BLOOD in the STREETS (versione 2018)
SCOSSE DI ASSESTAMENTO oppure VERA INVERSIONE?
“Blood in the streets” diceva un vecchio trader investitore ben noto alla collattività, quando voleva spiegare lo stato di disperazione degli investitori ormai a picchi elevatissimi. Pensare che ce la fossimo “svangata” così agilmente non era certo ipotizzabile. La “rinata” volatilità, esplosa dopo un lunghissimo ritardo, è imbizzarrita e dopo tanta inattività, è iperattiva. E ci può stare. Se ci pensate bene quanto è successo nei giorni scorsi non è stato così normale e i suoi effetti non sono ipotizzabili di breve durata.
Però intanto si inizia a vedere qualche comportamento interessante.
La prima cosa che noto è che lo schiaffone di martedi è stato guidato dai bond che hanno trascinato al ribasso l’equity. Oggi invece ecco che succede. Mercato obbligazionario che sembra tranquillo ed è l’equity che invece prende la palla al balzo e parte con la correzione. Una scossa di assestamento dopo il terremoto dei giorni scorsi che poi è accompagnata anche dall’andamento dei bond. Infatti se notate l’equity si muove in modo più ampio dell’obbligazionario.
Il problema che proprio qualche ora fa Wall Street mi registra un traumatico -3,75% sullo SP500 mentre addirittura un -4,15% sul Dow Jones.
NEW YORK (Reuters) – U.S. stocks plunged anew on Thursday in another trading session with big swings, as equities remained in a tug-of-war with bond yields, volatility remained high, and investors failed to see a bottom of the market ahead.
Beh, poco da dire, il mercato adesso sta cercando di capire che diavolo fare, gli operatori sono iperconfusi. Come vi ho spiegato in QUESTO POST, non ci sono reali motivazioni per alimentare ORA una vera correzione. Ma non importa, qui si tratta di capire se il mercato scende per tutti gli altri motivi plausibili (che sono tanti) oppure no. Ripeto, secondo me non siamo ancora alla vera Caporetto, ma potrei sbagliarmi perché dopo un rally di queste dimensioni, poter fotografare correttamente la situazione di un mercato che di improvviso riscopre la volatilità è tutto fourchè semplice.
Grafico Indice SP500 SPX via Tradingview (weekly)
Vi ricordate questo grafico weekly? Ve l’ho postato qualche giorno fa. Bene, l’area che ho definito “What is this?” sta facendo segnare una riga rossa di estrema violenza. Beh, quanto tempo è che vi dico che più l’elastico si tira e più il tonfo sarà fragoroso?
Capire che succederà domani non è certo facile, l’immagine dello Spoore sotto questo punto di vista è quantomeno impressionante.
Solo l’iper difensiva Philip Morris si dimostra degna del “segno verde” tra le big cap. Per il resto è rosso fuoco, quansi un quadro rosso sangue. Blood in the street? Non basta una seduta del genere per dire che è giunto il panic selling totale. Anzi,siamo ancora ben lontani da quei livelli. Il problema grosso è capire dove il mercato riuscirà a fermarsi visto che ci sono oggi (come non mai) attori che nelle vene non hanno sangue ma cavi di elettricità e trasmissione dati. Anche perché è l’emotività che comanda in toto.
Accordo sul rinnovo tetto debito. Il mercato ignora.
La prova ce l’abbiamo avuta oggi. Avrete forse letto dell’accordo bipartisan tra i leader del Senato sul tetto del debito: il rinnovo del tetto dovrebbe avere un respiro biennale, consentendo spese per 300 miliardi di dollari, all’interno delle quali sarebbero ricomprese anche quelle per infrastrutture. L’accordo dovrà essere ratificato anche dal congresso ma ormai è ad un passo dall’essere approvato. Una notizia anche qui eccellente. Effetti positivi sui mercati? ZERO. Anzi, c’è chi pensa che adesso il Governo sarà autorizzato a fare più debito e quindi maggiori emissioni e tassi più alti blablabla… Quando si cercano scuse, tutte le occasioni sono buone.
Dai massimi di gennaio siamo a -10%. Quindi per gli statistici è correzione. Fossilizzarsi su questi dati è deleterio. Si vive alla giornata, e vi ripeto per l’ultima cosa quanto ho già spiegato un paio di giorni fa.
La sfera di cristallo non ce l’ha nessuno ma c’è solo una certezza. Dopo il famoso primo tonfo abbiamo avuto SUBITO una certezza: che il mercato non sarebbe stato più quelllo di prima. Ora lo sta dimostrando, speriamo in un rimbalzo ma un VIX costantemente a 10 ha finito la sua carriera nel mese di gennaio 2018.
STAY TUNED!
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NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
non credete ai profeti di sventura e costruite i vostri portafogli. Correzioni tra 10 e 20% ci sono sempre state negli uptrend, sono solo occasioni di acquisto, perchè l’economia è sana e finchè gli eps saranno in crescita, non c’è problema. Diverso se ci fosse inversione tecnica ed economica, ma questo è tutto da vedere. La pressione del mercato sarà l’antidoto per rendere la fed più guardinga e i mercati si tranquillizzeranno nelle prossime settimane. Un paio di tranche tra qui e un altro -10% (potenziale, eh!) e avrete fatto ciò che dovete.
E ci voleva tanto? Questo vuol dire essere costruttivi, questo vuol dire condividere.
Thanks
grande danilo sempre corretto e sempre educato…non mi e’ piaciuto leggere commenti negativi nei tuoi confronti perché ti ritengo una guida per gli investimenti soprattutto per la tua visione d’insieme “intermarket”…spero che chi scrive commenti negativi capisca che il tuo non e’ un contributo di uno stregone della finanza che conosce il futuro ma di chi analizza il presente e formula delle ipotesi che per quanto mi riguarda sono spesso (se non dire sempre) azzeccate.
Il mio modello di analisi mi segnala che potrebbe essere iniziato un ABC di medio periodo (mesi).- Voi che ne pensate?
finora il ritracciamento del future marzo SP500 è stato poco più del 12% (top 2878.5 del 29/1 e bottom 2529 di lunedì notte europea)
la distinzione fra ritracciamento e inversione è questione solo di lana caprina – oltre che semantica – visto che mancano statistiche attendibili: convenzionalmente si attribuisce ad una discesa di almeno il 20% la prerogativa di segnale di inversione di tendenza di lungo periodo con elevata probabilità di un ribasso ben più esteso (lo scoppio delle bolle dot.com e sub-prime hanno comportato ribassi di oltre il 50%); un ribasso del 20% dal top di gennaio corrisponde a 2300 circa
tutto quello che è meno del 20% e che interrompe un trend rialzista è invece “semplice”
ritracciamento ovvero c’è buona probabilità che prima o poi il trend primario riprenda a ritoccare i massimi precedenti
quando si potrà essere certi che questo ritracciamento non si trasformi in inversione? solo se e quando verrà superato in modo significativo il massimo storico di gennaio; fintanto che non ci sarà un’estensione del bull market lo scenario non può essere altro che lateral-riabssista
da qui al 21 marzo (FOMC by Powell) ritengo che SP500 resti compreso fra 2400/2800 se il vix si mantiene sopra 20; invece nessuna previsione ora per l’andamento post-FOMC visto che si tratta di un evento market driver certo
la questione del comprare o meno i ribassi dipende dal tipo di operatività; il cassettista (passivo), il trader di posizione (attivo), il trader multi-days e lo scalper intraday sono persone con logiche, aspettative e tecniche completamente diverse.
In linea di massima chiunque dovrebbe avere:
– uno scenario in testa per decidere il tipo di strategia (rialzista o ribassista)
– un sistema (anche elementare) per ottenere il segnale di apertura di posizione (timing)
Tutti, tranne che i cassettisti e gli scommettitori (cioè chi fa trading senza regole), dovrebbero poi chiudere le posizioni su livelli di prezzo predeterminati (stoploss) e dinamici per la presa di profitto (trailing stop)
Le banche centrali stanno drenando liquidità: ciò basterebbe a capire gli ultimi movimenti delle borse dagli eccessi. Quello che fanno le banche centrali significa sostanzialmente un aumento dei tassi: quelli a breve; quelli a lungo anche, di conseguenza. E quelli a lungo si muovono in alto se i titoli di riferimento vengono venduti: ho già detto che questo dovrebbe accadere perché c’è aspettativa di inflazione, la quale costringerebbe la Fed ad alzare ancora i tassi e quindi a far perdere valore ai bond (più è lunga la scadenza). S’è vista infatti la reazione del mercato quando si sono diffusi i dati sull’inflazione dei salari americani. Tenendo presente ciò secondo me ci stiamo dirigendo alla fine del ciclo di crescita. Non mi è chiaro quanti mesi ci vorranno.
Che i tassi a breve siano più alti di quelli a lungo non credo sia indispensabile per andare in recessione: non so se ciò sia accaduto in tutte le recessioni, comunque eventualmente direi che avviene nell’ultima fase, quella della crisi conclamata, dove le borse scendono e sono già scese da un bel po’.
Se mi sbaglio sono tutti più felici.
“biggest concern” ad ogni discesa qualcuno attribuisce una scusa, sarei proprio curioso di sapere chi la diffonde. Personalmente non ci ho mai creduto tanto meno l’ ultima,” l’ inflazione causa la discesa delle borse” caso mai dovrebbe essere il contrario per salvaguardare il potere di acquisto dei nostri soldi, storicamente è sempre stato così.Naturalmente con le dovute eccezioni accadute nel passato che hanno creato delle crisi economiche mondiali.