Bond periferici: BTP in crisi, molto meglio gli altri paesi
In attesa dell’esito delle elezioni europee del week end, il mercato obbligazionario sembra voler “prendere posizione” in anticipo.
Sicuramente avrà anche influito il recentissimo “upgrade” di Grecia o Spagna. Italia a secco di voti positivi.
Fitch rivede in alto il giudizio sulla Grecia. L’agenzia Fitch ha modificato di un grado il giudizio sull’indebitamento della Grecia da B- a B. La decisione riflette gli sforzi del Paese per raddrizzare i suoi conti e la prospettiva di un rafforzamento della crescita dell’economia greca, ha spiegato l’agenzia. Il giudizio a lungo termine è associato a una prospettiva stabile, vale a dire che Fitch non prevede di modificarlo nei prossimi trimestri.
S&P alza il rating della Spagna. L’agenzia di rating Standard and Poor’s ha aumentato il “‘voto” assegnato alla Spagna da BBB- a BBB, con un outlook stabile, notando il miglioramento delle prospettive economiche del Paese. L’agenzia sottolinea «il miglioramento della crescita e della competitività in seguito agli sforzi per le riforme strutturali fatti dal 2010» (Mess)
Gli ultimi cambiamenti rating sovrani
Quindi migliorano le prospettive (secondo le agenzie di rating) di Grecia e Spagna. Ma l’Italia al momento non è considerata. Intanto è giusto fare una precisazione.
La Spagna, che come ben sapete considero molto peggio messa di noi, ha però fatto delle RIFORME importanti. Un punto a favore per gli iberici. Noi sotto questo aspetto siamo estremamente carenti. Dite che il Governo Renzi lo sta facendo? Ok, può darsi ma…con quale efficacia concreta?
Si allarga il GAP tra Italia e Spagna
La conseguenza la vedete in questo grafico. Il differenziale di rendimento tra Italia e Spagna, che andavano a braccetto da tempo, si allarga non di poco.
Il mercato, insomma, sta facendo le sue scelte, premiando Madrid a scapito di Roma, probabilmente anche a causa di Grillo e dei movimenti Anti Euro che potrebbero essere destabilizzanti sotto diversi punti di vista. Infatti SE il risultato elettorale fosse sorprendentemente a favore di questi movimenti, rischierebbe di saltare tutto il processo di riforme volute da Renzi.
Se prendiamo tutti questi elementi, e ci aggiungiamo la palese sopravvalutazione del nostro debito, è più che normale ritrovarsi con un BTP debole, anche se poi, il jolly lo avrà in mano la BCE il 5 giugno. E allora si capirà se veramente è finita la festa per i nostri titoli di stato.
STAY TUNED!