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BANCHE: “Posso chiedere l’aiuto da casa?”
Ok, non credo sia necessario essere un guru per poter dire che il problema sui mercati finanziari, oggi, si chiama BANCHE ed in particolar modo quelle italiane.
Poi è chiaro che per l’Italia il problema più urgente si chiama Monte dei Paschi, ed è altrettanto vero che si sta criminalizzando tutto il settore bancario italiano, ma in modo ingiustificato.
Non saremo certo i migliori, ma nemmeno possiamo dire che tutte le nostre banche sono virtualmente fallite!
Però il mercato e la speculazione stanno spingendo le nostre banche verso il baratro.
Permettetemi, sembra quasi che si stia spingendo artificiosamente la BCE ad osare di più. Un aiutino dalla banca centrale europea che sembrava impossibile fino a qualche mese fa ma che oggi non è poi così assurdo, anche se la confusione degli stessi membri BCE è palpabile.
Le banche italiane potevano essere risanate prima, anche usando i soldi pubblici. Oggi le regole sono più stringenti. Jeroen Dijsselbloem, il presidente dell’Eurogruppo, gela l’Italia alle prese con il caso Montepaschi, ma dal vicepresidente della Bce arriva un’apertura senza precedenti a Roma nel negoziato con la Commissione Ue: dopo Brexit occorre una “profonda riflessione” se non valga la pena dare aiuti pubblici. Anche derogando al principio della ripartizione degli oneri con gli investitori privati. (HP)
Ma anche altri commenti, come questo.
Alla luce dellandamento dei titoli bancari, le autorità potrebbero considerare lipotesi di un piccolo aiuto destinato agli istituti di credito. È quanto ha dichiarato il vice-Presidente della Bce, Vitor Constancio, nel corso di un incontro a Madrid. Misure a favore degli istituti di credito potrebbero migliorare notevolmente la stabilità”. Si potrebbe anche pensare a limiti di tempo per la svalutazione degli Npl, ha aggiunto Constancio. (TL)
I mercati però stanno chiamando a gran voce il sostegno di Francoforte e Bruxelles. Il sistema bancario italiano, che come avete visto ieri non è stato salvato da fondi pubblici come in altri stati, ha bisogno innanzitutto di una cosa: di fidejussioni solide. Basta che l’Europa o la BCE si muovano in modo ufficiale a difesa delle banche e il quadro potrebbe cambiare rapidamente.
I famosi 150 miliardi non soddisfano in quanto, ne abbiamo parlato QUI, sono una garanzia dello Stato Italiano e potrebbero non essere sufficienti. Insomma, non soddisfano il mercato. E lo stesso mercato vuole un avallo “superiore”.
E si muovono anche i giornali, come l’Economist che spara a zero sul nostro paese, soprattutto a livello di copertina sul Bel Paese.
Ecco cosa ci riserva il giornale anglosassone.
Secondo l’Economist, invece, “il primo ministro italiano ha ragione”, perché “le pressioni del mercato sulle banche italiane non diminuiranno finché la fiducia non verrà ristabilita e ciò non succederà senza fondi pubblici. Se le regole sul bail-in verranno applicate con rigidità in Italia, le proteste dei risparmiatori mineranno la fiducia e apriranno le porte del potere ai Movimento Cinque Stelle, che incolpa la moneta unica dei problemi economici dell’Italia”. A quel punto “aumenterebbe la convinzione che l’Italia sta ricevendo scarsi benefici dalla presunta condivisione dei rischi tra i Paesi dell’Eurozona, mentre è danneggiata dai tanti vincoli a cui deve sottostare”. E “se gli italiani perdessero fiducia nell’euro, la moneta unica non sopravviverebbe”. “Non ha senso seguire le regole alla lettera se farlo segna la fine della moneta unica”, prosegue il ragionamento. (IFQ)
Estremamente interessante questo ragionamento, non solo perchè spinge in modo evidente verso il sostegno pubblico, ma perché vuole andare ad evitare un problema che poi diventerebbe sistemico con effetto contagio in ogni dove. E con un rinnovato potere dei No Euro (anche se l’Economist sbaglia a considerare “No Euro” i 5 Stelle…).
Quindi c’è bisogno dell’ennesimo “whatever it takes”, un primo tassello verso quella che dovrebbe portare verso una nuova e forse più vera Unione Europea. E da come si comporteranno Francoforte e soprattutto Bruxelles, avremo già qualche segnale forte su come cambierà l’UE. Sempre SE cambierà.
PS: scusate la goliardia dell’immagine iniziale. A ma piace anche scherzare… E comunque sapreste rispondere oppure avete bisogno anche voi dell'”aiuto da casa”?
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La legge è uguale per tutti? No
Quindi come da previsioni arriviamo alla soluzione definitiva(……..) come lo erano i Whatever…i QE…..i tassi negativi…..gli Atlante…le riforme….etc etc.
Si prospetta una via di mezzo tra una soluzione alla Greca e l’amnistia.
Ipotesi alla Greca: Non sei in grado di pagare i debiti ma ti presto i soldi per la rata in scadenza e tu me li ridarai un giorno indefinito e forse, alla peggio te ne presto ancora
Ipotesi giubilare: rimetti a noi i nostri debiti come noi NON li rimettiamo ai nostri debitori.
Ma non basterebbe dire che le regole c’è chi le deve rispettare e chi no? E queste sono le nuove regole altrimenti…..le cambiamo. Hillary se ne fotte, Assange se ne sta chiuso in una ambasciata per qualche anno. Le banche sono private fino a quando si guadagna e diversamente sono sistemiche e i debiti li paga il pubblico. Dov’è il confine a questo punto?
Mi spiace Danilo, non si tratta di Europa si o Europa no. Si tratta di regole. O finalmente uno stato di anarchia in cui vale il detto: ‘Chi vusa pusee la vaca l’è sua’ tradotto ‘Vince chi urla più forte’.
resto un po’ sorpreso che nessuno nel blog abbia fatto commenti sulla riunione dell’Associazione delle Banche Italiane che è avvenuta venerdì e che ha visto gli interventi di Patuelli, Visco e Padoan. E’ stato un attacco continuo all’EU e alle sue regole senza mai evidenziare le proprie mancanze di strategia e di controllo, piena difesa dell’attuale governo, critiche all’austerity e indirettamente alle decisioni prese dai governi Monti e Letta (naturalmente senza nominarli anche se ieri sera in alcuni telegiornali girava la voce che entrambi sono nel libro paga della Goldman Sachs).
Mi sembra che si sia salvato solo Padoan, estremamente conciso quasi a dimostrazione che si trovava nel posto sbagliato e aveva fretta di andarsene, salvo rimarcare che il governo sta seriamente manovrando per entrare direttamente o indirettamente nell’azionario delle banche in difficoltà (il riferimento a MPS era palese).
Avrei molti commenti da fare, ma siamo nel week-end e penso ormai che non ne valga neppure la pena.
Paolo
e che Vuoi commentare?!
Patuelli e Visco?
Sono sempre più delle macchiette – ripetono, una volta sì ed una no, le stesse cose (trite e ritrite quando già era in auge MUSSARI!) od argomenti agli antipodi; per mera convenienza di seggiola o di posizione – e non solo.
Non se Li filano più neppure i Loro Associati o sodali – che ora viaggiano Tutti in ordine sparso, per cercarsi di parare i deretani propri.
“Si salvi chi può” – con tutti i mezzi, in tutti i sensi.
Break it up – per gli amanti dell’Inglish.
Da anni fanno parte, a pieno titolo ed a piene mani, dello stesso shake (Made in Italy, originale).
Pensa ad altro – ne guadagni di e in salute.
サーファー © Surfer [In pubblico seguono Tutti la stessa linea e stanno radenti e coperti, ma poi in privato usano il bisturi e Ti riferiscono e Ti fanno “il tagli e cuci” – Buon week-end!]
Quando ho sentito la notizia che “il bailin è anticostituzionale” pensavo l’avesse dichiarato la corte costituzionale, e sarebbe stato interessante il motivo, visto che prima del bailout c’era già il bailin e la costituzione non è cambiata ma visti anche i dubbi che avevo sollevato (sarei abbastanza d’accordo [*] ma non sono un giurista); quando poi ascoltando meglio ho sentito che era una dichiarazione dell’ABI ho pensato “ah ok, allora non conta niente, dichiarazione per puro interesse e in tremendo ritardo”.
[*] Se una banca fallisce e gli azionisti perdono, nulla da eccepire; se una banca viene salvata a scapito degli azionisti qualcosa da eccepire ce l’ho.
Allo stesso modo, se una banca viene salvata a scapito dei contribuenti ma nazionalizzandola e cambiando il management, nulla da eccepire; se una banca viene salvata a scapito dei contribuenti ma resta in mano ai privati e magari con al timone gli stessi che c’erano prima, qualcosa da eccepire ce l’ho eccome.
Nel primo caso penso che qualcosa da eccepire ce l’abbia anche la costituzione o almeno la legge ordinaria.
Paolo
osserva che Ti ho ri-trovato – nella [Mia] MEM-moria.
Visto – o addirittura!!! – che/per Francia-Portogallo è nà PALLA…
サーファー © Surfer
“Le banche italiane potevano essere risanate prima, anche usando i soldi pubblici. Oggi le regole sono più stringenti.”
Ennesima dimostrazione che l’Unione Europea non può funzionare: stati diversi, regole diverse, bisogni diversi in momenti diversi.
Cosa c’era da risanare nelle banche italiane nel 2009 quando i problemi per le banche erano strettamente finanziari più che NPL, cioè legati all’economia? Allora Francia, Germania ecc. hanno tirato fuori soldi pubblici per risanare cosa, le sofferenze o altro? Anche l’Italia aveva tirato fuori soldi pubblici ma le banche hanno risposto “no grazie non ci servono”. Memoria corta di quel xxxxx di Dijsselbloem?
Se l’Italia non avesse applicato l’austerity imposta dall’UE, le sofferenze sarebbero a questi livelli e soprattutto sarebbero un problema generalizzato a tante banche oppure sarebbero un problema limitato negli importi e nella diffusione (a quelle banche che effettivamente hanno prestato oltre misura agli amici)?
“Quindi c’è bisogno dell’ennesimo “whatever it takes”, un primo tassello verso quella che dovrebbe portare verso una nuova e forse più vera Unione Europea. E da come si comporteranno Francoforte e soprattutto Bruxelles, avremo già qualche segnale forte su come cambierà l’UE. Sempre SE cambierà.”
Mio commento di ieri:
1) Whatever it takes funziona una volta sola (effetto novità, e ormai si è visto che il mercato dopo un po’ risponde “whatever!”)
2) Ora Draghi non c’entra più perchè la crisi europea è politica, non monetaria, ma un whatever it takes di Juncker sarebbe ridicolo e impotente, e azioni concrete verso l’Unicorno Europeo (©) hanno una probabilità dello 0.1% di realizzarsi e dello 0.01% di funzionare.