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BOND: con questi tassi di interesse quanto guadagno?
La domanda sembra apparentemente stupida ma in realtà non lo è per nulla. Come è noto i rendimenti dei titoli di stato UE continuano a galoppare, in primis quelli dei BTP, raggiungendo nuovi picchi pluriennali, di rimando alla politica restrittiva della BCE, che ha confermato il mantenimento di tassi alti più a lungo.
E ovviamente se il movimento al rialzo dei rendimenti colpisce i titoli governativi, è chiaro che i titoli corporate avranno una sensibilità ancora maggiore. I rendimenti dei bond in aumento hanno riempito di entusiasmo il risparmiatore italiano che ha ritrovato quella cosa che da tempo aveva perso e che disperatamente stava cercando: la cedola.
Domanda: ma con questi rendimenti veramente il risparmiatore “guadagna”?
Per fare un rapido calcolo, basta andare a prendere l’indice HICP e sottrarlo al rendimento delle obbligazioni per ottenere quello che è un ipotetico rendimento reale.
L’indice dei prezzi è una misura dell‘inflazione. L’andamento dei prezzi del paniere di beni e servizi costituisce la base dell’indice. L’indice viene calcolato in riferimento a un anno base (indice=100). La cifra relativa all’indice per l’anno da controllare viene calcolata dividendo il costo del paniere dell’anno da controllare per il costo del paniere dell’anno base di riferimento, e il risultato si moltiplica poi per 100. Per poter confrontare reciprocamente l’inflazione nei paesi appartenenti all’Unione Europea, Eurostat pubblica l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (HICP, Harmonised Index of Consumer Prices) in collaborazione con gli uffici nazionali di statistica. L’HICP rappresenta un ‘paniere’ di beni e servizi rappresentativo per l’Eurozona. Nel paniere si trovano beni quali alimentari, quotidiani, benzina, abbigliamento, computer e lavatrici, e servizi come negozi di acconciature, assicurazioni e affitti. (Source)
Cosa notate dal grafico? Che nell’effettivo, i rendimenti reali positivi li possiamo trovare solo se investiamo in obbligazioni con rating che parte dal rating BBB con una scadenza superiore ai 4 anni. Quindi accollandosi anche quelli che sono rischio emittente, rischio duration, rischio tasso. Sicuri che sia poi un mondo così “perfetto” anche a questi prezzi, per il risparmiatore?
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