sell goods overseas.

Anche se la traduzione è superflua, l’articolo sopra citato ci dice che i profitti delle imprese USA sono scesi del 3,2% nel 2015, il primo calo consistente dal 2008, da quando quindi c’è stata la crisi Lehman Brothers. per intenderci.
La fedele FRED di ST Louis ci fornisce un eccellente grafico sull’argomento, che certifica la difficoltà del settore corporate.

profitti-corporate-usa-earning-spx

Direi che non c’è bisogno di grossi commenti, vi pare? A questo punto la cosa da fare è un (impietoso) confronto che ci deve aiutare a meglio capire cosa sta accadendo nella realtà. Tanto per cominciare guardiamo l’analisi previsionale della FED di Atlanta. Dopo una fase dove addirittura era nella parte superiore del range previsionale, la FED di Atlanta cambia parere e finisce addirittura a…0.6%. Che sventola, ragazzi!

gdpnow-fed-atlanta-2016-10yr


The GDPNow model forecast for real GDP growth (seasonally adjusted annual rate) in the first quarter of 2016 is 0.6 percent on March 28, down from 1.4 percent on March 24. After this morning’s personal income and outlays release from the U.S. Bureau of Economic Analysis, the forecast for first-quarter real consumer spending growth fell from 2.5 percent to 1.8 percent. The forecast for the contribution of net exports to first-quarter real GDP growth declined from –0.26 percentage points to –0.52 percentage points following this morning’s advance report on international trade in goods from the U.S. Census Bureau. (FED Atlanta

Sarà interessante, in data 01 aprile, vedere se nella revisione della previsione, la FED di Atlanta ci farà il classico “Pesce d’Aprile” oppure no… Intanto però una constatazione.Siamo onesti, signori, il mercato non sta scontando queste cose… Ed in effetti basta fare la prova del “nove”.
Mettiamo a confronto l’indice SP500 con gli utili previsti per il 2016. E il risultato è un po’ Inquietante. La correzione di gennaio e febbraio aveva reso quasi coerente le quotazioni di borsa, ma poi il rimbalzo delle ultime settimane ha rigenerato il gap, malgrado un ulteriore rallentamento delle aspettative sugli utili delle società quotate. Non credo occorra aggiungere altro. La divergenza è NETTA. Poi ci può stare il sentiment, l’euforia e quant’altro. Ma un bel giorno ci si renderà conto che i profitti aziendali sono scesi e quindi che le valutaizoni di borsa sono incoerenti con la realtà.

SPX-PREVISIONE-UTILI

Riproduzione riservata

STAY TUNED!

Danilo DT

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9 commenti Commenta
ddb
Scritto il 29 Marzo 2016 at 10:08

Da dislessico ignorante faccio queste osservazioni.
Oggi, come risparmiatore, devo necessariamente puntuare sull’azionario (aumentando il rischio) per avere possibilità di rendimento.
Il “profitto”, ad esempio del 1%, è “tanto” se confrontato con la media dello 0,5% e “poco” se confrontato con quella del 3%.
Dalla visione del primo grafico, “io” deduco che dovremmo essere in recessione, ma non lo siamo (forse grazie all’opera delle banche centrali?). Comunque, statisticamente parlando, più “scende” maggiore è la possibilità di aver raggiunto il fondo con seguito di risalita e conseguenziale incremento dei corsi azionari.
Allora, visto il livello in cui si trova, “tra poco”, avremo un nuovo lungo incremento dei valori di borsa?

incontrario
Scritto il 29 Marzo 2016 at 11:25

Non sono molto d’accordo colla tua analisi. Il post di DT chiarisce come il mercato principale col recupero degli ultimi mesi si sia riportato su livelli che si discostano da quello che è l’andamento reale delle cose. Questo non toglie che ci siano possibilità con acquisti mirati, non solo sull’azionario, per raccogliere rendimenti dignitosi.

Scritto il 29 Marzo 2016 at 11:39

Caro DDB, mi ha un po’ paura l’affermazione “Oggi, come risparmiatore, devo necessariamente puntuare sull’azionario (aumentando il rischio) per avere possibilità di rendimento.”
Non dimentichiamo che in questo caso significa anche accollarsi dei rischi: non dimentichiamolo mai…
Poi come dice INCONTRARIO, ci sono delle ottime opportunità valide per il medio lungo termine. La questione però è questa: sostistiure la parte “core” del protafoglio, tradizionalmente più difensiva, con una sovrasposizione sull’equity è secondo me errato ed estremamente pericoloso.

Lukas
Scritto il 29 Marzo 2016 at 15:09

Danilo DT,

Caro Danilo, come evidenzia il seguente prospetto è ascrivibile essenzialmente ai settori energy e basic material

EPS Growth
Sector q4 ’15 q3 ’15 q2 ’15 q1 ’15
* Consumer Disc 12,40% 15,0% 12,3% 8,1%
* Consumer Spls 0,00% -1,0% -0,7% 3,8%
* Energy -73,70% -57,1% -56,4% -57,9%
* Financials 1,40% 7,9% 18,5% 16,1%
* HealthCare 8,40% 12,7% 11,6% 17,6%
* Industrials -1,50% 0,3% -0,1% 5,7%
* Basic Mat -18,20% -15,5% 7,8% 3,4%
* Technology 0,90% 5,7% 6,4% 9,7%
* Telecom 21,60% 14,7% 9,3% 3,2%
* Utilities -4,70% -2,1% 4,4% 2,5%
SP 500 -3,40% -0,8% 1,3% 2,2%

Scritto il 29 Marzo 2016 at 15:28

Lukas,

Ciao Lukas, e difatti domani ci sarà la seconda parte del post e del ragionamento, con un collegamento a questo articolo.

Lukas
Scritto il 29 Marzo 2016 at 15:47

Danilo DT,

Con il rialzo ( ancora parziale ) dei prezzi del petrolio gli utili del 1 trimestre 2016 si annunciano migliori di quelli dell’ultimo trimestre 2015…… e pertanto si dovrebbe addivenire a conclusioni ben diverse sulle quotazioni dell’ S&P 500 .

ddb
Scritto il 29 Marzo 2016 at 23:06

Danilo DT,

Anche io ho paura. Ma questo è.

ddb
Scritto il 29 Marzo 2016 at 23:09

Danilo DT:

“Poi come dice INCONTRARIO, ci sono delle ottime opportunità valide per il medio lungo termine.”
Quali?

Scritto il 29 Marzo 2016 at 23:14

ddb@​finanza,

Parlo del mondo equity, of course. Non del mondo bond. O per lo meno, ci sono delle opportunità ma che possono essere usate in modo tattico, in quanto hanno una volatilità prospettiva troppo elevata

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